Nel Codice di Diritto Canonico (Titolo VII, Il matrimonio, Can. 1056) si legge: “Le proprietà essenziali del matrimonio sono l’unità e l’indissolubilità, che nel matrimonio cristiano conseguono una peculiare stabilità in ragione del sacramento”. Tuttavia esistono impedimenti e ragioni per invalidare il matrimonio stesso. I processi di nullità matrimoniale (il cosiddetto annullamento) sono affidati ai Tribunali Ecclesiastici competenti, costituiti quasi esclusivamente da giudici sacerdoti, che hanno l’incarico di giudicare nullo un matrimonio, ovvero come mai esistito. L’eventuale pronunciamento deve poi essere confermato da un Tribunale Ecclesiastico d’Appello. Per avere validità nell’ordinamento italiano la sentenza deve essere delibata. Dal sito Sacrarota.net […] si viene a sapere che la Chiesa è molto preoccupata per la profonda crisi del matrimonio in Italia, crisi evidente visti i numeri di separazioni e divorzi.
Le conseguenze giuridiche e pratiche sono significative: “sarà possibile sposarsi in Chiesa come fosse la prima volta, tornare a ricevere i Sacramenti; sotto il profilo giuridico, possono venire a cessare gli obblighi di contribuzione dell’assegno di mantenimento per il coniuge, come previsto invece nella separazione dichiarata dal Tribunale Civile; scompaiono eventuali diritti ereditari a favore del coniuge separato. In ciò la nullità di matrimonio si distingue dal divorzio (o meglio, dalla “cessazione degli effetti civili” del matrimonio concordatario) in quanto la sentenza ecclesiastica dichiara il matrimonio “mai esistito” (cessano gli effetti giuridici ex tunc, ossia dall’inizio), mentre la sentenza civile dichiara cessati gli effetti giuridici ex nunc (dalla sentenza in poi)”.
[…]
Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è pubblicato sul blog Bioetica
Infatti il matriimonio o e’ riconosciuto nullo, oppure non puo essere annullato. La Chiesa unisce in nome di Dio (parlo chiaramente del matrimonio religioso), e cio’ che Dio unisce e’ per sempre. E’ una grande sfida per una mentalita’ che, soprattutto oggi, ci vorrebbe relegati nel soggettivismo e in scelte non definitive. In una mentalita’ per cui tutto finisce, a partire dalla vita.
houston, abbiamo un problema !
Sarà l’unica aquila miope. Ce la ritroviamo qua.
Avete mai letto “La papessa Giovanna” di Durrel ?
Nel libro c’è l’episodio dei monaci che , perdutisi nella foresta, trovano finalmente rifugio in una taverna che per cena ha solo un pezzo di carne di pecora. Essendo venerdì i bravi religiosi rifiutano la cena ma la fame è tanta e alla fine escogitano un modo per placare sia la fame che la coscienza: battezzano il pezzo di carne chiamandolo baccalà e se lo divorano in allegria.
Capito come si fa?
Basta cambiare nome alle cose et voilà. 🙂
ciò che dio unisce è per sempre… almeno fino a che non interviene la sacra rota (demonio fra i demoni)
Filosofo, la rota non divide. Semplicemente riconosce che il matrimonio era nullo, e devono esserci delle prove al riguardo. Comunque piu’ di tanto non me ne intendo, se vuoi mi informo. Anzi, puoi farlo anche tu. Vai dal tuo parroco e chiedi, sicuramente ti sa rispondere meglio di me.
beh poi, per soldi si può fare tutto no? L’unico problema è che questi hanno fatto diventare noi l’ultima ‘rota’ del carro europeo dei diritti umani.
Ecco l’essenza del potere, la vera posta in gioco: poter manipolare le esistenze della gente, poter decidere quando e come è lecito sposarsi, quando dichiarare finito, anzi mai esistito, il proprio matrimonio, quando avere rapporti sessuali, quando e come mettere al mondo dei figli, per chi votare, se proprio votare bisogna, in una parola avere il potere di incidere sulla vita delle persone, stabilendo chi può, o non può, avere diritto al riconoscimento sociale di determinate condizioni.
La chiesa, questa struttura di potere dedita alla gestione e conservazione del suo spazio di manovra inteso come possibilità di condizionare pesantemente la vita di ognuno di noi, non solo proponendo un peculiare modello di esistenza ma cercando di imporre anche “obtorto collo” questo modello dandogli forza di legge, con l’esercizio diretto del potere temporale all’epoca dello Stato Pontificio, o tramite intermediari considerati inferiori ma utili allo scopo quali i cosiddetti stati laici, la chiesa dicevamo non può rinunciare a questa sua invadente vocazione: non saprebbe più come giustificare altrimenti la sua parassitaria esistenza.
Superfluo ricordare che certe prerogative ecclesiastiche ancora tollerate come conseguenza degli accordi concordatari siano assolutamente intollerabili in un moderno stato laico che riceve solo dal popolo la sua investitura a legiferare e ad applicare le leggi allo scopo primario di garantire i diritti di ogni cittadino, custoditi nella Costituzione.
In uno stato così concepito, un Concordato con chicchessia non ha più alcuna ragione di esistere.
Filippo, non ricordo se lo avevo gia detto a te o a qualcun altro. Sei troppo prolisso. Sintetizza….
La verità è che la Chiesa è sempre stata in contrasto con se stessa e con quello che ha detto nei tempi precedenti. In questo non c’è niente di male: fa parte della crescita e dello sviluppo dell’umanità dire “cazzo, ho detto una stronzata.”, oltre che del più misero e semplice essere umani.
