In Italia, a differenza di paesi come gli Stati Uniti, non è la diocesi a risarcire le vittime di crimini di pedofilia compiuti da sacerdoti, perché vale il principio della responsabilità personale. Lo ha spiegato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, rispondendo ad una domanda su un recente caso scoppiato ad Agrigento. «La legislazione italiana non prevede che le istituzioni siano responsabili dei comportamenti dei propri appartenenti», ha spiegato il vescovo in conferenza stampa. «Il sacerdote risponde per se stesso», così come il vescovo che si fosse macchiato di coprire o favorire un crimine del genere, ha precisato. «Ciò non significa – ha tenuto a sottolineare Betori – che siamo distanti dalle vittime e dalle loro famiglie, né che siamo inerti nella prevenzione e nella indicazione ai vescovi di perseguire i sacerdoti che fossero incorsi in casi di crimini così gravi». Monsignor Betori ha ricordato che in base ad una Nota della congregazione della Dottrina della fede vaticana in materia, la Chiesa presta «la massima collaborazione alle istituzioni pubbliche». Ad ogni modo, ha puntualizzato, occorre al tempo stesso «severità ma anche molta discrezione», perché a volte le persone finite sotto accusa si rivelano essere innocenti. […]Fonte: Corriere.it
Lingue disponibili
Articoli recenti
- 8×1000, un altro miliardo alla Chiesa
- La clericalata della settimana, 28: il ministro Urso discute con i vescovi dell’ex Ilva
- Conclave: quando il trono di Pietro diventa una puntata di House of Cards (con più incenso)
- La clericalata della settimana, 27: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in udienza in Vaticano
- L’apostasia silenziosa dell’Italia clericale
- Fuga dalla religione – e dal clericalismo – sul n. 3/2025 della rivista Nessun Dogma