Chavez scomunica la Chiesa «Vescovi repellenti e indegni»

«Repellente e indegna». Questi i due aggettivi usati mercoledì scorso dal ministro venezuelano del Potere popolare per le relazioni con l’estero Nicolás Maduro Moros per definire la Chiesa cattolica, colpevole secondo il capo della diplomazia di Caracas, «di utilizzare persone con la tonaca e con il titolo di vescovo per emettere giudizi politici funzionali al piano di destabilizzazione denunciato qualche giorno fa dal presidente Chavez».
L’uscita di Maduro, non nuovo a un lessico sopra le righe rispetto al ruolo che ricopre, null’altro è che una «moderata» reazione all’esortazione pastorale dell’88ª assemblea plenaria della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), resa pubblica venerdì scorso e avente, come titolo, una vera e propria supplica al governo rivoluzionario e bolivariano del presidente Hugo Rafael Chavez Frías: «In Venezuela urge il dialogo e la riconciliazione».
In sintesi, i vescovi avevano sottolineato che «né il capitalismo selvaggio né il socialismo marxista sono cammini che portano a una società più giusta», precisando che «senza una cultura del rispetto, della tolleranza, dell’inclusione e dell’accettazione dell’altro, non si può intavolare una discussione, né un dialogo nazionale».
La supplica, va da sé, non è stata accolta affatto bene dall’ex tenente colonnello dei paracadutisti che, oltre a parlare per bocca dei suoi ministri (oltre a Maduro anche il ministro degli Interni e della Giustizia, Pedro Carreño, ha definito «ambigua» la Chiesa), continua in queste ore a lanciare attraverso le telecamere delle televisioni controllate dal suo governo attacchi di inaudita violenza contro vescovi e preti colpevoli, questa è la realtà sottolineata da un comunicato stampa della Cev, solo «di non essere d’accordo con lui».
Il punto d’attrito tra Chiesa e governo bolivariano è la riforma della Costituzione del 1999. Chavez sta facendo di tutto per modificarla in tempi rapidi per rafforzare la sua rivoluzione, accentrare il potere e trasformare la legge suprema del Venezuela in uno strumento che potrà piegare «a piacere». Tra le proposte di modifica, infatti, sarà eliminata la possibilità di rendere accessibili a tutti gli atti amministrativi del governo bolivariano, così come il diritto a un’informazione libera e, last but not least, sarà resa possibile all’infinito l’elezione dello stesso presidente della repubblica. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Giornale

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50 commenti

Kris

i pretuncoli si spaventano quando trovano qualcuno che, invece di leccare il loro grosso sedere, sputtana a tutti ciò che sono realmente. fanno proprio pena!

Vash

Il Giornale è un quotidiano filovaticano ed è noto a tutti, la verità è sicramente che la Chiesa Cattolica ha davvero provato attraverso sotterfugi ed anatemi vari a fare quello che tutt’ora fa in Italia, ma li evidentemente sono un po’ più furbi dei nostri e gli hanno risposto per le rime!

Kerry King

Non so che darei per sentire Prodi o Veltroni parlare cosi’……….

ciceracchio 2la vendetta

bravissimo fagliele cacare tutte le malefatte che codesti troiai hanno
fatto nei secoli dei secoli alle povere genti . mandali a casa loro in vaticandia.
eb con le chiese facci le stalle per vacche da latte.

ezio

Chavez è un volgare dittatorucolo sudamericano, ex militare tantò pure un fallito golpe, poi si riciclò “socialista rivoluzionario populista” vinse le elezioni modificò subito la costituzione in senso “bonapartista” piazzò i suoi amici e familiari in posti chiave e fece sparare sulla folla in sciopero, divenendo uno degli eroi delle sinistre che giudicano le persone soltanto dagl’abiti che indossano e non vedono che sotto la camicia rossa c’è un corrotto fascista. Per quanto riguarda i preti sono incazzati soltanto perchè non li ingrassa abbastanza, ma stavolta il fascista, pardon il rivoluzionario socialista (anche Mussolini era rivoluzionario e socialista) ha commesso un errore, in sudamerica non basta il populismo ci vuole anche l’appoggio della superstizione cattolica per stare in sella al potere, Chavez non è Castro è solo un rozzo fascistello.

ciceracchio 2la vendetta

SI FORSE E UN DITTATORE MA TIENE GLI AMERICANI I GRINGOS
A CASA LORO E SE MANDA I PRETI A FARE IN CUL….
BRAVO 7 + E POI MI PARE ABBIA L’APPOGGIO POPOLARE ,
E FACCIA MOLTO MEGLIO DEI FASCISTI MILITARI DI PRIMA
E SE USA IL PETROLIO PER DARE PIU’ PRIGRESSO
AI SUOI OK BENE IL CHAVEZ
MEGLIO LUI DEI CARDINALI CHE POMICIAVANO COI FASCISTI ARGENTINI E CILENI.

Kris

dittatore? mi sembra che sia stato eletto democraticamente…strano per un dittatore! ed è ancora più strano che i suoi oppositori, campioni di libertà e democrazia, abbiano tentato un ben poco democratico colpo di stato per arrivare al potere…

ciceracchio 2la vendetta

kris:
bravo infatti voto a maggioranza x lui
e’ mai gli usa furono piu’ incazzati
il petrolio venezuelano ai venezuelani.
e finalmente un indios e non un originari cattolico spagnolo
al potere. w chiavez abbasso i catto fascisti

Leo55

Ci vuole faccia tosta a definire “dittatore” un Chavez, quando un Bush, “sedicente” paladino della democrazia (dei suoi interessi finanziari), ha scatenato nel corso dei suoi mandati un numero ormai imprecisato di guerre (beninteso con la benedizione dell’ONU e del Vaticano), provocando un numero incommensurabile di vittime tra le popolazioni civili, senza che vi sia mai stata una condanna autorevole in campo internazionalle…….ad esclusione dei cosidetti “dittatorelli” come chavez e Castro.
Se le cose stanno così : evviva la dittatura di Chavez!!!!!!

