Benedetto XVI ha evocato con Bush le «critiche condizioni» delle comunità cristiane in Iraq. Ma è difficile per la Chiesa sollevare come problema politico la distruzione della comunità cristiana in Medioriente. La sola protesta sarebbe vista come attacco all’Islam. La shaaria grava già sull’Europa e sulle Chiese cristiane, interdice ogni critica alla religione musulmana o a Paesi musulmani. Per questo l’idea d’una manifestazione il 30 giugno, giornata della memoria liturgica dei primi martiri della Chiesa romana, a sostegno dei cristiani del mondo islamico è stata presentata da un musulmano laico: Magdi Hallam. Eppure la liquidazione dei cristiani nei Paesi musulmani è un processo recente che ha annullato la presenza del Cristianesimo nelle terre in cui ha avuto origine. Nel silenzio della Chiesa cattolica, che pure ha tanta voce in capitolo in sede internazionale, ma non evoca questa persecuzione nelle sedi diplomatiche e nemmeno nella pastorale comune. La Chiesa dei Paesi islamici è una Chiesa del silenzio costretta a subire la cancellazione senza poter dir nulla nel timore di scatenare il peggio.
Benedetto XVI è stato il primo papa a osare una critica alla dottrina coranica e alla pratica musulmana d’imporre, al prezzo della vita, l’adesione all’Islam. Oggi in tutti gli Stati musulmani molti cristiani sono obbligati a convertirsi, sottoposti a violenza. Ciò non suscita reazioni nemmeno nei Paesi democratici dove pure la libertà di religione è la madre di tutte le libertà. Il Cristianesimo è perseguitato e nessuno solleva la questione perché perseguitare i cristiani nei Paesi islamici non è per la comunità internazionale violazione dei diritti umani. Il fatto che siano le Chiese a soffrire sembra dispensare gli Stati democratici da porre il problema del diritto dei cristiani a essere tali e a testimoniare la fede. Anche qui opera la convinzione che gli Stati musulmani non sono in grado di reggere la pressione religiosa se non a prezzo di considerare l’Islam fondamento della società. Nella sua storia l’Islam non fu così persecutore dei cristiani come lo è in questi anni: il mondo islamico teme la secolarizzazione occidentale e comprende che disgregherebbe la società in misura maggiore di quella avvenuta in Occidente con la secolarizzazione del Cristianesimo. Anche in Turchia la laicità è garantita nella sfera dello Stato, ma con il controllo islamico sulla società e degli imam sulla predica del venerdì. La sfida culturale dell’Occidente spinge i Paesi musulmani a una reislamizzazione come propria identità globale. Gli Stati reggono solo se permettono il dominio dell’Islam sulla società, quindi la shaaria anche nei rapporti politici interni.
Inoltre vi è un filone anticristiano laicista in Occidente che considera la Chiesa cattolica un avversario e vede nella repressione del Cristianesimo una politica simile a quella pensata dall’Illuminismo. […]
Il testo integrale dell’articolo di Gianni Baget Bozzo è stato pubblicato sul sito de La Stampa
Chi di spada ferisce…. ricordiamo che in europa, in asia e in africa in nome del dio cattolico romano hanno ammazzato tantissime persone ed intere comunità… due religioni assolutistiche non possono avere dialogo e la comunità internazionale può solo difendere i diritti delle persone e di comunità in senso politico ma non difendere una religione contro un’altra… Dimmi papino che voglilamo fà n’artra crociata?
Adorano passare per martiri.
Se fossi un iracheno l’ultima cosa di cui sentirei il bisogno è proprio la religione…
cinicamente direi sarebbe bello che cristiani , mussulmani ed ebrei si sterminassero a vicenda, sarebbe l’alba di una nuova era, libera e laica, ma sto sognando ad occhi aperti.
Perchè pubblicare un articolo di un personaggio di dubbia integrità morale quale Gianni Baget Bozzo? Prete prima compromesso con Craxi ai tempi della sua discesa per i noti reati contestatigli, poi passato alla P2 con Berlusconi, ora… cappellano di Forza Italia? Presto cappellano dei neofascisti, dai quali non si distingue affatto. I preti sono preti, è vero! Però ci sono preti sopportabili e preti insopportabili, Gianni Baget Bozzo fa parte integrante di questi ultimi.
