La scienza non ci sa dire cos’è il bene

La bontà è “una questione di geni”. L’espressione è tanto efficace quanto arrogante e temo che sia ritenuta acquisita da molti scienziati. Personalmente, sono affascinato dalle neuroscienze e cerco di leggere quanto posso in materia; ma proprio per questo sono irritato dalle conseguenze filosofiche e morali che i neuroscienziati continuano arbitrariamente a trarre dalle loro ricerche e a sottoporre all’attenzione di una pubblica opinione sempre più smarrita.
Che la “mente” abbia la sua dislocazione fisica nel “cervello” lo sappiamo tutti, da secoli, se non da millenni. Quali siano le “zone” cerebrali che si attivano quando ricordiamo, quando ci emozioniamo e in genere quando pensiamo e prendiamo decisioni (e in particolare decisioni morali) è invece un sapere recentissimo e ancora in gran parte lacunoso, dal quale dobbiamo attenderci ancora molte sorprese. Tutto qui? Sì, si dovrebbe rispondere, aggiungendo subito che questo “tutto qui” non va inteso in senso riduttivo, perché è frutto dei progressi straordinari della scienza. Ma a molti scienziati questo “tutto qui” non basta. Per essi la scienza ha svelato, o starebbe comunque per svelare, l’origine “biologico-genetica” della moralità. Le spiegazioni metafisiche dei sentimenti morali, il riferimento a una “sostanza spirituale”, come l’anima, l’ipotesi di un Dio, in cui l’essere e il bene coinciderebbero nel loro principio e che, creando l’uomo a sua immagine, avrebbe così creato l’unico essere “naturale”, in grado di orientarsi consapevolmente al bene, sarebbero da ritenere oramai tutte obsolete. La generosità, l’altruismo, la solidarietà, la compassione, lo spirito di sacrificio sarebbero il mero prodotto di istanze “empatetiche” radicate nel nostro cervello e che produrrebbero un effetto semplice, ma decisivo: quello di farci “star bene”.
In conclusione: i sentimenti morali sarebbero uno dei prodotti dell’evoluzione e troverebbero la loro ragione nel fatto che il possederli darebbe felicità “biologic a” agli individui. I malvagi, così sembra di capire, oltre a rendere infelici gli altri, renderebbero in primo luogo infelici se stessi. Sembra in conclusione che ci aspetti un futuro meraviglioso, nel quale tutti gli uomini diventeranno “naturalmente” buoni: basta dare all’evoluzione il tempo che le è necessario per attrezzare tutti i cervelli umani nel modo adeguato.
Se da una parte criticare queste tesi, oltre che doveroso, è anche relativamente semplice, dall’altra ben più difficile è far percepire la loro povertà ad una pubblica opinione cresciuta e consolidata nel mito della scienza come sapere totale e inconfutabile. Il problema, naturalmente, non è quello di tornare ad erigere steccati contro la scienza, ma solo quello di invitare gli scienziati a restare fedeli alla loro vocazione, che è quella di studiare fenomeni osservabili e ripetibili, inerenti alla nostra dimensione fisica, e nulla di più. Il bene ed il male, le due dimensioni della realtà più facilmente percepibili da parte di tutti gli uomini, non si riducono a dimensioni fisiche, nemmeno quando si manifestino attraverso la realtà fisica, come pur può accadere, come, ad esempio, quando il nostro corpo sente dolore. […]

Il testo integrale dell’articolo di Francesco d’Agostino è stato pubblicato sul sito di Avvenire

Archiviato in: Generale

34 commenti

FC

“Nessun uomo tratta l’automobile così stupidamente come tratta gli altri esseri umani. Quando la macchina non va, non attribuisce il suo fastidioso comportamento al peccato; non dice “Sei un’automobile malvagia, e non ti darò altra benzina finché non ricomincerai a muoverti”. Cerca invece di capire cosa c’è che non va e di ripararlo. Trattare in modo analogo gli esseri umani, però, è considerato contrario alle verità della nostra santa religione.”

Bertrand Russell, “Has religion made useful contributions to civilization?”, 1930 (traduzione mia, perdonate eventuali errori)

Guidus

“…invitare gli scienziati a restare fedeli alla loro vocazione, che è quella di studiare fenomeni osservabili e ripetibili, inerenti alla nostra dimensione fisica, e nulla di più.”

