Il mito del caos morale laico

Non si può criticare a lungo il dogmatismo religioso senza imbattersi nella seguente affermazione, proclamata come se fosse un fatto evidente della natura: non esiste una base laica per la moralità. Secondo questa logica, stuprare e uccidere bambini può essere sbagliato soltanto se c’è un Dio che dice che è sbagliato. Altrimenti, giusto e sbagliato sarebbero mere costruzioni della società, e ogni società sarebbe libera di decidere che stuprare e uccidere bambini è in realtà un piacevole trastullo familiare. Nell’assenza di Dio, John Wayne Gacy potrebbe essere una persona migliore di Albert Schweitzer, se solo più persone fossero d’accordo con lui.

E’ semplicemente sorprendente quanto sia diffusa questa paura di un “caos morale laico”, data la quantità di errori, sulla moralità e sulla natura umana, che bisogna fare per metterla in moto nel cervello di una persona. Senza dubbio c’è molto da dire contro il falso legame tra fede e morale, ma i seguenti tre punti dovrebbero bastare.

1. Se un libro come la Bibbia fosse l’unico compendio affidabile per la moralità umana a nostra disposizione, sarebbe impossibile (sia sul piano logico che su quello pratico) criticare questo libro in termini morali. Invece è straordinariamente facile criticare la moralità che si trova nella Bibbia, in quanto la maggior parte di essa è semplicemente aberrante e incompatibile con una società civile. […]

2. Se la religione fosse necessaria per la moralità, dovrebbe esserci qualche evidenza che gli atei sono meno morali dei credenti. […]

3. Se la religione fornisse davvero l’unica base oggettiva concepibile per la moralità, dovrebbe essere impossibile porre una base oggettiva non teistica per la moralità. Ma non è impossibile, anzi è molto facile. […]

Testo integrale pubblicato da Maurizio Colucci su Novissimo Blog

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20 commenti

Ren

L’etica non ha bisogno della religione, lo dimostra anche Aristotele nell’Etica Nicomachea, un opera perfetta per capire quale deve essere il percorso virtuoso di un essere umano. In più è un’opera scevra da tutte le brutalità bibliche.

Chris

La moralità nasce dall’istinto, che si è selezionato in milioni di anni di evoluzione, l’uomo come animale sociale ritiene giusto e virtuoso essere altruista solo perché nei milioni di anni passati i gruppi in cui c’era un forte altruismo (spirito di corpo, capacità di organizzarsi, di mettere le esigenze di tutti al di sopra delle proprie) riuscivano a dominare il territorio e a riprodursi più degli altri, soppiantandoli.
Lo stesso vale per ogni altro istinto morale che ha l’uomo, dall’amore al rispetto per la vita, dal gusto per il bello a quello per il buon mangiare.

raphael

L’origine dell’etica va cercata esclusivamente nella realtà umana. Se consideriamo tale realtà nella sua concretezza essa non ci dà l’uomo isolato che è una astrazione dei filosofi ma l’individuo inscindibilmente legato ad altri individui l’io che è stretto al tu da un vincolo di profonda solidarietà: proprio questo vincolo tra uomo ed uomo ed esso soltanto è la sorgente della moralità (Feuerbach

la religione ha un grande merito: quello di essere stata la prima coscienza che l’uomo ha avuto di se stesso. E’ stata però una coscienza indiretta viziata da qualcosa di radicalmente illusorio. La sua illusorietà consiste nel trasformare i più intimi ideali dell’uomo in proprietà di un essere divino totalmente distinto da lui. da questo pericoloso sdoppiamento scaturiscono i difetti tradizionali di tutte le religioni: il fanatismo e la pretesa di limitare la ragione con la fede. Per evitare in modo definitivo questi equivoci e pericoli non vi è che una via sicura: quella di negare l’esistenza di Dio e, partendo da questa negazione, far sorgere nell’uomo una coscienza diretta di se stesso. Alla filosofia il difficile compito di sviluppare tale coscienza (Feuerbach)

Ernesto

Ma c’è ancora bisogno di ripeterle queste cose?
Esiste anche un vecchio paradosso: uccidere i bambini è male perché Dio stabilisce così, o Dio stabilisce così perché è male?
L’etica è un problema per le religioni teistiche non per gli atei.

rossotoscano

ma è proprio la religione che ha creato sovrastrutture alla naturale etica dell’uomo, in nome dei vari dei si è ammazzato, sacrificato, martirizzato e annientato interi popoli… di sviluppo culturale a pari passo con la religione finora non ne ho sentito parlare… sarà un segno o solo un caso?

