«Ha insultato l’islam». A morte un cristiano

L’ennesima vittima di una battaglia giuridica che non accenna a terminare. Mercoledì, una corte distrettuale pachistana ha condannato a morte Younis Masih, cristiano, con l’accusa di blasfemia. Lo denuncia l’agenzia AsiaNews la quale precisa che i giudici hanno inoltre condannato l’uomo al pagamento di 100mila rupie di multa, circa 1200 euro. Gli avvocati difensori denunciano la mancanza di prove e la negligenza della polizia, che non ha indagato sul caso in maniera accurata.
La denuncia per blasfemia era stata presentata alla polizia di Lahore il 10 settembre del 2005: secondo il gruppo di querelanti, Masih (un cognome molto diffuso tra i cristiani del Pakistan e che significa Cristo in lingua urdu, ndr) avrebbe offeso Maometto ed il Corano durante una lite con un gruppo di musulmani, un’offesa che nel Paese viene punita con l’ergastolo o l’impiccagione.
L’avvocato di Masih spiega che «la condanna si basa sul nulla. La testimonianza dei musulmani basta come prova di reato, non serve altro per uccidere un uomo». Il legale ha poi spiegato ad AsiaNews la dinamica dei fatti: «Un gruppo di cristiani si era riunito per pregare il 9 settembre del 2005 nel quartiere Chungi Ammarsiduh di Lahore, ma uno dei vicini ha detto loro di andarsene». Abdul Aziz, uno dei querelanti, ha iniziato a discutere con Masih «perché voleva che i cristiani pregassero secondo i termini islamici. La discussione è divenuta una lite, e due giorni dopo è arrivata l’accusa di blasfemia».
In ogni caso, aggiunge, «abbiamo già preparato l’appello. Ora dobbiamo solo sperare che non ci succeda nulla, perché abbiamo già ricevuto diverse minacce di morte, e poi andremo all’Alta corte di Lahore a chiedere giustizia». Il processo di mercoledì è stato il primo ad essere video trasmesso. Per motivi di sicurezza, infatti, i giudici non hanno convocato Masih in aula ma si sono collegati con lui grazie ad alcune telecamere.
Il caso di Masih va ad aggiungersi a dec ine e decine di altri processi celebrati in base alla famigerata legge sulla blasfemia, molti dei quali risultano alla fine essere solo una montatura per appropriarsi dei beni delle vittime. Lo scorso 19 maggio, alcuni musulmani chiamati a testimoniare contro Walter Fazal Khan, un cristiano di 84 anni, hanno ammesso al sovrintendente generale di Lahore di «essere stati provocati da alcuni sobillatori» che hanno presentato Khan come «un blasfemo» e che egli era solo vittima di una congiura tesa dal suo autista per rubare i suoi terreni.
Il 23 marzo scorso, una folla di circa 150 musulmani ha assalito la casa di Amanat Masih, un 50enne cristiano del Punjab. Lo ha trascinato fuori con la forza e l’ha torturato per ore. Masih era accusato di aver strappato e poi bruciato alcune pagine del Corano. L’attacco era terminato con l’arrivo della polizia, che invece di intervenire contro gli assalitori ha arrestato il presunto blasfemo. Secondo la denuncia, Masih ha confessato di aver bruciato le pagine del Corano ma solo su consiglio di un “guaritore” musulmano, che è stato arrestato.
Nell’aprile scorso, un’altra vicenda di blasfemia ha sconvolto la vita della comunità cristiana di Toba Tek Singh, nel Punjab. Tra i cinque imputati, infatti, figuravano due minorenni: Daniel Masih, un bambino di 11 anni, e Rashid Masih, di 16 anni.

Fonte: Avvenire

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12 commenti

Flavio

Solo io noto un parallelo col Gay pride di Mosca: esaltati che assalgono innocenti con la complicità della polizia, e alla fine le vittime sono condannate?
L’inciviltà la vedi solo dove vuoi, Avvenire…

Magar

Schifoso, mostruoso, orribile. Temo che la situazione in Pakistan stia addirittura peggiorando, se possibile, in questi ultimi anni.

Il Filosofo Bottiglione

sia il reato di blasfemia che l’accusa ingiusta (magari a fini politici) di blasfemia, sono mostruosità criminali figlie della stessa logica oppressiva: la mancanza di libertà di pensiero.

Ren

Quando si leggono queste cose si pensa. Ma in fondo le cose in Italia non vanno così male. Invece poi ti ricordi che c’è gente qui che incita all’odio e spinge perchè queste cose succedano anche qui. Anche qui il clima fa schifo. Mi ricorda sempre l’inizio delle ostilità verso gli ebrei tanti anni fa …

spuci

Al di là del parallelo con il gay pride di mosca (grande Flavio!), mi sembra di ricordare che, non molti anni fa, la bestemmia in italia era un reato…

Il Filosofo Bottiglione

la bestemmia è tuttora un reato di tipo amministrativo, retaggio dell’oscurantismo religioso.
per fortuna è solo un retaggio e non è la roba che c’è in pakistan.

Aadil

Purtroppo in Pkistan il corano dimenticano di leggerlo… se fossero davvero mussulmani saprebbero che la falsa testimonianza è un crimine agli occhi di Allah. Questi sono casi effettivamente molto brutti.

Ad ogni modo non dimentichiamoci che le “pacifiche comunità cristiane” non sono poi così pacifiche. I tentativi costanti di lavaggio del cervello e stupro culturale a lungo termine generano solo odio. Spesso cercano lo scontro per poter po fare le vittime e arogarsi diritti che non gli competono.

Basi pensare ai bambini mussulmani RAPITI in tailandia dopo lo tzunami e portati in un “orfanotrofio” cristiano a centinaia di km di distanza.

Poi anche qui vele il vecchio discorso se vuoi vivere in un paese devi rispettarne le leggi, che ti piacciano o meno. Se vivo qui rispetto le vostre, a casa mia le quelle siriane. Punto e basta. Al massimo cerchi di cambiarle votando un partito che ti piace di più (se hai la cittadinanza), Musharaf è stato eletto alla fin fine.

Lady Godiva

Così si fa un piacere ad due religioni.
A quella islamica che può creare terrore.
A quella cristiana che invece ha un martire in più.

Vergogna ad entrambe!

Lady Godiva

Aadil

rispettiamo pure le leggi musulmane, se vogliamo vivere in un paese musulmano.
Ma se i musulmani vogliono vivere in Europa: passi lunghi e ben distesi please

😉

Per me li rispedirei a casa quasi tutti

Lady Godiva

La prima e maggiore urgenza nel mondo è l’applicazione della carta dei diritti dell’uomo.
Il resto viene da sè, IMHO

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