Vash

@ Ezio ed Ernesto
Se ci fate caso Chavez dalla descrizione corrispone al politco medio italiano, tranne per il fatto che qui i manifestanti non vengono fucilati, ma torturati per giorni o manganellati sul posto da 5 o 6 poliziotti contemporaneamente e poi per giunta incriminati per resistenza quando in media si tratta di ragazzine e ragazzini che vestiti faranno 50 kg. mentre un singolo poliziotto del gruppo di pestaggio fa 90Kg a secco!

GMF

Hugo Chavez Frias, caso praticamente unico in america latina è al potere per avere vinto democraticamente 2 elezioni presidenziali ,un referendum revocatorio e un ancor più grande numero di elezioni amministrative.Durante il tentavivo di colpo di stato ai suoi danni fu sostituito dal presidente della locale confindustria.Senza che la chiesa cattolica battesse ciglio anzi approvando il cambio.Il motivo per cui è particolarmente inviso alla chiesa cattolica,agli stati uniti e altre combriccole presunte democratiche è perchè ha innalzato a livelli inauditi le tasse sull’estrazione del petrolio.Pensate che generosamente le compagnie multinazionali pagavano ben l’1% (uno per cento !)di imposte e il cattivissimo Chavez le portò nel 2004 alla folle cifra del 16%. Aggiungiamo tassazione progressiva sul reddito, lavori pubblici, previdenza sociale, elettricità a basso costo e lotta all’evasione fiscale (in Italia è notorio che non esiste)e il quado è quasi completo. Mancano solo le modifiche legislative a favore dell’aborto.Ma il vero errore di Chavez verso la chiesa cattolica è stato affermare che “Il bolivarismo e’ sia socialismo che “cristianesimo”.Chiaro che questo tentativo di concorrenza non è che sia stato preso molto bene.Magari tutto il resto,compresa la sua amicizia con Fidel Castro , i preti glielo avrebbero potuto perdonare ma questa trovata cristianorivoluzionaria proprio no!

zatarra

Sicuramente tra Bush e Chavez c’è una differenza abissale, che rispecchia la differenza tra i due paesi Venezuela e USA. Da una parte un capitalismo liberista maturo e aggressivo nei confronti del mondo intero, dall’altro un nascente capitalismo di Stato che si è rafforzato con le nazionalizzazioni, specialmente nel settore energetico. Chavez oggi rappresenta uno dei maggiori oppositori alle mire espansionistiche statunitensi nell’area sudamericana. E si sta rafforzando, comprando armi dalla Russia e facendo affari petroliferi con i Cinesi. Ma non è socialismo, è capitalismo di stato. I lavoratori venezuelani hanno solo cambiato padrone: dallo yankee liberista al capitalista statale. Non mi risulta che partecipino alla gestione dell’apparato produttivo e ne tantomeno a quello distributivo. Anzi Chavez ha represso e continua a reprimere molti movimenti proletari nati dal basso, tacciandoli di controrivoluzione.
Detto questo comunque il Chavismo sta creando non poche contraddizioni in quell’area.

Kris

secondo me ti sbagli zatarra, il venezuela non è la cina, e il cambiamento di paradigma economico (da liberista a socialista, anche se si tratta di un socialismo, chiamiamolo, “meticcio”) è accompagnato da vaste riforme sociali e da un ampliamento, di fatto, dei diritti che la maggior parte del popolo venezuelano non aveva mai visto neppure da lontano. Non so da dove tu abbia preso le notizie(probabilmente da l’Espresso o da La Repubblica) ma ti assicuro che la situazione è molto più complessa da come tu la descrivi!

Ernesto

Che cosa c’entra Bush??
Non mi piacciono né Bush né Chavez.
Chavez sarà stato eletto democraticamente, così come Hitler, ma questo non vuol dire che non sia un dittatore. Modificare la costituzione, imbavagliare la stampa e intimidire l’opposizione sono tutti atti anti-democratici e dittatoriali e il fatto che sia stato eletto, fosse pure col 110% dei voti, non conta un c***o.
Ma che dite????

Ernesto

@ Vash
Non capisco, se la classe politica italiana fa schifo, allora questo giustifica i metodi da piccolo fascista rosso di Chavez?

Franco Siccardi

Ernesto ha scritto:
Che cosa c’entra Chavez??
Non mi piacciono né Chavez né Bush.
Bush sarà stato eletto democraticamente, così come Hitler, ma questo non vuol dire che non sia un dittatore. Modificare la costituzione, imbavagliare la stampa e intimidire l’opposizione sono tutti atti anti-democratici e dittatoriali e il fatto che sia stato eletto, fosse pure col 110% dei voti, non conta un c***o.
Ma che dite????

Deve essere una moltiplicazione… Difatti, invertendo i fattori, il risultato non cambia….

