Gay Pride: vignetta sul Corriere

C’erano anche loro, no?

ma, si tratta di una questione di simbologie, esiste tutta una tradizione di comunismo(meglio socialismo) libertario che non da oggi sta cercando di mettere radici! insomma, il sistema di idee si trasforma, i simboli possono anche restare!

Che stalin ed altri, 60 anni fa, li abbiano infangati con le loro dittature schifose è certamente un grosso male, ma la falce e il martello sono e restano simboli di libertà e di progresso. Ora però io ci affiancherei un monitor di PC, o quantomeno un mouse…

ma san Giovanni di fronte ad una bandiera comunista faceva più ridere:-)

E’ una vignetta veramente banale (della bandiera comunista, poi, meglio tacere).C’è però un fatto da sottolineare e cioè quell’atteggiamento della politica italiana sintetizzata in questo principio: è meglio non prendere nessuna posizione, piuttosto che perdere qualche consenso (soprattutto quello cattolico). Chiunque realizzi vignette, infatti, sa benissimo che bisogna, in pochi tratti, evidenziare una questione, renderla paradossale, colpire “senza pietà” l’oggetto sottintendendo una ragione profonda, che non sia il semplice e “volgare” scheno. Partendo dal proprio linguaggio, intendo quello creativo, da utilizzare nella realizzazione, si deve necessariamente passare per un contesto di conoscenze comuni a quello sarà il lettore della vignetta.Il retaggio culturale, le convinzioni filosofiche e/o religiose di chi realizza e di chi legge faranno, da sole, il resto. In questo caso si fa leva sul diffuso sentimento omofibico della nostra nazioncina, per evidenziare la mancata presa di posizione del Presidente del Consiglio, che, da cattolico, frequenta burtte compagnie:radicali, socialisti anticlericali, terribili comunisti bolscevichi, ma soprattutto, (libera nos a malo!) una marea festosa di froci!. I cattolici di questa nazione, pare, hanno deciso di fare politica sul serio ed hanno intuito il punto debole di questa debole democrazia: non importa quanti italiani sappiano cosa significa essere cattolici, l’importante è che si definiscano tali e che stiano a sentire la manovalanza clericale. Quindi qualsiasi politico deve necessariamente dire “da che parte sta”. Questo significa potere e purtroppo la chiesa cattolica, in questo campo, ha più di un millennio di esperienza. Sarò pessimista, ma temo che siamo fottuti!!

Il succo della vignetta: Prodi un’immobilista.
Ma per dire una cosa del genere, mi chiedo, era necessario tiranre in ballo santi, gay, bandiere comuniste, piazze?
Un umorismo un po’ contorto, mi sembra.

Per Lady Godiva: hai ragione. Pur non essendo un assiduo frequentatore, mi ritrovo spesso sul sito dell’UAAR come se fosse una sorta di “trincea” contro un clericalismo aggressivo, che io, personalmente, subisco in diverse circostanze della vita quotidiana. Da questo penso dipenda la tua sensazione, dal fatto che molti tentino di gridare il proprio malessere nella convinzione di trovare molti che comprendano ciò di cui si parla. Porsi in “negazione” di qualcosa, tuttavia, può implicare il rischio di essere subalterni alla cosa stessa. Sono assolutamente daccordo con te, quindi, sulla necessità di non essere sempre negativi e di sottolineare quanto di propositivo venga apportato dai tanti che non si riconoscono in alcuna dottrina religiosa.
Questo, come altri siti e associazioni che affrontano la questione , sono degli strumenti di aggregazione e di confronto importanti.

x Aldo

Il Family Day era pieno di mediocri, che volano basso, che non fanno notizia mai…per quello è stato un giorno eccezionale: perchè era pieno di gente normale!
Il gay pride, giudizi morali e/o politici a parte, è una manifestazione ormai “normale” perchè piena di gente “eccezionale”….c’erano più Vip, politici, cantanti e star di vario genere sabato scorso che il 12 maggio. E’ stata la prima volta per tanta gente che si alza presto per andare al lavorare, per tirare la carretta e che ha ben altro in testa che protestare contro questi o quelli: è stata questa l’eccezionalità di quel giorno, voler far vedere quanta normalità c’è ancora in giro.

Sarà, Gennaro, ma una famiglia con tre, quattro, cinque… nove, dieci figli a me non sembra tanto normale… specie quando batte cassa atteggiandosi con genitori che si atteggiano ad eroi.

Ovviamente anche gli omosessuali, quando battono cassa (DICO & similia), non mi sono particolarmente simpatici. Senza contare l’inutile esibizionismo dell’una e dell’altra parte e quelle contrapposizioni muro a muro urlate con invadenza che, alla lunga, mi portano a prendere in uggia entrambe.

P.S. Ho scoperto che il tecnico del suono dello studio ove mi sono trovato a registrare un paio di settimane fa è omosessuale. Bene, vorrei che le persone fossero tutte come lui: riservate e rispettose. I riservati e i rispettosi: quella sì che è bella gente, non gli esagitati in piazza a mostrar le mutande o i passeggini a schiera per pretendere d’essere considerati “i migliori”! Comincio ad esserne un po’ seccato.