Nazismo: Eichmann, trovato passaporto della fuga

Due timbri rossi, uno più grande del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ed uno più piccolo del consolato argentino a Genova, hanno dato validità, oltre 50 fa, al passaporto con cui Adolf Eichmann, il regista della ‘soluzione finale’ orchestrata dal Terzo Reich per gli ebrei, di rifugiarsi in Argentina con il falso nome di Ricardo Klement, cercando così di sfuggire ad un processo sui gravissimi crimini contro l’umanità da lui commessi.

A differenza di quanto avvenuto per altri ex gerarchi nazisti tedeschi o croati (Martin Borman, Joseph Mengele ed Ante Pavelic) che hanno mantenuto zone d’ombra sulla vita trascorsa in territorio argentino dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sapeva praticamente tutto dei dieci anni di Eichmann a Buenos Aires fino a quando (11 maggio 1960) fu sequestrato da un commando del Mossad israeliano e portato a Tel Aviv. Si sapeva ad esempio che il nome falso era Klement, che aveva lavorato come tecnico prima per la ditta Capri di Tucuman, e che poi si era trasferito nella capitale per entrare nella neonata fabbrica delle Mercedes Benz. Ma nessuno aveva mai visto i documenti che gli permisero di lasciare l’1 giugno 1950 il porto di Genova per costruirsi una nuova vita. Ma ora, grazie all’insistenza di una studentessa impegnata in una tesi di laurea e della collaborazione della giudice federale argentina Maria Romilda Servini de Cubria, è stato rinvenuto in un vecchio fascicolo giudiziario l’originale del passaporto con cui Eichmann si imbarcò dal capoluogo ligure verso l’Argentina.

Si tratta di un cartoncino piegato in quattro, su cui c’é una foto autentica dell’ex gerarca, che appare semicalvo, con occhiali rotondi, una camicia, una giacca ed un papillon. E poi le generalità: Ricardo Klement, nato a Bolzano il 23 maggio 1913, apolide, di professione tecnico. Il documento, sostiene il quotidiano Pagina 12 autore dello scoop, prova che la fuga dall’Europa di uno dei protagonisti dello sterminio ebraico è potuta avvenire grazie alla collaborazione del Cicr e del governo argentino di Juan Domingo Peron. I timbri, chiaramente leggibili, sono stati apposti dal Cicr e dal viceconsole argentino a Genova, Pedro Solari Capurro. A Ginevra, il Comitato della Croce Rossa ha spiegato oggi per bocca di un suo portavoce, Vincent Lusser, che i criminali di guerra nazisti “abusarono di un sistema umanitario” e che all’epoca il Cicr non era in grado di svolgere inchieste sull’identità dei profughi e apolidi che chiedevano i documenti.

Per quanto riguarda invece le intenzioni del governo argentino, gli storici hanno provato che il presidente Peron fu un promotore della politica di apertura agli esuli nazisti. Una conferma di questo venne anni fa anche dall’avvocato Pedro Bianchi, difensore dell’ex capitano Erich Priebke, per il quale Peron “ordinò la consegna attraverso l’ambasciata argentina a Vienna di 5.000 passaporti a nazisti in fuga. Per lo più la traversata dell’Oceano Atlantico dall’Europa verso vari paesi latinoamericani (Argentina, ma anche Cile, Brasile e Paraguay) avvenne grazie alla cosiddetta Rat Line (Via dei topi), organizzata e diretta da alcuni esponenti della chiesa cattolica, come Pancratius Pfeiffer (citato da Priebke dopo l’estradizione in Italia) e il vescovo altoatesino filonazista Alois Hudal. Furono questi passaporti falsi che permisero a Eichmann di passare come Klement, a Priebke di chiamarsi Otto Pape e a Mengele di nascondersi dietro il nome di Helmut Gregor. In particolare il documento relativo a Eichmann si trovava nel fascicolo di una causa aperta a Buenos Aires dalla moglie dell’ex gerarca, Veronika Catalina Liebel, dopo la sua cattura nella capitale argentina nel 1960. La direttrice del Museo dell’Olocausto di Buenos Aires, Graciela Jinich, cui è stato consegnato l’originale del passaporto su cui ha studiato la ricercatrice universitaria Maria Galvan, ha detto che il documento è una “testimonianza degli inganni che permisero ad Eichmann di tentare di nascondersi per sempre per non pagare i suoi crimini contro l’umanità “.

Fonte: Ansa

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17 commenti

jsm

“organizzata e diretta da alcuni esponenti della chiesa cattolica, come Pancratius Pfeiffer (citato da Priebke dopo l’estradizione in Italia) e il vescovo altoatesino filonazista Alois Hudal”

e loro hanno strenuamente combattuto il nazifascismo……..

