DiCo: quello strano impeto di certificare il privato

Mentre il segretario Ds Fassino fa sapere che non intende lottare per la formula “O Dico o morte”, e che invece la sostanza che gli preme è il riconoscimento dei diritti dei conviventi, nelle fila del suo stesso partito un giovane dirigente paventa che questa mancata intransigenza finisca per ottenere poco, o nulla. Come avverrebbe, dice l’onorevole Franco Cuperlo, con la proposta Biondi, quella basata sui diritti individuali, «in cui i conviventi si certificano dal notaio. Come – aggiunge, ed esemplifica – se una storia d’amore fosse un appartamento». Nell’uscita che indica, a oggetto di possibile certificazione da un notaio, una “storia d’amore” fra due persone, sembra di dover cogliere traccia di un equivoco non da poco. “Storia d’amore”? Ma nella storia del diritto quello che la società regolamenta pubblicamente non è il “volersi bene”. È l’impegnarsi invece pubblicamente, da parte di una coppia, ad una convivenza stabile, al fondare quella “società naturale” che è il primo anello della società civile. Le “storie d’amore” non interessano lo Stato. Le storie d’amore sono faccende private, tendenzialmente esposte al tempo e all’emotività: proprio per questo si è sempre sentito il bisogno di dare forma giuridica alla responsabilità assunta da un uomo e una donna, giacché gli amori passano e i figli restano, e la convivenza civile ha bisogno di una cellula iniziale il più possibile stabile. L’uscita dell’onorevole Ds dice però di un sentire diffuso oggi. Mentre la generazione dei sessantottini rifiutava sdegnosamente il matrimonio come “pezzo di carta” borghese, di cui l’amore non aveva bisogno, oggi quel “pezzo di carta” torna ad essere – chissà per quali contorte ragioni – così ambito da trovarsi invocato anche per relazioni meno impegnative del matrimonio. Una sorta di “statalizzazione” delle relazioni, insomma. Perché tutto questo? Forse per ottenere una tutela di diritti patrimoniali, quando pure ci sono, come dice un laico insospettabile quale Massimo Caccia ri, «diecimila modi per sistemare le proprie cose in modo equo» senza ricorrere ai Dico? O forse per garantirsi una reversibilità della pensione, visto che ormai c’è un tesoretto a cui attingere? No, non può esser questo. C’è piuttosto l’ansia di ottenere un riconoscimento pubblico – dunque simbolico – a ogni tipo di convivenza, fra persone di sesso diverso o uguale, senza alcun impegno di stabilità, semplicemente sulla base di un legame di affetti. […]

Il testo integrale dell’articolo di Marina Corradi è stato pubblicato sul sito di Avvenire

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10 commenti

aquila

MESSAGGIO per i responsabili del sito.
Scusate la presunzione, magari sono solo io ad avere questa esigenza, e allora cancellate la mia richiesta.
Siccome mi sembra che alla fine si continui a stimolare la discussione sugli stessi temi, ossia:
1) DICO
2) Pedofilia di alcuni preti
3) Il papa o qualche vescovo

a me piacerebbe poter discutere anche di altri argomenti

Propongo ad esempio

1) Il dolore (la malattia, la morte, ecc)
2) Il problema dell’handicap
3) il rapporto fra fede e ragione

Saluti

Kaworu

c’è il forum per quello, aquila.

qui si commentano articoli vari.

il link al forum uaar lo puoi trovare sulla home page, ma se la vista non ce l’hai propriamente da aquila, il link è questo: http://www.uaar.it/forum/

aquila

grazie kaworu, pero’ a parte che bisogna registrarsi, vedo che gli argomenti sono 2:laicita e ateismo. Quelli che proponevo io erano diversi……

Kaworu

guarda che se entri nei due sottoforum, puoi aprire vari post con vari argomenti.
si parla anche di quello di cui vuoi parlare tu.

che problema c’è nel registrarsi?

Maria

@ Aquila:

penso che sulle news di UAAR si prenda spunto sulle notizie che escono quotidianamente sui media. Penso che te ne sarai accorto… E per adesso gli argomenti che premono di piu’ sono questi. Ti ho convinto?

Ren

La proposta Biondi è uno scandalo. Ci concedono qualcosina basta che sia tutto fra noi e il notaio, che non si sappia niente perchè queste cose li nauseano.
A noi nauseano di più il video della bbc sulla chiesa in irlanda, la strage di bologna e compagnia bella, l’omofobia dilagante ad opera della chiesa.
Noi non abbiamo nulla da nascondere e se decidiamo di sposarci laicamente lo faremo alla luce del sole e con una gran festa. Biondi vai tu dal notaio.

Jeeezuz

@aquila

ORA il problema i italia sono convivenze ed eutanasia. Di questo parlano tutti, e pertanto anche noi. Inutile assumera la posizione del democristiano medio come Casini che non fa altro che dire “il problema non sussiste”.

raphael

Ma nella storia del diritto quello che la società regolamenta pubblicamente non è il “volersi bene”. È l’impegnarsi invece pubblicamente, da parte di una coppia, ad una convivenza stabile, al fondare quella “società naturale” che è il primo anello della società civile

La tua società naturale può essere composta anche da omosessuali (presenti in natura da sempre) in quanto la finalità primaria non è quella della procreazione ma quella della sopravvivenza della specie a cui anche i single i vedovi i divorziati gli omosessuali sono necessari

Giorgio

Dispiace che qualche cattolico non sia interessato ai DICO. Dopotutto, è “merito” dei cattolici se tale questione, invece di trovare una rapida sistemazione sul modello eurpeo, è diventata uno psicodramma nazionale.

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