La Cina si avvicina e il Concilio si allontana. Da un lato la liberalizzazione della messa tridentina, dall’altro la lettera del Papa ai cattolici cinesi. […]. Entrambi sono costati opposizioni e diffidenze interne di diverso segno. Tanto che la messa in latino sarà libera solo a partire dal 14 settembre. Stamattina il Vaticano pubblicherà il “Motu proprio” annunciato la settimana scorsa. […].
La lunga missiva ai cinesi è nota invece da sette giorni e ciononostante le reazioni della Repubblica popolare sono scarse e non particolarmente polemiche. «Buon segno», commenta il cardinale Joseph Zen, vescovo di Honk Kong, […], uno che non risparmia attacchi al governo. Le autorità conoscevano il testo della lettera già da dieci giorni. La Santa sede si è preoccupata così tanto delle esigenze della diplomazia che ha finito per divulgare a tutti questo importante documento sabato scorso, scontando lo sciopero dei giornali italiani.
Se i governanti sono avari di reazioni, malgrado abbiano fatto sparire la lettera dai siti internet, vuol dire che l’iniziativa decisa da Benedetto XVI in un summit di prelati a gennaio potrebbe davvero dare frutti nelle relazioni tra il Vaticano e la Repubblica popolare. Sì, perché il Papa l’ha definita proprio con il suo nome mentre una nota ufficiosa si è premurata di ricordare che da tempo la Santa sede è pronta a trasferire il nunzio da Taiwan a Pechino «in qualsiasi momento» in caso di accordo con la grande Cina. […]. Angelo Lanzarotto, missionario del Pime esperto di Cina, ha riferito inoltre che una delegazione cinese si è recata in Vietnam per studiare il meccanismo adottato in quel paese: è il Papa che nomina i vescovi ma la terna delle proposte viene sottoposta al gradimento dello Stato. Nella lettera Ratzinger ha osservato che «la pesante situazione di malintesi e incomprensione non giova né alle Autorità cinesi né alla Chiesa in Cina», perciò «la soluzione dei problemi non può essere raggiunta in un permanente conflitto» e la Chiesa non intende fare politica ma chiede allo Stato «un’autentica libertà religiosa». Ci vorrà tempo, ammette il Papa.
Finora l’unica reazione del governo è contenuta in cinque righe del portavoce del ministero degli esteri Qin Gange. «Spero che il Vaticano adotti un atteggiamento realista e non crei nuovi ostacoli», ha dichiarato aggiungendo le solite due condizioni per la trattativa formale con Oltretevere: rottura diplomatica con Formosa e non ingerenza romana nella scelta dei vescovi. La prima richiesta è ormai un falso problema. Ecco perché il Papa ha usato il suo documento per affrontare soprattutto il secondo aspetto della contesa, che non scotta soltanto nei rapporti con Pechino ma anche nei «contrasti» interni agli 8-12 milioni di cattolici cinesi.
Una decisione in particolare allarma una parte del clero. Il Papa ha revocato infatti tutte le disposizioni segrete che consentivano ai vescovi della chiesa “sotterranea”, quella fedele a Roma, di ordinare altri prelati alla guida di diocesi vacanti, senza il preventivo avvallo del pontefice. Tredici regole straordinarie giunte in Cina dalla Congregazione per l’evangelizzazione al tempo della rivoluzione culturale e mai gradite dall’altra chiesa, quella riconosciuta dallo Stato e sottoposta al controllo dell’Associazione patriottica. In realtà nella maggior parte delle diocesi le due comunità si stanno integrando ma lo scontro tra vescovi che hanno subito il carcere e altri riconosciuti dallo Stato ha lasciato un pesante strascico. Ora il Papa invita tutti a «perdonare» e a trovare «comunione», si rivolge ad un’unica chiesa non distinguendo tra sotteranea e ufficiale e riconosce i sacramenti celebrati anche dai vescovi “illegittimi”, sia dalla maggioranza di loro che una volta ordinati senza l’investitura papale si sono dichiarati segretamente fedeli al papa, sia coloro che si riconoscono nell’Associazione patriottica. Questa struttura è il vero pomo della discordia. In Vietnam non esisteva nulla di simile. In Vaticano sostengono che l’opposizione ad un accordo provenga proprio dalla burocrazia di quella istituzione che il Papa reputa «inconciliabile». Perciò Ratzinger, puntando al dialogo con il governo, ha spiegato le ragioni «teologiche» per cui i vescovi devono essere scelti dal papa. […]. La partita si gioca in questi anni, in molte diocesi manca il capo o è molto anziano. Chi nomina per primo si conquista una pedina nella complicata e talvolta drammatica dama dei cattolici in Cina e potrà farla valere nella grande trattativa tra Roma e Pechino.
La Cina si avvicina e il Concilio si allontana
10 commenti
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compri tre e paghi due… bella la politica vaticana dei due pesi due misure… ora la chiesa cinese è unica e ci credo… se perde fedeli anche lì voglio vedere come fà… proporrà anche lì l’8×1000?
Alla fine le dittature sono fatte per intendersi.
“La guerra dei regimi” bel titolo per il prossimo film di Natale!
Taiwan è fottuta.
E il Vaticano è già pronto a vendersi la democratica Taiwan….
ma quando mai Taiwan è stata democratica?? stiamo parlando di tre regimi: Vaticano, Cina neoimperiale, popolare solo di nome e pronta ad estendere la propria influenza su tutta l’Asia centrale spazzando ogni speranza di veder nascere governi democratici laddove esistevano gulag e governi filoislamici, e la Taiwan dei rifugiati del Guomindang, filonazisti leccapiedi del generale Chang Kaishek e dei signori della guerra.
Conoscendo la politica del profitto, i cinesi daranno il loro assenso solo se dall’accordo verranno soldi per la cina. E siccome Il vaticano i soldi li vuole, e tanti, vedi il miliardo di euro che rastrella solo in Italia col pacco x mille, non credo che si arriverà a un accordo. Spero proprio che nessun’altra nazione si faccia infinocchiare come abbiamo fatto noi che siamo servi e vassalli del vaticano.
povero MAO sti starà rivoltando nella tomba…. se continua così un giorno i posteri cinesi vedranno in Piazza Tiananmen sopra l’entrata della città proibita il ritratto di San MAO con l’aureola le mani giunte in preghiera legate da un rosario e gli occhi rivolti al cielo….
:lol::lol::lol::lol:
🙄
👿
Sta tranquillo Shock, i cristiani (ed in generale i non atei) in Cina sono una minoranza talmente infima che nessuno sa che esistano….
Anche i romani stavano tranquilli e poi ………… è andata come è andata!!!!
😥