Robert Millar, il ciclista inglese, diventò donna

Lo chiamavano il «re delle montagne» per come affrontava le impervie salite del Tour de France, in sella alla sua bicicletta, lasciando di sale gli avversari. E proprio alla Grande Boucle Robert Millar ottenne i successi più importanti della sua carriera, arrivando quarto nel 1984, primo inglese ad aver mai raggiunto un simile traguardo, e conquistando la maglia degli scalatori. Nel 2003, però, Robert decise di dare un taglio netto alla sua vita passata, diventando Philippa York e trasferendosi così da Daventry, nel Northamptonshire, al Dorset, dove vive ancora oggi con la fidanzata Linda Purr in una casa da 350 mila sterline (circa 516 mila euro).
A rivelare la sua nuova identità è stato il giornale Daily Mail, dopo che il giornalista sportivo Richard Moore aveva tentato inutilmente per oltre un anno di scoprire dove si fosse cacciato Millar, di cui scrisse la biografia «In Search of Robert Millar». Fra l’altro, fra i due ci fu un semplice scambio di mail, ma nessun contatto visivo e in uno di questi messaggi l’atleta negò anche di essere sparito, spiegando: «Non sono affatto scomparso, faccio solo quello che mi piace». E oggi la verità è venuta a galla.
«Tutti qui lo sanno che Philippa una volta era un uomo – ha spiegato un abitante del paese al giornale – ma siamo troppo educati per chiederle i dettagli della sua vita di una volta. Comunque, a Philippa piace ancora andare in bicicletta e la vediamo spesso in giro in bici, perfettamente equipaggiata e con i capelli che le escono dal casco». […]

Fonte: Corriere.it

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16 commenti

ren

Questa può essere una risposta all’illuminato Vattimo. Lo sport non ha sesso. E ognuno dovrebbe fare come più gli aggrada.

Vash

Adesso sarà la regina della montagna e soprattutto avrà molti problemi in meno a stare seduto in sella per tanto tempo.

Franco Siccardi

Beh, in effetti pero’ non potrebbe partecipare ad esempio alle olimpiadi di ciclismo femminile, in quanto i regolamenti olimpici prevedono un test genetico di femminilita’.

ren

dai non spacchiamo il capello in 4, mi riferisco al discorso di vattimo che alpinismo e sport prettamente maschili non fanno per i gay. E’ ovvio che nello sport ci sono divisioni in categorie femminili e maschili questo lo sanno anche i bambini ma in genere tutti possono scegliere lo sport da praticare a prescindere dal sesso, il resto son stronzate.

gennaro

Il pezzo più bello dell’articolo secondo me è “2003, però, Robert decise di dare un taglio netto alla sua vita passata” : sarà stata un’allusione voluta o casuale? Ma uno passa da uomo a donna per vivere con un’altra donna? Gli piacevano le donne anche prima ma sognava di essere lesbica? Mah?!

ren

@ LLL

Che strana affermazione … Ma infatti nessun gay va in giro a dire : NOI SIAMO UN SESSO! No, quello che chiediamo, insieme agli italiani democratici è che tutti abbiano gli stessi diritti. E mi pare che su questo se non sei vicino al vaticano o a forza nuova non possa contestarlo. Pago le tasse come te, ho gli stessi tuoi diritti mi pare, o sbaglio. (non sbaglio, è solo una domanda retorica).

Ernesto

@ gennaro
penso che la storia dimostri che l’identità di genere non c’entra granché con l’identità sessuale.

Ernesto

intendo “questa storia”, non la Storia dell’umanità.

IlFustigatoreDiGalliate

anche se la Storia insegna che il gay sono stati sempre accettati finche non e’ arrivato il cristianesimo, almeno nel mondo occidentale…

Ernesto

Anche nel mondo orientale. In Cina e Giappone le cose andavano come in Grecia prima che arrivassero i gesuiti e i mercanti occidentali.

Sergio, Webmaster UAAR

Gran bel ciclista, me lo ricordo al Giro vinto da Moser nel 1984, infatti mi chiedevo anch’io che fine aveva fatto, faceva parte della generazione degli Obree e Boardman

Pietro

Mi spiace contraddire il Webmaster ma Millar partecipo’ ad una sola edizione del giro d’Italia (1987) in cui si piazzo’ secondo dietro l’irlandese Roche e vinse la tappa Como-Pila battendo lo spagnolo Lejarreta e lo stesso Roche.Grande scalatore e io suo grande tifoso.

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