Per forza: non esiste altro! Il giorno in cui mi dimostreranno l’esistenza del metafisico, butto la laurea…

jsm

mah!
non sono molto convinto di questa scuola che vuole spiegare tutto geneticamente…. certo la genetica ha la sua grandissima e forse primaria importanza, ma non è l’essenza di tutte le cose.

“far percepire la loro povertà ad una pubblica opinione”
francamente mi sembra che ciò valga anche, e assai di più, per tutte le bibliche, coraniche, talmudiche (ecc. ecc.) stupidaggini.
il male forse non è un gene cattivo o malfunzionante ma di certo non è un figuro con sembianze di capretto, corna, coda e forcone che alimenta fiamme eterne…

nicola

Perché Francesco D’Agostino non prova a confutare scientificamente ciò che la stessa scienza ha già dimostrato? Consiglio a D’Agostino ma soprattutto ai lettori di questo forum l’ottimo libretto di Telmo Pievani, “Creazione senza Dio”, già recensito dall’Uaar.

Johnny Golgotha

Il Bene è la Realtà, il Male è la falsificazione della Realtà

Carlo

Francesco D’Agostino opera semplificazioni inaccettabili sulle scoperte dei neuroscienziati. Se fosse come detto da lui, basterebbe agire moralmente per essere felici, non mi pare sia cosi’. Che poi i neuroscienziati non possano accettare l’esistenza dell’anima, di dio & C. come ipotesi scientifica mi pare ovvio. Che le escludano anche a livello epistemologico e’ anche abbastanza chiaro.

gianfranco

Verrà un giorno che scopriranno anche il gene che determina una malattia tutta umana: credere alle stronzate senza fondamento. Credo sarà l’unica cura contro questa epidemia (le religioni, le superstizioni, la magia) che imperversa dalla notte dei tempi.

Bruna Tadolini

Gli scienziati sono scienziati e, a differenza di altri, stanno attaccati ai dati di fatto. Non solo ma sono i primi a contestare i propri risultati e ad accettarli quando siano più che comprovati!
Gli scienziati si occupano di fenomeni “fisici” misurabili e quantificabili e cercano di trovarne le cause “fisiche” pure misurabili e quantificabili.
Grazie al lavoro degli scienziati non credo che più in tanti contestino il fatto che il comportamento è “gestito” dal cervello. La letteratura scientifica è piena di lavori in cui si dimostra che una patologia o una alterazione del comportamento è correlata ad alterazioni anatomiche o molecolari del cervello!
Nelle specie “inferiori” la connessione fra gene/circuito nervoso/comportamento è molto stereotipata e questo semplicemente perché sono modeste le dimensioni di quella parte del cervello che la può regolare in funzione di cambiamenti nell’ambiente. L’evoluzione del cervello, infatti, ha prodotto un organo che a differenza degli altri permette di adattarsi sempre più a cambiamenti nell’ambiente che ogni SINGOLO INDIVIDUO incontra!!! Per ottenere questo comportamento sempre meno “stereotipato” si è evoluto un enorme sistema ci modulazione dei circuiti nervosi e quindi del comportamento.
Che i circuiti nervosi del feto, e quindi i suoi futuri comportamenti, siano influenzati da ciò ingerisce la madre e gli stress che subisce è ormai evidente. Che le esperienza che si fanno influenzino i nostri circuiti cerebrali e perciò i nostri futuri comportamenti è ormai evidente….. Tutto questo è legato alla necessaria plasticità che deve avere il cervello per “adattare” il comportamento di ogni individuo al proprio ambiente. Ogni individuo incontra ambienti diversi e perciò avrà bisogno di comportamenti diversi!! Questa azione plastica dell’ambiente sul comportamento dell’individuo non si esercita in modo “metafisico” ma attraverso alterazioni nella concentrazione di molecole che influenzano la funzionalità cerebrale.
Ma il fatto che si possa modulare in modo “fine” il comportamento di un individuo non significa che non esista una modulazione “grossolana” comune a tutti gli individui della stessa specie, modulazione che ha permesso a quella specie di comportarsi, come specie, in un certo modo!!
Che gli uomini, come specie, provino amore, empatia ecc…. è un dato di fatto e non sorprenderà quando si troveranno i circuiti nervosi a cui dobbiamo questi sentimenti (modulazione grossolana). Non sorprenderà neppure quando si troveranno i circuiti, collegati alla percezione dell’ambiente, che moduleranno per ciascuno di noi quei sentimenti adattando il nostro comportamento alle diverse situazioni che incontriamo (modulazione fine).
Quello che la scienza sta mostrando è che il comportamento è legato ai circuiti nervosi ed al loro funzionamento (neurotrasmettitori, ormoni….), tutte entità “fisiche” e rispondono alle leggi di causa-effetto. E’ la scienza la prima a dire, come frutto della propria esperienza, che ogni cosa è complicatissima ed il funzionamento del cervello probabilmente è una delle più complicate. Ma non per questo abdica ed attribuisce ad entità metafisiche la causa di ciò che ancora non è riuscita a chiarire!
Per quanto riguarda il bene ed il male …. è noto che la scienza è relativista! “Il male delle pecore è il bene dei cani” diceva mia madre che a suo modo era molto scienziata! Non è la scienza che decide ciò che è bene o è male: la natura l’ha già deciso per conto suo … in grande parte.

