Giappone: creato il primo robot bambino

Stanley Kubrick e Steven Spielberg l’avevano previsto nel film A.I. Artificial Intelligence: un giorno saranno creati automi per dare un aiuto a genitori in difficoltà. Probabilmente anche in considerazione del fatto che nel 2005 il numero delle nascite ha toccato in Giappone il punto più basso della storia, l’Agenzia nazionale per la scienza e la tecnologia ha presentato ad Osaka CB2, un robot bambino con un corpo biomimetico, pensato per emulare le abilità fisiche e sensoriali di un cucciolo d’uomo di 18 mesi.
Nonostante la miniaturizzazione nell’industria tecnologica abbia raggiunto livelli ormai atomici, i creatori di questo androide non si sono preoccupati di rispettare le proporzioni originali, e infatti il robot è alto 1 metro e 30 centimetri e pesa 33 chilogrammi. Più importante per loro, in questo primo esperimento di replica di un infante, concentrarsi sull’aspetto dell’esperienza del mondo che si può fare in tenera età. CB2 è infatti dotato di un sistema visivo, uditivo e tattile che gli permettono di acquisire dati dall’ambiente circostante: in particolare sotto la pelle grigia in silicone, sono posizionati in vari punti del corpo artificiale 200 sensori. Inoltre può compiere movimenti limitati, agitare gambe e braccia, voltarsi da solo e mettersi in posizione eretta solo con l’aiuto di una persona; rispetto ad altri modelli di automi sviluppati in Giappone, capaci di interloquire con gli esseri umani, CB2 può però comunicare solo con il movimento di occhi e palpebre, espressioni facciali e versi tipici dei bambini. […]
Nel caso di CB2, lo scopo del progetto è di vedere se il robot, acquisendo dati dalle sue esperienze, può sviluppare un livello intellettivo pari a quello di un marmocchio di tre anni. Forse è il primo passo verso quel futuro immaginato in A.I. in cui un robot con le sembianze di un bambino, convinto di essere un essere umano in carne ed ossa, si metteva alla ricerca della mamma che lo aveva abbandonato. Una macchina più sensibile degli esseri umani.

Fonte: Corriere.it

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19 commenti

aquila

In fondo e’ la vecchia pulsione che l’uomo ha sempre avuto di possedere un altro essere unmano. Prima c’era la schiavitu. Ancora oggi di fatto esiste la schiavitu, anche nel nostro paese. L’idea di rapporti liberi fra esseri liberi fa fatica ad andare giu. E anche i figlio sono considerati un “diritto”. Certo, in questo caso si tratta forse di un gioco, qualcosa poco piu di un bambolotto. Non c’e’nulla di male a comprarsi un cicciobello, e di conseguenza cosi su 2 piedi non mi sembra ce ne sia nemmeno a comprarsi un bambolotto piu sofisticato. Pero’ e’ l’idea di fondo che fa un po riflettere. Poi? Se andra avanti la ricerca in questo campo ci sara’ il bambolotto per soddisfare i propri desideri sessuali, quello per farsi fare compagnia? C’e’ qualcosa in cio che non mi convince. Nei film mi piace, ma nella realta’ ho i miei dubbi. Mi chiedo se la scienza non dovrebbe auto imporsi dei limiti, o se e’ giusto che tutto cio che si riesce a fare lo faccia. Secondo me la prima.

Lamb of God

Lascia stare Kaworu, ieri sera Aquila ha visto quel filmaccio di The Island.

Bah, speriamo che Michael Bay non abbia rovinato anche i mitici transformers …

Johnny Golgotha

Francamente, “l’idea di rapporti liberi fra esseri liberi” fatica ad essere accettata soprattutto dai credenti delle varie fedi, che perlopiù biasimano, ma molto spesso criminalizzano, chiunque non segua la loro dottrina, e potendo lo priverebbero volentieri pure della libertà, o anche della vita

Come si può, difronte ad un timido traguardo dell’elettronica, immaginare subito un futuro decadente, fatto di androidi schiavi sessuali? Non so se ti rendi conto di quanto ridicola sia questa conclusione, come se dalla scienza venisse solo perversione e devianza

aquila

Calmatevi, era solo una riflessione. Non sono mica la bocca della verita’ Magari ho detto una stronzata.

Alessandro Bruzzone

Robot prostituti a parte, Aquila stavolta ha detto cose sensate. In effetti che nel rapporto genitore figlio vi sia un principio di possesso è vero. Poi che la cosa porti a idee come quella presentata nell’articolo, ovvero lo sviluppo di bambini artificiali, è soltanto una conferma del principio.

