Il diritto alla vita “nella sua sacralita’, inviolabita’ ed indisponibilita'” costituisce un “limite per tutti gli altri diritti che siano posti a tutela della dignita’ umana” e dunque anche quello sancito dall’articolo 32 della Costituzione, secondo cui “nessuno puo’ essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. E’ quanto rileva il gip di Roma Renato Laviola nell’ordinanza con la quale ha ordinato al pm Gustavo De Marinis di formulare l’imputazione coatta per il medico Mario Riccio, l’anestesista che aveva interrotto la ventilazione meccanica a Piergiorgio Welby, l’esponente dei Radicali affetto da una gravissima forma di distrofia muscolare progressiva e deceduto la notte tra il 20 e il 21 dicembre scorso. “L’affermazione di un diritto costituzionalmente riconosciuto comporta – si legge nell’ordinanza del giudice, con la quale e’ stata rigettata la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta che vede indagato Riccio per ‘omicidio del consenziente’ – che allo stesso debba essere data attuazione, anche in assenza di una specifica disciplina normativa, con il solo limite del rispetto degli altri diritti costituzionalmente garantiti”. Tra essi, e “tra i diritti inviolabili della persona – osserva il gip – deve essere ovviamente compreso il diritto alla vita; anzi, tale diritto, pur in assenza di una specifica previsione nella Carta Costituzionale, costituisce il presupposto di tutti gli altri diritti”.
Welby: Gip Roma, diritto a vita è limite insuperabile
16 commenti
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A parte che questa è un’interpretazione del tutto personale, la vita è un diritto non un dovere…
immagino che se il gip fosse stato nelle stesse condizioni di welby, sarebbe stato felice e contento di passare magari qualche decina di anni attaccato a delle macchine.
ceeerto.
ci crediamo tutti.
@Kaworu
Fuori tema: il 23 c’è il pride a Milano: http://www.pridemilano.org
La conseguenza inevitabile del “ragionamento” del gip è che il suicidio (o il suo tentativo fallito) sia da considerare illegale.
La loro coerenza (della gente che la pensa come Laviola) vorrebbe che lo si punisse severamente.
Propongo la pena di morte per tutti i falliti suicidi!
La conseguenza inevitabile del “ragionamento” del gip è che il suicidio (o il suo tentativo fallito) sia da considerare illegale.
La loro coerenza (della gente che la pensa come Laviola) vorrebbe che lo si punisse severamente.
Propongo la pena di morte come pena per tutti i falliti suicidi!
questo gip, più che un diritto lo considera un dovere, il dovere alla vita. Se addirittura un giudice non capisce la differenza tra diritto e dovere vuol dire che stiamo proprio alla frutta
“vita” “dignità” “diritto umano”
Ma siamo sicuri che si parla di Welbi?
Era vita la sua? Era dignitoso il modo in cui “viveva”? Era dignitoso il ciroc mediatico che si era scatenato? E’ diritto dell’uomo scegliere di vivere o morire, o siamo nel medioevo?
Appunto… il diritto alla vita, non il dovere.
Bisognerebbe spiegare a questo tizio qual’ è la differenza tra un diritto e un dovere.
1) Un diritto non puo’ essere imposto. Io ho il diritto di votare, ma nessuno puo’ obbligarmi ad andare a votare.
2) Si afferma la solita concezione cristiana per cui la vita non appartiene a chi la vive, ma a Dio, che la da’ ed e’ l’unico che puo’ toglierla. Questo perche’ alla Chiesa fa comodo che ci sia quanta piu’ sofferenza possibile, affinche’ l’uomo possa identificarsi nel Cristo in croce e sottomettersi al potere ecclesiastico.
3) Bisognerebbe coninciare ad introdurre nel diritto e nella concezione filosofica la distinzione tra vita biologica e vita biografica. La vita biologica e’ propria dell’animale, quella biografica e’ la possibilita’ di agire e vivere nel contesto umano. Per i motivi di cui al punto 2), Chiesa difenda solo la vita animale, al di la’ delle sue chiacchiere sulla dignita’ umana…
@TAVRVS
Forse anche solo la vita vegetale: il fatto che gli embrioni, proprio come le piante, non siano esseri senzienti non la turba affatto.
Comunque, per coerenza, bisognerebbe allora arrestare quelli che decidono di non farsi amputare un arto in cancrena, sapendo di andare così incontro alla morte.
Poi, arrestiamo anche chi non va a votare, perché deve essere affermato pure il diritto al voto. Magari anche chi non va a votare per il referendum sulla legge 40.
Dovere di vita? No, grazie!
provate a rileggere il testo sostituendo alla parola diritto la parola dovere: allora sì che ha un senso compiuto…….
Io ho il diritto di votare, ma nessuno puo’ obbligarmi ad andare a votare.
Perchè è qualificato come dovere civico….si prescinde dalla considerazione di diritto nel caso specifico dell’obbligazione….
Leggendo l’ordinanza, mi sembrano parole scritte da un prete piuttosto che da un magistrato, la
parola sacralita’ non dovrebbe esistere in un atto giudiziario.
Delirio puro. Siamo arrivati al concetto di diritto obbligatorio.
Volevo scrivere qualcosa sulla sottile differenza tra diritto e dovere, ma avete già fatto tutto voi. Mi associo.
E’ imbarazzante che un giudice faccia tanta confusione tra diritti e doveri.
Tutto questo casino andrà a vantaggio della causa di Welby, non fa che mostrare quanto grottesche siano le posizioni cattoliche “ufficiali”.