Andrea

“In conclusione: i sentimenti morali sarebbero uno dei prodotti dell’evoluzione e troverebbero la loro ragione nel fatto che il possederli darebbe felicità “biologic a” agli individui. I malvagi, così sembra di capire, oltre a rendere infelici gli altri, renderebbero in primo luogo infelici se stessi. Sembra in conclusione che ci aspetti un futuro meraviglioso, nel quale tutti gli uomini diventeranno “naturalmente” buoni: basta dare all’evoluzione il tempo che le è necessario per attrezzare tutti i cervelli umani nel modo adeguato.”

Beata ignoranza. Non c’è bisogno di studiare l’evoluzione o la teoria matematica dei giochi per capire che per sopravvivere e riprodursi ci sono molti modi; si può essere altruisti e parassiti degli altruisti. I parassiti sono anche intraspecifici e d’agostino ne è lui stesso un esempio: criticare la scienza senza dimostrazioni è una forma di parassitismo. E’ facile ottenere un vantaggio nel formulare affermazioni, anche assurde, condizionando un’opinione pubblica senza difese immunitarie, a danno della scienza che pretende da se stessa l’onere della prova per ogni ipotesi prodotta.

I parassiti devono essere colpiti con forza per mantenerne un presenza infinitesimale nella società. Stiamo creando un ambiente troppo favorevole agli opportunisti, la loro fitness aumenta e tutti ne paghiamo le conseguenze.

jsm

ciao Bruna!
concordo perfettamente nella tua valutazione del cervello e della mente. Se ho capito l’articolo, sembra che parli di una sorta di predeterminazione genetica. Su questa ho moltissimi dubbi perchè ritengo concetti come bene e male legati assai più all’educazione che al patrimonio genetico. O che l’aspetto educativo sia dominante. Il dibattito sull’eutanasia, che è diventato uno “scontro tra il Bene e il Male” mi sembra un valido esempio.

Andrea

jsm, la predeterminazione genetica consiste solo in una programmazione sintetica, schematica e generale del comportamento.

Siamo animali sociali per cui è indubbio un predetermazione genetica all’altruismo (una moralità di base). E’ indubbio anche però che un altruismo, in ultima analisi sempre egoista, si possa trasformare in certe situazioni in opportunismo. Anche quest’ultimo caso è “previsto” dai nostri geni, ma, come giustamente sostieni tu, è anche fortemente influenzato dall’ambiente, soprattutto culturale. Ma questo significa solo che se ho ricevuto una “buona” educazione posso riuscire a trattenermi in “occasioni che fanno l’uomo ladro” (pur provando l’impulso di trarre vantaggio da queste situazioni). I geni delegano al nostro cervello il compito di gestire le singole situazioni (modulazione fine come correttamente diceva Bruna), ma esiste uno scheletro di base del comportamento geneticamente predeterminato; predeterminato ma non vincolante in modo assoluto.

Il vero determinismo genetico in senso stretto ti assicuro che oggi non è sostenuto da nessuno scienziato: è solo utilizzato come strumento d’attacco dai critici della scienza.

Bruna Tadolini

X JSM

luomo sembra abbia geneticamente il corredo dei sentimenti, che d’altra parte tutti proviamo. A favore di chi o contro chi ovviamente dipende……
Il “premio ultimo” sia individuale che collettivo è la trasmissione del DNA, quello a breve dell’individuo è il reward controllato dal sistema dopaminergico soprattutto.

