Orgogliosamente scomunicati

Sabato 5 maggio la rubrica delle poste del Riformista pubblicava una lettera di Paolo Izzo, che esprimeva, con concisa completezza, del suo personale distacco dalla Chiesa cattolica, dal cattolicesimo in quanto tale e dalla religione stessa in generale, chiedendo pertanto a chi si sarebbe dovuto rivolgere per ottenere una doverosa, opportuna e trepidamente attesa scomunica. Nei giorni seguenti, molti altri lettori si sono associati alla richiesta, tanto che il clamore di un’iniziativa così partecipe ha finito per attrarre gli strali del corsivista dell’Avvenire specializzato in umorismo da sacrestia, tal Rosso Malpelo (saeculo Gianni Gennari). Vorremmo soddisfare la curiosità del primo e dei successivi scriventi, segnalando loro la campagna per lo sbattezzo dell’Uaar, Unione degli atei, agnostici e razionalisti (http://www.uaar.it/uaar/campagne/sbattezzo), che permette la cancellazione del proprio nome dai registri parrocchiali, e di conseguenza l’uscita da quella che potremmo chiamare l’anagrafe cattolica.
L’importanza di questa anagrafe non è da sottovalutare: nella storia recente, va ricordato come proprio i registri parrocchiali abbiano aiutato le autorità di mezza Europa a individuare con certezza gli ebrei da mandare nelle camere a gas, permettendo di riconoscere nel corso delle generazioni le famiglie cristiane e di separarle da quelle massacrabili. Oggi, con la Chiesa che ha scoperto di essere sempre stata un’indefessa nemica di ogni dittatura, e che tra un pò, vista l’attenzione che si continua a prestare alla verità dei fatti, potrà persino dire di essere stata nemica di Franco e del generale Galtieri, questo tipo di utilizzo dei registri sembra leggermente caduto in disuso; ma non per questo esso è meno politico.

La presenza di molti nomi dei lettori di queste righe nei registri parrocchiali, al di là delle loro probabili divergenze su molti articoli di fede e su un numero ancor maggiore di prescrizioni pratiche, risponde a una finalità ben precisa, quella di continuare a considerare la grande maggioranza degli italiani arruolata nella milizia di Cristo, in attesa di qualsiasi ordine venga ad maiorem Dei gloriam dal soglio pontificio, e perfettamente disponibile a riconoscere alla Chiesa cattolica un ruolo sociale, culturale, politico ed economico enormemente superiore a quello che potrebbe spettare, secondo ragione e secondo legge, a qualsiasi religione organizzata.

Il dato della soverchiante preponderanza dei cattolici in Italia si fonda, come sua sola base oggettiva, sul numero dei battezzati; non si tiene conto di quanti abbiano proseguito nel successivo cursus honorum del rito cattolico (comunione, cresima, matrimonio in chiesa, unzione dei moribondi), non si depennano quelli che sarebbero colpiti da scomunica erga omnes (divorziati, comunisti, donne che abbiano abortito e medici che le abbiano aiutate, tanto per dire): sembra che la Chiesa, dopo essersi tanto alacremente data da fare per secoli nell’opera di individuare, espellere e punire i dissidenti al suo interno, si sia ormai data a un approccio più inclusivo, nel quale la paura fondamentale è quella di rimanere soli a spegnere i moccoli di una funzione andata deserta.

Anche la manifestazione di san Giovanni può essere letta in questo modo: il milione di fedeli parrocchiani era lì a denunciare un preteso attacco a quella che si pretenderebbe come la più granitica delle istituzioni, quella famiglia naturale nel cui alveo si troverebbe la scaturigine e la legittimazione prima di ogni ordine sociale, e così facendo ha mostrato in pieno la paura di un gregge cattolico che, fatto per l’ammucchiata, si sente abbandonato, solo e disperso. Il fatto che si ricorra a giochetti coi numeri, a un’anagrafe unilaterale e, come ultima risorsa, alla piazza coi torpedoni appena dismessi dall’ultima gita al santuario di padre pio a 19 euro tutto compreso, mostra che la Chiesa ha paura, paura di essere abbandonata. Speriamo che questa volta abbiano ragione.