non possumus

secondo me quando si vuole modificare radicalmente il modo di governare un paese una forma di dittatura è quasi inevitabile, questi paesi sud americani da secoli sfruttati stanno cercando di sollevare la testa ma difficilmente potranno farlo in maniera democratica dall’inizio, Alliendeò in un paese già più sviluppato rispetto agli altri di quell’area, volle agire democraticamente e fece la fine che fece, il neo colonialismo americano è spietato e per batterlo occorrno per periodi transitori almeno, personaggi come Chavez, e la chiesa se fosse cristiana dovrebbe appoggiare chiunque cerca di svegliare quei popoli, ma il vaticano ha respinto e condannato la teologia della liberazione, e a sentire Benedetto i popoli amerindi aspettavano l’evangelizzazione colonizzazione, con certa gente non si ragiona ne in itala ne in nessun’altra parte del mondo

ren

Secondo me ha ragione Non Possumus. Ogni popolo nel cammino verso il suo futuro attraversa varie fasi, chi prima, chi dopo. Per esempio anche noi abbiamo attraversato la dittatura. Non siamo un popolo maturo e intimamente per una buona metà gli italiani sono un popolo rimasto fascista. Sono convinto che se non fossimo stati in Europa già da decenni anche in Italia qualche destrorso tipo il generale de lorenzo o il famoso Borghese, ci avrebbero ritentato. Metà degli italiani sono persone serie ed europei convinti, il resto, vedi il pubblico di studio aperto e compagnia cantante, sono più o meno semi- analfabeti che non leggono un libro nemmeno nell’arco di una vita. Non possiamo ergerci a giudici dei sudamericani di certo.
All’inizio è ovvio che Chavez per opporsi ai suoi oppositori reazionari, stile Pinochet, usi le maniere forti. Se non stesse bene attento a come si muove sarebbe rovesciato nel giro di un giorno. Hai ragione. Allende voleva essere un ultra democratico ma i suoi oppositori non avevano scrupoli.
I Venezuelani comunque hanno votato Chavez in larga parte, mi pare il 65%. Sta anche portando avanti grandi riforme sociali. Certo i suoi metodi non sono ortodossi. All’inizio era lui che si era distinto per un tentativo di colpo di stato, in seguito lo ha subìto. Però, continuo a dire, quella non è il nord Europa. Se c’era un dittatore al potere forse ha cercato di buttarlo giù, come hanno fatto all’inizio a Cuba. In Sud America e centro america i contadini fino a poco tempo fa se protestavano venivano sparati, come racconta il premio nobel Rigoberta Menchù.

Ernesto

@ Franco Siccardi
Ho mai fatto l’elogio di Bush? Negli anni ’30 l’esistenza di Hitler giustificava il potere di Stalin?

Befana

Perchè, mio dio, sei così ingiusto? Agli altri, Chavez e Zapatero; a noi Berlusconi e Prodi!

Ernesto

@ ren
Io penso che una società non può migliorare strutturalmente se non impara a rispettare per prima cosa la democrazia e il diritto. Tu dici che l’uomo forte che ignora la legge (o se la riscrive) per far fronte a una situazione difficile è giustificabile. Ma questo discorso non l’avrebbero fatto in buona fede anche molti tedeschi subito dopo la prima guerra mondiale o molti russi dopo la caduta di Kerenskij?
Se Chavez (o Bush, per fare contenti i piccoli mccartisti fuori stagione del sito) resta al potere censurando e intimidendo come potrà realizzare una società giusta in cui tali pratiche non siano ritenute accettabili sia dai cittadini che dalla classe dirigente?

IVAN

Sottoscrivo tutto quello che scrive zatarra di Chavez e del Venezuela. Il ridimensionato imperialismo americano, ha dato la possibilità “al giardino di casa” degli USA, il sud America, di una emancipazione economica e quindi politica. Il Brasile di Lula, l’ex-sindacalista, è alla testa di questo processo storico ed economico. La “rivoluzione socialista” di Chavez, non ha nulla di socialista né di proletario. Resta, come per la Cuba di Castro, una rivoluzione borghese. E’ una dittatura democratica borghese, e i libertari di questo sito dovrebbero almeno sapere cosa si intende per dittatura: la difesa in ogni sua forma, degli interessi irrinunciabili di una classe, dominante, su di un’altra. Quello che zatarra non scrive, è che l’attacco alla Chiesa cattolica venezuelana, è un attacco all’imperialismo europeo, di cui il Vaticano è parte. Le campagne contro la Chiesa cattolica negli USA e in Cina, hanno la stessa motivazione. Nella stessa direzione, è il proselitismo delle sette protestanti in Brasile ed in altri stati sud americani. In questo caso lo zampino, è dei “democratici” statunitensi. Le chiese organizzate, in primo luogo la Chiesa cattolica, hanno un ruolo politico che le è dato dall’imperialismo in generale contro il proletariato, ed in particolare contro gli imperialismi avversari. Le leggi, come quella in India, contro la conversione e il proselitismo, come le persecuzioni contro i culti non tradizionali in medio oriente, sono l’espressione ideologica di una lotta politica ed economica concrete. Per questi fatti, risulta chiaro l’uso strumentale ed ideologico, della difesa dell’occidente ai cristiani perseguitati e martirizzati: non sono morti per una idea, il cristianesimo, ma sono vittime dell’imperialismo, che non è una idea, ma capitale, potere politico concentrato. Bisogna dire, allora, che nell’intera storia dell’umanità, nessuno è mai morto per una idea, ma per motivi assolutamente materiali. L’ateismo apolitico, non vede nulla di ciò, ma resta ancorato nelle sue tesi critiche alla religione e alle religioni organizzate, agli illuministi francesi del XVIII secolo. Con un tale bagaglio teorico, non si va da nessuna parte…ma può darsi benissimo che gli atei devoti, liberali, libertari e liberisti, non vogliano muoversi! Gli va bene così, poiché da imbecilli credere che sia il Vaticano a comandare in Italia: di fatto è il capitale e la borghesia a comandare, anche se in modo contraddittorio. Gli atei sono gli atei della borghesia…Gli atei del proletariato, sono dei marxisti, come me e zatarra . Non c’è confronto.

Un saluto internazionalista.

emel

Cavolo, a leggere i commenti di IVAN si capisce perche’ ogni tanto i cattotroll arrivano qua con l’idea che l’ateismo sia una religione.

Togli Gesu, metti Marx.
No, grazie !

