«Sul testamento biologico abbiamo proposto soluzioni ragionevoli»

In questi giorni si è tornati a parlare su alcuni organi di stampa del testamento biologico. I disegni di legge sono fermi al Senato, complici le manovre politiche dei diversi schieramenti. L’Agenzia stampa NEV ha intervistato in merito Sergio Rostagno, coordinatore della Commissione creata nel 1992 dalla Tavola valdese per studiare i problemi etici posti dalla scienza. Rostagno è stato titolare della cattedra di teologia sistematica alla Facoltà valdese di teologia di Roma dal 1976 al 2002.

Il dibattito in Senato sul testamento biologico è in una fase di stallo. Come teologo valdese come si pone di fronte a questa elusione politica?
L’Italia non sa se deve diventare esplicitamente lo Stato vaticano oppure avviarsi a una serie di aggiornamenti e dare alle argomentazioni il peso che loro conviene indipendentemente dalle sedi più o meno sante che li avanzano o dalla massa di elettori che preme in un senso o nell’altro. Viviamo un momento molto difficile per i rapporti tra filosofie e teologie politiche da un lato e la realtà dall’altro. Vedo la minaccia di una tenaglia nell’accordo tra il tomismo e quello che resta del marxismo. Ma continuo a sperare che altre vie d’uscita diventino percorribili.

Le chiese protestanti non hanno una posizione ufficiale in riferimento ad una legge sul testamento biologico. La Commissione della Tavola valdese per le questioni etiche poste dalla scienza quale posizione esprime?
Abbiamo più volte soppesato gli argomenti e proposto soluzioni ragionevoli sia in tema di direttive anticipate sia riguardo a quella zona veramente difficile in cui i malati stanno tra la vita e la morte e i medici a loro volta possono abbreviare o allungare le sofferenze. I testi si trovano sul sito della Tavola valdese (www.chiesavaldese.org). A noi sembra che una legge non possa regolare ogni decisione in tutte le circostanze, ma forse è necessaria una legge che garantisca al malato il libero consenso, lo difenda da ogni possibile sopruso e impedisca poi di considerare assassini i medici che prendono decisioni responsabili che abbiano per conseguenza la morte immediata di chi soffre.

Le nuove frontiere della medicina hanno dato luogo a dilemmi etici inediti; è lecito giustificare “teologicamente” le proprie posizioni in merito a questioni profondamente delicate quali il testamento biologico, o è sbagliato porre il discorso su questo piano?
In questo momento la questione che mi fa riflettere di più è la garanzia dell’autonomia della persona in merito alle direttive anticipate. Sembra che si voglia impedire la sua autonomia in nome di leggi ideali cui ognuno è tenuto a piegarsi. Queste leggi generali sarebbero violate dalla decisione della persona particolare, e per questo occorrerebbe impedirla. Tutto ciò è molto discutibile. Non siamo soli davanti a Dio e nessuno può o deve essere lasciato solo di fronte a decisioni importanti; ma la solidarietà non si esprime con divieti, almeno in questo caso. La buona politica garantisce al cittadino l’autodeterminazione, del tutto in armonia con la Costituzione italiana, come Stefano Rodotà ha ben messo in evidenza nell’articolo pubblicato ieri su “La Repubblica”.

Cosa risponde a chi teme che il testamento biologico possa essere considerato quale apripista al riconoscimento dell’eutanasia?
Si tratta di cose diverse. Ci sono infinite situazioni diverse. Dobbiamo risolvere i problemi uno alla volta e non applicare alla cieca principi astratti. I principi generali sono conseguenze pensate da noi e non premesse venute dal cielo; possono quindi aiutarci nelle scelte, ma non devono essere applicati meccanicamente ai nostri casi particolari. È bene che si fissi il limite oltre al quale non si vuole andare, ma al di qua di tale limite, è bene che si lascino aperte varie vie. Un caso è sempre concreto. Difficile quindi decidere in astratto sul caso concreto.

Fonte: ilDialogo

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11 commenti

Salvo Zappala'

Vorrei ricordare solo che la Chiesa valdese e la Chiesa riformata d’Olanda ammettono con estrema ampiezza la sospensione dei trattamenti e vere e proprie forme di eutanasia. Anche in ambito cattolico ci sono voci dissenzienti rispetto al Magistero in materia di bioetica (Kung, O’Connor, Curran, McCormick).

Markus

Ma perchè devo pagare le tasse come tutti i cittadini europei, ma avere meno diritti di loro ? Qui non si parla di etica, si parla di soldi !