Bruna Tadolini

E comunque trovo prova provata della mentalità dell’autore dell’articolo in questa frase!

“Se da una parte criticare queste tesi, oltre che doveroso, è anche relativamente semplice, dall’altra ben più difficile è far percepire la loro povertà ad una pubblica opinione cresciuta e consolidata nel mito della scienza come sapere totale e inconfutabile.”

…….la scienza sapere totale e inconfutabile! secondo mè o il suo dogmatismo lo acceca o ha sbagliato soggetto

luxio

Ma vi state accanendo su D’agostino? ma avete capito chi è? Su abbiate pietà, la natura ha già fatto abbastanza.

jsm

cara Bruna,
ancora d’accordo…. i sentimenti sono geneticamente parte di noi; lo stesso dicasi per gli animali.
in concetti di bene e bontà, però, non mi sembrano sentimenti e, come ben sai, sono assolutamente relativi in quanto connessi al contesto culturale.

Faj

Siccità. Ci vuole la pioggia. Gli scienziati misurano l’andamento dei venti e delle nuvole per prevederla. I credenti pregano. Gli scienziati dicono che le probabilità sono di un tot per cento. Quando la pioggia è venuta, i credenti dicono che è frutto delle loro preghiere, sicure al 100%, al contrario delle previsioni degli scienziati che hanno un largo margine di errore. I miracoli sono perciò molto più sicuri. Un premio per chi trova l’inghippo (se c’è).

Be 85

ma quest d’agostino, no, ma… che cazzo ne sa di biologia? o di genetica?è il tipico cristiano che, come si dice a roma, nun ce vo’ sta!

“Le spiegazioni metafisiche dei sentimenti morali, il riferimento a una “sostanza spirituale”, come l’anima, l’ipotesi di un Dio, in cui l’essere e il bene coinciderebbero nel loro principio e che, creando l’uomo a sua immagine, avrebbe così creato l’unico essere “naturale”, in grado di orientarsi consapevolmente al bene, sarebbero da ritenere oramai tutte obsolete. La generosità, l’altruismo, la solidarietà, la compassione, lo spirito di sacrificio sarebbero il mero prodotto di istanze “empatetiche” radicate nel nostro cervello ”

Embè?! è vero: ttt obsoleto e ttt prodotto di impulsi energetici. embè?! brucia venire a sapere che l’anima non esiste!

Nickelgrey

Secondo me la vera questione è: cosa sono bene e male?
Quando si pensa a queste cose si pensa a concetti, cioè a astrazioni che il nostro cervello fa di fatti concreti.
Cioè si parte da un fatto concreto (sia esso bene o male, cioè vantaggioso o svantaggioso per se stessi) e si astrae l’accaduto memorizzato come concetto.
Si vive poi in funzione di questo concetto e non in funzione delle cose concrete e reali.

Non c’è prova scientifica alcuna che bene e male siano codificati fisicamente nelle persone o negli esseri viventi. La scienza probabilmente dice un’altra cosa e cioè che esistono predisposizioni diverse all’emotività. In parte sono culturali ma evidentemente esiste una biodiversità del controllo o dell’accesso al proprio lato emotivo (che è chimica ormonale interagente con la chimica sinaptica cerebrale).

Da cosa nascono questi concetti però?
Cominciamo dall’inizio che conosciamo. Il bambino che ha fame ed ha lo stomaco vuoto, strilla, piange finchè non viene nutrito. Una volta nutrito, si placa e dorme tranquillo.
Un’esigenza primaria come quella della nutrizione fa si che fisicamente uno stato di vita sia un male mentre un altro sia un bene. Cioè il bambino con la pancia piena sta meglio e ciò è normale e naturale.
Allo stesso modo dicasi per le ferite i traumi fisici (e successivamente quelli emotivi/psicologici). Un pugno è male, perchè ci fa male FISICAMENTE.
Ma un pugno può essere forse meritato oppure conseguenza di un’azione.
Un esempio assurdo ma neanche tanto infrequente: si investe una persona di insulti pesanti e poi ci si becca un malrovescio. A chi lo subisce il malrovescio fa male fisicamente.
Questi traumi fisici che subiamo come ogni essere su questo pianeta fin dall’infanzia ci fanno realizzare ciò che è l’istinto di autoconservazione.

