1) testo della lettera inviata alla Procura della Repubblica di Camerino (MC) ed all’Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino
I numeri del periodico “La Voce delle comunità parrocchiali di Camerino” vengono fatti pervenire da anni nella cassetta della posta della mia famiglia. Essi si presentano muniti di etichetta adesiva che riporta nominativo ed indirizzo di residenza anagrafici di persona che non ha mai fornito questi dati personali al fine specifico dell’attivazione di questo servizio, mai richiesto, di recapito.
Al di là delle modalità di acquisizione, già tutte da verificare, l’estemporaneo titolare del trattamento di questi dati personali dimostraaltresì di avere così civilmente e doverosamente a cuore la tutela della riservatezza dell’interessato che l’etichetta con i dati sensibili del destinatario non è apposta su di un’anonima busta chiusa contenente l’oggetto del recapito, bensì sul corpo vivo ed aperto di esso, che risulta quindi integralmente fruibile, nella forma e nel contenuto, da chiunque, durante la fase del recapito.
Se ciò non bastasse ecco che, alla pagina 18 del N.1/2-2007 Anno LIX del periodico in questione – che io consulto previo consenso dell’abbonato coatto – trovo comunicato (e credo di poter dire anche: e/o diffuso), senza mia autorizzazione, il dato personale del mio indirizzo di residenza anagrafica, dato personale che, nel contesto che vado ad evocare, mi pare essere eminentemente sensibile e non anonimo.
Tale dato si trova infatti incluso in una lista che sembrerebbe clonare paciosamente tutta l’anagrafe comunale civile, aggiudicando come aderenti ad una data confessione religiosa – forse sulla base di un qualche diritto concordatario che io ignoro? – semplicemente tutti coloro (e quindi ognuno di coloro, me compreso, con il nominativo anagrafico di ognuno ben facilmente identificabile) che siano anagraficamente residenti sul territorio al quale la lista fa riferimento.
Ai quali tutti vengono impartite, ad iniziare da pagina 16, da una non ben identificata autorità, che parrebbe però di natura ibrida ed indistinta ecclesiastico-civile (una sorta di casereccio ayatollah), le disposizioni spirituali e logistiche relative all’ordinato svolgimento di una ritualità confessionale denominata “Benedizione pasquale per le famiglie”. Con stupefacente tracotanza confessionale, ed una candida irresponsabilità socialmente pericolosa e diseducativa, l’universale consenso preventivo, da parte di ogni singolo individuo di un presunto universale gregge, alla pubblicizzazione apologetica ed all’attuazione di questo pastorale andare a cercare le persone casa per casa, dandosi l’agio di verificare poi sul campo la consistenza di eventuali resistenze, viene dato per ovvio e scontato!
A fronte di questo integralistico degrado di civiltà, tutto italico, è lasciato al genio italiano, che per fortuna non mi fa difetto, il compito gravoso di trarsi d’impaccio, nella maniera più civile ed europea possibile. L’onere di trarsi d’impaccio è, più in generale, lasciato tutto a carico di chi, pur esistendo ed essendo quindi iscritto all’anagrafe civile, abbia un legittimo interesse a non essere pubblicamente chiamato (davanti ad una platea più o meno estesa) a partecipare al confessionale evento, nè ad essere pubblicamente archiviato (davanti ad una platea più o meno estesa), come renitente, assenteista, o poco partecipativo, o guastafeste, nella puntuale reprimenda da recapitarsi all’abbonato coatto in un successivo numero del periodico confessionale.
Ma continuare a praticare i metodi empirici, che le famiglie “malate” e “contronatura” come la mia hanno appreso negli anni, per sottrarsi alla “Benedizione pasquale per le famiglie”, significa continuare ad accettare ad libitum di subire, inevitabilmente, una violenza privata. Essere costretti ad affrontare la “visita” solo per rifiutarla (magari appendendo un cartello di non benvenuto alla porta, come fa qualcuno), o a far finta di non essere in casa, o ad allontanarsi di casa durante gli orari sanciti per la misticaretata, tutti questi non sono certo comportamenti che si possa avere libera volontà di tenere.
Questa è libertà, residuale ed obbligata, di autoghettizzarsi, che non mi pare adeguata a standards europei, perlomeno di questo secolo. La violenza privata che si subisce rischia poi di diventare aggravata quando i visitatori, come accade spesso nelle contrade camerti, siano tipi particolarmente zelanti e/o ruspanti. Insomma: o qui siamo in piena teocrazia, ed allora è normale chel’iscrizione all’anagrafe coincida indistinguibilmente con un qualche battesimo confessionale, oppure siamo in piena allucinazione, ed allora la mia famiglia ha il diritto di esserne tenuta fuori.
Ciò detto, anch’io, ma senza darne tanta pubblicità e mantenendo comunque una civile e rispettosa distanza, beneDi.Co. tutto e tutti.
Camerino (Europa), 2 aprile 20072) Messaggio inviato a SOS Laicità
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione una stupefacente interpretazione vaticana della privacy. Sulla seconda di copertina del periodico “La voce delle comunità parrocchiali di Camerino”, come risposta indiretta ad una lettera che io avevo spedito alla Procura della Repubblica di Camerino ed all’Arcivescovo in merito a “Prodezze ecumeniche ritenute illegali, incivili e violente” […] è apparsa una “Garanzia di tutela dei dati personali” che recita così: “E’ garantita la sicurezza e la riservatezza dei dati personali delle famiglie a cui è spedito il periodico “La Voce delle comunità parrocchiali di Camerino”. Gli interessati alla modifica od alla cancellazione dei propri dati possono comunicarlo all’editore scrivendo a don Francesco Gregori, vicolo della Canonica 5 62032 Camerino (Mc). Sicomunica che le informazioni riguardanti l’indirizzo delle singole famiglie sono state acquisite dal diretto contatto pastorale”. Straordinario questo metodo di acquisizione dei dati tramite “diretto contatto pastorale”, vero!? Proprio in questo momento, tutti noi, potremmo essere oggetto di un “diretto contatto pastorale”, e i nostri dati personali stanno forse fluendo in direzione parrocchia, vescovado ecc!