Tinto Brass, seduto in prima fila, dice all’uscita che «avrebbero potuto vederlo anche i neonati», questo Messiah Game tanto contestato: certo, al regista della Chiave e di Monella i corpi nudi che si dimenano, le orge durante l’Ultima cena, i frustini neri per la flagellazione di Gesù non fanno grande effetto. «Sadomaso da educande – pontifica Massimo Cacciari, sindaco di Venezia -: se si chiamava Pippo Game nessuno si accorgeva di nulla. A me non è piaciuto per niente». E Franco Miracco, portavoce del governatore forzista Giancarlo Galan e consigliere della Biennale, aggiunge: «Nessuna blasfemia o volgarità».
Tanto rumore per nulla, insomma, attorno al balletto andato in scena ieri sera all’Arsenale di Venezia nel quinto Festival internazionale di danza contemporanea intitolato «Body & Eros». Uno spettacolo che aveva scandalizzato il mondo cattolico a partire dal patriarca Angelo Scola, che l’aveva definito «una operazione banale di provocazione strutturalmente offensiva» chiedendone la sospensione e augurandosi, in caso contrario, pochissimi spettatori. C’era il tutto esaurito, invece, anche se qualcuno ha lasciato l’Arsenale a metà esibizione. Forza Italia, Lega e Alleanza nazionale hanno raccolto firme per impedire la rappresentazione.
Il coreografo Felix Ruckert aveva parlato di «contact improvisation», improvvisazione dei 13 ballerini-attori che prende spunto dalla figura di Cristo per mettere in scena «l’incontro con l’altro e con se stessi»: una «rilettura del Nuovo Testamento» attraverso la rievocazione di cinque momenti della vita di Gesù: il battesimo, le tentazioni, l’Ultima Cena, la crocifissione, la resurrezione. Sarà. Ieri sera più che un incontro è stata una lotta, una serie di scontri fisici sotto una musica cupa, un combattimento dove tutti sono contro tutti.
Gesù non è interpretato da un solo ballerino, ma a turno è una donna flagellata con frustini di latex, un uomo di colore con giacca gialla e occhiali rossi che scandisce i tempi di un gigantesco baccanale, un’altra donna nuda vestita di una lunga tunica bianca che mima qualche giochino erotico mentre stende le braccia come fosse in croce. Una volta un ballerino indossa soltanto un drappo rosso, un’altra un indumento bianco che assomiglia molto a un tutù. Anche le movenze sono da danzatore classico.
In «Messiah’s game» l’Ultima cena diventa un’orgia
9 commenti
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ma che cagata…michia che artisti! E poi chi li paga questi geni?
Ierofante, cadi nella trappola… hai visto lo spettacolo per poterlo giudicare? Magari era divertente. Il commento è retoricamente schierato a sfavore, è evidente.
mai giudicare o peggio censurare a priori un’ opera frutto dell’estro umano…
A me sembra divertente dai, è proprio vero che i cattolici non hano autoironia bah
Treviso, 29 giugno c.a.
I dieci minuti di applausi “ghibellini” che ha ottenuto il balletto “Messiah Game” a Venezia, sono la spontanea ed autentica sberla morale data in faccia a chi ancora pretende di “guelfizzare” tutta la Cultura come se fosse una propria esclusiva.
Da sottolineare che questi paladini del moralismo dispongono di una infinità di una luoghi pubblici dove da sempre fanno esattamente ciò che vogliono senza mai renderne conto a nessuno e, chiaramente, anche a spese di una notevole parte di collettività dissenziente ma mai interpellata.
Chissà che dopo questa esperienza questi interpreti simultanei del bene e del male vengano collocati esclusivamente in ambiti più consoni al loro modo di pensare: nelle loro canoniche e nei vari luoghi della cosiddetta redenzione….
Chissà inoltre che da questa lezione ne nasca da parte loro anche un doveroso silenzio di cui si sente una grande necessità, e soprattutto infine chissà che da questa esperienza “l’orgoglio della Ragione” – che vive da tutt’altra parte – si levi finalmente civile ma determinato in ogni angolo del Paese.
Gian Luigi Soldi
Parole “sante” Gian Luigi, peccato che in questo paese prima ci si scandalizza e poi forse si guarda la pietra dello scandalo.
Ma Angelo Scola perchè non si fa un pacco di cazzi suoi? Gli hanno per caso inviato i biglietti dello spettacolo? Lo avevano richiesto come testimonial? E allora che vuole? Se ne stesse a casa sua a dire il rosario senza scocciare la cittadinanza.
no no nessuna trappola…la descrizione e’ chiara, punto. Che poi il giornalista non amasse lo spettacolo e’ plausibile; comunque: che troiata di roba. A lavorare, tutti!
😀 Concordo con Ierofante
Da come è descritta è un stronzata plateale. A mè sembra che ne prendiate le difese solo perchè ha fatto dispiacere alla curia. Che poi la censura sia comunque spregievole, è un altro discorso.
Dai Ierofante, lo sappiamo che ti scarichi i filmini sozzi da internet non fare l’educanda…