Dato che invece i concetti di bene e male cambiano secondo le culture e le società (per esempio in alcune tribù africane E’ bene divorare i propri defunti perchè si ritiene che nutrendosene faranno parte di loro) è evidente che i concetti astratti di bene e male sono assolutamente evanescenti e che derivano molto semplicemente e molto banalmente dalle esperienze fisiche della nostra vita.
Se una cosa ci danneggia è male, se ci premia è bene.

Questo bisognerebbe dire quando si parla di queste cose. Dubito che gli scienziati troveranno nei geni la predisposizione a fare del male, poichè esso cambia a seconda della cultura in cui agisce e questo è un semplicissimo dato di fatto riscontrabilissimo in qualsiasi libro di storia.

emel

>ma quest d’agostino, no, ma… che cazzo ne sa di biologia? o di genetica?
>

Nulla!
…ma capirai che quando uno scrive per Avvenire gli sembra di poter parlare di tutto senza bisogno di capire un cazzo di niente.

papa Nazinger

Non vedo perché relegare lo studio scientifico dei sistemi biologici ai soli processi genetico-strutturali quando anche l’evoluzione culturale può rappresentare una nuova e interessante frontiera dell’indagine evoluzionistica.
Lo spirito di prevaricazione, le paure ataviche, l’incapacità di gestire le limitate risorse di questo pianeta, la rabbia, il risentimento e la vendetta, l’attrazione per i grassi e la conseguente obesità….: non dovremmo avere tanta fiducia in tratti selezionati centinaia di migliaia di anni fa.
E’ vero che ci sono buoni presupposti biologici come l’empatia, ma mi sembra evidente che ormai il nostro principale processo adattivo sia di matrice culturale piuttosto che darwiniana.
Spesso la storia evolutiva rappresenta un vincolo, specialmente nei casi in cui l’ambiente varia repentinamente.

Admeto

” Se da una parte criticare queste tesi, oltre che doveroso, è anche relativamente semplice, dall’altra ben più difficile è far percepire la loro povertà ad una pubblica opinione cresciuta e consolidata nel mito della scienza come sapere totale e inconfutabile. Il problema, naturalmente, non è quello di tornare ad erigere steccati contro la scienza, ma solo quello di invitare gli scienziati a restare fedeli alla loro vocazione, che è quella di studiare fenomeni osservabili e ripetibili, inerenti alla nostra dimensione fisica, e nulla di più. Il bene ed il male, le due dimensioni della realtà più facilmente percepibili da parte di tutti gli uomini, non si riducono a dimensioni fisiche, nemmeno quando si manifestino attraverso la realtà fisica, come pur può accadere, come, ad esempio, quando il nostro corpo sente dolore.” Incredibile !!!!. Gentile dott. prof. D’ Agostino la prego, si spieghi…….tenendo presente che pezzi di pane che diventano realmente carne umana sono un punto fermo ed ineludibile della sua visione della realtà; o mi sbaglio ?

Alberto

A proposito di questi argomenti, consiglio di leggere il bellissimo saggio di Steven Pinker, “Tabula rasa”. Anche “Sulla Natura umana” di Edward O. Wilson è un bel libro: anche se più datato, certe considerazioni non mancheranno di mettere ansia alle “anime belle”

Bruna Tadolini

Come ho cercato di riassumere nel mio libro (Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita. liberamente scaricabile in http://www.geocities.com/biochimicaditutti ), il bene ed il male e quindi la morale sono legati alla morale della vita. Ogni forma vivente ha una sua morale che “definisce” come bene tutto ciò che favorisce la sopravvivenza dell’individuo (DNA) e della specie. E’ evidente che la morale di un leone è diversa da quella di una pecora! Ma deve essere altrettanto evidente che la morale di una donna oggi o a Napoli subito dopo la fine della guerra era diversa!

L’ambiente e la cultura modulano quei processi genetici che abbiamo e che di fondo, essendo noi una specie sociale, sono quelli di favorire la socialità. I sentimenti non sono il bene ed il male ma sono gli strumenti “attuativi” che ci indirizzano a fare il bene nostro e della specie. Infatti, a ben guardare, ogni nostra buona azione in realtà è una azione utile!!!