Chris

In questo caso la Chiesa invitava solo al dialogo ed al rispetto reciproco, io non ci vedo nulla di male, anzi… allora perché attaccare così ? forse perché i leader del Venezuela non vogliono dialogo e rispetto, ma solo comandare e reprimere ogni forma di pensiero libero ed indipendente.
Il fatto di essere generalmente critico contro la Chiesa ed il suo operato non giustifica l’accogliere favorevolmente comportamenti incivili e dittatoriali. E neppure vale mettersi l’anima in pace dicendosi “tanto qualcosa la Chiesa avrà fatto per farli arrabbiare tanto” perché in questo modo si giustifica sempre il carnefice colpevolizzando la vittima.

zatarra

Caro Ivan, ti ringrazio per la considerazione ma non sono marxista. Mi ritengo un materialista storico ma non materialista dialettico alla Marx. I marxisti ortodossi hanno una visione parziale e determinista della realtà. Come se la storia fosse predeterminata e le classi sociali abbiano un preciso ruolo, determinato storicamente. In tal senso non sbagliamo molti a considerare il marxismo una religione. A mio parere Marx ha fatto un ottimo lavoro nel mettere in chiaro le categorie economiche del capitalismo, ma ha toppato clamorosamente a livello filosofico, e il suo errore ha portato lui come molti marxisti all’abberrante teoria della “dittatura del proletariato” che la storia ha dimostrato non essere altro poi che capitalismo di stato, cioè sempre sfruttamento di una parte dell’umanità sul resto della società. La realtà è molto più complessa e multiforme di quella parzialmente spiegata dai marxisti.
E in questo do ragione a Kris: la realtà in Venezuela è molto più complessa di quella che si può descrivere con quattro frasi in questo forum.
Però non ho detto che il Venezuela sia la Cina, però è anche vero che nella storia tutte le fasi iniziali di capitalismo statale sono state accompagnate da varie riforme sociali, perchè all’interno di questi processi le spinte popolari sono forti e spingono ovviamente (e giustamente) ad un miglioramento delle loro condizioni di vita. E la burocrazia statale non può che concederle, per lo meno fino ad un certo punto.
Il fatto della repressione dei movimenti popolari non l’ho letta su Repubblica e ne sull’Espresso ma su un numero di qualche tempo fa di Umanità Nova. Ma d’altronde l’ha fatto vedere la storia: quando una cerchia di individui si prende la briga di pensare ed agire in nome di un intero popolo e quando quest’ultimo si rende conto dell’inganno, allora scatta la repressione, così come è avvenuto per i movimenti autogestiti dell’Ukraina del 1919-20, o di Kronstad del 1921, dove migliaia di operai e contadini furono massacrati dallo stato bolscevico.
Mah! che ti debbo dire Ivan: a Marx preferisco Bakunin, anche se di errori pure lui ne ha fatti. Ma chi non ne fa?
La realtà è multiforme, le idee nascono nella sfera materiale dell’umanità, ma una volta nate possono camminare da sole, con le proprie gambe e a loro volta influenzare la materia.

ren

@ Ernesto

Ernesto condivido molte delle cose che dici. Io non dico che l’uso della forza da parte di Chavez sia giustificabile (mi pare di aver detto, è ovvio che lo faccia), dico che è comprensibile se non vuole fare la fine di Allende ma per me la violenza è sempre sbagliata, a meno che non ci si trovi davanti a soprusi e ad altra violenza. Quando si viene aggrediti bisogna difendersi. Non siamo tutti eroi della sopportazione come i tibetani e il dalai lama. Se la fragile democrazia venezuelana vuole sopravvivere ai tentativi di colpi di stato della destra deve difendersi e in certi casi prevenire gli attacchi con mosse decise. Se gli inglesi e poi gli americani non avessero reagito ai soprusi di Hitler oggi la storia avrebbe un corso diverso.

FRANK

Sapete che in Brasile ogni anni gli squadroni della morte uccidono 45000 ragazzi tra i 10 e i 18 anni?Nella sola Rio de Janeiro ,dall ‘inizio dell’anno ne sono stati uccisi 2350.In America Latina se vuoi cercare di mettere freno alle ingiustizie, devi agire come Chavez,i nostri parametri di democrazia molto avanzati,li non sono praticabili.I bisogni di una società come quella venezuelana non sono i nostri,e Chavez sia pure in modo drastico,sta tentando di far uscire dal sottosviluppo,un popolo le cui materie prime erano in mano straniera.L’istruzione,e le cure mediche estese a tutti sono un reale processo di democratizzazione della società,la maggior parte della borghesia non vuole questo,tenta in tutti i modi di conservare i privilegi unita al clero.In quel contesto Chavez,rappresenta la parte più progressista,è chiaro che in Europa sarebbe fuori luogo un simile atteggiamento,ma ripeto,li’ l’alternativa è il sottosviluppo !

zatarra

No, non sono d’accordo con FRANK. L’alternativa è l’autogoverno dei diseredati, è il poter popular. Le conquiste del proletariato venezuelano non l’ha concesse Chavez, se le sono conquistate da loro. E’ ovvio che il capitalismo do Stato deve scendere a patti!