Giuseppe Menchiore Sarto, Pio X, classificava così i movimenti cattolici “democratici”: lupi travestiti da agnelli.
non possumus scrive:…sarebbe bello che i cristiani, mussulmani,…
Guarda, che talvolta i sogni si avverano
Mah, non conosco le cifre della situazione dei cristiani in Iraq, però (a meno che Baget Bozzo e il papa non mentano spudoratamente) perseguitare con la violenza una minoranza religiosa è un’orribile violazione dei diritti umani, l’esatto contrario di ciò per cui ci battiamo noi laicisti. Anche quando a fare le spese dell’intolleranza sono i cristiani. Che in questo caso hanno la mia piena solidarietà.
Nelle dittature musulmane non vengono rispettati i diritti umani di NESSUNO! Quelli delle donne, pure musulmane, in primis… Aborro, ovviamente, la “scappatoia” della conversione forzata, ma la lapidazione e il burqa mi fanno un po’ piu’ schifo.
Chi di spada ferisce…. ricordiamo che in europa, in asia e in africa in nome del dio cattolico romano hanno ammazzato tantissime persone ed intere comunità
Va bé, noi abbiamo ammazzato loro, quindi è giusto che loro ammazzino noi, non fa una piega. se tu ammazzi mia sorella, io ammazzo te. come ragionamento è perfetto, non c’è che dire.
Continuo a ripetere che non capisco perché un giornale come “La Stampa” insista a pubblicare le farneticazioni paranoiche di un analfabeta come Badget Bozzo. In questo articolo si leggono frasi del tipo “vi è un filone anticristiano laicista in Occidente che considera la Chiesa cattolica un avversario e vede nella repressione del Cristianesimo una politica simile a quella pensata dall’Illuminismo” o “la shaaria grava sull’Europa” che gridano vendetta e dovrebbero indurre ogni lettore laico a lasciare La Stampa in edicola finché qualcuno rinsavisce. Ma gli danno pure dei soldi a questo babbeo?
Esiste una “politica pensata dall’Illuminismo” nota solo a Baget Bozzo diversa da quella che ha dato vita alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e alla Costituzione americana? Sarà qualcosa che conosce lui e i suoi amici delle logge massoniche deviate…
E’ chiaro poi che in pratica non si vede perché tutelare i diritti umani dovrebbe risultare più facile in Iran, in Arabia Saudita o in Siria di quanto non lo sia a Myanmar o nello Zimbabwe… la soluzione non è sicuramente quella di attaccare Amnesty International come ha fatto di recente il Vaticano.
Infine, non sarebbe male ricordare che fino alla prima guerra del Golfo i cristiani erano tollerati proprio nei paesi ostili all’occidente, come l’Iraq, la Siria e la Libia, che comunque hanno sempre commesso violazioni egregie dei diritti umani nei confronti di altre minoranze etniche e religiose come i Curdi e gli sciiti. I cristiani sono sempre stati soggetti a molte più restrizioni nei paesi “amici” come l’Arabia Saudita o il Pakistan.
@ Charlotte
credo che tu non abbia colto l’ironia del mio messaggio… tra religioni che negano i diritti fondamentali della persona non può esserci dialogo e non giustifico le crociate come non giustifico le repressioni, eccidi di massa o violenza in nome di nessun dio…
insomma signor Benedetto numero 16. A casa si può tenere la gente col piede sul collo e l’anello al naso ma se le stesse cose le fanno i musulmani con i cattolici e cristiani all’estero non va bene? Andate a raccontarlo ai cinesi. Lì volevate applicare i vostri metodi da gestapo ma vi hanno preceduto e li applicano coi cattolici. Non è piacevole vero?
A leggerla così sembra pure vero che in iraq ci sta una minoranza di cristiani perseguitati da una maggioranza islamica. In realtà, tra tutte le nefandezze possibili, nel regime di Saddam (finto credente al processo) la religione era l’ultimo problema salvo essere il solito oppio del popolo. Il suo vice. Tarek Aziz era cristiano…
Semmai bisognerebbe dire a a Badget Bozzo che in Iraq adesso c’è un intero popolo, senza distinzioni, occupato da una intera coalizione di cristiani. E’ chiaro che i primi a vedersi invasi siano i non cristiani, ma nn so se pure i cristiani li si sentano bene con gli americani tra i piedi.
