La sepoltura delle unghie

Entri in ospedale per abortire. Oltre al vissuto personale di ogni donna (dolore, fastidio, sicurezza, paura, indecisione, ripensamenti, ostinazione, determinazione, indifferenza o tutto questo insieme), ci sono gli aspetti organizzativi, quelli quasi burocratici. Firme per un consenso davvero informato. Che elenca anche i rischi di una interruzione di gravidanza: emorragie, infezioni, sterilità. Ma se entri al San Paolo di Milano (Modulo a chi abortisce «Seppellisce lei il feto?», Il Corriere della Sera, 9 giugno 2007), se sei una delle 700 donne che abortiscono ogni anno lì, ti verrà sottoposta un’altra domanda: “per la sepoltura del feto ci pensa lei o preferisce che lo faccia l’azienda sanitaria? Metta una croce e una firma qui”.
Una domanda in più, un modulo che si chiama Informativa per la richiesta di tumulazione dei feti e dei prodotti abortivi, e che è il prodotto di un regolamento regionale che obbliga alla sepoltura degli embrioni abortiti, per una questione di dignità del feto, come afferma il responsabile della creazione del regolamento Roberto Formigoni. E dove a stridere è l’obbligatorietà, più che l’oggetto del regolamento. Per carità, le polemiche sono comprensibili: chi in realtà vorrebbe vietare l’aborto saluta l’iniziativa come lodevole e la considera forse il primo passo nella giusta direzione; chi invece ha un buon olfatto sente odore di bruciato, proprio come nei paraggi dell’articolo 1 della legge 40. Ed è innegabile che la sepoltura dell’embrione degno possa apparire di pessimo gusto e terribilmente ipocrita. Ma se fosse una scelta delle donne non solleverebbe inquietudine. Disaccordo, forse, ma ognuno fa quello che gli pare. L’obbligo è un’altra storia. L’obbligo per affermare la dignità del feto è una mossa meschina e scorretta. E incoerente rispetto alla possibilità di abortire, a meno che non si voglia spiegare in che senso si parla di “dignità”, in che senso diverso da come usiamo “dignità” per le persone, e attribuiamo loro un diritto alla vita e alla tutela, e le persone non si uccidono e allora gli embrioni non dovrebbero essere abortiti. A meno che non si riesca a spiegare per quale ragione un embrione dovrebbe (obbligatoriamente) essere considerato diversamente da rifiuti speciali. E sarebbe incoerente, la mossa di Formigoni, con molte azioni banali e quotidiane: Formigoni dovrebbe ricordasi di dare degna sepoltura ai suoi capelli e alle sue unghie la prossima volta che ne farà scempio, è una questione di dignità dei capelli e delle unghie (che, proprio come un embrione, sono vivi, appartengono alla specie umana e hanno pur un diritto all’incolumità!). O della sua appendice, dio non voglia che si renda necessario togliergliela!

Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica

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11 commenti

jsm

io ci vedo anche un po’ di malignità…

vuoi per forza abortire? bene! cominciamo subito a schiaffeggiarti moralmente..

Ren

Solo un po’? E’ ormai in atto un tentativo di revisione della legge sull’aborto e le pressioni vengono fatte nelle forme più svariate …

Johnny Golgotha

“(…) chi in realtà vorrebbe vietare l’aborto saluta l’iniziativa come lodevole e la considera forse il primo passo nella giusta direzione (…)”

Sarebbe uno spasso vedere un antiabortista alle prese con una figlia quindicenne ed incinta, sono sicuro che le prenderebbe a cazzotti la pancia fino a farla crepare, e poi tornerebbe a sfilare in difesa dell’embrione, magari agitando un crocefisso grosso quanto la propria stronzaggine (enorme)

Il Conte di Saint Germain

La fissazione di umiliare le donne gli è rimasta, non riescono proprio a scrollarsela di dosso…

TAVRVS

La colpa e’ anche di certa cultura post-sessantottina che ha teso ad estendere in modo podissequo ed indiscriminato la possibilita’ di essere soggetto d diritto (cfr. diritti degli animali). A quando i diritti oltre che della barba, delle unghie e dei capelli, della mia piantina di basilico? (tra poco mi vieteranno di strapparne le foglie) e delle pietre, poverine! continuamente calpestate… 🙂

Scherzi a parte, sicuramente e’ una macabra e vergognosa tortura psicologica.

Ernesto

Se fossi una donna e mi trovassi costretta ad abortire, per consolarmi prenderei a sberle le volontarie del MpV…

MuccaAtea

Proposta provocatoria: perchè non portare i “rifiuti del proprio corpo” (come li chiama elio) al curato chiedendo di dare loro degna sepoltura?

La prossima volta che mi toso i capelli… glieli porto!

Dan

“Mi stupisco che i laici lascino ai cattolici il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere”. Norberto Bobbio – intellettuale e fondatore del pensiero laico in Italia;

“Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l’aborto è un crimine”. Gandhi

Damiano

@Dan:

Io non ho sposato ne bobbio ne gandhi, infatti non sono d’accordo con nessuna delle due affermazioni.
Vorrei solo vedere nel “pensiero cattolico” la coerenza necessaria per scagliarsi, con altrettanta decisione, contro la pena di morte e la guerra dato che entrambe hanno la caratteristica di non rispettare la dignità di esseri umani (in questo caso nati, vivi e vegeti).
Poichè tutta questa decisione non la vedo, tutta questa cagnara è solo la solita ossessione dell’ideologia cattolica per il controllo di tutte le libertà personali, per l’omologazione degli individui.

Johnny Golgotha

Dan scrive:
12 Giugno 2007 alle 08:37

“Mi stupisco che i laici lascino ai cattolici il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere”. Norberto Bobbio – intellettuale e fondatore del pensiero laico in Italia ”

Bobbio intende l’omicidio come crimine verso una persona, mentre il feto, scientificamente, non lo è, quindi la tua è solo una goffa strumentalizzazione

“Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l’aborto è un crimine”. Gandhi ”

Dan, Gandhi lo ricordano tutti come un uomo immensamente buono, in realtà era una testa di cazzo; una volta giunto al potere tolse tutti i (pochi) diritti che l’impero britannico aveva dato ai Dalit, gli indù considerati senza casta, e da allora gli appartenenti alle caste più elevate hanno ripreso a trattarli come bestie, in ottemperanza alle leggi della religione induista; spesso le bambine Dalit vengono trucidate in rituali sacri, e sulla loro morte la polizia non indaga, i Dalit devono camminare con uno scopino appresso, per cancellare le tracce dei propri passi, vengono picchiati se in casa loro sono trovati piatti e padelle, perché non sono degli di averne, non solo, Gandhi stesso disse che un Dalit poteva anche laurearsi, ma la sua aspirazione maggiore doveva essere solo quella di raccogliere il letame

Aveva ragione Churchill quando definì Gandhi “Un piccolo fachiro mezzo nudo”, quindi il suo biasimo dell’aborto non conta praticamente nulla

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