Franco Grillini e tutti i mali della religione

Video-intervista. Il presidente onorario di Arcigay: “La sovrapposizione tra politica e religione è la grande tragedia del nostro tempo”

Onorevole Franco Grillini, lo sport preferito ultimamente dai politici italiani è quello di dare definizioni. Storpiando anche la nostra bella lingua italiana. Una di quelle che più si divertono a dare in modi molto diversificati è la definizione di che cos’è la laicità. Tutti hanno una propria laicità, persino Papa Ratzinger, o Casini. Siamo arrivati al punto di avere una pluralità di laicità. Dunque resta quanto mai importante capire di cosa parliamo: cos’è, per lei, la laicità?
Ratzinger parla di sana laicità. E ovviamente tutto il significato non sta nella parola laicità ma nella parola sana. Nella sua concezione di laicità c’è lo spazio per la presenza pubblica di Dio. Naturalmente, essendo lui il rappresentante in terra di Dio, in questa parola – sana – c’è tutto il suo potere.
In realtà la laicità non ha aggettivi. È un termine che non ha bisogno di ulteriori specificazioni. E soprattutto laicità è uno spazio pubblico per tutti, dove tutte le culture, tutte le religioni, tutte le fedi, tutte le politiche – purché rispettose delle regole comuni, cioè delle leggi dello Stato e della Costituzione – possano trovare uno spazio di espressione.
Qual è il problema di Ratzinger e del Vaticano oggi in Italia? È che il Vaticano pretende di imporre, attraverso le leggi, quella che è la sua morale. Che è una morale di parte. Rispettabilissima ovviamente, se è una morale proposta liberamente ai propri aderenti, a chi si definisce cattolico e a chi fa della religione cattolica anche un costume di vita, una regola di vita quotidiana. Ovviamente non è tollerabile che questa morale, che è una morale di parte e anche di minoranza, sia imposta a tutti. Dico di minoranza perché è evidente che la morale ecclesiastica non è più seguita ormai da quasi nessuno: chi è per esempio che dà retta al Papa in tema di morale sessuale, dal divieto dei rapporti prematrimoniali all’uso del preservativo, dalla pillola del giorno dopo al sesso a soli fini riproduttivi e via dicendo… ci sono alcuni dati clamorosi della disubbidienza degli stessi cattolici verso la Chiesa…
Allora, laicità significa spazio per tutti. Significa che viviamo in uno Stato dove ognuno ha la sua possibilità di espressione ma dove nessuno può imporre ad altri convinzioni, fedi, morali che non condivide. Questa è la laicità.

La Corte di Cassazione, con una celebre e ormai datata sentenza, ci dice che se anche non è scritto in Costituzione, il principio di laicità è principio supremo, fondante, dello Stato italiano. Ma nella realtà…
Nella realtà, purtroppo, noi abbiamo, in questo momento… anzi subiamo in questo momento lo strapotere di una gerarchia ecclesiastica romano-cattolico che nella sua disperazione – e non sembri un paradosso che io parli di disperazione: perché si è accorta di essere minoranza, di non essere seguita nella morale che propone ai cittadini – si è resa conto di non avere più autorevolezza sull’opinione pubblica e sulla società. Per lo meno non ce l’ha più come prima.
Ecco allora che questo Papa si esprime in modo disperato e urla alla dittatura del relativismo. Ma quando tu urli alla dittatura del relativismo confessi che hai perso… Dunque, com’è che questa gerarchia ecclesiastica compensa la sua perdita di presa, di egemonia se vogliamo usare un termine gramsciano, sulla società? Compensa con il potere politico. Ora noi abbiamo una sovrapposizione tra politica e religione che è sotto gli occhi di tutti: la manifestazione del Family Day di piazza San Giovanni è la più chiara, più spettacolare, più evidente sovrapposizione tra religione e politica che noi abbiamo potuto vedere dal dopoguerra ad oggi.
Questa sovrapposizione tra politica e religione è la grande tragedia del mondo moderno: noi vediamo quali sono le conseguenze nel mondo della sovrapposizione tra politica e religione: vediamo cosa succede in Afghanistan, in Iran, nel mondo arabo, in tutti i teatri di guerra che noi abbiamo nel mondo, dove dappertutto è la religione la causa dei conflitti e dei disastri bellici.
In Italia abbiamo avuto la grande manifestazione del Family Day, non una manifestazione di un milione di persone, perché le cifre sono state gonfiate: saranno state due o trecentomila come ha detto la polizia, e non è un pezzo d’Italia che si mette in modo, ma sono due o trecentomila rispettabilissime persone che hanno espresso la loro rispettabilissima opinione, peccato che questa opinione diceva no ai Dico, no ai Pacs, no alle coppie omosessuali, e c’erano persino striscioni contro di me ed io naturalmente sono molto onorato di questa attenzione che mi è stata riservata in piazza San Giovanni…

