Insegnanti cattolici nella scuola pubblica

«Famiglie impreparate a educare alla fede. C’è bisogno di nuovi educatori»

Anche nella scuola statale, «come in tutte le altre istituzioni dello Stato» la laicità va bene a papa Ratzinger solo se è «sana» cioè se «non implica una chiusura alla trascendenza e una falsa neutralità rispetto ai valori morali». La laicità pura e semplice, quella senza aggettivi, non piace al papa. Benedetto XVI perciò punta alla presenza di più «insegnanti credenti» nelle aule pubbliche precisando che non si riferisce soltanto a quelli che insegnano religione, già scelti dal vescovo e pagati dallo Stato, ma a tutti gli altri. Confida inoltre nell’azione di «alunni cristianamente formati» e nella «collaborazione di tante famiglie e della stessa comunità cristiana». In altre parole il papa vuole un rapporto più stretto in Italia tra chiesa e scuola pubblica, mentre elogia come esempio la sinergia tra le università pubbliche e pontificie a Roma. Le scuole cattoliche e l’ora di religione non sembrano bastargli di fronte all’impresa «sempre più difficile» di educare, specialmente alla fede cattolica, in questo tempo che definisce di «emergenza educativa». D’altra parte anche le famiglie cattoliche scricchiolano.

Il Papa affronta il tema dell’educazione nella basilica di San Giovanni piena di sacerdoti, insegnanti, catechisti e movimenti ecclesiali, inaugurando il convegno della diocesi di Roma “Educare alla fede”. E’ il classico Ratzinger allarmato da un mondo che «vive lontano da Dio» e da una civiltà che gli sembra «odiare se stessa», in cui «il relativismo diventa un dogma» e l’educazione «tende a ridursi alla trasmissione di determinate abilità, mentre si cerca di appagare il desiderio di felicità colmando i figli di oggetti di consumo». Genitori e maestri spesso abdicano ai loro compiti, «angosciati» dalle difficoltà o colpiti «dal degrado delle loro scuole».

In questo quadro decadente il Papa vede però aprirsi nuovi spazi per l’azione della Chiesa che esorta a «fare rete» tra oratori, parrocchie e associazioni. «Molte famiglie sono impreparate» ad insegnare la fede – ammette il Papa, in molti casi sono «disinteressate, se non contrarie». Ma siccome nessuna resta indifferente alla formazione dei figli ecco la possibilità di un contatto tra la chiesa e i genitori per «risvegliare» nei ragazzi «il coraggio delle decisioni definitive che oggi vengono considerate un vincolo alla libertà», specialmente – tiene a precisare Ratzinger – quando si tratta di «far maturare l’amore». Malgrado tutto, «cresce la domanda di un’educazione autentica», c’è bisogno «di nuovi educatori» ed anche «il giovane d’oggi conserva dentro di sé un desiderio di verità». Perciò la Chiesa, afferma il Papa, deve essere capace di mettere «la proposta di fede a confronto con la ragione del tempo». Ci vorrebbero inoltre cattolici capaci di dare «testimonianza», adesso che i preti diminuiscono anche nella diocesi del Papa e di Ruini. Intanto comunque, è meglio che a scuola il professore si mostri fervido credente.

Fonte: ItaliaLaica 

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28 commenti

Guidus

E quando gli islamici, ispirati da cotanto esempio, pretenderanno anche loro di fare proselitismo (pardon, educazione) a scuola, che cosa faremo?

Andrea

Interessante il punto di vista: o si insegna quello che dico io, o ciò che si insegna è sbagliato.
In un momento storico in cui il papato è in regressione, si interessano a inculcare e indottrinare i bambini e i ragazzi: cioè, visto che gli adulti non ci seguono e non credono in noi, li indottriniamo da bambini.
E’ più difficile far credere all’estistenza di babbo natale a un adulto che a un bambino.

Marco.g

Nel caso qualcuno non avesse ancora capito che a questi se gli dai un dito si prendono tutto il braccio. Vedrete che “questi” (=B16, Bagnasco, Fioroni, Pezzotta, Mastella…) prima o poi cercheranno di mettere l’idoneità del vescovo per TUTTI i concorsi pubblici…

Marco

Io mi ritengo fortunato ad essere riuscito ad apripre gli occhi nonostante la mia fanciullezza(come quella di tutti voi del resto, siamo in Italia)abbia visto spesso sullo sfondo un bel crocifisso.Ma non accetterei mai che un domani i nostri figli possano ancora rischiare di ritrovarsi rincoglioniti da qiesto tipo di propaganda da Controriforma.