Poi tiriamo tutti a campà!

papa Nazinger

X Nickelgrey
Sono perfettamente d’accordo con te sulla variabilità provinciale e temporale del concetto di bene e male, sono proprio queste caratteristiche che fanno di loro dei fenomeni evolutivi simili in certi tratti a quelli biologici in senso stretto.

papa Nazinger

Anch’io penso che l’altruismo non sia altro che un egoismo di “riflesso”, una fitness inclusiva.
Nonostante questo non sono un riduzionista alla Dawkins, non penso che tutto possa essere ridotto all’egoismo dei geni, nei sistemi complessi come quelli viventi esistono proprietà irriducibili alla somma dei singoli componenti. Esiste anche un egoismo emergente a livello di geni, organismi, specie ecc… .

Stefano Chiaudano

Il bene? Concetto decisamente relativo.
Mors tua vita mea, appunto.

aquila

se possono interessare a qualcuno, vi giro 2 libri per conto mio interessanti sull’argomento, ed aluni link.
Non si tratta di autori cattolici, visto che ne siete allergici. I libri sono di Goleman e del Dalai Lama, li ho letti e mi sono piaciuti.

1)Emozioni distruttive : liberarsi dai tre veleni della mente: rabbia, desiderio e illusione / Dalai Lama, Daniel Goleman
2)Le EMOZIONI che fanno guarire : conversazioni con il Dalai Lama (D.Goleman)
3)Intelligenza emotiva / Daniel Goleman

link:

http://psyphz.psych.wisc.edu/
http://www.mindandlife.org/
http://www.paulekman.com/
http://keckbrainimaging.org/

Per Bruna: nessuno nega l’evoluzione, sia della materia, sia della vita. Pero’ mi sembra di aver capito che l’evoluzione guidata dal caso, per permettere tutte le varie combinazioni e selezionare la migliore, avrebbe richiesto tempi completamente diversi da quelli relativamente brevi che si sono verificati……..

Liberale Liberista Libertario

Dire che ci sono delle predisposizioni genetiche a determinati comportamenti, che si sia d’accordo o meno, non è parlare di etica. La confusione non è degli scienziati,ma di chi ha scritto la lettere. Poi per quanto mi riguarda le proposizioni riguardanti l’etica o l’estetica non hanno contenuto di verità. Anzi,mi chiedo quanto siano sensate.

Lady Godiva

@ Bruna

il tuo entusiasmo per la genetica mi commuove, ma lo ritengo poco razionale.
Esistono comportamenti che noi consideriamo negativi, mentre in altre parti del mondo sono considerati moralmente accettabili.
Ad esempio l’antropofagia, la pena di morte, l’infibulazione etc.
Non mi dirai che esiste il gene dell’infibulazione spero.

Giol

@ Johhny Gologtha

Il Bene è la Realtà, il Male è la falsificazione della Realtà.

Allora i “giornalisti” de L’Avvenire sono dei DEMONI…

Bruna Tadolini

Cara Lady Godiva

tu leggi troppo velocemente! rallenta e…… vedrai scritte cose diverse da quello che ti sembrava!
Ad esempio, leggerai che la genetica fornisce la regolazione grossolana ma anche che l’ambiente, influenzando i circuiti nervosi, fa la regolazione fine! E per ambiente si intende se piove ma anche se qualcuno ti insegna qualcosa o se tu pensi qualcosa……
Mi sembrava che l’esempio della moralità femminile ora e in napoli dopo la guerra fosse abbastanza chiaro!

Poi, ciascuno ha le proprie fisse: io ho le mie e tu le tue! Chissà da che incontro/scontro con l’ambiente derivano e chissà quale circuito fissato geneticamente è stato modulato.

Carlo

Aquila:

4.000.000.000+ di anni e’ un tempo breve? Alla faccia! Come fai a dire che un’evoluzione “guidata” (cioe’ finalizzata) e’ piu’ breve di una a casuale (cieca)?? Non mi sembra si possa fare un confronto diretto, e in queste cose le sensazioni non sono per nulla affidabili. E inoltre se l’evoluzione e’ stata guidata, perche’ le estinzioni? Qual e’ stato lo scopo dei dinosauri?? Peraltro un’evoluzione “guidata”, per essere un concetto scientifico, deve poter essere verificata/falsificata. Dove stanno le prove che una simile “guida” esista? Se non ci sono allora non e’ scienza.

Commenti chiusi.