Fonte: AprileOnLine

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24 commenti

raphael

Il fatto che si ricorra a giochetti coi numeri, a un’anagrafe unilaterale e, come ultima risorsa, alla piazza coi torpedoni appena dismessi dall’ultima gita al santuario di padre pio a 19 euro tutto compreso, mostra che la Chiesa ha paura, paura di essere abbandonata. Speriamo che questa volta abbiano ragione.

riporto un articolo apparso sul messaggero di ieri
Martedì 15 Maggio 2007

di MARIA LOMBARDI ROMA – Professor Introvigne, quanti sono i seguaci di Osho in Italia?«Un paio di migliaia, non di più. Dal punto di vista numerico, relativamente pochi. Ma il vero successo di Osho è quello di aver venduto decine e decine di migliaia di libri. Dunque le sue idee, che nulla hanno a che fare con la religione, hanno certamente influenzato molte più persone di quante partecipano ai corsi dei discepoli». Massimo Introvigne è il fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni. Che diffusione hanno nel nostro paese sette e movimenti?«La distinzione tra religioni e sette è stata superata, oggi non la facciamo più. L’Italia non è un paese fecondo per le minoranza religiose, in tutto rappresentano meno del 2% dell’intera popolazione. La metà è costituita da Testimoni di Geova che sono 400mila circa; 363mila i protestanti, 65mila i buddisti e 10mila circa (lo 0,2%) i cittadini italiani musulmani. Se si considerano anche gli stranieri, i seguaci dell’islam presenti in Italia sono quasi un milione. Le minoranze religiose, insomma, non hanno attecchito particolarmente. Certo, ci sono stati episodi clamorosi, come quello delle Bestie di Satana, ma gli adepti non sono mai stati più di 15. Il pericolo non sono le sette, ma altro».Qual è il pericolo?«Ha ragione il Papa quando dice che il vero pericolo è la religione ”fai da te”, i sincretismi che non si traducono in nessuna forma organizzata, nell’appartenenza a un’istituzione. Sono vagabondi della religione, credono nella Madonna di Medjugorie e insieme nella reincarnazione. In Italia è un fenomeno diffusissimo: l’89% si dichiara religioso, ma poi quelli che hanno un contatto occasionale con la Chiesa cattolica, ossia vanno una volta al mese a messa, raggiungono appena il 40%. Gli atei sono l’11%. La maggioranza degli italiani coltiva dunque una religiosità privata, ”fai da te”, appunto: prende qualcosa dalla Chiesa cattolica, altro da libri, si appassiona al Codice da Vinci. Molte di queste persone sono influenzate dal pensiero di Osho che mescolano con altre suggestioni. A differenza del Sud America dove si è verificato un abbandono dell’istituzione cattolica a vantaggio delle Chiese pentecostali, in Italia e in Europa assistiamo all’abbandono dell’istituzione in quanto tale. Gli studiosi parlano a riguardo di deistituzionalizzazione».Come si spiega questo fenomeno?«La fuga dalla istituzione non riguarda solo la Chiesa, ma un po’ tutte le istituzioni che impomgono un senso di appartenenza. Gli italiani, e così pure gli europei, si sentono religiosi ma non voglio identificarsi in nessuna religione. C’è il bisogno di una ricerca che però vuole essere libera. Ognuno preferisce costruire una sua sintesi personale che offre consolazione senza imporre obblighi. La secolarizzazione non riguarda il credere, quanto l’appartenere».La Chiesa cattolica in Italia è più forte o più debole?«Assistiamo a una certa ripresa della Chiesa cattolica non solo dal punto di vista culturale, ma anche numerico. E le presenze alla messa domenicale non sono più in calo, anzi».

ciceracchio

si forse i numeri della chiesa dicono che sono in ripresa.
io personalmente vedo sempre meno gente che frequenta le chiese ,
in italia ,certe statistiche non di parte dicono invece che le chiese si svuotano
a rittimi veramente piu’ veloci e la domenica la gente se ne va’ al mare ,
io credo che i giovani vanno piu’ in discoteca che in chiesa .
per fortuna .
sic ,……vengono abbandonati poveracci .