Johnny Golgotha

Il bambino artificiale non è una conferma del principio di possesso insita nel rapporto fra genitore e figlio, è semplicemente un passo avanti nella ricerca sull’intelligenza artificiale, che non ha nulla a che fare col desiderio di dominio sugli altri; l’uomo è da sempre affascinato dall’idea di costruire dal nulla un essere pensante, simile a lui, tanto che ha perfino immaginato sé stesso come costruito da un’entità diversa, figure leggendarie come il Golem o L’Homunculus, oppure letterarie, come i Robot, gli Androidi o il mostro di Frankenstein sono tutte visioni di questo desiderio, che la scienza potrà, forse, concretizzare un giorno

Molti pensano a tutto questo con inquietudine, perché indirettamente sono influenzati dalla letteratura, nel migliore dei casi immaginano l’Intelligenza Artificiale come quella di Hal 9000, che si ribella, non si sa perché, al proprio creatore; come anche viene giudicata mostruosa la clonazione, una pratica ancora rudimentale, che già viene ipotizzata come motivo di decadenza e perfino matrice di mostri…

Pessimista Cosmica

Concordo con Aquila (il fatto che una persona sia cattolica non significa dover criticare a priori qualsiasi cosa dica e che cavolo!) ed Alessandro, l’idea di base lascia perplessa anche me, che ho sempre avuto un debole per l’idea di cyborg.
In fondo non sarebbe la prima volta che la fantascienza anticipa la realta’.
In quanto al discorso sul senso di possesso e’ assolutamente vero e che un figlio non sia semplicemente un diritto e’ un dato di fatto, pensare il contrario significa vivere senza tener conto delle conseguenze delle proprie azioni, ovvero vivere non razionalmente ma nel mondo delle fiabe. E questo non lo dice la religione, lo dicono la psicologia e l’antropologia. Lo dice la scienza.

Pessimista Cosmica

@Johnny Golgotha

Ma guarda, io la farei piu’ semplice, siamo cosi’ abituati ad assistere ed a subire le nefandezze dei nostri simili che l’essere sospettosi e prevedere il peggio e’ una specie di riflesso pavloviano.
Inoltre l’angoscia che si prova di fronte all’idea del creare da zero una vita, del manipolarla, del plasmarla, a mio avviso, non e’ altro che una traslazione dell’angoscia esistenziale insita nell’uomo, la stessa angoscia che si prova quando ci si rende conto che mettere al mondo un figlio significa donargli al contempo la vita e la morte, la possibilita’ di provare gioia ma anche dolore, soddisfazione e malattia. Della stessa angoscia di non capire che senso abbia la propria vita e che da vita alle religioni. Non sono le suggestioni letterarie l’origine di questo atteggiamento, casomai e’ il contrario: la letteratura e’ la metafora del nostro sentire e del nostro inconscio.

darkzero

Continuo a sedere ed attendere pazientemente sino all’arrivo dell’autocoscienza artificiale…

Il Filosofo Bottiglione

la fantascienza ci propone anche mondi abitati da soli androidi, luoghi in cui la specie umana si è estinta, lasciando come erede evolutivo un organismo non biologico ma che della forma vivente ha tutte le caratteristiche: movimento, consumo di energia, capacità e tendenza a produrre esseri simili a sè, morte.
se arriveremo a queste frontiere (esistono anche racconti in cui la specie umana e quella degli androidi convivono) alcuni degli eventuali problemi saranno, per lo meno, già stati pensati, che è il passo minimo verso la loro soluzione.
l’uomo ha sempre avuto il pallino per la costruzione di automi e oggi ci riesce dannatamente bene.
cosa sono? un gioco, macchine da lavoro, da divertimento, niente più.
se un giorno dovessero rivendicare dei diritti, ci si accorgesse di una loro oggettiva coscienza, allora si porrà il problema paventato dai racconti e si dovrà agire di conseguenza.
i racconti sono sempre metafore dei rapporti umani e presentano problemi ampiamente dibattuti.
basta questo per dire che l’uomo debba fermare la sua mano creatrice? no.

Stefano Chiaudano

@darkzero
Ti spiace se mi siedo anche io e ti faccio compagnia?
Sai che risate quando accadrà?

Johnny Golgotha

Bisogna tenere presente che nella letteratura, spesso, l’uomo si scontra con le sue creazioni perché la storia acquisti coinvolgimento, altrimenti terminerebbe in poche righe

darkzero

@Stefano Chiaudano
Accomodati. In effetti, quando ciò accadrà, il concetto di “anima” subirà una batosta colossale.
Ma come ci insegnano le leggi di Murphy, una volta ottenuto un certo risultato scientifico, ci sarà sempre qualcuno pronto a:

1) Rinnegarlo (“Non è vero che sono coscienti, io non ci credo!”)
2) Fraintenderlo (“Questa è opera del Maligno, li dobbiamo distruggere tutti!”)
3) Sostenere che è frutto della propria teoria preferita (“Il Signore, nella sua magnanimità ha concesso un’anima a questo povero pezzo di metallo!”)

Il che significa che al momento della nascita dell’AI, dovremo andarci coi piedi di piombo, se vogliamo evitare sfaceli.

Pessimista Cosmica

@Darkzero

La terza ipotesi mi pare inverosimile. Secondo te ammetterebbero mai di non essere loro i soli prediletti ed eletti, gli unici possessori del soffio divino? Gia’ rifiutano l’idea che l’uomo sia un animale come tutti gli altri figurati se sarebbero disposti a fare a meta’ con del circuiti.

Alessandro Bruzzone

@ Pessimista Cosmica: bellissimo intervento!

@ darkzero scrive:

3) Sostenere che è frutto della propria teoria preferita (”Il Signore, nella sua magnanimità ha concesso un’anima a questo povero pezzo di metallo!”)

Ratzinger Z? 😀

darkzero

@Pessimista Cosmica
Sono d’accordo.

@Alessandro Bruzzone
😆

jsm

L’idea di rapporti liberi fra esseri liberi fa fatica ad andare giu

già…. quelli come te non digeriscono i dico……

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