Sabato in piazza tra danza e musica torna il Gay Pride

Parità, dignità, laicità. È lo slogan con il quale il Torino Pride a un anno dalla grande manifestazione del giugno 2006 che richiamò centomila persone, torna in piazza sabato per un pomeriggio di festa e riflessione. Danze, musica e spettacolo a partire dalle 16 animeranno piazza Castello dove decine di associazioni impegnate nella promozione dei diritti umani e della solidarietà allestiranno altrettanti stand per dialogare con la cittadinanza. Tra le iniziative spicca la «living library», la biblioteca vivente proposta per la prima volta in Italia in collaborazione con il comitato Hall Different Hall Equal di Torino in cui protagonisti non saranno i libri ma le persone che racconteranno se stessi e le loro storie.
«A Torino, quest’anno, il suicidio di un adolescente, Matteo – hanno ribadito Roberta Padovano e Antonio Soggia del coordinamento Torino Pride – ha mostrato tragicamente quanto forte è ancora l’omofobia e l’intolleranza nelle scuole, laddove la parola gay ha ancora un significato di ingiuria e di dileggio. Per questo, in occasione della manifestazione di sabato, ribadiamo l’invito al Comune di incrementare ed esterndere nelle scuole attività che promuovano la cultura del rispetto e delle differenze».
«Alla Regione Piemonte – hanno concluso i rappresentanti del Coordinamento – chiediamo che l’Anno europeo delle pari opportunità non si chiuda senza l’approvazione della legge contro le discriminazioni, approvata dalla Giunta, che da molto tempo giace in Consiglio regionale».

Fonte: laStampa

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3 commenti

michele

Il suicidio di Matteo, la laicità della nazione, la partecipazione degli eterosessuali libertari: gli omosessuali stanno entrando in scena come i veri eredi dell’Italia risorgimentale e resistenziale, quella delle grandi battaglie laiche e democratiche in cui si è temprata la nostra migliore coscienza nazionale.

Michele

Soqquadro

Mi piacerebbe poterci andare… ma dopo Roma e Milano… quando li riapro i libri poi?

Ren

Ma si, un po’ di sana allegria per mettere in fuga le ombre arcigne e minacciose di quei frustrati repressi che vorrebbero tutti col muso lungo e col cilicio. Facciamogli un bel sorriso e diamogli un bel calcio in culo.

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