Dan

Giusto, giusto, smettiamola con gli insegnanti cattofascisti!
Largo agli professori che snobbano Agostino,Pascal,…e agli intellettuali che bocciano la Divina Commedia e i Promessi Sposi (“un romanzo di cattolicesimo provinciale” – Vattimo)

Ateismo – unica religione ammessa!

……quod non fecerunt barbari, fecit ignorantia

nibbio

” …. Io Galileo, figliuolo del quondam Vincenzo Galileo di Fiorenza, dell’età mia d’anni 70, costituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Eminentissimi e Reverentissimi Cardinali, in tutta la Republica Cristiana contro l’eretica pravità generali Inquisitori; avendo davanti gl’occhi miei li sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani, giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la Santa Cattolica e Apostolica Chiesa. Ma perché da questo S. Offizio, per aver io, dopo d’essermi stato con precetto dall’istesso giuridicamente intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa opinione che il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra non sia centro del mondo e che si muova, e che non potessi tenere, difendere né insegnare in qualsivoglia modo, né in voce né in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo d’essermi notificato che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle stampe un libro nel quale tratto l’istessa dottrina già dannata e apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa, senza apportar alcuna soluzione, sono stato giudicato veementemente sospetto d’eresia, cioè d’aver tenuto e creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia centro e che si muova. Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze Vostre e d’ogni fedel Cristiano questa veemente sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla Santa Chiesa; e giuro che per l’avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d’eresia lo denonziarò a questo S. Offizio, o vero all’Inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò. Giuro anco e prometto d’adempire e osservare intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo S. Offizio imposte; e contravenendo ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono da’ sacri canoni e altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate. Così Dio m’aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie mani. Io Galileo sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obligato come sopra; e in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento della Minerva, questo dì 22 giugno 1633.
Io, Galileo Galilei, ho abiurato come di sopra, mano propria”.
CCCP (Col Cazzo Che (mi) Prendete)

Dan

I colleghi scienziati, con in testa il famoso Cremonini, accusavano Galileo di vedere “macchie sulle lenti del telescopio” mentre lo scienziato venne difeso dal padre Benedetto Castelli, suo discepolo e professore di matematica a Pisa, e dal maestro Generale dei Domenicani, padre Luigi Maraffi.

Studiare gente, studiare….

Milvorum

«il giovane d’oggi conserva dentro di sé un desiderio di verità»

di sicuro non le VOSTRE verità

Il Filosofo Bottiglione

ma la rete cattolica è sempre esistita. parrocchie che propagandavano le loro iniziative a scuola, il crocifisso sullo sfondo. l’ora di religione, il modello familistico ed il maestro che ti chiedeva se eri andato a messa.
ma se questo meccanismo non ha funzionato e la scuola è malmessa adesso cosa vogliono fare ? riproporlo?

infine voglio far notare il solito viscidume retorico del papa: «il relativismo diventa un dogma».
bel giochetto:
chi pensa deve partire da presupposti (cristianesimo, relativismo, materialismo, nichilismo, imperialismo ecc.), quindi quei presupposti sono dogma.
la scienza dice che l’uomo è un animale sociale e tu fondi la tua struttura etica su ciò? bene quello è il tuo dogma.
ogni idea nasce da un dogma, quindi se usate la parola “dogma” per i nostri principi cristiani allora noi vi rivoltiamo contro la stessa parola, cosicchè voi siete in contraddizione: dogmatici con il dogma del non dogmatismo.
a questo punto, dogma per dogma, rivolgetevi a quello più puro, dell’uomo che si dona, emanazione del vero dio, di cui il papa è intermediario sulla terra. poi non vedete come spicca quell’-esimo in mezzo a tanti sinistri -ismi?
viva cristo re! viva la santissima vergine di guadalupe!