Magar

In presenza di Dio un assassino della banda della Magliana, Enrico De Pedis, e Sua Sanguinarietà Augusto Pinochet Ugarte sono stati considerati persone migliori di Piergiorgio Welby. Infatti loro hanno potuto essere sepolti in Chiesa, Welby no.

Se quello laico è un caos morale, questo come lo definiamo? Vi va bene porcile morale?

Sailor-Sun

Gli atei sono più morali dei credenti. Una persona credente fa tutto quello che dio (o più frequentemente l’emissario di turno) gli dice, foss’anche “scarifica tuo figlio”.
Un ateo, che ha compreso l’inutilità di dio, avrà una visione più ampia e oggettiva del mondo, da cui potra estrapolare leggi e etiche utili all’uomo, non a dio.
Se ciò che è “giusto” non è utile per la felicità umana, non è etico. E’ ipocrita.

Giuseppe Murante

aggiungo che un’etica laica, se vissuta in modo coerente e’ serio, e’ infinitamente piu’ severa dell’etica cattolica.

qualunque porcata un cattolico faccia, puo’ sempre andarsi a lavare la coscienza da qualche prete (se lo trova libero tra un ragazzino ed un altro…)

qualunque porcata faccia un ateo, ci dovra’ fare i conti e nessuno gli potra’ dare l’autorizzazione di guardarsi tranquillamente allo specchio, se tali conti non dovessero tornare.

TAVRVS

Naturalm. sono d’accordo con tutti.
Vorrei solo aggiungere che, oltre all’istinto, la base dell’etica sono le civilta’.
In Grecia e a Roma, tuttosommato, era normale (o non grave) abusare di un bambino. Nel Satyricon di Petronia, un personaggio, Quartilla, ammette tranquillam. di aver avuto il suo primo rapporto a 7 anni…
(NON FACCIO PARTE DI LOBBY PEDOFILE, se qualche cretino lo sta pensando…); solo 30 anni fa dare del culattone ad un gay era quasi normale, e non c’era la (giusta) sensibilita’ che abbiamo oggi verso la diversita’.
Detto cio’, la Chisa in un certo modo, lanciando anatemi contro il relativismo, affonda il coltello in una piaga che esiste realmente, anche se non ha nulla a che vedere con la religione: e’ la piaga del tramonto di una civilta’ (l’Occidente) che mette in discussione continua i suoi valori (che non sono quelli giudeo-cristiani….). Lo stesso relativismo dominava pure alla fine dell’Evo antico…..
La Chiesa ha buon gioco nel denunciare il presunto caos laico perche’ in realta’ denuncia un male reale, seppur totalmente avulso dalla religione. Il fatto e’ che la Chiesa stessa e’ all’origine di questo relativismo: ha contribuito in modo essenziale alla distruzione della civilta’ antica, ma non potendola cancellare in toto, ne ha inglobato alcuni tratti. Ma i valori dell’Occidente indoeuropeo e romano riemergono continuamente, come nel caso del suicidio quando la vita non sia degna di esser vissuta (cfr. il commento di Armando Plebe alla vicenda Welby).
Il vero caos e’ dato dal fatto che l’Occidente non si decide ad espungere il dio semita dalla sua civilta’.

Giuseppe Murante

@tavrvs (OT)
“e’ la piaga del tramonto di una civilta’ (l’Occidente) che mette in discussione continua i suoi valori (che non sono quelli giudeo-cristiani….). Lo stesso relativismo dominava pure alla fine dell’Evo antico…..”

..mah.. detto che sono abbastanza d’accordo sulle linee generali di quello che dici, soprattutto sul fatto che dovremmo cercare di liberarci dal cancro che infesta la nostra civilta’ sin dall’epoca romana…
io sono un po’ scettico su questa visione millenaristica della fine della (nostra) civilta’.
Ne siamo sicuri?
Perche’ dici che la nostra civilta’ sta finendo?
Dove sono i segnali?

Asatan

Fine della civiltà? Ne dubito fortemente.
La questione è che molte persone hanno paura del cambiamento, non capendo che è una parte integrante della natura. Ciò che non cambia, che non si evolve, si estingue.
La società sta cambiando, adattandosi al tempo presente, tutto qui.
Le menta su ipotetiche “età dell’oro perchè prima si stava meglio” sono, come direbbe Alda, solo delusions di persone incapaci di vivere.

