In un certo senso io li capisco. Intendo i manifestanti gay che giorni fa hanno fatto gazzarra davanti alla cattedrale della città dove vivo, Bologna. […]E però, dicevo, in un certo senso io li capisco. Se vuoi fare un po’ di notizia, insomma se vuoi fare una protesta che non si riduca a piccola scena di teatro, dove la vai a fare? Vai di fronte a una sede di partito? O di fronte al consiglio comunale, o anche a un ministero? A parte il fatto che li trovi semivuoti, o pieni di gente che ormai è avvezza a proteste di ogni categoria e non si stupisce più di niente, vuoi mettere il gusto di “scandalizzare” attaccando la Madonna e facendo trasalire la signora col rosario in mano o il frate che fa la questua ? Li capisco, c’è più gusto e più senso del marketing (e un po’ meno rischio) ad attaccare la santa Madre di Gesù che, ad esempio, Piero Fassino.
Costoro fanno un mestiere arduo. Si autonominano rappresentanti di una tendenza sessuale. Il che è già un fatto un po’ strano e anche faticoso. Il fenomeno della tendenza omosessuale è ben più articolato e meno schema tico di come viene presentato da tali presunti rappresentanti. E dunque presi dalla necessità di semplificare ruvidamente e di trovare ogni volta qualcosa che faccia parlare di sé, hanno capito che la Chiesa funziona. Tale ossessione li porta spesso a non tenere in nessun conto il sentimento popolare, il valore di segni e tradizioni. E allora si presentano fuori dalla porta o in piazza facendo rumore, caos, sperando di convincere qualcuno di essere discriminati a causa della Chiesa. Forse non lo capiscono, forse non se ne accorgono, ma così facendo stanno paradossalmente indicando una questione vera. Chi infatti, se non la Chiesa, in questi anni ha preso così seriamente a cuore la faccenda della sessualità umana? Chi ha dedicato pensiero, accoglienza, chi ha esercitato pazienza e rischio, su questi temi capitali per la vita personale e anche per la società se non la Chiesa? Forse i manifestanti non lo sapevano. Forse pensavano solo a fare cagnara. Però non si accorgevano di fare, paradossalmente, una cosa per così dire giusta. Non lo sapevano, ma mentre facevano una cosa banalmente odiosa, stavano anche indicando che quando si toccano le cose importanti della vita, e la sessualità è tra queste, la Chiesa è tra i pochi riferimenti certi, che non si nascondono dietro a frasi fatte, a facile retorica. Perché prende sul serio la faccenda. E come mostra l’enciclica del Papa sull’amore, offre un pensiero profondo su questi temi. In atteggiamenti da parte di cattolici ci possono essere difetti, a volte semplificazioni. Ma altrove si trovano pelopiù banalità televisive, leggerezze criminali, astrazioni e tanta retorica che maschera interessi rivolti al consenso politico più che al bene delle persone.
Il testo integrale dell’articolo di Davide Rondoni è stato pubblicato sul sito di Avvenire