Facciamo una cosa. Se sei cattolico: niente divorzio, niente aborto, niente eutanasia, niente fecondazione assistita, niente test per il nascituro… tutto affidato a dio. A meno che … non abiuri e ti sbattezzi. Saranno medici e giudici a chiedere formalmente l’abiura davanti ad un notaio per comunicare solennemente tutto in casa Ratzinger…

Se sei fuori dalla banda del vaticano, lo stato ti garantisce i diritti, se sei cattolico te li vieta… così siamo tutti contenti.

Se poi hai abiurato, ma vuoi farti ribattezzare… beh, vedetevela tra di voi, per me sono questioni troppo difficili.

Franco Siccardi

In Malesia, funziona esattamente cosi’.

Se sei musulmano, non puoi accedere a luoghi, cose, cibi ecc che la tua superstizione non ti concede.

rossotoscano

quasi quasi proporrei di inviare ciascuno una e-mail al tribunale dei diritti europeo in cui chiediamo parità di diritti, libertà di informazione, laicità e libertà di espressione, nessuna censura, nessuna manipolazione delle coscienze, nessun ricatto morale nei confronti dei nostri politici,la sovranità del popolo italiano, nessun privilegio per il vaticano o altra chiesa o religione, denunciamo la manipolazione dei giudici e dei processi nei confronti dei pretofili, denunciamo il clima omofobico e politicamente cattolico dell’antropologia, denunciamo il pericolo che corrono i bambini tra pretofili e monsignori che abusando del catechismo inculcano in loro preconcetti che vanno contro il vivere civile, denunciamo la mancanza di contraddittorio a livello politico e sociale( salvo rare eccezioni) cui assistiamo rispetto all’ingerenza del vaticano nelle nostre case e nella vita politica…
Inondiamoli di e-mail e può darsi che allora qualcosa si muova in questo zimbello di paese…

cartman666

quando c’e’ una legge che il vaticano non vuole approvare va a finire sempre cosi’, insabbiata nel parlamento, che paese di merda!!1

Giovanni

“In Malesia, funziona esattamente cosi’.

Se sei musulmano, non puoi accedere a luoghi, cose, cibi ecc che la tua superstizione non ti concede.”

E se sei ateo che succede?

Magar

Che non puoi accedere a luoghi, cose, cibi ecc. che la superstizione degli altri non ti concede, temo.

Ren

Cito Markus:

Facciamo una cosa. Se sei cattolico: niente divorzio, niente aborto, niente eutanasia, niente fecondazione assistita, niente test per il nascituro… tutto affidato a dio. A meno che … non abiuri e ti sbattezzi. Saranno medici e giudici a chiedere formalmente l’abiura davanti ad un notaio per comunicare solennemente tutto in casa Ratzinger…
Se sei fuori dalla banda del vaticano, lo stato ti garantisce i diritti, se sei cattolico te li vieta… così siamo tutti contenti.

Si, sarebbe così semplice fare proprio quello che dici. Se i cattolici esaltati o radicali vogliono vivere nel medioevo si accomodino pure nessuno glielo impedirà. Possono anche mettere su una comunità tipo Amish e levarsi dalle palle dalla vita civile degli altri. Gli altri, le persone civili e di buon senso scelgono di vivere nella modernità. Amen.

Ren

Cito interamente Rossotoscano e lo ringrazio perchè la sua idea mi sembra realmente ottima, è una cosa facile e pratica e di sicuro effetto. Qualcun altro condivide l’idea? Si tratta di procurare un indirizzo e-mail attendibile del tribunale europeo dei diritti, poi proporlo all’UUAR perchè ne dia diffusione in questo forum, scrivere un breve testo condiviso che potremmo mandare tutti:

quasi quasi proporrei di inviare ciascuno una e-mail al tribunale dei diritti europeo in cui chiediamo parità di diritti, libertà di informazione, laicità e libertà di espressione, nessuna censura, nessuna manipolazione delle coscienze, nessun ricatto morale nei confronti dei nostri politici,la sovranità del popolo italiano, nessun privilegio per il vaticano o altra chiesa o religione, denunciamo la manipolazione dei giudici e dei processi nei confronti dei pretofili, denunciamo il clima omofobico e politicamente cattolico dell’antropologia, denunciamo il pericolo che corrono i bambini tra pretofili e monsignori che abusando del catechismo inculcano in loro preconcetti che vanno contro il vivere civile, denunciamo la mancanza di contraddittorio a livello politico e sociale( salvo rare eccezioni) cui assistiamo rispetto all’ingerenza del vaticano nelle nostre case e nella vita politica…
Inondiamoli di e-mail e può darsi che allora qualcosa si muova in questo zimbello di paese…

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