Le Comunità cristiane di base criticano il Family day non solo perché politicamente inopportuno, ma anche e forse soprattutto perché è lontano dallo spirito e dalla lettera stessa del Vangelo.
Noi crediamo legittima e feconda la pluralità interpretativa relativa alla comprensione della Parola di Dio, nel rispetto della tradizione ecclesiale sempre in cammino animata dallo Spirito di Gesù. Per questo rispettiamo le modalità con cui si esprime la fede dei cristiani che sono i principali fautori del Family day.
Al tempo stesso però non possiamo evitare di rilevare che non c’è mai un riferimento al Vangelo e al suo ethos nella loro intransigente negazione di qualsiasi riconoscimento pubblico dei diritti delle unioni di fatto e in particolare dei DICO. Non c’è perché di fatto il Vangelo esprime un movimento di contestazione culturale di ogni struttura sociale, compresa quella familiare, che presenti aspetti alienanti ed escludenti, in favore invece della com-passione, accoglienza, valorizzazione dell’essere umano, donna e uomo, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi problemi. Nell’annuncio della distruzione del Tempio e della fine della dominazione imperiale, che costò la vita a Gesù, e soprattutto nella resurrezione c’è il superamento della cultura fondata sui legami del sangue. La resurrezione chiede a noi cristiani di oggi l’apertura verso i segni dei tempi, compresa l’accoglienza delle nuove forme in cui si esprime la solidarietà e l’amore responsabile, che a nostro parere sono la migliore valorizzazione anche del matrimonio, mentre annunciano e preparano “un nuovo mondo possibile”.
Le Comunità cristiane di base.
Inopportuno e contrario al Vangelo
Un commento
Commenti chiusi.
Mi sembra un articolo ragionevole
🙂