Ren

Certo, come volete che si diffonda il verbo, non certo attraverso l’odio. Anche i semplici che vanno in chiesa hanno cominciato a percepire che c’è qualcosa che non torna in tutto questo risentimento verso il prossimo. Anche i semplici cominciano a capire che qualcosa non va in tutti questi no, no, no, no e no. Perchè ha notato che invece a vantaggio della chiesa e dei suoi amici ci sono solo una serie di si, si, si, si e si. Per esempio perchè i parlamentari hanno già i pacs e lì la chiesa non osa dire nulla? Perchè ne usufruiscono tutti quelli che in tv tuonano contro i dico …
Ha ragione qualcuno che l’altro giorno diceva in questo forum: ” chi la vuole più quella fogna di legge” Ora vogliamo il matrimonio vero e proprio! “. Cattolici , avete perso una occasione di fare le cose in modo decaffeinato come piaceva a voi …

Pacs

Grazie Ren, ero io a dirlo. Più fanno i capricci e più dobbiamo rafforzarci per avere il riconoscimento che ci spetta (vedi resto d’Europa).
Che anche i cattolici si sveglino e capiscano che NESSUNO ha la verità assoluta. Che se vogliono rispetto devono anche offrirlo. Che la diversità è collante della vera unità. Che l’omologazione ce l’hanno (per ora) solo i robot, e alla fine produce solo noia infinita, ci rende un gregge acefalo e più facilmente manovrabile. Ma è così difficile da capire???

Marvin

Da quel che so, il conteggio dei cattolici da parte della chiesa e’ fatto abbastanza a caso, non si sa cosa contano, e arrotondando sempre per eccesso. Penso che lo sbattezzo sia inutile. Tempo fa volevo farlo.. ma ora penso di no. Soprattutto perche’ ora sono considerato cattolico solo da loro, io non ho mai dichiarato di esserlo, e i sacramenti li ho fatti quando ero troppo giovane. Sbattezzandoni, dichiarerei che finora sono stato cattolico, e che non lo voglio piu’ essere. E mi secca, dato che cattolico non lo sono mai stato. Voi che ne pensate?

nando

@Marvin
Sullo sbattezzo sono d’accordo con te. E in più non elimina per sempre il mio nome dai registri parrocchiali, viene solo annotato che “non intendo più far parte della chiesa cattolica”. Sai che forza… il prete lo scrive perché è obbligato, ma quando il vescovo gli chiederà quanti sono i battezzati nella sua parrocchia per trasmettere i dati all’ISTAT, stai sicuro che includerà anche me nel numero.
Quindi perdonatemi, ma ritengo che lo sbattezzo così com’è sia inutile. Con una battaglia legale di dimensioni enormi si dovrebbe ottenere la distruzione o la consegna all’intestatario dell’atto di battesimo, o la CANCELLAZIONE dei dati come previsto dalla legge sulla privacy, e allora sì che servirebbe. La scusa usata nelle sentenze, che l’atto di battesimo certificherebbe un “fatto realmente avvenuto” e quindi non cancellabile, non regge. Sono dati sensibili, sono MIEI e devo avere il diritto di farne ciò che voglio.

Marco Belletti@UAAR_Bologna

Certo che è fatto a caso, ma non ci si sbattezza perchè smettano di mentire, ci si sbattezza perchè sappiano quanto trema la terra che calpestano! E’ una scelta politica e di civiltà! Sattezzarsi dimostra che ERI iscritto in un registro e basta!
Deve seccarti di esserci su quel registro perchè figureresti come cattolico fino a prova contraria per chi è pronto ad utilizzarlo quel registro (ci sono implicazioni legali!), prova che il non esserlo senza il comunicarlo non produce!
Prendere posizione chiara ove si possa, di questo si tratta, niente di più, la libertà è ancora tutta da costruire!

nando

@Belletti
Certo, capisco il tuo punto di vista. Essere su quel registro mi secca eccome. Cmq il mio intervento non era polemico, ma propositivo. Saluti
Nando

Jamp

Considerate che la costituzione italiana dichiara che i rapporti con le confessioni religiose sono gestiti dai relativi trattati. E considerate che il codice civile italiano assegna all’appartenenza religiosa un significato giuridico che in qualunque momento può rivoltarvisi contro. Non rischiate gente. Io sono stato “cattolico” per 23 anni, e stamani ho inviato la mia raccomandata di sbattezzo. Somo solo 3 euro e 40.

Jamp

Non puoi cancellare i dati del battesimo, nando, poichè, proprio per il valore che gli da il codice civile, è un atto giuridico e nessun atto giuridoc può essere cancellato, ma solo rettificato.

Barbara

X Jamps

Può essere considerato valido un atto giuridico come il battesimo quando ti venga imposto da neonato: cioè un essere incapace di intendere e di volere?