IVAN

Scrivere, come faccio io, di marxismo, credendo che dall’altra parte ci sia chi possa capire ciò che scrivo, è oramai una pura illusione. ZATARRA, si dice materialista storico: ma per materialismo storico non s’intende solo che le idee hanno una causa materiale, ma che hanno anche una storia, che è la storia di un processo materiale, riflesso in idee, in ideologie. Il marxismo di Marx, non è una filosofia, ma scienza: Marx, ne IL CAPITALE, ha dimostrato quale processo materiale sia il capitalismo, quale processo storico si sviluppi da esso. HA DIMOSTRATAO SCIENTIFICAMENTE CHE IL CAPITALISMO COME SISTEMA ECONOMICO E’ UNA FASE TRANSITORIA CHE SFOCIA NECESSARIAMENTE NEL COMUNISMO: IN MODO NECESSARIO, SE GLI UOMNI, IL PROLETARIATO, COGLIERE L’OCCASIONE PER TRASFORMARE, IL COMUNISMO CHE ESISTE GIA’ NEL CAPITALISMO IN MODO LATENTE, IN UN COMUNISMO VOLUTO, CERCATO. Il marxismo non è uno storicismo determinista, come non lo è la teoria dell’evoluzione biologica: Darwin dimostrò che l’evoluzione è avvenuta, e non che è un processo inevitabile per gli esseri viventi: proprio per questo l’estinzione delle specie è una regola. Il comunismo per i marxisti, è una possibilità di emancipazione sociale, che le forze produttive danno non coscientemente all’umanità: sono gli uomini, che determinano alla fine se ci sarà il comunismo o…il medio evo. Ma lo fanno in condizioni che non sono da essi determinate, poiché sono frutto di una storia passata che non può essere cambiata. Per questo Ernesto…non è onesto: in Corea del Nord c’è il comunismo, se per comunismo s’intende il dividersi equamente la miseria. Ernesto è pure ignorante, poiché ignora che MAI NELLA STORIA, UN PAESE ARRESTRATO ECONOMICAMENTE E’ STATO L’ARTEFICE DI UN SVILUPPO PROGRESSIVO: IL COMUNISMO E’ POSSIBILE IN EUROPA, IN GIAPPONE O NEGLI U.S.A.. Ma Ernesto dovrebbe sapere ciò che non sa, conoscere il marxismo come in realtà è, e non come glielo hanno fatto bere. E ha bevuto da tutti, per primo dai preti! Il marxismo, Ernesto, ha un bagaglio teorico che la stessa borghesia ha creato: la teoria del valore-lavoro, la lotta di classe, la politica come scienza, sono concetti scoperti e studiati ben prima che Marx nascesse: il marxismo è il coerente e conseguente sviluppo dell’economia politica borghese, ed il merito di Marx è stato quello di aver dato una base scientifica a tutto ciò. Questo Ernesto, che ha un bagaglio teorico da XXI secolo, non lo sa: si, Ernesto il disonesto del XXI a.c., ha una teoria politica ed economica degna dei sumeri! E poi c’è Emel, l’ateo che ha bisogno di DIO per proferire parola: il massimo della sua critica è, metti Marx al posto di Cristo! ZATARRA, ERNESTO, EMEL, non sono atei…sono degli anarchici. Nulla di male, ma che centra DIO allora, il vostro ateismo è di facciata. Voi non siete contro DIO, che non può esistere oggi nel XXI secolo, ma contro L’AUTORITA’ IN GENERALE. Già, l’ateismo di questi anarchici è LO STATO A LORO IMMAGINE E SOMIGLIANZA. Una idea di stato contro un’altra idea di stato, atei e anarchici contro preti e baciapile! I comunisti, i marxisti, sono atei, nei fatti, PERCHE’ VOGLIONO E OTTERRANNO L’ESTINZIONE DELLO STATO. E non sarà il risultato di una lotta tra idee, ma tra classi. Il marxismo una religione…non avete capito nulla, ed è per questo che i baciapile vi governeranno.

Un saluto internazionalista.

Ernesto

Il marxismo è una filosofia e non scienza perché non è stato sviluppato col metodo scientifico che è in sintesi: ipotesi—>esperimento—>teoria. Che Marx, che io ho studiato sui suoi propri testi al liceo (scuola pubblica, non dai preti, caro Ivan), abbia dichiarato che la sua è scienza, non conta nulla. Anche gli omeopati dicono che la loro è scienza. Ma no, non lo è.
Ti dirò di più, il marxismo originale che si fonda sul materialismo dialettico (il “rovesciamento” della dialettica di Hegel) è contrario alla scienza perché cerca di trovare un finalismo nella natura, delle leggi, riflesse nella mente dell’uomo, che assegnano un posto necessario all’uomo nell’universo e un suo fine ultimo, nello specifico la distruzione delle classi sociali e l’eliminazione dello stato, proprio come le religioni.
Marx non ha “dimostrato scientificamente” proprio nulla e la tua reazione fanatica alle critiche semmai dimostra quanto il marxismo sia simile se non altro negli effeti sui suoi seguaci alle religioni tradizionali.
I riferimenti che hai fatto all’evoluzionismo sono completamente sbagliati. L’evoluzione è un processo necessario per qualsiasi oggetto che si replichi con variazioni; quella di Darwin non fu solo una cronaca particolare degli eventi accaduti per caso su questo pianeta.
“proprio per questo l’estinzione delle specie è una regola.”
Questa frase invece non l’ho proprio capita. L’estinzione delle specie? Quali specie? Dipende dalla capacità adattativa di ciascuna. E in generale la vita, cioè l’informazione che genera il fenotipo, è immortale.

lik

Ernesto:
“Marx non ha “dimostrato scientificamente” proprio nulla e la tua reazione fanatica alle critiche semmai dimostra quanto il marxismo sia simile se non altro negli effeti sui suoi seguaci alle religioni tradizionali.”

Quoto in pieno, non considero il marxismo una religione, ma negli effetti discutere con un comunista convinto è come discutere con un integralista cattolico.

Francesca

Io considero il comunismo una religione, non rivelata ed immanente, ma comunque una religione, se per religione vogliamo intendere un sistema di credenze teleologico.

Francesca

Quindi, concordo con Ernesto:

che assegnano un posto necessario all’uomo nell’universo e un suo fine ultimo, nello specifico la distruzione delle classi sociali e l’eliminazione dello stato, proprio come le religioni.

il che dovrebbe spiegare, a mio parere, perchè il comunismo reale ha fallito ovunque è stato applicato.