Secondo questa gente si stava meglio quando la vita media er 50 anni, quando le donne erano un bene acquistabile ed eliminabile a piacere (delitto d’onore) e i figli proprietà di cui fare ciò che si voleva fino alla maggiore età (e possibilmente anche dopo).
Se questa roba, che non tiene e non ha mai tenuto minimamente in conto la dignità dell’80% dell’umanità, è etica o morale… allora io sono il papa.

Ren

Son d’accordo con asatan. E’ paura del cambiamento. IL problema è che per società evolute come quelle del nord europa il cambiamento è normale perchè sanno guardare sempre avanti e si prefiggono il miglioramento e la crescita civile ed economica. Per società arretrate come la nostra il cambiamento deve essere preceduto da traumi in genere. Ci vogliono guerre e dittature per farci cambiare? (non si direbbe, comunque, a giudicare da cosa è cambiato dopo berlusconi. Niente) Per tantissima gente in Italia si stava sempre meglio quando si stava peggio perchè così non vengono mai messe in discussione le loro piccole sicurezze.

Asatan

Vorrei aggiungere solo una cosa: dire che l’etica di un ateo è giocoforza superiore a quella di un credente non è corretto.

Credente non vuol dire per forza cattotaliba, fondamentalista cristiano o islmista.

Ci sono milioni di scintoisti, buddisti, animisti, pagani, neopagani, ebrei, mussulmani, ecc che sono ottime persone con un etica forte. Paragonare queste persone ai vari pazzi fanatici che infestano il mondo non è bello.

Sarebbe come dire che Daniela M è uguale a grillosparlante, un’assoluta follia.

Lady Godiva

X Giuseppe Morante

“aggiungo che un’etica laica, se vissuta in modo coerente e’ serio, e’ infinitamente piu’ severa dell’etica cattolica.”

Ho spesso l’impressione che su questo si basi il successo delle religioni.

TAVRVS

Paura del cambiamento?

Ci sono cambiamenti e cambiamenti. Quando dei valori non sono piu’ sentiti da una civilta’ questi valori subiscono una “trasvalutazione” , un cambiamento, e vengono sostituiti con altri valori, magari opposti.
Ma quando ai valori tradizionali (buoni o cattivi che fossero), viene sostituito il nulla, o il relativismo assoluto, allora, secondo me, c’e’ un forte rischio che ci avvii verso la barbarie.

Cio’ che dovremmo fare noi laici e’ proporre dei valori alternativi, ma forti, non solo anticlericali, ma anticristiani.
So che le mie posizioni non sono condivise da tutti in quanto io esprimo le posizioni di un laicismo “di destra” (anche se non mi identifico in tutto in questa categoria). Purtroppo a destra non c’e’ una vera e forte presenza laica, e questo danneggia tutto il panorama politico italiano in genere (questo e’ purtroppo il frutto postumo degli errori che fece Mussolini per mantenere il potere – e contro le sue stesse convinzioni: Pati lateranensi in primis…).

Ad esempio, il considerare il suicidio un atto di valore e non un peccato, (che e’ e’ un valore di destra, per inciso) affonda le sue radici nel passato romano (ci si suicidava per non cadere nelle mani del nemico, quando si aveva la certezza della sconfitta: e il nemico puo’ essere anche la natura maligna di una malattia incurabile…). Questo e’ un valore alternativo che dovrebbe esser proposto in sostituzione del valore cristiano – ormai non piu’ tale – della vita come sofferenza imposta dal dio. (E’ l’identificazione nel Cristo martoriato che e’ in gioco: eliminata quella, siamo sulla buona strada per eliminare il cristianesimo…).
Quel che volevo sottolineare e’ che ‘Occidente dovrebbe ritrovare le sue vere radici indoeuropee, riprendere quei valori, anche adattandoli ai tempi nostri, con intelligenza.
Non sono un determinista ne’ un millannarista: sta a noi salcarci dal “caos dei valori”, che se non caos laico, comunque esiste.
La colpa e’ di certa stupida antropologia e sociologia di sinistra: chiaro che ogni civilta’ ha i suoi valori e qusti spesso sono incommensurabili; ma cio’ non implica che dobbiamo perdere il nostro “punto di vista”, la nostra prospettiva. La Chiesa propone la sua, noi dobbiamo proporre la nostra. Ma il relativismo e’ un cancro mortale.

TAVRVS

P.S: Scusate qualche errore di grammatica e di stile:scrivo in fretta e non rileggo 🙂

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