Nella repubblica di Ahmadinejad la disoccupazione ha raggiunto il 25% e ogni anno 150mila giovani lasciano il Paese in cerca di lavoro e libertà. Per risolvere i problemi ed evitare che le tensioni sociali sfocino in disordini, il ministro degli Interni Pour-Mohammadi ha invitato i giovani a contrarre matrimoni temporanei. La dichiarazione fa tornare alla ribalta una pratica promossa sia dall’ex presidente Rafsanjani sia dall’Ayatollah Khomeini, che ne aveva esaltato i vantaggi persino tra i seminaristi della città santa di Qum. “Durante il conflitto con l’Iraq, i politici iraniani invitavano gli uomini a sposare le vedove di guerra e quindi a farsene carico. E chiedevano alle iraniane di non far le schizzinose e unirsi in matrimonio ai reduci anche se invalidi”, spiega l’antropologa Shahla Haeri, autrice del saggio Law of desire. Il titolo è evocativo: il matrimonio temporaneo è infatti a fini sessuali, mentre quello permanente è volto principalmente alla procreazione. I giovani non riescono a convolare a nozze e quindi a soddisfare i propri bisogni sessuali all’interno di una cornice religiosa? La soluzione, tutta sciita e iraniana, viene dal matrimonio temporaneo, che non ha bisogno di particolari cerimonie. Può avere la durata minima di un’ora e arrivare fino a 99 anni: nel primo caso è assimilabile alla prostituzione, nel secondo è sinonimo di amore infinito. Chiamato in arabo mut’a e in persiano sigheh, fu vietato dal secondo califfo Omar nel VII secolo d.C. ma gli sciiti hanno continuato a praticarlo. […]
Il testo integrale dell’articolo di Farian Sabahi è stato pubblicato sul sito della Stampa
E’ l’ipocrita stataggemma usato dalle prostitute, dato che, teoricamente, la prostituzione è vietata in Iran. Si “sposano” per un’ora, scopano, il cliente paga e scade il matrimonio.
Chiamarli “dico sciiti” è semplicemente stupido.
E stato molto praticato durante la guerra fra l’Irak e l’ Iran .
Concordo con Flavio, si chiami la cosa con il suo nome: prostituzione.
che autentico squallore
Legalizzano la prostituzione e per un bacio in pubblico ti frustano … bella religione del cazzo.
I giovani non riescono a convolare a nozze e quindi a soddisfare i propri bisogni sessuali all’interno di una cornice religiosa?
Come dire?! se non ti sposi non puoi fare l’amore.
Per queste cose cattolici e musulmani la pensano alla stessa maniera .
Steve
credo che lo stratagemma l’abbiano inventato i clienti, figurati se il clero scita avrebbe permesso un’iniziativa del genere da parte delle donne/puttane.
Farian è un’ottima giornalista, una delle poche che sa scrivere della vita quotidiana della sua gente e mettere in luce gli aspetti meno noti, più intimi. Mi piace molto
Se anche non fossi allergico ai cleri, per farmi litigare con gli sciiti basterebbero la preclusione allo zampone, il divieto all’ alcool e la circoncisione. Pero’ qua sono meno peggio dei preti nostri !
Francesca scrive:
8 Giugno 2007 alle 16:40
“Concordo con Flavio, si chiami la cosa con il suo nome: prostituzione.”
Come si dice di solito: “Fatta la legge, trovato l’inganno”; i matrimoni temporanei sfruttano il fatto che nell’Islam il matrimonio vero e proprio, come lo intendiamo noi, non esiste; in questa religione il matrimonio è un accordo che lo sposo prende con la famiglia della sposa, un vero e proprio contratto sottoscritto, che può essere a scadenza determinata o indeterminata
che bel paese del cazzo l’iran, e viva la religione islamica.
Ma l’Iran non è un paese musulmano come gli altri . Forse non sapete che un transsessuale iraniano può legalmente cambiare sesso e farsi operare nel medesimo paese…
L’Iran è un paese molto contradditorio: da un lato incentiva lo studio e il lavoro dalle donne, dall’altro preme per la sottomissione al marito. Tanto per fare un esempio.
Già, per quel ne sò, la dottrina khominista è molto condraddittoria se poi ci aggiungete che cercano disperatamente di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte per tenersi buoni si a gli ulta religiosi (una minoranza particolarmente violenta) che i progressisti (sono molti ma non son violenti) vi stupite ancora?
In reltà questa cosa dei matrimoni temporanei ha del geniale. In tutte le società patriarcali la prostituzione è normale e comporta l’esclusione sociale (nel migliore dei casi) della puttana. A questo modo, mettendoci sopra uno pseudo velo di legalità morale, chi ci guadagna è la professionista che evita la rovina sociale.
Certo sarebbe meglio il concetto “il corpo è mio, ne faccio quello che decido io”, ma non si possono pretendere i miracoli dagli ayatollah