Francesca

@Ernesto

Io e te non ci prendiamo riguardo alla politica estera statunitense, ma, ponendo a parte i nostri disappori, sapresti tu spiegarmi perchè i marxisti, a fronte del TOTALE fallimento di ciò che viene comunemente detto socialismo reale (confondendo comunismo con socialismo) TUTTI i marxisti si arroccano su posizioni di difesa che definire cieca è eufemismo?
Anticipatamente ringrazio.
PS anche perchè, di tali difensori della laicità dello stato davvero non si sa che farsene.

Alberto

I riferimenti fatti all’evoluzionismo da Ivan sono completamente errati. Giusta l’osservazione di Ernesto

zatarra

Per favore, per amor di chiarezza, non confondiamo il marxismo con il comunismo. Sono due cose differenti. Il primo è una teoria filosofica (non scienza) che cerca di dare una spiegazione alla storia dell’umanità. Lo fa in maniera deterministica e finalistica, affibbiando un ruolo storico alle classi sociali, ecc. ecc.
Il secondo (detto molto semplicisticamente) è un sistema economico che prevede la messa in comune dei mezzi di produzione e la loro proprietà da parte dei produttori, l’assenza di classi sociali, ecc.
Si può essere comunisti anche senza essere marxisti. Sentito mai parlare della differenza tra comunisti autoritari e comunisti antiautoritari? Oppure dei termini comunismo libertario o comunismo anarchico?
Durante la prima internazionale dei lavoratori, nel XIX secolo, ci fu uno scontro tra i comunisti autoritari, che si raccoglievano intorno a Marx, e gli antiautoritari, che invece avevano come maggiore esponente Bakunin, che fini purtroppo con la cacciata degli antiautoritari.
E comunque pur non essendo marxista, riconosco che il Marx economico, non quello filosofico-politico, ha fatto un grande lavoro di chiarificazione e classificazione delle categorie economiche del sistema capitalista.

Giotto

Vorrei precisare che l’intervento di Ernesto sulla metodologia non scientifica di Marx è un guazzabuglio di gratuite affermazioni impressionistiche e tarate di ideologismo. Egli non capisce che la dialettica del Marx maturo (quella del Capitale e dei Grundrisse) non è la stessa cosa della dialettica idealista di Hegel,onde Marx non ha solo operato un “rovesciamento” per quanto concerne il fondamento ontologico (questo lo pensano solo i superficiali),ma ha scoperto che il movimento delle cose(nel loro fondamento economico) determina il movimento dei concetti.Infatti,per lui la dialettica è il metodo scientifico-sperimentale applicato alla sociologia come “astrazione determinata in processo”,indagata attraverso l’analisi delle condizioni strutturali essenziali dei fenomeni sociali sia nel loro funzionamento che nel loro sviluppo.Ecco la dialettica marxista: analisi dei fenomeni dall’astratto al concreto!
Inoltre,per quelli che accusano Marx di travestimento di una concezione religiosa del suo materialismo storico (o dialettico) e della presenza ,nel suo impianto, del cancro che caratterizza ogni pensiero religioso,ossia la presenza del finalismo naturalistico, anche qui “i nostri eroi” dell’anarchismo prendono un colossale abbaglio (del resto in buona compagnia di illustri pensatori come Galvano Della Volpe,Lucio Colletti e altri),confondendo nella loro superficiale lettura del marxismo, il Marx antropomorfico giovanile,ancora succubo della concezione umanistico- Feuerbachiana ,con il Marx scienziato,quello del Capitale ,Nel primo caso,l’essere sociale,il mondo storico,sono visti come un’alienazione di essenza (l’Uomo al centro come soggetto di facoltà essenziali che si allontana da sè per oggettivarsi nelle condizioni di esistenza); nella seconda tappa,cioè nel Marx scienziato,al posto del primato dell’essenza umana,v’è il concetto,come “astrazione reale”,il sistema capitalistico, senza la presenza di un presupposto esterno (antropocentrico o antropomorfico) a sè stesso che “si costituisce,appunto,come totalità che genera tutte le proprie determinazioni”. Ma forse per delle menti idealiste e anarco-esistenzialiste, come Ernesto e i suoi seguaci,queste distinzioni possono risultare troppo indigeste e improprie come succede a degli spiriti superficiali e…cacasenni!Ma tant’è io ho fatto il mio dovere di fare aprire gli occhi almeno ad interlocutori più seri! Saluti marxisti,care anime belle! Giotto!

zatarra

Mi dispiace caro Giotto, caro professore, ma c’è anche chi dice che il materialismo dialettico di Marx ed Engels non sia un metodo scientifico per studiare la realta sociale e naturale. Infatti non accettando il principio di non contraddizione, non può essere considerato un metodo scientifico. Tantè che anche molti marxisti attuali considerano il materialismo dialettico non una scienza ma un metodo filosofico.
Il meccanismo della dialettica infinita tra l’esatto ed il contrario, tra tesi e antitesi, tra unità e conflitto, oltre a generare una concezione determinista della natura e della sociatà, porta alla pretesa di poter spiegare tutti i fenomeni naturali, sociali ed umani all’interno del materialismo dialettico. E purtroppo, conseguentemente, porta all’arroganza tipica di chi pretende di sapere e/o di spiegare tutto.
Una buona notte a te, bell’anima!

IVAN

“Infatti non accettando il principio di non contraddizione, non può essere considerato un metodo scientifico.”