Marvin

@Belletti: capisco cosa intendi, ma per prendere questa posizioni devi farlo in un modo “asimmetrico”, che va tutto a vantaggio della chiesa. A me secca perche’ io ora potrei dire che non sono cattolico, mi hanno scritto loro nel registro, non ho firmato nulla per entrarci. Se mi sbattezzo, dichiaro firmando che prima lo ero, e non mi va proprio bene. Tenendo poi conto che non cambierebbe nulla.. I cattolici continueranno per loro sempre a essere il 99,9999999% degli italiani. Se un prete si sente in diritto di giudicare la mia condotta morale gli tiro 4 bestemmie (lol). Per i sacramenti non mi frega nulla che tanto non li faro’ mai piu’.. Poi per il fatto di stare nei registri, ci resterei cmq, quindi mi seccherebbe uguale.

@Jamp: auguri per lo sbattezzo 🙂 cmq com’e’ che ti si potrebbe rivoltare contro, al giorno d’oggi? Se dici dei preti che possono giudicarti, penso lo farebbero tranquillamente anche con i non battezzati.. e cmq penso sia leggermente piu’ pericoloso lo sbattezzo, dato che nei loro registri si risulta come “apostati”, e se la chiesa riprende potere non so cosa potrebbe fare lol.

In definitiva, lo farei se fosse necessario, ma penso non cambierebbe nulla. Penso sia molto meglio ignorarla e svuotare le chiese, e’ cosi’ che perde veramente potere 🙂 In fondo i registri sono suoi, e ci fa quello che vuole.. penso se ne sbatta degli sbattezzi 🙁

Ren

grazie a te pacs, mi hai fatto riflettere su una cosa importantissima. Che non bisogna prostrarsi accettando offerte al ribasso da nessuno da oggi in poi. Anche se ci vorranno altri anni di lotte. Noi non abbiamo niente in meno rispetto ai benpensanti, anzi, tutto il contrario.
Checchè ne dica zio fester. (si proprio lui, se lo rapate a zero non gli somiglia, con quelle occhiaie nerissime?
saluti a tutti i sani di mente!

paolo marani

No, lo zio Fester no, ti proibisco Ren di inzozzarlo avvicinandolo a XVI. Ma se quando s’innamorò, lo zio Fester, io piansi per lui più di quanto la mia pantalonaia pianse per Ghost.
😥

Giorgio

x Marvin.

“Se mi sbattezzo, dichiaro firmando che prima lo ero, e non mi va proprio bene.”

Io la vedo diversamente. Secondo me non eri tu ad essere in un certo modo, ma ti avevano fatto apparire tale imprimendoti un certo marchio e certi condizionamenti. Se ti sbattezzi manifesti adesso, da adulto, la tua dissociazione rispetto a quanto ti venne imposto da bambino, senza che tu all’epoca potessi non dico opporti, ma almeno essere informato. E li obblighi a registrare nero su bianco il tuo distacco.
So che la decisione di distaccarsi da cose assorbite con il latte materno può essere assai difficile (e lo sanno benissimo anche loro, per questo ci marchiano da piccoli!). Auguri.

Francesco.M.Palmieri

Ragazzi,

l’importante non è lo sbattezzo, importante è rivendicare la propria condizione di atei.

Se poi si è diventati atei con la maggiore o con la tarda età, non è cosa da nascondere, ANZIa sottolineare, perchè significa :
” Ero cattolico quando non capivo niente, ora, per fortuna mi si sono aperti gli occhi”!

raphael

Rilancio per la ennesima volta molto timidamente……
Un registro nostro da contrapporre al loro nei momenti della ….conta dei buoi, ossia quando serve?
Resta comunque sempre il problema di chi controlla il controllore

Cotenzo

x raphael Hai ragione ed é proprio questo che mi turba tantissimo, ad avere il coltello dalla parte della lama

Aldo

Barbara: “Può essere considerato valido un atto giuridico come il battesimo quando ti venga imposto da neonato: cioè un essere incapace di intendere e di volere?”

Domanda molto pertinente. In effetti, per quel poco che ne so, un contratto firmato da un minorenne non ha valore alcuno neppure, che so, nel caso dell’acquisto d’un’enciclopedia a rate. Nel caso del battesimo, per buona misura, il neonato al quale viene imposto non firma un bel nulla in quanto neppure è in grado di reggere una penna o di capire cosa sia una penna (tutt’alpiù potrebbe provare a succhiarla un po’, ma temo che gli farebbe pure schifo). Dunque, credo proprio che in termini giuridici il battesimo non abbia alcun valore. Potrei avere ragione? Se sì, non sarebbe il caso di fare un po’ di pubblicità alla cosa?

