Udine: giovane indiana picchiata dal padre per rifiuto nozze

Ancora un caso di contrasti e violenze in una famiglia immigrata per un caso di nozze combinate, dopo la tragica vicenda di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre lo zio materno e due cognati perchè non voleva cedere a un matrimonio deciso dalla famiglia.
Questa volta la vittima è una ragazza di 16 anni di origine indiana che è stata picchiata dal padre perchè rifiutava la prospettiva di un matrimonio già combinato nel Paese d’origine, e per essersi trovata un fidanzatino. La ragazza è ora stata affidata a una comunità protetta del capoluogo friulano. La vicenda risale all’inizio del mese di giugno, quando la sedicenne si è presentata in classe con numerosi lividi sul corpo. Interrogata da uno dei docenti sul perchè di quei segni, la giovane ha rivelato che il padre l’aveva percossa con un bastone perchè lei si era rifiutata di sottostare all’usanza di nozze «combinate» con un ragazzo del Paese di origine. Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile della questura di Udine, che ha sentito la ragazza e i suoi genitori, i quali hanno affermato che il diverbio sarebbe invece dovuto alla scoperta di un rapporto tra la figlia e un ragazzo, anch’egli immigrato. Secondo gli investigatori, da queste ammissioni non emergerebbero tuttavia elementi contrastanti, in quanto il rifiuto del legame stretto dalla sedicenne in Italia sarebbe in contrasto con la decisione delle nozze combinate. Per questi motivi, il padre della giovane è stato denunciato per l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia, e la ragazza ricoverata in una struttura dei servizi sociali.

Fonte: Corriere.it

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11 commenti

Monsignèr

Povera……se è vero, che barbaro quell’uomo…

Jung come avevi ragione…

Leo55

Davanti a simili fatti dovrebbe emergere con prepotenza lo spirito libertario dell’occidente.
Purtroppo invece, il più delle volte , simili notizie vengono fatte passare in sordina per timore di arrecare “offesa” ad altre “culture”, in nome di un atteggiamento di rispetto falso e mistificante che non tiene in nessun conto i valori universali dell’individuo, irrinunciabili e da difendere senza compromessi al di là delle appartenenze culturali o religiose.

Silent Bob

Già, perché gli italiani queste cose non le fanno mai…

Che ipocrisia…

Ernesto

Gli italiani combinano le nozze delle figlie e le picchiano se non le accettano?
Forse solo nel tuo paese Bob.

Gabriele Porri

l’hanno fatto fino a poco fa, ma non è questo il punto, queste sono cose che vanno punite pesantemente…

fedele

Nemmeno negli ambienti più retrivi, nel nostro paese, avvenivano fatti come quello denunciato a Udine. I matrimoni potevano essere combinati tra le famiglie, ma non si ha memoria di matrimoni imposti con la violenza.

alessandro

Concordo con Gabriele, non e’ questo il punto. Chi parla di ipocrisia usa le parabole di sempre e ricomincia con la storia della pagliuzza e della trave. Con questo sistema si demonizza egualmente destra e sinistra, per esempio, col rischio di avanzare faticosamente verso soluzioni: lo conoscono bene i cristiani il trucchetto – qualche esempio l’abbiamo letto anche su questo forum – dichiarandosi tutti peccatori e fallibili. Amen?

Personalmente credo che sia il caso di alzare la voce su questioni cosi’ strettamente legate ai diritti umani. Nella stessa parabola della pagliuzza appare il concetto di non giudicare e non essere giudicati che ha permesso a troppa gente di effettuare soprusi su altri esseri umani, secondo me va riveduta – e corretta.

Lady Godiva

g.b. scrive:

14 Giugno 2007 alle 17:18
Dove sono le femministe?

X G.B.

Presente!
Ma per i diritti umani, le femministe mi hanno rotto le scatole da parecchio tempo

🙂

Asatan

Beh vi ricordate il caso della ragazzina di 14 anni che tentò il suicidio perchè non voleva sottostare ad un matrimonio combinato? Quella che poi “resa” alla famiglia in quanto un matrimonio combinati (di minorenne) non costituisce maltrattamento.

Altro che palle in questi casi bisogna togliere la partia podestà ai genitori e sbatterli fuori dal paese per gli illeciti penali commessi.

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