Lamb of God

Dopotutto la Ratline era anche detta “La Via dei Monasteri” …

Pacs

O.T.
A proposito di passaporto, leggo sul Corriere di oggi in un microscopico quadratino di notizia, che l’Alitalia è stata multata perchè il nostro papa è andato a Rio senza passaporto…..

Ren

Certo è inquietante che tutti quegli assassini torturatori e criminali nazisti siano potuti scappare grazie all’aiuto del vaticano. Son sicuro che se il Mossad avesse avuto accesso a tutti in nascondigli segreti dentro i palazzi della piccola monarchia oltre tevere ne avremmo visto delle belle.

Ren

Anche il Dottor Mengele, come Adolf Eichman riuscì a scappare attraverso la croce rossa e l’aiuto dei preti anticomunisti. (questo li fece diventare automaticamente filonazisti, o sbaglio) Nonostante ci fossero MILIONI di testimonianze di ebrei scampati all’olocausto di quello che faceva Mengele nei campi di concentramento e nonostante Eichman fosse l’ideatore della soluzione finale. Una delle cose più innocenti che faceva Mengele era provare con dei coloranti a cambiare il colore dell’iride degli ebrei per vedere se diventavano azzurri. Cercava poi anche di capire che effetti avessero sul corpo umano le amputazioni di arti. Oppure quali reazioni avesse il corpo umano nell’essere immerso nell’acqua bollente. Oppure ancora iniettare virus letali ai bambini e altre amenità. Perchè lo aiutaste a scappare monsignori? Ci vorrebbe una bella spiegazione.

jsm

mi pare che anche il caritatevole mons. stepinac se la sia svignata. ha scaricato un po’ d’oro in vaticano e ha levato le ancore per il sud america.
padre josef tiso no: quel bastardo almeno l’han beccato e impiccato. forse tra un po’ lo beatificheranno

Ren

grazie della segnalazione jsm, non sapevo nulla di questi due sant’uomini.

jsm

ren,
se ti interessa, la biblioteca UAAR segnala uno splendido libro sul tema: “una questione morale” di Daniel Goldhagen.
E’ un economico Mondadori. Se non ti è mai capitato e ti incuriosice, ci sono bellissime foto di gerarchie cattoliche che fanno saluto fascista e nazista, suore in parata con gli ustascia, ecc. ecc.
Sono foto molto carine. Io adoro quello del nunzio apostolico che passa in rassegna tanti bei soldatini con la svastica….

e ci martellano le palle con la santità di pacelli!!

Lamb of God

Pacelli ha avuto quel che si merita in Israele, dove capeggia una bella didascalia infamante nel museo dedicato alla Shoah.

jsm

e con una didascalia che ha dato il mal di pancia al nunzio apostolico, mi sembra di ricordare..

a josephine: pacelli non sarà mai tra i giusti (risposta a un vecchio post); gli ebrei protestano tutt’ora per l’intenzione di farlo santo..

Lady Godiva

Jsm,

io sono ex-Joséphine, ho cambiato nick per questa Lady di sani principi.

Grazie per la segnalazione su Pacelli, anche se entrambi avevamo accertato che dovrebbe
già essere tra i Giusti, o sbaglio?

jsm

non può essere tra i giusti…. come fanno gli ebrei a annoverarlo tra i giusti e criticarlo allo yad vashem? e poi le loro proteste per la sua santificazione sono sempre molto accese..

Alien

Mi sembra che sia un po’ esagerato etichettare Eichmann come “regista della soluzione finale”. Per quanto ne so, la decisione primaria su scala europea era stata di Hitler stesso, e i dettagli furono messi a punto da gente come Goering, Heydrich, e altri. Eichmann aveva però agito in seguito su ordini di Heydrich.

Ren

Beh, sai questa storia di Eichman che pianificò la soluzione finale la dicono gli storici. Dai un’occhiata a questo articolo del corriere della sera, che non è propriamente un giornaletto delle inserzioni. Ma perchè credi che gli israeliani rischiarono la crisi diplomatica mandando il mossad, il servizio segreto israeliano a rapire Eichman in quel paese. Perchè aveva quasi la stessa statura di Hitler nel regime, non avrebbero mai rischiato per un ufficiale delle ss qualunque, anche se di alto grado. Il punto è, e israele lo vuole ancora sapere. Chi lo aiutò a lasciare l’Italia / Genova?

Pacelli non avrà mai un albero nel viale dei giusti. Gli unici a crederlo sono solo i cattolici italiani.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/05_Maggio/30/nazista_passaporto_cianfanelli.shtml

mitzy

A me sembra strano come mai nessuno dei sopravvisuti allo sterminio nazista li abbia riconsciuti nei nuovi Paesi? Entrambi viaggiavao sulle stesse navi, mi sembra di capire…

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