anche se la Bindi ne ha avute di più, forse…

La Bindi ha avuto qualche attenzione in più ma immeritata perché in realtà la Bindi con i Dico ha fatto una mediazione che avrebbe dovuto essere apprezzata dal Vaticano. Una mediazione che è stata inutile perché le mediazioni servono ad accontentare qualcuno, mentre il Vaticano ha fatto lo stesso casino come se avessimo proposto il matrimonio gay, e ha non ha soddisfatto gli interessati, cioè le coppie omosessuali e le coppie eterosessuali conviventi.
Ora ci troviamo in una situazione di strapotere vaticano, fenomeno essenzialmente politico-mediatico, perché non ha radici reali e un consenso reale nella società, con le chiese vuote, i seminari vuoti, la crisi delle vocazioni, lo scandalo pedofilia che rappresenta il più grave problema della Chiesa cattolica in questa fase, tenuto in vita da una respirazione bocca a bocca che ha un nome: 8 per mille. La grande truffa dell’8 per mille. Se quei 6 miliardi di finanziamento all’anno alla Chiesa cattolica – perché oltre all’8 per mille dobbiamo aggiungere l’esenzione Ici per gli immobili della Chiesa, gli insegnanti di religione assunti fuori concorso, gli imponenti finanziamenti alla scuola privata cattolica – fossero destinati alle famiglie, forse non sarebbe meglio?

Le prime due domande erano per il deputato Grillini. Ora una per il Presidente onorario di Arcigay: perché essere gay fa male alla Chiesa e fa male alla famiglia?

Intanto essere gay non fa affatto male alla famiglia. Perché i gay non mettono in discussione nessuna relazione, non è che se uno è gay va da un eterosessuale e gli dice “adesso tu devi divorziare perché te lo dico io…“. Queste sono infinte, clamorose, incredibili stupidaggini. Non fanno dunque male alla famiglia, anzi, il movimento omosessuale, avendo contribuito a porre in primo piano il tema della famiglia, delle famiglie, della loro pluralità, ha fornito sostegno alle famiglie.
In realtà esiste una contraddizione non risolvibile tra omosessualità e Chiesa cattolica. La Chiesa cattolica si basa sulla verità rivelata e si compone di dottrina-tradizione-scrittura, ed è ovvio che la questione omosessuale è contraddittoria con la dottrina con la tradizione e con la scrittura. Non ci possiamo fare niente: con quella roba lì non c’entriamo nulla. Il problema però è della Chiesa cattolica e non degli omosessuali.
E poi, più cresce il ruolo della comunità omosessuale italiana, più esce allo scoperto, rifiutando quell’omertà e clandestinità a cui gli omosessuali sono stati condannati per millenni, meno gli omosessuali si nascondono, e più ovviamente diventa forte la reazione contraria. Perché il pregiudizio, il razzismo, la stupidaggine e l’ignoranza sono ancora molto forti, colpiscono duro, e ahimé ora abbiamo visto una costellazione di atti omofobici molto gravi.
Siamo su una strada da cui non si può tornare indietro. Per migliaia di anni gli omosessuali si sono nascosti, ora non si vogliono nascondere più. E siccome si parla di milioni di persone, non di tre o quattro – ma anche se parlassi di tre o quattro ovviamente il discorso non cambierebbe – si capisce bene che un sommovimento di popolo di queste dimensioni non può che dare fastidio agli stupidi, agli ignoranti, ai razzisti, ai clericali e ai fanatici.

L’articolo con la videointervista è pubblicato su Alteredo

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6 commenti

Stefano

Oh almeno uno che parla chiaro e bene davanti ai microfoni. Gli altri sono completamente assenti!

Ren

Si, Grillini e Marco Travaglio sono gli unici che parlano senza ossequiare quelli lì.

Leonardo

Grazie Grillini ! Anche noi atei votiamo, facciamoci sentire, e forte. Questa violenza “Mentecattolica” è veramente insopportabile.

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