Per rispondere ad Ernesto e Francesca in modo appropriato, dovrei riscrivere IL CAPITALE per loro. Per fortuna è intervenuto Zatarra, e suo malgrado mi aiuta a dare una risposta concisa e definitiva per quanto riguarda la scientificità del marxismo.
Zatarra sostiene che un fatto o è o non è, enunciando un fondamentale principio della logica formale. Giustissimo, ma la scienza non si occupa solo di logica formale, anzi la logica formale non può aiutare a descrivere i fatti, se questi sono slegati fra loro. Già, fino a che considera il fatto concreto, nudo e crudo, non c’è contraddizione: Ivan è Ivan, bella scoperta! Sono i processi materiali che sono contraddittori…Già, perché è pura metafisica, isolare tra loro i fatti e gli insieme di fatti che sono i processi materiali. Come direbbe Hegel, il cane morto, A=A è una vacuità, una banale verità: con A=A, nel reale svolgere della realtà, si intende che un processo è unitario, ma in sviluppo nel tempo. L’Ivan di oggi non è l’Ivan di ieri, ma è sempre Ivan. Già, Zatarra non si accorge che il principio di contraddizione è valido solo se si esclude…il tempo: un fatto non può essere e non essere allo stesso tempo. Ora è ovvio che nel descrivere qualsiasi fenomeno, qualsiasi movimento della materia, è impossibile prescindere dal tempo. Dov’è allora la metafisica di Marx, se seguendo la geniale intuizione di Hegel, descrive nel IL CAPITALE un processo storico che è contraddittorio come qualsiasi movimento della materia? La realtà è una continua sequenza di contraddizioni relative, che si risolvono: questo è il dato di 2000 di ricerca scientifica. Ma c’è chi non solo non l’ha capito, ma dice che invece ciò che è scienza è invece metafisica! Se l’essenza della ricerca scientifica fosse il metodo dell’ipotesi e dell’esperimento, tutte le scienze storiche non avrebbero una base scientifica! E per prima l’evoluzione biologica! Il metodo più potente per fare scienza, è l’osservazione dei fenomeni naturali: l’immensa raccolta di fatti quotidiani accomuna L’ORIGINE DELLA SPECIE con IL CAPITALE. Una montagna di fatti che solo una visione metafisica e idealistica della scienza e della realtà possono travisare. E’ il destino di Marx quello di seguire da vicino quello di Darwin, e solo per motivi politici, non c’è dubbio. La logica formale, ha un campo d’applicazione che non può essere che una realtà formale. Se i processi naturali hanno una logica concreta di svolgimento, la logica formale non è che una generalizzazione, una astrazione. Ma c’è una differenza tra astrarre dalla realtà e astrarre dal pensiero. Ecco perché, se in 1+1=2 in matematica è vero, non è vero in biologia: un uomo più una donna possono dare un bimbo, come due, come nessuno!
Per finire, il fanatismo dei marxisti…Chi sostiene ciò, non considera che il massimo dei fanatismi, la esprime la realtà stessa. Non c’è fanatica più conseguente e implacabile della realtà. Per quanto riguarda la realtà sociale, i marxisti sono fanatici in quel senso: denunciano in ogni luogo e in ogni tempo la natura materiale e di conflitto di classe, questa società del capitale. Gli atei apolitici che si scagliano contro il marxismo, non sono meno fanatici. La loro apparente tolleranza è l’apatia del sazio che no lotta veramente, ma inveisce contro L’AUTORITA’ se questa gli disturba la digestione.

Un saluto internazionalista.

zatarra

“La loro apparente tolleranza è l’apatia del sazio che no lotta veramente, ma inveisce contro L’AUTORITA’ se questa gli disturba la digestione.”
Questa affermazione Ivan è del tutto gratuita.
L’apatia del sazio non è di casa tra i libertari. E non c’è bisogno di scomodare la storia, credo e spero per dimostrarlo, basti ricordare la makhnovicina o la Spagna del ’36. Così come nella grande famiglia dei marxisti ci sono aberrazioni, anche l’anarchismo non è affetto da ciò. Basti pensare all’anarcoindividualismo, ma sono teorie che si sono allontanate dall’impostazione di classe iniziale che semmai si rifaceva e si rifà al “materialismo storico”, come concezione che vede nella materia l’origine delle idee, ma non lega queste ad un indissolubile legame dialettico con la prima.
Rispetto al materialismo dialettico riporto le affermazioni che seguono, prese dagli scritti di alcuni comunisti anarchici, che io condivido appieno e che non saprei riportare meglio di loro:

“Il materialismo dialettico recepisce la dialettica hegeliana mettendola con i piedi per terra, non considerando più, come in Georg Wilhelm Friedrich Hegel, l’evoluzione dell’idea, ma quella della materia. La materia si evolve per sue leggi interne ed immutabili (astoriche); socialmente ed economicamente ciò si riflette attraverso una dialettica continua tra lo sviluppo delle forze produttive ed i rapporti di produzione, che, adattandosi in un primo momento al grado di sviluppo delle forze produttive, ad un certo punto diventano un ostacolo ad un ulteriore sviluppo delle prime, ne costituiscono un involucro rigido che viene infine spezzato. Il materialismo dialettico cessa così di essere un metodo di conoscenza della realtà per divenire un’interpretazione della realtà, pretendendo di dare non solo una visione generale della storia umana, ma anche una previsione sulla certezza della crisi finale del capitalismo e sull’avvento ineluttabile del comunismo. Quest’ultimo non viene più ad essere un modo in cui si vanno a ristrutturare i rapporti di produzione in seguito ad una riappropriazione del proletariato, in quanto classe, del prodotto del proprio lavoro, ma solo un modo di gestione di un particolare stadio di evoluzione, quello più avanzato, delle forze produttive. E così l’uomo viene a perdere la sua funzione di trasformatore della realtà, per divenire solo un prodotto di forze a lui estranee e che rivestono per lui solo un carattere di leggi immutabili esterne.