Ogni volta che la civiltà ha subito delle modificazioni particolari o comunque vi sono state contingenze storiche che non permettevano più ai “canoni classici” della Chiesa di convivere in modo corretto, essa ha tentato di risolvere il problema.
Ovviamente non dicendo “fermi tutti, ok, fin’ora s’è fatto così, ma non va bene, s’è sparato stronzate. Bisogna cambiare, scusateci” come farebbe una persona qualunque. No, bisogna rigirare le carte in tavola in modo da dimostrare di avere sempre ragione.
Se la Chiesa smettesse con questo comportamento sicuramente ne guadagnerebbe in credibilità, ma ne sicuramente ne perderebbe in privilegi. E tutti quanti sappiamo a cosa mirano le gerarchie ecclesiastiche.
GUarda che il fine della Chiesa non è avere consensi e guadagnare credibilità: è dire la Verità. Poi ognuno è libero di crederle o meno
@ aquila
Se la chiesa possiede la Verità (come se esistesse veramente…), io sono George Clooney.
aquila,
se vado dal parroco probabilmente mi porta argomenti ragionevoli per l’azione della sacra rota e per l’annullamento del matrimonio in casi particolari.
ragioni in base alle quali agisce la sacra rota, organismo composto da uomini che agisce con ragioni umane.
la questione che io critico, come molti altri che scrivono qui, è che queste ragioni, come già detto assolutamente umane, debbano essere stabilite da un particolare tipo di uomini: il clero.
ebbene, la mediazione per annullare un matrimonio è da ricondurre solo allo Stato, che è l’istituzione che rappresenta tutti i cittadini e i cui rappresentanti sono nominati (possibilmente) in modo democratico.
la scelta, invece, di annullare un matrimonio deve essere solo nelle mani di coloro che sono in prima persona coinvolti, cioè i coniugi.
la sacra rota, come vedi non c’entra nulla, se non per fare gli affari propri.
ma forse le mie sono parole che in parte condividi, poichè non penso che tu sia contrario alla normativa sul divorzio.
Il punto è proprio questo. Le cosiddette verità della chiesa sono un pretesto. Lo scopo è la conservazione e gestione del potere, perseguita manipolando le esistenze della gente. Quando la gente scopre il trucco, ossia che si può tranquillamente fare a meno di questo ammaestramento morale, quando scopre di essere considerata solo un mezzo per la sopravvivenza delle sovrastrutture ecclesiastiche, allora il gioco finisce, la forza di attrazione della chiesa, di tutte le chiese, viene meno. E ciò avviene in misura direttamente proporzionale alla diffusione della cultura fra le persone. Sempre osteggiata dai potentati ecclesiastici.
Ribadiamo: certe prerogative ecclesiastiche ancora tollerate come conseguenza degli accordi concordatari sono assolutamente intollerabili in un moderno stato laico che riceve solo dal popolo la sua investitura a legiferare e ad applicare le leggi allo scopo primario di garantire i diritti di ogni cittadino, custoditi nella Costituzione.
In uno stato così concepito, un Concordato con chicchessia non ha più alcuna ragione di esistere.
Non sono d’accordo: nel caso del matrimonio religioso lo stato non c’entra. E’ una questione puramente di pertinanza della Chiesa. Per il matrimonio civile avete ragione sicuramente
# aquila scrive:
15 Maggio 2007 alle 20:20
Guarda che il fine della chiesa non è avere consensi e guadagnare credibilità: è dire la Verità. Poi ognuno è libero di crederle o meno: se viene picchiato e non sanguina vuol dire che ha superato la prova, altrimenti fa ancora in tempo a redimersi. La chiesa lascia liberi di aprire il lucchetto della gogna, basta trovare la chiave.
@Aquila: nel matrimonio religioso lo stato c’entra visto che esso ha effetti legali sia quando viene contratto che quando viene annullato.
Sopratutto parlare di annullamento è ridicolo, dire che anni di rapporto non sono mai esistiti è delirante. E’ semplicemente un divorzio molto più comodo e veloce, con cui il padre può anche sbarazzarsi dei figli. Infatti prima della riforma dello stato di famiglia del 1975 in caso di annullamento i figli perdevano il cognome paterno (con irelativi diritti legali) e risultavano parenti solo della madre.
Le pseudo spiegazioni che hai dato dimostano solo la tua ipocrisia. Il divorzio civile, anche quando ci son prove di gravi motivi, è una mostruosità che devasta la famiglia. Il divorzio col bollino ecclesiale, anche se motivato con futili ragioni, và bene perchè le carte lfirma un prete. Ti rendi conto di quanto sia ridicolo?
Spiegami come può un sacramento indissolubile essere nullo? Un patto fatto difronte a dio? Un giuramento preso con come testimone il cielo stesso?
Il fatto che esista l’annumento dimostra un po’ di cose:
1) il matrimonio non è indissolubile
2) i sacramenti cessano di avere valore davanti ai soldi
3) alla chiesa interessa che la gente continui a sposarsi inchiesa per i soldi che guadagna con le cerimonie e la sacra rota.
asatan, tornando al thread sul codice a barre e il 666. Il tuo nick e’ ovviamente un anagramma di satana. Sei sicuro che ti porti bene? Perche’ non lo cambi (lo dico per te)?
Ad ogni modo non e’ come dici, leggi il catechismo della chiesa cattolica e vedrai che su 3 punti non ne hai beccato uno
Non è necessario doter vantare una approfondita conoscenza del catechismo per affermare che il sig. Asatan ha esattamente colto nel segno.