Perché Welby poteva chiedere legittimamente di staccare il ventilatore

Un paziente X è malato di cancro.
Gli si prospettano 2 alternative: a. cicli di chemioterapie con prospettiva di sopravvivenza e guarigione a.1; b. nessuna chemioterapia con prospettiva di sopravvivenza e guarigione b.1 (ove tanto nella prospettiva a.1 che b.1 compare la morte come possibile esito; in b.1 è verosimilmente anticipata rispetto a a.1).

Prima di proseguire: sono, a. e b., entrambe strade percorribili e legittime?

Se sì e se il paziente X scegliesse a., sarebbe poi libero di interrompere la chemioterapia (c.) qualora durante il trattamento cambiasse idea?

Difficile rispondere di no. E allora le scelte a., b. e c. dovrebbero essere tutte legittime. Soprattutto: la scelta a. è equivalente moralmente alla scelta c. (e dovrebbe esserlo anche legalmente).
Sostituiamo la chemioterapia con un ventilatore meccanico o con la nutrizione e alimentazione artificiale. Se il paziente Y (non ancora collegato ad un macchinario) rifiuta il ventilatore meccanico lo possiamo forse costringere? E se quello stesso paziente accetta di essere tenuto in vita da un macchinario e poi, dopo un certo periodo di tempo, decide che vuole essere scollegato? Che cosa c’è di diverso dal rifiuto assoluto di essere collegato? L’avere accettato lo priva forse della possibilità di cambiare idea? E di esercitare ora la sua originaria possibilità di rifiutarlo?

Che cosa ha chiesto Piergiorgio Welby? Che cosa ha fatto Mario Riccio?
(Per gli smemorati: l’autopsia ha stabilito che Welby è morto in seguito al distacco del ventilatore e non per la somministrazione di farmaci sedativi).

Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica

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9 commenti

Nikky

Questo concetto è lapalissiano, è stato capito da tutti eccetto dallo stato. Neanche la chiesa, in verità, l’ha capito, ma se dobbiamo elencare tutto ciò che non capisce facciamo notte

jsm

alla chiesa non frega proprio niente che accidente ha preso al paziente. non gli frega niente se crepa tranquillo o urlando di dolore. alla chiesa interessa non perdere terreno quale autorità morale, quale legislatore morale..

Silvia

E’ tristissimo e drammatico che un essere umano capace di intendere e volere non possa chiedere un intervento per accelerare la propria morte, suo sacrosanto e naturale diritto (nonché dovere della collettività il concederglielo).
In Italia dobbiamo invece attaccarci a idee patetiche come il diritto di rifiutare o sospendere delle cure…

Nickelgrey

Concordo con Daniela.
Ma appunto è un ragionamento, cosa che per gli italiani, in somma parte, è incomprensibile.

Nickelgrey

(nel senso che ho come l’impressione che gli italiani più degli altri popoli vadano “a pelle” per tutto, tutto è emotività e quasi nulla è ragionato).

ibridux

la chiesa sta continuamente perdendo terreno, non gli rimane che la speranza della gente che sofre ma sopratutto dei loro familiari.
“prega per tuo marito in stato terminale, e naturalmente versa un’obolo alla chiesa che il prete di turno canterà messa per il tuo caro, sempre più “caro”

spuci

Perché Welby poteva chiedere legittimamente di staccare il ventilatore….
E’ self evident.
In un mondo di esseri razionali non ci sarebbe nemmeno bisogno di spiegarlo…

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