Un criterio empirico approssimativo per valutare uno studioso di Islam è vedere cosa ne pensa Magdi Allam. Se lo loda possiamo tranquillamente ignorarlo; se lo critica possiamo prenderlo attentamente in esame per una valutazione più ravvicinata. E’ questo sicuramente il caso di Massimo Campanini, coinvolto nelle solite esternazioni dell’esimio vice-direttore del «Corriere della Sera», ma che è ben noto per i suoi studi approfonditi sulla storia della filosofia politica islamica classica e moderna. In questo agile volumetto (Il profeta Giuseppe. Monoteismo e storia nel Corano, Morcelliana, pp. 122, euro 12) affronta un tema piuttosto particolare, la sûra coranica dedicata al profeta Giuseppe, una delle figure bibliche che più hanno impressionato Maometto e che sono state oggetto assai precoce di interpretazione allegorica.
Nella prima parte del saggio Campanini illustra come la storia biblica di Giuseppe, venduto come schiavo dai fratelli e poi salito grazie alle sue doti di interprete dei sogni a massimo dignitario in Egitto, abbia il fine di magnificare il destino storico di Israele e la sua vocazione a dominare le terre fra il Nilo e l’Eufrate; in questo processo Dio prende consapevolezza di se stesso, Yhwh si fidanza con Israele così che questo diventa il popolo eletto e Dio si afferma come unico. Si tratta probabilmente di un mito costruito a posteriori, sulla base del folklore popolare mediorientale, per conferire continuità alla tormentata storia dello Yahwismo, cioè della lenta affermazione del monoteismo a partire dalla contrapposizione fra un dio tribale di Israele e una pluralità di dei del contesto circostante, processo che si conclude solo con il ritorno dall’esilio babilonese (VI secolo a.C.), che aveva rafforzato l’identità nazional-religiosa del popolo ebraico.
Sull’adozione del monoteismo influì certamente l’esperimento del faraone Akhenaton, che nel XIV secolo a.C. aveva imposto, per ragioni teologico-politiche, un culto solare unico del dio Aton, radicalizzando e spiritualizzando tendenze precedenti. Il Faraone diede in moglie a Giuseppe proprio la figlia di un sacerdote del dio solare Ra, precedente immediato di Aton! Sembra che le difficoltà incontrate dagli ebrei in Egitto (vi erano pervenuti probabilmente mescolati agli Hyksos) siano connesse alla persecuzione che agli «eretici» monoteisti furono inflitte dai Ramessidi, successori di Akhenaton. Segue l’interpretazione della sûra 12 […]
Il monoteismo, l’invenzione di un mito
5 commenti
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Grazie, ma mi avevano già informato che il monoteismo era un’invenzione
La scadente battuta iniziale su magdi allam con la quale l’autore dell’articolo pare esaltare i propri pregiudizi era evitabile….
“E’ questo sicuramente il caso di Massimo Campanini, coinvolto nelle solite esternazioni dell’esimio vice-direttore del «Corriere della Sera», ma che è ben noto per i suoi studi approfonditi sulla storia della filosofia politica islamica classica e moderna.”
E ben noto anche per la sua ammirazione per Tariq Ramadan che ha spesso elogiato sul Manifesto. Tariq Ramadan considera l’omosessualità uno squilibrio e la sodomia vicina alla bestialità. Per un giornale che pretende difendere i diritti dei gay è veramente ipocrita tutta questa tolleranza nei confronti dell’omofobia quando viene dall’islam.
Monoteismo vs politeismo…
Credere ad una favola o credere a dieci non è che faccia quella gran differenza.
E’ una questione di attitudini e di metodo.