Ovviamente rimane, per chi ci crede, il valore spiritual/religioso del rito battesimale. Ma questa è un’altra storia…

Lamb of God

X Aldo

La firma in calce la mettono genitori, madrina e padrino perciò il tutto è perfettamente legale, la legge italiana in caso di minori fa sempre riferimento a chi ne fa le veci.

Infatti io son dell’idea che lo Stato dovrebbe proibire il battesimo fino ai 18 anni, poi da maggiorenne il cittadino può far cio che vuole.

Marvin

x Giorgio
Penso che distaccarmi da queste cose sia semplice, dato che non ci sono in alcun modo legato per fortuna 😀 Non ho nessun tipo di condizionamento, tutta la tiritera religiosa l’ho dovuta fare piu’ per moda che per altro, non ho i genitori eccessivamente credenti (mio papa’ e’ ateo e mia mamma non saprei..). Ma dopo la cresima, e’ finito tutto. Anche prima a messa ci andavo due tre volte l’anno, a parte quando mi obbligavano a catechismo 😀
Se non ci si sbattezza, che problemi potresti avere oggi? Ovviamente non in paesini dove se uno non va in chiesa gli tirano le pietre 😀
Penso avresti problemi nulli, almeno rispetto a chi si e’ sbattezzato. L’unico motivo per cui volevo sbattezzarmi era il conto dei cattolici, ma ora so che non serve a nulla, dato che contano come vogliono, quindi non ha piu’ senso per me farlo.
A questo punto, ti sbattezzi solo per dire a loro che non sei cattolico, ma a che pro? Loro l’unica cosa che fanno e’ scrivere nell’atto di battesimo che non vuoi essere piu’ considerato cattolico (mentre da battezzato c’e’ solo scritto che ti han buttato dell’acqua in testa). Ma in realta’ continueranno sempre a considerarti “figlio di dio”, pero’ apostata (cioe’ eri credente ma hai rigettato la fede). Per loro continuerai a essere battezzato a vita.
Quindi alla fine, lo stato italiano ti vede praticamente uguale a prima, mentre la chiesa ti vede peggio 😀
Penso che una battaglia vera sia non andare mai a messa (ovviamente se non credi non vedo il senso di andarci), e ovviamente non sposarsi in chiesa e non battezzare gli ipotetici figli. Se tutti i non credenti iniziassero a fare cosi’, la chiesa tremerebbe davvero .. 😀 con lo sbattezzo penso non succederebbe nulla

Marvin

Insomma preferisco scomunicare io la chiesa, piuttosto che essere scomunicato da lei. Preferisco essere io a decidere di non fare nessun sacramento idiota, piuttosto che essere scomunicato e non poterli fare.

Giorgio

X Marvin

Prendo atto di quanto mi scrivi, ma non sono d’accordo. Secondo me, se uno è convinto di non voler più appartenere ad un’associazione, deve dimettersi con un atto formale: a) per manifestare il proprio dissenso, b) per poter almeno sperare che l’associazione non lo conti più tra gli iscritti. E questo vale tanto più se l’iscrizione è avvenuta per decisione altrui, con un atto che adesso l’interessato considera un sostanziale sopruso.
Il problema non credo sia come ti vedono loro, che non ti importa più, o altre istituzioni: il problema credo sia come ti vedi tu, se tu ritieni che un torto che hai subito debba essere riparato.

Per il resto, è ben vero che non bisogna andare a messa, battezzare i figli (ci mancherebbe!), ecc., ma non credo proprio sia vero che loro rimangono tranquilli e serafici di fronte al crescere degli sbattezzi. Basti dire che fanno resistenza in ogni modo possibile: appena pochi giorni fa su questo sito è giunta notizia di iniziative che stanno intraprendendo o meglio coordinando in vista di potersi opporre più efficacemente (vedi http://www.uaar.it/news/2007/04/23/sbattezzo-nuove-ingerenze-ecclesiastiche-aggiornati-moduli/ ). Io personalmente, poi, ho dovuto sostenere, con il fondamentale appoggio dell’UAAR, una vertenza abbastanza complicata per ottenere una formale presa d’atto della mia uscita dal cattolicesimo. Non mi pare proprio una faccenda neutra, anzi, ho l’impressione che per loro sia una piaga aperta.
Un cordiale saluto.

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