Se lo facessimo a Marsciano un convegno sulla famiglia?

Il paradiso è una casa rosa, le finestre verdi, il prato tutt’intorno, lo scivolo di plastica, due bambini di 4 e 8 anni, una terza in arrivo (che avrebbero chiamato Viola) nel grembo della giovane moglie, il cane Billi libero di scorrazzare e anche la vaschetta con i pesciolini rossi. Il paradiso è una tradizionale corte umbra, circondata da viti, dove il famiglione italiano – mamma, papà, zii, nonni, nipoti, cognati, nuore – se ne sta al riparo dagli orrori del mondo, un mondo, la tranquilla campagna umbra, sempre più funestato da bande di stranieri pronte a entrarti in casa, non farsi scrupoli di picchiare e uccidere una donna all’ottavo mese di gravidanza pur di portar via 1.500 euro dalla cassaforte.
Il paradiso è Marsciano, paese di 16mila abitanti in provincia di Perugia, a meno di duecento chilometri da Firenze. Sì, Firenze. Che c’entra, direte voi? C’entra. Perché proprio giovedì sera, mentre il ministro Rosy Bindi era comprensibilmente emozionata alla vigilia della conferenza nazionale della Famiglia – con la effe maiuscola, roba seria, dove agli omosessuali è stato vietato l’ingresso, mica per altro ma non sono legittimati a partecipare, non sono una famiglia, loro – dicevamo, giovedì sera, a Marsciano, qualcuno ha malmenato e soffocato il sogno di ogni italiano per bene, quell’immagine di sano focolare domestico che sa tanto di spot Barilla. Quell’immagine che dieci giorni prima aveva spinto un milione di persone a manifestare in piazza San Giovanni, chiedendo a gran voce che la famiglia venisse rispettata e tutelata dallo Stato, e soprattutto difesa da quel mostruoso e incombente pericolo che va sotto il nome di Dico. Proprio così, la famiglia. Punto. Senza troppo specificare. Non tanto la richiesta di più asili nido comunali per consentire ai genitori che lavorano di non dover sborsare mille euro al mese per la cura quotidiana dei loro pargoli. Non tanto la domanda di affitti più bassi, in modo da incentivare le coppie – magari giovani – ad andare a vivere sotto lo stesso tetto, o di mutui agevolati, e magari da concedere anche a chi ha un lavoro precario (eh sì ce ne sono). Non tanto la sollecitazione di un’indagine seria sul mercato degli affitti degli universitari fuori sede, che sono figli di famiglia pure loro. No, la famiglia. La famiglia minacciata dai Dico. La famiglia che ancora ieri il cardinal Bertone ha definito «un bene prezioso». […]

Il testo integrale dell’articolo di Massimiliano Gallo è stato pubblicato sul sito de Il Riformista

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11 commenti

Paul

Cmq, per onestà intellettuale bisognerebbe dire che lo si sa da un pezzo che non basta il matrimonio in chiesa a garantire la serenità domestica…quand’ero più piccolo ogni tanto mi chiedevo come facevano certi amici a vivere nelle loro “famiglie”….

Ren

Per fortuna le famiglie non sono tutte così. Ci sono anche genitori sani di mente con principi morali ed etici seri e non cattolici.

Daniela

il fatto è proprio questo, non bisogna osannare un istituzione, ma occuparsi delle persone che vivono nelle famiglie italiane, e essere consapevoli che nella cosiddetta famiglia accadono le peggiori nefandezze, e questo amnesty international lo può documentare tranquillamente.

Lady Godiva

Questo mi pare sciacallaggio su una tragedia.
Non fa onore alla UAAR pubblicare questo tipo di considerazioni.

Lady Godiva

Inoltre la violenza nella famiglie non dipende né dalla religione, né dall’assenza di questa.
In qualsiasi paese del mondo anche in quelli più laici capitano delle tragedie e violenze in famiglia.

Lady Godiva

Tanto vale citare l’uccisione di Pierpaolo Pasolini, di Versace ed altre meno famose, per parlare contro i Dico.
Insomma, mi pare un articolo trash.

Alberto Quercetti

Mi piacerebbe sapere, a proposito delle violenze reiterate subite dalla moglie e madre barbaramente assassinata, che accidenti ci stava a fare il prete di Marsciano e la famiglia di lei oltrechè del marito: entrambi sono “istituti” che dovrebbero vigilare sulle persone e dare loro conforto ed appoggio e consulenza in casi critici come questi. Insomma dovrebbero educare al rispetto ed alla comprensione. Siamo proprio sicuri che non dipenda dalla profonda arretratezza culturale dell’italiano medio permeato di religiosità apparente ( vedi l’assassino pregante in chiesa poco prima di essere arrestato) ma privo di qualsivoglia principio e valore etico positivo?
Siamo proprio sicuri che duemila anni di chiesa cattolica non abbiano contribuito fortemente a tutto ciò?

Gabriele Porri

più aiuti concreti a qualsiasi tipo di famiglia a cominciare dai soggetti più deboli (scommetto che se la povera donna avesse interpellato un prete sulle violenze lui le avrebbe detto che il matrimonio è indissolubile), meno idealizzazione della famiglia come modello astratto esclusivo (nel senso che viene creato il modello e si esclude tutto ciò che ne è al di fuori dalla definizione di famiglia)

Asatan

2.000 anni di cultura cristiana che propinava i concetti:
1) la donna è inferiore per natura
2) la donna è peccatrice per natura
3) la donna è malvagia per natura
4) la donna è mentitrice per natura
5) la donna è proprietà del padre da nubile e del marito da sposata
6) i figli sono propietà del padre

E ancora state a stupirvi di certe cose? Una mentalità del genere è dura a morire, in effetti tutta la teologia del cristianesimo sulle donne è volta a farne un mero oggetto di consumoper l’uomo in diversi ruoli o mamma o moglie o puttana o suora. E tutte sono sempre inferiori al loro equivalente maschile.

Cmq i paesi latini hanno percentuali di violenza sulle donne più alte dei paesi nordici.

emel

>Inoltre la violenza nella famiglie non dipende né dalla religione…

Falso.
Riprova “godiva” ! …di una preghierina prima di ritentare.

Lady Godiva

@ Emel

Sono cresciuta in un ambiente che più laico non si può.
E ti assicuro che la violenza non dipende né dalla presenza religione, né dall’assenza di questa.
Le persone di solito sono violente a prescindere, nella mia esperienza.

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