Sulla campagna di “sbattezzo”

In un Paese la cui informazione è soprattutto dominata dalla gravidanze delle mille signorine sorriso che pullulano nelle becere televisioni di Stato e non, per puro caso qualche giorno fa è comparso qualcosa fuori da tutti gli schemi tradizionali. L’intoccabilità di certe caste sappiamo bene essere nota, e la vendetta trasversale che si può adottare su chi trasgredisce a tali regole si da talmente per scontata che se anche mai pronunciata ha una su emblema identificativo: le tre scimiette… quelle cioè che non vedono, non sentono e non parlano.

Ma in questo mare di succubi silenzi, talvolta sfugge qualcosa…

Ora che pure questo si a frutto di calcolo non è noto di sapere, d’altronde la trasversalità è talmente dominante in questa povera nazione mal cresciuta, che ogni cosa può passare per i filtri malati della nostra fantasia, la quale poi definitivamente tale finisce per rimanere… Orbene, sul Venerdì di Repubblica dell’ 8 giugno u.s., a pagina 40 e successiva, veniamo informati ufficialmente che in Italia esiste la possibilità di “sbattezzarsi”, ossia che è possibile chiedere ufficialmente alla parrocchia che ha celebrato la prima funzione religiosa della nostra vita la cancellazione di quell’atto.

A questo punto le considerazioni individuali sicuramente si potranno illimitatamente accavallare, ma la cosa importante è soprattutto che da un giornale a diffusione nazionale si è finalmente informati di una opportunità quasi deliberatamente occultata sinora. Il cosiddetto “sbattezzo” in se è senz’altro poca cosa: un modesto gesto simbolico che vale soprattutto perché può risultare tra le prime prove provate – si scusi il bisticcio di parole – di un possibile dissenso verso il conformismo imperante e fin ora apparentemente irreversibile.

L’ “UAAR” (Unione Atei Agnostici Razionalisti) invece è una realtà : è cioè una organizzazione internazionale documentatissima – visitabile tranquillamente in internet – con una gamma vastissima di intellettuali riconosciuti a livello mondiale ed indirizzata verso tutti coloro che hanno una minima predisposizione ad una apertura mentale alternativa anche se è ancora oggettivamente quasi completamente sconosciuta sul nostro territorio.

La lettera di Gian Luigi Soldi è stata pubblicata ieri sulla “Tribuna di Treviso”

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9 commenti

Giorgio

Condivisibile questo scritto di Gian Luigi Soldi. Vorrei solo aggiungere che il “modesto gesto simbolico” può costare una bella fatica, perché l’autorità ecclesistica fa di tutto per impedire alle persone di “dimettersi”, preferendo un prigioniero ad un dimissionario. E già questa sarebbe una buona ragione per andarsene.

tito

“In un Paese la cui informazione è soprattutto dominata dalla gravidanze delle mille signorine sorriso che pullulano nelle becere televisioni di Stato e non, per puro caso qualche giorno fa è comparso qualcosa fuori da tutti gli schemi tradizionali.”
spostando una virgola e aggiungendone un’altra si ottiene una frase, ahinoi, molto più calzante alla realtà odierna del mondo dell’informazione. provate:
“In un Paese la cui informazione è soprattutto dominata dalla gravidanze delle mille signorine sorriso che pullulano nelle becere televisioni di Stato, e non per puro caso, qualche giorno fa è comparso qualcosa fuori da tutti gli schemi tradizionali.”
che ne dite?

Sydbarrett76

ieri ne parlavo con un collega, di quelli credenti per abitudine, mi ha detto “ma che ti costava restare battezzato??”
niente, come parlare a un pisciatoio…

Marco

E’ veramente una piccola conquista la visibilità che può dare un giornale come Repubblica alla campagna.Non sono d’ accordo che lo sbattezzo sia solo un gesto simbolico, perchè sul numero dei battezzati la Chiesa ricama chiamando in causa sempre il fatto che in Italia la stragrande maggioranza della popolazione è Cattolica.E invece è solo battezzata!

Damiano

ieri ne parlavo con un collega, di quelli credenti per abitudine, mi ha detto “ma che ti costava restare battezzato??”
niente, come parlare a un pisciatoio…

Io avrei risposto: “sono nato sbattezzato, che costava ai miei lasciarmi sbattezzato? (soprattutto dal momento che non ero cosciente..)”

roberta

vorrei informarvi che la campagna per lo sbattezzo viene portata avanti anche dal nostro sito http://www.democrazialegalita.it, oltre che con i link alla documentazione utile, con le storie dei ‘nostri’ sbattezzi che sono piutosto significative: uno di noi lo ha ottenuto con una facilità sorpprende, io l’ho ottenuto ma con scomunica latae sententia e un altro invece è ancora li che aspetta poichè la risposta che gli hanno dato è un fogliaccio scritto a mano di alcun valore…nei prossimi giorni pubblicheremo sotorie e documenti
ciao e grazie
Roberta

Asatan

E quello che sto cercando di fare capire alla mia dolce metà:

se non sei credente, restare battezzato significa prestarti ad essere usato per fare incamerare soldi ad un’associazione a delinquere, diventandone di fatto complice.

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