nibbio

Principi, assiomi, postulati, ipotesi ecc. da cui derivano teorie, paradigmi, leggi o più semplicemente schemi, relazioni, correlazioni e funzioni sono le principali caratteristiche di un particolare modo di pensare: quello vicino alle scienze. Le caratteristiche più importanti sono: il costante confronto con misure, esperimenti, riscontri ecc., il relativismo delle asserzioni e il conseguente fatto che possano essere discusse da chiunque e in ciascuna fase del processo. Un dogma non può, per definizione, essere relativo e quindi non può essere messo in discussione; l’assolutismo di un dogma non è semplicemente un ostacolo alla discussione: ne è la negazione. Cioè, praticamente la “colpa era di Galilei”, che non aveva ancora studiato la fisica di tre secoli e mezzo dopo e quindi aveva espresso concetti ancora approssimati, a volte errati, e non prove inconfutabili; per cui era giusta (o comprensibile) la condanna della chiesa, che difendeva una colossale ciofeca (definita frutto della ragione in quanto fantasiosamente pensata da Aristotele) di cui di sicuro si può affermare fosse “assolutamente falsa”. È un giochino sporco, dal punto di vista intellettuale, quello di trincerarsi dietro i propri assolutismi per condannare pensieri, teorie, affermazioni ecc., prevalentemente di tipo scientifico, in quanto, per definizione, questi non possono essere assoluti e definitivi! Il mio pensiero è assoluto, quindi, a prescindere, è migliore del tuo, che è relativo e non definitivo. Per essere credibile, cara scienza, tu devi esprimere leggi definitive, ultime, assolute, inconfutabili, altrimenti subentro io, che detengo la verità assoluta non confutabile, tipo l’eliocentrismo. La sentenza fu “razionale e giusta” solo nell’ottica della malafede culturale o del tornaconto politico o della feroce lotta fra religioni. Quindi non è la scienza che pretende di spiegare tutto, a immagine e somiglianza di una chiesa che pretende, essa si, di spiegare tutto con i dogmi e, quando si trova in difficoltà, cioè quasi sempre, attraverso i misteri.

Jeeezuz

Dan, Galilei sarà anche stato difeso da due religiosi, fatto stà che alla fine l’hanno condannato. Se poi “voialtri” la smetteste di tirare in ballo questa storia di “scienziati che contraddicono altri scienziati” fareste solo bene! è normale che uno scienziato provi a contraddirne un altro: è il procedimento su cui si basa tutta la scienza.

Per non parlare dei cumuli di luoghi comuni che tiri in ballo

“Giusto, giusto, smettiamola con gli insegnanti cattofascisti!
Largo agli professori che snobbano Agostino,Pascal,…e agli intellettuali che bocciano la Divina Commedia e i Promessi Sposi (”un romanzo di cattolicesimo provinciale” – Vattimo)”

La mia professoressa di lettere al liceo era una convintamente di sinistra, grande amante della divina commedia.
Il mio professore di filosofia, anche lui di “profonda” sinistrorsità, era un amante dei filosofi cattolici medievali

Sei troppo imbevuto di stereotipi per non capire la distinzione tra cultura laica e cultura religiosa.

jsm

galileo l’han si difeso, finchè non si sono accorti del marone fatto….

dan,
“Ateismo – unica religione ammessa!”
guarda che voglio che mi figlio possa studiare senza subire insegnamenti religiosi, tutto qua. se al tuo vuoi far studiare le fantasie di Dante o peggio della Bibbia, è affar tuo. nessuno e lo vieta.
ragiondando così dimostri di avere un cervello che funziona solo con sistema binario….

Ren

Che vergogna di istituzione becera e autoritaria. Non è meglio del khomeinismo.

claudio

Dan, piccollo trollettino spammatore, non hai ancora capito la diferenza fra la cultura
senza aggettivi, e il bigottismo e la manipolazione delle coscienze.
Ti faccio notare che György Lukács filosofo e critico letterario marxista, riteneva i Promessi
Sposi uno dei piu’ grandi romanzi dell’800, ma voi poveracci queste cose non le sapete e,anche
sapendole, non le potete capire.

jsm

dan,
è proprio perchè abbiamo capito che la verità ci rende liberi che ne abbiamo le palle piene delle minchiate catto-pontificie…..

Ren

Più insegnanti cattolici nella scuola pubblica? Ne paghiamo già decine e decine di migliaia che servono i vescovi e non lo stato, lavoricchiano in classi vuote perchè li seguono in media solo il 5% degli alunni. Sono in genere arroganti e ignoranti. A cosa servirebbero quelli in più, tanto per capire?

Damiano

@jsm:

Occhio perchè Dan non c’ha la verità che lo rende libero, ma la Verità che lo rende libero.

@Dan:
E così il fatto che Galileo venisse “difeso” da un prete, sarebbe la motivazione che giustificherebbe l’insegnamento della religione nella scuola pubblica.
A me pare che tutto questo dimostri semplicemente che ci sono dei preti ragionevoli nonostante la religione (i cui massimi rappresentanti, infatti, condannarono Galileo).

