Piccoli fuochi creazionisti si accendono nel nostro Paese. A Trento un’associazione cattolica inscena una piccola crociata contro l’eccellente mostra scientifica, «La scimmia nuda», allestita presso il Museo di Scienze Naturali. La colpa imputata ai curatori è quella di aver concepito l’esposizione, con l’aiuto di un comitato internazionale, ispirandosi alla teoria dell’evoluzione darwiniana, cioè al programma di ricerca adottato dall’intera comunità scientifica per spiegare le origini e l’evoluzione della specie umana. Nel frattempo, i musei scientifici e molte scuole stanno ricevendo copie di un volume a colori, «L’Atlante della Creazione», a firma di un sedicente gruppo islamico fondamentalista, in cui Darwin viene condannato quale precursore delle peggiori «ideologie sanguinarie» del Novecento.Senza offrire loro un’importanza che non meritano, dovremmo tuttavia vigilare su queste manifestazioni di antiscientismo. Desta stupore che nel 2007 vi siano ancora persone disposte ad esibire una tale sprezzante negazione delle evidenze empiriche. Di fronte a chi afferma che l’uomo «non ha niente in comune con le scimmie» è difficile trovare la pazienza per un dialogo. Si può però lavorare più intensamente affinché gli scienziati siano persuasivi nel comunicare i risultati delle loro ricerche e affinché le autorità religiose siano meno indulgenti verso queste forme di ostilità alla scienza.
Telmo Pievani, Università di Milano Bicocca
Articolo pubblicato su La Stampa