Video-intervista a Marco Pannella, leader storico radicale: “Il coraggio si spreca nelle tradizioni anti-fasciste, anti-comuniste, anti-clericali, anti-fondamentaliste. È la storia delle nostre vite nei vari regimi che abbiamo attraversato. Più che coraggio, ci vuole, semplicemente, molta tolleranza”
Onorevole Pannella, il Family Day ha fatto il pieno. Dall’altra parte abbiamo avuto il Coraggio laico. E forse, oggi, per essere laici occorre veramente coraggio…
Mah, io non avrei scelto la parola coraggio. Sono stati i compagni della Rosa nel Pugno che hanno deciso così. Avrei preferito fierezza perché il coraggio si spreca, mi pare, nelle tradizioni anti-fasciste, anti-comuniste, anti-clericali, anti-fondamentaliste. È la storia delle nostre vite nei vari regimi che abbiamo attraversato. Più che coraggio, ci vuole, semplicemente, molta tolleranza.
Se parliamo dei temi della famiglia, non vedo molta tolleranza nel Family Day: una e una sola idea di cosa sia la famiglia, dove tutto il resto è il male… Ci sono spazi in Parlamento per allargare la mente ad altre idee di famiglia?
La Rosa nel Pugno rappresentava il tentativo di arpionare un po’ questa realtà italiana che stava andando in un’altra direzione…
Rappresenta-va? Non rappresenta più?
Questa serie di manifestazioni è convocata da la Rosa nel Pugno… Dicono che è morta, mentre la Rosa nel Pugno è sempre di più urgente, possibile. È un impegno che nasce da 20 anni di gestione radicale di questo simbolo che Mitterand e l’Internazionale socialista allora vollero che fosse affidata a noi, e non a caso non all’una o all’altra scuola socialista.
Anche perché, se dall’estero dovessero venire a cercare il socialismo in Italia, senza la Rosa nel Pugno, dovrebbero rivolgersi al Partito Democratico, che non è poi così tanto socialista…
Hanno cantato i nostri funerali. Adesso stanno celebrando a tutto spiano nozze, battesimi… passeranno presto loro (il Partito Democratico), e saremo noi ad accompagnarli all’estremo riposo politico.
Videointervista sul blog Alteredo
Ma Pannella nel 92′ non parlava di thatcherismo?
Credo che parli solo della storia del simbolo della Rosa nel pugno.
Pannella secondo me: 1) non c’entra più un cazzo con i nuovi radicali e 2) è un coglione. Da un lato si professa laico, ma darebbe un supporto incondizionato al talebano Bush. Per non parlare dei suoi innumerevoli e inutili scioperi della fame.
Purtroppo dopo le battaglie degli anni 70, ha perso completamente il senso della direzione, fino a diventare l’alfiere del liberismo economico più sfrenato. Cosa vorrebbe, che anche noi avessimo un sistema sanitario all’americana dove se non puoi permetterti
un’ assicurazione ti buttano fuori dai pronto soccorso e dagli ospedali?
Beh poi non dimentichiamo l’alleanza con berlusconi che lo ha squalificato. Per una cosa apparentemente di buon senso poi i radicali ne fanno altre 3 sballate. C’è da fidarsi di loro? A me pare meglio Boselli.
Pannella sta ormai danneggiando la causa radicale e dovrebbe essere messo da parte (o aver il buonsenso(???) di farlo da sé).
Ren, tirare sempre in ballo l’alleanza con Berlusconi mi sembra sciocco. Errare è umano.
Bah, a me pare già migliorato rispetto ai tempi (anni ’90?) in cui faceva solo campagne per i finanziamenti e la visibilità mediatica del partito. Almeno i digiuni oggi li fa per la moratoria sulla pena di morte, e non perché la Rai dia loro più spazio. Poi, certo, lo strumento di lotta è piuttosto logoro, centomila satyagraha al secondo che fluiscono inarrestabili vengono un po’ a noia. Ma almeno se ne sta rialzando il livello etico-politico e culturale. (Anche, purtroppo, grazie alle opposte campagne oscurantiste lanciate da Ruini, RatzingaZ e Bagnasco.)
L’alleanza con Berlusconi? Credeva di avere a che fare con una destra laica, c’erano intellettuali (ahem!) liberali, come il popperiano Pera.
Ecco, appunto.
Direi che la svolta khomeinista di F.I. ha spiazzato pure me. Pure teocratici non me l’aspettavo… 😛