Matrimoni civili, Bernardini: a Roma solo 4 luoghi ove celebrarli

La notizia non è nuova ma merita di essere ripresa.

Proprio mentre la propaganda degli opposti schieramenti fa a gara “in difesa” della famiglia, si scopre come sposarsi in Italia sia particolarmente difficile. Oltre che costoso. Capita infatti che a Roma, capitale d’Italia e gemellata con Parigi, il Comune metta a disposizione dei fidanzati che intendano sposarsi due sole sale. In particolare, la Sala Rossa al Campidoglio e la cappella sconsacrata di fronte alle terme di Caracalla, in via delle Camene.

A questi due posti gestiti direttamente dall’amministrazione capitolina, si aggiunge Villa Lais, sulla certamente non agevole via Tuscolana, in zona semiperiferica, gestita dal nono municipio, e la Sala Azzurra a Ostia, di competenza del tredicesimo municipio.

Di fronte a questa situazione incresciosa abbiamo deciso di iniziare una campagna finalizzata per l’intanto a incrementare il numero di case comunali dentro Roma dove sia possibile sposarsi: non è accettabile, infatti, che a fronte di 336 parrocchie dove è possibile contrarre il matrimonio concordatario ci siano solo 4 luoghi ove sposarsi “civilmente”. Se pensiamo che i matrimoni civili sono più del 30% del totale, i luoghi che il Sindaco Veltroni dovrebbe mettere a disposizione non dovrebbero essere meno di un centinaio, altro che 4!

Tale carenza di “case comunali” rende peraltro impossibile poter contrarre matrimonio nei tempi previsti dal codice civile che presumerebbe di celebrare la cerimonia a 12 giorni dal momento della decisione, ossia dopo otto giorni di pubblicazioni e quattro giorni dopo l’ultimo giorno di esibizione pubblica.

Infine, voglio anche rilanciare il matrimonio laico umanista che consente alle coppie di farsi sposare da chiunque vogliano: inizierò io a dare il buon esempio con un matrimonio che celebrerò personalmente il prossimo venerdì 13 luglio alle ore 17″.

Dal sito della Rosa nel Pugno

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5 commenti

fedele

E’ cambiato il codice civile. Ancora non lo sa nessuno, solo quelli che tengono la rosa nel pugno.
In tutti i comuni della repubblica hanno ancora la vecchia edizione del codice che prevede che il matrimonio si deve celebrare entro centoottanta giorni dalla pubblicazione.
E’ necessario che, con urgenza, vengano informati gli ufficiali di stato civile della novella legislativa.

Ernesto

Si scrive “centottanta” (a meno che non sia cambiata la grammatica italiana, e lo sappiano solo quelli che tengono il rosario nel pugno).
A parte questo, la cosa non mi interessa, giacché io non posso sposarmi nemmeno se volessi. Quindi sono contento che i privilegiati che possono abbiano almeno qualche difficoltà.

Vassilissa

Per un comune come Roma avere solo 4 sale è di una taccagneria inammissibile.
Se ce l’hanno fatta anche quelli del mio comune ad allestire una bella saletta in un’antica cascina non dovrebbe essere difficile in una città che trabocca di palazzi.
Cissà la situazione delle sale del commiato….
a Veltrò, datte ‘na mossa.

fedele

Si puo scrivere sia centottanta che centoottanta. Chi ti ha insegnato che scrivere centoottanta è sbagliato, Giusuè Carducci? Prenditi un libro di grammatica attuale e non del 1800. In quasi tutti i documenti ufficiali dello stato (lo stato laico, non la città del vaticano) è più usato “centoottanta” che “centottanta”. Prima di correggere documentati.

Gérard

In Francia è esattamente l’opposto che accade .
Infatti, visto la mancanza di preti, uno che vuole sposarsi in chiesa cattolica deve fare la ricerca, sia della chiesa ( ormai molte sono praticamente sempre chiuse, domenica compresa ) che del prete, almeno 6 mesi in anticipo….

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