Voglio le scuse di Papa Benedetto XVI per avere negato, durante la sua recente visita in Brasile, l’Olocausto contro gli indios d’America». Se non fosse per le telecamere di Telesur che l’hanno ripresa fedelmente, sarebbe difficile credere a questa dichiarazione, rilasciata venerdì sera a Caracas dal presidente del Venezuela Hugo Rafael Chávez Frías durante l’inaugurazione delle Giornate internazionali della Comunicazione. Naturalmente, la richiesta di scuse ufficiali da parte di Chávez al successore di Pietro ha fatto in pochi minuti il giro dell’America latina, continente dove vivono il 50 per cento dei cattolici e dove, tra il 9 e il 13 maggio scorso, si è recato in visita pastorale il Santo Padre.
«Come può dire queste cose», ha tuonato Chávez riferendosi al Papa, «dal momento che sono arrivati a evangelizzare con gli archibugi. Come può dire che non c’è stata un’imposizione? Allora perché i nostri indios si dovettero rifugiare nelle foreste e sulle montagne? Cristo in America è arrivato molto dopo Cristoforo Colombo assieme al quale, in realtà, è arrivato l’anticristo». Interrotto più volte dagli applausi del pubblico, rigorosamente vestito con le tradizionali camicie rosse che a Caracas sono oramai assurte a simbolo del «socialismo del secolo XXI» su cui Chávez punta con sempre maggior decisione dall’inizio dell’anno, il presidente del Venezuela ha definito l’azione dei conquistadores «un olocausto più grande di quello della Seconda Guerra Mondiale». […]Fonte: laStampa.it