Quindi “Il materialismo dialettico cessa così di essere un metodo di conoscenza della realtà per divenire un’interpretazione della realtà, pretendendo di dare non solo una visione generale della storia umana, ma anche una previsione sulla certezza della crisi finale del capitalismo e sull’avvento ineluttabile del comunismo.” e qui sta il concetto determinista e finalista del materialismo dialettico… e inoltre “… così l’uomo viene a perdere la sua funzione di trasformatore della realtà, per divenire solo un prodotto di forze a lui estranee e che rivestono per lui solo un carattere di leggi immutabili esterne.”… se così fosse veramente non avremmo avuto nessuna rivoluzione nella storia.

Alberto

Ivan, Giotto e Zatarra:
Alan Sokal potrebbe scrivere la seconda edizione di “Imposture intellettuali”, usando solo quanto riportato da voi.
Non osate accostare Darwin a Marx, per favore: sono accomunati soltanto dal periodo storico in cui vissero. Chi lo fa, cerca di ricoprire di un manto di rispettabilità i propri vaniloqui.
Marx dell’ “Origine delle specie” capì poco o niente. E, se per caso a qualcuno interessa sentirselo dire esplicitamente, Darwin non fu né un marxista, né un rivoluzionario, né altro del genere. Il resto sono discorsi.

zatarra

Ei, amico Alberto! non ti scaldare! e non essere superficiale: rileggiti attentamente i miei commenti per favore! non ho mai affermato nessuna cosa di quello che stai dicendo!
Anzi io penso il contrario. La teoria dell’evoluzione di Darwin e il Materialismo dialettico di Engels e Marx non sono accumunabili, perchè la prima è teoria scentifica che non ha alcunchè di finalistico, e che anzi introduce un elemento di imprevedibile casualità (attenzione dico casualità, da non confondere con causalità!!) e cioè l’insorgere del carattere nuovo e differente; mentre il secondo è una interpretazione della realtà che, come ho detto nei post precedenti, scaturisce da una visione determinista.
Semmai il materialismo dialettico può essere associato ad una interpretazione finalistica dell’evoluzione: e infatti Engels fu ingenuamente lamarckista.

Giotto

A parte Ivan,che ha ben colto la mia argomentazione apparecchiata tutta sul terreno gnoseologico/metodologico,per tutti gli altri interventi,ex post, credo che si acconci bene la celebre espressione di Marx : “…Et voilà le cretinisme bourgeois dans toute sa beatitude!”.

Buona notte (a mezzogiorno)! Giotto

IVAN

“Alan Sokal potrebbe scrivere la seconda edizione di “Imposture intellettuali”, usando solo quanto riportato da voi.”

Alberto, chi è questo Alan Sokal? Da quello che ho letto fino ad ora, sono giunto ad una conclusione: non è questione di chi ha ragione, ma della forza materiale che è impressa nelle ragioni che sono difese. Già, il marxismo, quello vero, non è di moda, non ha la massa dei soldi che servono per renderla una idea popolare. Cosa serve questo accapigliarsi insulso tra intellettuali? La verità è sempre concreta, e vedremo quali saranno le vere imposture intellettuali. Oggi l’opportunismo di ogni genere, non riesce ad usare il marxismo: benissimo, i marxisti che lo sono ora, sapranno usare a loro vantaggio questo ostracismo. Un’ultima cosa…con la caduta del muro di Berlino, la teoria di Marx sul valore-lavoro, è stata confutata? Vorrei da lor signori una risposta. Grazie.

Un saluto internazionalista.

Giotto

N.B.
Ivan voleva dire “la Teoria del plus-valore” di Marx, ben sapendo che la teoria del valore-lavoro appartiene all’economia classica inglese (Adamo Smith,Ricardo,etc).

Alberto

Scusa Zatarra, hai ragione, ho riletto i tuoi post. Il mio non doveva essere indirizzato a te.

Ivan, Alan Sokal è un fisico e ha scritto un libro divertente sugli intellettuali inclini a scrivere pezzi contorti usando un linguaggio criptico, zeppo di termini pseudoscientifici e volutamente fumoso, onde celare il nulla che vi si cela dietro. Spero che tu non voglia diventare uguale a questi intellettuali, perché è ammirevole la passione con cui sostieni un’idea.
Che io sappia, il marxismo:
– prevedeva l’avvento del comunismo nei paesi industrializzati, ed è andato al potere in paesi arretrati e ad economia agricola, come in Russia e Cina;
– prevedeva la “naturale evoluzione dell’economia capitalista in dittatura del proletariato”, mentre ovunque il marxismo sia andato al potere, ciò è avvenuto tramite assalto fisico al sistema esistente;
– affermava che la “transitoria” dittatura del proletariato doveva rendere liberi i lavoratori; invece essa si rivelò uno strumento di oppressione permanente, manovrato da intellettuali e non lavoratori per perseguire i propri interessi, ai danni di lavoratori manuali e contadini;
– pronosticava il prevalere delle alleanze internazionali di classe, invece la storia e le guerre ci insegnano che la fedeltà etnica e territoriale, quando entra in conflitto con le alleanze di classe, le supera ovunque e in ogni tempo;
– prevedeva la distruzione del capitalismo: ebbene, il marxismo è crollato ovunque, mentre il capitalismo, pur con i suoi difetti, è vivo, reattivo e capace di adattamento;

Ora, non so se Marx avrebbe ancora molta voglia di scommettere su qualcosa. Non sono un economista, ma ti vorrei sottolineare un ultimo aspetto, biologico, in cui Marx aveva sicuramente visto male: la nozione che la natura umana sia infinitamente malleabile e quindi che una combinazione di istruzione e coercizione possa produrre esseri liberi dall’avidità e desiderosi di dissolversi nel corpo sociale in cui “il privato e l’individuale fossero completamente banditi”, come aveva immaginato Platone.
Questo è sicuramente sbagliato e, ironia della sorte, caro Ivan, profondamente anti-darwiniano.
Saluti aconfessionali

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