Deus ex machina

Le vie del Signore sono infinite, ma se vi siete messi in testa di percorrerle contromano, dirigendovi anzitempo verso il Creatore, magari con un paio di corna sventolate fuori dal finestrino, sappiate che da oggi è peccato mortale. E con i tempi che corrono, rischiate di trovare solo posti in piedi: perché ogni anno un milione e mezzo di figli di Dio passano a miglior vita per gli incidenti stradali, un massacro su scala industriale che il Vaticano ha deciso di denunciare, ficcando il naso dove non avrebbe mai osato nemmeno il più sadico fustigatore di perversioni sessuali. Fin dentro l’automobile, abitacolo inviolabile, macchina per eccellenza, simbolo di progresso, autonomia, potenza, ricchezza, una specie di casetta della libertà per fare quello che ci pare e piace. Una battaglia persa in partenza, che ci trova un po’ d’accordo. Sottoscriviamo il primo comandamento del decalogo per guidatori che il Vaticano ha presentato ieri: non uccidere. Suonerà vetero, ma non è male nemmeno il quinto, laddove l’auto (senza arrivare agli eccessi della teologia della Liberazione che predica la sfregiatura dei Suv) viene esecrata in quanto «espressione di potere e di dominio» (e di «peccato», ma qui dipende dalla comodità dei sedili ribaltabili, e con chi…). Gli ultimi saranno i primi. Nono comandamento, «sulla strada tutela la parte più debole», pedoni e ciclisti. Bene. Ma nel vademecum per piloti timorati di Dio ci sono anche suggerimenti che se mal applicati provocherebbero incidenti a catena. Giusto farsi il segno della croce, ma a motore spento! Piuttosto che cantare «a fari spenti nella notte per vedere se è così difficile morire», più saggio «snocciolare il rosario tutti insieme durante le lunghe percorrenze», ma occhio ai colpi di sonno! Solo una guida poco spirituale come Dino Risi, autore dell’eretico Sorpasso, il vangelo apocrifo dell’immaginario automobilistico nostrano, poteva strombazzare sul decalogo: «Credo che il Vaticano perda colpi e così preme sempre di più sull’acceleratore».
Non correre Papa, pensa a noi.

L’articolo di Luca Fazio è raggiungibile sul sito del Manifesto

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7 commenti

microtoma

Mi pare che un’esortazione ad essere prudenti non dia fastidio, tutt’al più sembra un po’ maternalistica (“vai piano, torna a casa presto”…).
Ho un amico cattolico (anzi di +: ciellino) che guida come un pazzo e ne è ben cosciente. Forse adesso si darà una calmata.

Per l’invito a pregare il rosario: beh forse è meglio affidarsi ai consigli di Quattroruote su come affrontare un viaggio in sicurezza.

Daniela

il vaticano fa anche opera mediatica in questo modo, è proprio patetico.

Ren

si son proprio patetici, accidenti. Tutto pur di coprire la pellaccia da lupo col vello inoffensivo degli agnelli … Fanno schifo. Ma perchè non ci spiegano cosa fanno col 93% del miliardo di euro che tengono per sè? Sappiamo che spendono il 7% per aiutare le persone indigenti, e il resto?

non possumus

oggi all’auto velox in autostrada al posto della polstrada c’erano le guardie svizzere, pare che per ogni km oltre il limite imposto ci sia un secolo di purgatorio da scontare, una riduzione si può avere con messe di suffragio (a pagamento)

mely

Credo che non ci sia niente da fare riguardo a questi incidenti, ai giovani piace correre e bere, e forse una certa parte di incidenti sono dei suicidi in realtà. è inutile fare appelli, spreco di tempo ed energie, per quanto mi riguarda se uno vuole morire (e andare a 200 all’ora dopo aver bevuto significa voler morire) è liberissimo di farlo. purtroppo ci vanno di mezzo anche altri, ma pazienza.

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