A quanto pare non siamo solo noi a dover studiare…

Dan

Ueila carissimi campioni di dialogo e di TROLLeranza!
noi poveracci avevamo sempre sostenuto che i “Promessi sposi” sono un grande romanzo.
La “DIFERENZA” l’abbiamo capita: per noi le “fantasie di Dante” sono CULTURA (di diverso avviso pare JSM ma tant’è)
L’intellettualissimo Giuseppe Murante risponda a tono, invece di darmi del TROLL
Saluti!

domixio

Dop tanti anni posso finalmente dirlo, almeno qui ?(visto che a scuola il conformismo era imperante) “Promessi sposi” NON sono un grande romanzo.

E’ un’opera praticamente sconosciuta all’estero. Di contro, quante opere letterarie inglesi , francesi ecc. contemporanee sono ancora lette e tradotte in tutto il mondo?

Monsignèr

La Divina Commedia qualificata come fantasie di Dante?
La divina commedia è un’opera meravigliosa…esaltiamo queste fantasie…perchè queste fantasie son arte….

Johnny Golgotha

Insegnare una religione vuol dire fare proselitismo, e quello cattolico è uno dei più dannosi, perché diffonde un totalitarismo improntato al biasimo del dissenso ed alla repressione delle diversità, ed è proprio per questo che la Chiesa ci tiene ad indottrinare le persone fin dall’infanzia, perché proprio in questo periodo i comportamenti più incivili, come le discriminazioni di stampo cattolico, possono trovare terreno fertile dove radicarsi

Ah, un’altra cosa, I Promessi Sposi è un romanzo mediocre, accostarlo alla Divina Commedia è un bell’azzardo

E comunque sia, come testo di narrativa nei licei proporrei “le Undicimila Verghe” di Guillaume Apollinaire

cartman666

Onestamente, i Promessi Sposi era davvero di una pochezza impressionante, io onestamente avrei fatto studiare “I Malavoglia” del mio conterraneo Verga, che ha ben altro spessore, ho notato che parlando con intellettuali atei nella stragrande maggior parte ritengono i promessi sposi un libro decisamente sopravvalutato, giusto studiare qualche parte, ma non passarci tre anni di scuola sopra.

Aldo

A proposito di Dante e precisando che la letteratura non è il mio campo…

La “Divina Commedia” è un capolavoro dal punto di vista tecnico ed è ricordata con tanta enfasi perché lo si ritiene uno dei primi esempi di letteratura di rilievo in Italiano. Questo tipo di valutazione dovrebbe per correttezza mettere in secondo piano gli aspetti contenutistici, che personalmente reputo piuttosto poveri ed eccessivamente legati alla contingenza del momento. Dal punto di vista del contenuto, ricordo dall’epoca del liceo d’aver letto altre, più brevi, composizioni poetiche di Dante che considero decisamente superiori alla Divina Commedia.

In ogni caso, le classifiche lasciano il tempo che trovano, specie nel campo dell’arte, ove la soggettività delle valutazioni ha un peso notevole. A livello di valutazione soggettivamente epidermica, direi che Dante nella Divina Commedia manifesta un prolisso bigottismo, e indulge a trasformare un poema tecnicamente ben strutturato in un bieco manifesto politico, per di più strettamente legato ai tempi in cui è vissuto. Manifesto per manifesto, preferisco quelli di Porta e Belli, che ritengo molto più attuali nella loro concisione formale e molto più mirati alla società reale con la loro capacità di sintetizzare in poche righe tratti caratteristici dell’indole umana validi per ogni tempo.

Al di là di queste considerazioni, mi pare normale che la chiesa, potere per sua natura assolutista e “infiltratore”, desideri avere più peso nella scuola. Sta allo Stato italiano e ai singoli insegnanti che lo ritengano opportuno (in nome della “libertà di insegnamento”, sempre meno rispettata) rispondere “no, grazie”.

Ma perché poi sto qui a scrivere queste cose? 🙂

Asatan

Ho la sensazione che se mai avrò figli finirò per mandarli alla scuola svizzera o alla steineriana.

I promessi sposi sono interessanti per gli spaccaati di vita dell’epoca. Per altro la letteratura mondiale offre certamente di meglio. Accostare questo romando a Dante è paradossale.
Sarebbe come paragonare Sidney Sheldon a Milton.

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