Mah, visto che Cristianesimo e Islam sono la stessa religione, ma l’Islam e’ meno ipocrita e piu’ coerente, ogni cristiano dovrebbe convertirsi all’Islam 🙂
@Non possumus.
Condivido il sogno.
Una delle regole più antiche dell’arte della guerra è che anche quando si è vicini alla sconfitta è necessario far credere (ai propri soldati, ma soprattutto al nemico) di stare vincendo. Un aneddoto racconta di un generale assediato, al quale restavano viveri solo per pochi giorni, che fece scagliare con le catapulte sugli assedianti (anch’essi a corto di viveri) le ultime pagnotte rimaste, per far credere loro di avere ancora tanta abbondanza di cibo da poterlo sprecare, riuscendo a scoraggiare gli aggressori.
La chiesa cattolica in due millenni ne ha imparata una più del diavolo sul come combattere e liquidare i propri nemici. E la regola che ho appena enunciata la conosce fin troppo bene e la sta applicando con ostinazione, riuscendo a farci credere di essere una potenza in espansione, destinata a trionfare.
Niente di più falso. L’iperattivismo della chiesa cattolica nasce semmai dalla disperazione e dalla constatazione del fatto di stare perdendo terreno giorno dopo giorno. Attraverso il controllo diretto dei governi la chiesa cerca di compensare il fallimento del suo controllo sugli individui. E questo è un segno di debolezza, non di forza: la chiesa tratta con gli eletti solo perché sa che chiedesse qualcosa agli elettori non sarebbe ascoltata.
Questa linea d’azione è rischiosissima, perché ogni volta che la chiesa diviene luogo di gestione del potere, il potere acquisisce interesse a controllarla direttamente. Il laicismo protegge infatti lo stato dalla chiesa, ma protegge anche la chiesa dallo stato. Viceversa, il trionfo del clericalismo (= il potere politico nelle mani della chiesa) rende interessante il cesaropapismo (= la chiesa nelle mani di chi ha, o vuole, il potere politico). A qualcuno sarà forse sfuggito, ma dopo l’assassinio di un poliziotto a Catania a una partita di calcio, una esponente politica ha criticato la predica nel duomo della domenica successiva perché non lo ha commemorato. Con grande scandalo per l’”interferenza” da parte del prelato interessato. Ma perché scandalizzarsi? Se i politici fanno tanti (troppi) favori alla chiesa, si pretenderà forse che li facciano gratis, senza chiedere poi nulla in cambio? Più la chiesa, come un drogato, diventa dipendente dai soldi e dai favori dei politici, più rischia di vedersi sospendere la droga se in cambio non fa loro “favori”. È la politica, baby.
Tutto questo la chiesa, istituzione che da 1600 anni pensa principalmente a gestire il potere, lo sa meglio di me. Eppure va avanti su questa strada: questo è un sintomo della sua mancanza di alternative. Altro che trionfo. La chiesa sa d’essere ricca, potente e ininfluente: per questo alza la voce e i toni, ci bombarda di pagnotte per scoraggiarci e farci togliere l’”assedio” in cui (per sua ammissione) si sente rinchiusa.
L’articolo è su http://www.gaynews.it
Noi atei dovremmo mettere nel nostro pantheon anche i grandi precursori rimasti nelle religioni, per mostrare quanto queste siano barbare. I terroristi che a Baghdad hanno distrutto il quartiere dei libri, reso famoso dalle Mille e una Notte, hanno distrutto anche la memoria di Averroè, il grande filosofo musulmano che per primo sostenne l’illusorietà delle religioni.
Michele
< test >
cinicamente direi sarebbe bello che cristiani , mussulmani ed ebrei si sterminassero a vicenda, sarebbe l’alba di una nuova era, libera e laica, ma sto sognando ad occhi aperti.
Sarò buonista, ma di stermini ne ho abbastanza.