Il Gay Pride a Roma mette in crisi l’Unione

Mentre si infiamma ancora di più lo scontro sui Dico, il Gay Pride che si svolgerà il 16 giugno a piazza San Giovanni per chiedere le nozze gay apre un nuovo fronte. La Cdl insorge contro la «parodia» del Family Day annunciata dalle associazioni gay e il Partito democratico si divide tra la Margherita critica e la Quercia favorevole, al pari della sinistra più laica. «Possibile che non si possa manifestare senza contrapporsi polemicamente alla Chiesa? – si chiede il diellino Castagnetti -. Il Gay Pride in antitesi al Family Day mi sembra un evidente boomerang». E il teodem Enzo Carra sottolinea «il cattivo ricordo lasciato dalle immagini sconvenienti del Gay Pride di Roma durante il Giubileo». Più si radicalizza la contrapposizione, osserva Antonio Polito, più sarà difficile trovare una mediazione: «Mai prima d’ora erano state chieste in Italia le nozze gay».

Tra i diessini, il dalemiano Gianni Cuperlo richiama «l’ormai consolidata consuetudine internazionale di queste manifestazioni e la piena legittimità di svolgerla in una piazza anche laica come San Giovanni». Sulla stessa lunghezza d’onda il responsabile Giustizia dei Ds, Massimo Brutti: «E’ sacrosanto che una mobilitazione per i diritti civili e contro la discriminazione venga organizzata nella grande piazza del movimento operaio italiano e dei sindacati». E Peppino Caldarola, uscito dai Ds per approdare nella costituente socialista, lo considera un «salutare riequilibrio degli umori integralisti del Family Day e una prova di democrazia».

Dopo il confronto tra Family Day e Coraggio laico, il centrosinistra, con Fassino e Rutelli, tenta di ricucire lo «strappo» per le assenze nella piazza a favore dei Dico, che secondo il leader dell’Udc, Casini, sono morti «perché su questo una maggioranza non c’è». «Non bisogna contrapporre le due piazze, ma farle incontrare. Fomentare lo scontro non serve», avverte il segretario Ds: «Da entrambe le piazze vengono domande diverse che la politica ha il dovere di ascoltare». Dal Family Day, «una domanda di sostegno alla famiglia, un tema non ideologico, ma politico» mentre dal Coraggio laico è venuta, «la domanda altrettanto importante di laicità».

Francesco Rutelli dice no «a prediche politiche da pulpiti bislacchi, visto che spesso arrivano da chi è titolare di parecchie famiglie». E sui Dico ripete che «se ne occuperà il Parlamento». Ma di un «no ai Dico chiarissimo e sereno» dal milione di persone del Family Day» parla la Cei attraverso il Sir: «Non c’è nulla da inventare, per l’Italia basta la Costituzione». Nel governo, però, provano a tenere botta. Le autrici della legge Rosy Bindi e Barbara Pollastrini (assieme a Giulio Santagata) negano che il loro lavoro sia destinato a finire sul binario morto. La ministra della Famiglia è anzi convinta che non ci siano distanze «incolmabili», mentre per la collega delle Pari Opportunità non tutti i presenti a San Giovanni erano d’accordo con il «mai» ai Dico lanciato da Savino Pezzotta. E per il ministro dell’Interno Giuliano Amato, la difesa della famiglia non vuol dire ignorare il «disagio» di chi non contrae matrimonio.

La polemica si infiamma sul Gay Pride. La linea di Silvio Berlusconi è: «Sì a diritti per le coppie di fatto ma niente equiparazione al matrimonio». Per il leader di Forza Italia «è giusto tutelare i diritti delle coppie di fatto attraverso il codice civile» ma il matrimonio è una cosa diversa, «lo è per la nostra tradizione cristiana e per la nostra Costituzione. Le coppie di fatto sono rispettabilissime ma non devono esserci matrimoni di serie B o di serie C». Alfredo Mantovano di An stigmatizza il nuovo appuntamento: «Contrapporre il Family Day al Family Gay significa veramente non aver capito nulla di ciò che di straordinario è accaduto sabato». Concorda il segretario Udc, Lorenzo Cesa: «Paragonare il Family Day al Family Gay è insensato. Per la tutela dei diritti individuali ci sono altre soluzioni. Ma l’equiparazione tra coppie etero e omosessuali non passerà mai».

Fonte: LaStampa

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11 commenti

oz

Frustrate le speranze in pacs alla francese, sfumata la possibilità dei quasi inutili dico, è evidentemente inutile cercare l’incontro con chi non lascia aperto neanche uno spiraglio al dialogo. C’è poco da perdere a questo punto ad alzare la testa e fare richieste vere.

Ren

vediamo se fassino mantiene quello che ha promesso oggi. Che lui appoggerà i diritti di tutti.

Ren

non che qualcuno ci creda. Dovrà essere una direttiva europea ad aggiustare la situazione in questo paese di conigli politici.

Pacs

BRAVI. Fanno tante storie per i Dico che hanno inventato loro stessi?
OK. E chi la vuole quella fogna di legge.
W IL MATRIMONIO OMOSESSUALE!!!!!!!!!!!

Magar

Il Gay Pride parodia del Family Day? Sì, e allora la Dichiarazione dei diritti dell’uomo è la parodia del catechismo della CCAR. No comment.

Ernesto

Usano il termine “parodia” solo come ennesimo nemmeno tanto velato insulto ai gay.
I gay pride sono sempre (abbastanza) sobri. Purtroppo i tg mostrano immancabilmente solo gli aspetti più insoliti ed eccessivi…

Daniele

Io e il mio compagno ci amiamo e rispettiamo, siamo coppia da 6 anni e viviamo assieme da 2, condividiamo tutto. Che qualcuno possa permettersi di considerare i nostri sentimenti una parodia mi sconvolge e intristisce terribilmente. La “gente” ignora totalmente l’esistenza concreta di coppie come la mia o comunque dell’esistenza concreta di persone che vivono la propria omosessualità in una quotidianità totalemente paragonabile a quella di chiunque altro. Molti hanno in mente un’idea astratta e stereotipata che nulla ha che vedere con la realtà omosessuale reale. Nessuno che sia a conoscenza in prima persona di una realtà come quella mia e del mio compagno potrà mai dire che si tatti di una parodia o di una aberrazione.

giops

prevedo un futuro sfavillante per il partito democratico, gh gh gh

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