Joseph Ratzinger nel suo discorso ai rappresentanti di Confindustria:
«Sono certo che non risparmierete i vostri sforzi per salvaguardare l’occupazione lavorativa, in particolar modo dei giovani. È necessario che l’attività lavorativa torni ad essere l’ambito nel quale l’uomo possa realizzare le proprie potenzialità ponendo a frutto capacità e ingegno personale, e dipende in gran parte da voi, imprenditori, creare le condizioni più favorevoli perchè ciò accada. È vero, tutto questo non è facile essendo il mondo del lavoro segnato da una forte e persistente crisi, ma sono certo che non risparmierete i vostri sforzi per salvaguardare l’occupazione, in particolar modo dei giovani: per costruire il proprio avvenire con fiducia, essi debbono infatti poter contare su una fonte di sostentamento sicura per sè e per i propri cari».
L’esortazione, non c’è che dire, è decisamente condivisibile.
Se non fosse che essa proviene dalla stessa persona che poco meno di un mese fa ha firmato di suo pugno una valanga di sfratti, mettendo sulla strada, come se niente fosse, decine e decine di famiglie: tanto che queste ultime, non sapendo che pesci prendere, si sono ridotte a occupare la basilica di San Giovanni in Laterano (certo che sì, la stessa che il 12 maggio ha fatto da splendida cornice al Family Day) nella speranza che qualcuno si decida ad ascoltare la loro voce.
E dire che appena un paio di settimane fa lo stesso Ratzinger, dal Brasile, aveva ribadito che «la Chiesa compie la sua missione in conformità spirituale e concreta alla carità del Signore», lanciando nel contempo un monito contro il capitalismo, nel quale «cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un’inquietante degradazione della dignità personale».
Mark Twain ebbe a dire:
«Poche cose sono più dure da sopportare del fastidio di un buon esempio».
Mi punge vaghezza che il Vaticano, nella carità che ispira ogni sua azione, abbia deciso di risparmiarci una simile sofferenza.
Ariticolo di Alessandro Capriccioli pubblicato sul blog Metilparaben
E’ vero!!LO posso testimoniare da Venezia:in Frezzeria,vicinissima a Piazza San Marco ,la Curia di VEnezia’che possiede degli immobili, ha dato lo sfratto a residenti per affittare con cambio d’uso per divenire negozi.Informo per chi non conosce la realtà veneziana che per un “buco” di 17/20 metri quadri a Venezia(figuriamoci poi a 500 metri da Piazza San Marco) si può tranquillamente chiedere un affitto di euro tremila/quattromila al mese per uso commerciale
Ormai il re è nudo. Si spera che se ne accorgano anche chi ha avuto le fette di prosciutto sugli occhi fino ad ora.
Vorrei far notare che una classe di imprenditori è pensabile solo in un sistema capitalistico. Orbene, questo signore, che in Brasile tuonava contro il libero mercato, in Italia viene fuori con un discorso in favore dell’occupazione giovanile che può concretizzarsi solo con una crescita del mercato che presume un consolidamento del capitalismo (lo sterco del demonio, secondo uno dei gemelli di B16, quello che è andato in Brasile).
Urge che qualcuno gli spieghi che non si possono cavalcare due cavalli con un sedere solo…
Illuminante è stata la puntata di Annozero di due settimane fa. Il problema non è tanto la chiesa,ormai che ci vogliamo aspettare? Ma lo stato che oltre a non far pagare le tasse ai loro immobili, ha provveduto a vendere in blocco molte case popolari agli istituti religiosi che aumentando i tassi d’affitto a cifre impossibili costringe la gente allo sfratto
infatti ha ragione nikky, è lo stato che è di una vergogna totale, sempre più supina nei confronti della chiesa.
lo stato siamo noi in maggioranza cattolici, solo diventando atei facciamo morire il drago