Venire al mondo 1 (ovvero, più che Lucetta, Buietta)

È uscito il terzo quaderno di Scienza&Vita (qui ci eravamo barcamenati sul primo, Né accanimento né eutanasia, con tanto di accenti sbagliati: Nè accanimento, nè eutanasia, ma insomma è il contenuto che conta no?)
Anche stavolta è una pregevole antologia di scritti. E anche stavolta saranno affrontati i singoli interventi […].
Si comincia […] dall’introduzione di Lucetta Scaraffia […]:

Venire al mondo oggi non è un evento scontato, il cui buon esito dipende solo dalla salute della madre e del bambino. Il mondo in cui il piccolo nato deve entrare, oggi, lo può infatti rifiutare: perché è stato concepito nel momento “sbagliato”, o in una situazione “sbagliata”, oppure perché non “è venuto bene” ed è un “prodotto difettoso”.

Colpisce […] questa ingenua idea che un tempo i bambini fossero accolti in un modo e in un mondo migliori, […]. E invece per Scaraffia il male si concentra nei giorni attuali, ove la maternità è sottratta alla società per diventare esperienza personale (lo dice poche righe più giù: “un fatto squisitamente privato” – e che cosa ci sarebbe di male in questo?). Dove la scelta di interrompere una gravidanza di un feto malato è interpretata solo come egoismo, […]. Non ci si sofferma nemmeno per due parole a pensare dal punto di vista del nascituro e della sua esistenza. […].

Quindi è la madre che, su informazione e consiglio dei medici, decide se accogliere il nuovo nato o rifiutarlo.

E che cosa bisognerebbe fare, una votazione nella pubblica piazza?
In altri tempi chi decideva (sebbene con minore o quasi nessuna consapevolezza)? Viene da rispondere: sempre la madre. Perché è lei a portare avanti una gravidanza, e da lei ne dipende l’esito.
[…]

Proprio per questo la gravidanza e il parto hanno assunto una dimensione di medicalizzazione esasperata, in cui l’attesa non è rivolta a un figlio, ma al “figlio desiderato”, che quindi non solo deve nascere al momento voluto, ma anche corrispondere alle aspettative di chi l’ha voluto.

[…]

L’aborto, più ancora della contraccezione, garantisce la possibilità che nascano solo “figli desiderati” nel momento desiderato, mentre la diagnosi prenatale serve anche a eliminare i bambini malati, imperfetti, quelli che non corrispondono al desiderio.

Ancora nemmeno una parola sulle esistenze di questi figli imperfetti, che hanno malattie gravissime di cui forse Scaraffia non conosce nemmeno il nome. Altrimenti non parlerebbe di bambini imperfetti, ma di bambini disgraziati. E poi, soprattutto, non parlerebbe di bambini: la diagnosi prenatale si compie sugli embrioni e sui feti (quella di preimpianto su organismi di poche cellule, ma è roba da nazisti!). I bambini si portano dal pediatra, non si sottopongono a diagnosi prenatali.

il nostro venire al mondo e il nostro essere riconosciuti come esseri umani sono diventati dubbi e la nostra stessa appartenenza al genere umano è discussa.

Non capisce o fa finta? La nostra appartenenza al genere umano non è messa in dubbio. No. La nostra titolarità di diritti fondamentali viene discussa. […].

il diritto per ogni essere umano di venire al mondo.

Se tale diritto fosse sancito, le conseguenze sarebbero molto gravi. E si chiamerebbero criminalizzazione della gravidanza (ogni gesto, ogni comportamento di una donna incinta è potenzialmente lesivo del “diritto di ogni essere umano di venire al mondo”). Non parliamo della possibilità legale di interrompere una gravidanza. Ma poi anche di ricorrere alla contraccezione o di non passare tutto il giorno a praticare attività riproduttive. Se ogni essere umano ha il diritto di venire al mondo, ce l’ha anche l’essere umano non ancora concepito. Quello potenziale. Quello omesso da un mancato rapporto sessuale o da una pillola contraccettiva.

E ci pongono di fronte a un problema morale cruciale: è giusto impedire la venuta al mondo di neonati malati, di esseri umani dei quali si può fondatamente ipotizzare una cattiva “qualità della vita” futura? Naturalmente, noi rispondiamo che non esiste vita “indegna di essere vissuta”, e che a questo si dovrebbero ispirare i medici che devono intervenire nelle situazioni controverse. Ma senza cadere nell’errore opposto, quello che possiamo chiamare “accanimento terapeutico”.
La diagnosi prenatale, da strumento prezioso per prevenire e guarire malattie, si può trasformare in elemento disumanizzante della gravidanza (Duden) o in strumento di selezione (Romano, Di Pietro e Serebovska, Noia).

Naturalmente. Se non esiste una vita indegna di essere vissuta, l’accanimento terapeutico non esisterebbe. […].

Testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica

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24 commenti

Ema

Perkè invece di perdere tempo a parlare di cellule maltrattate nn pensano che forse sarebbe mejo agire più su politiche che sostengano le nascite(attenzione, nn la famiglia) come fanno nella maggior parte degli altri paesi dell’UE?

Il Conte di Saint Germain

Che copiosa quantità di cazzate, signorina Lucetta, complimenti.

Nikky

Preparate la camicia di forza e le corde… un tempo gente come questa veniva internata.
Comunque se la madre di questa Lucetta avesse fatto la diagnosi prenatale ora non starebbe qui a parlare… sarà per questo che è così contraria?

Mifepristin

Venire al mondo oggi non è un evento scontato, il cui buon esito dipende solo dalla salute della madre e del bambino. Il mondo in cui il piccolo nato deve entrare, oggi, lo può infatti rifiutare: perché è stato concepito nel momento “sbagliato”, o in una situazione “sbagliata”, oppure perché non “è venuto bene” ed è un “prodotto difettoso”.
———-In nessuna epoca storica venire al mondo e sopravvivere dopo è stato un evento scontato e per infiniti motivi, non solo perché l’uomo può interferire volontariamente con la continuazione della gestazione! L’aborto è antico quanto la civiltà umana e nessun ordinamento giuridico dell’antichità pre-cristiana, prima di Settimio Severo e Caracalla, si è mai preso la briga di reprimerlo, lasciandolo alle beghe familiari e alle faccende che le donne risolvono da sé. Per non parlare della pratica dell’infanticidio durante il parto o immediatamente dopo, pratica che fino quasi all’altro ieri era alquanto diffusa anche nelle nostre campagne(lo so per testimonianze dirette). Questa Lucietta ha un buio ma di informazione e coscienza storica! Inoltre, chi lo ha detto che uno zigote solo perché si è formato nel corpo di una donna, non importa come, deve diventare per forza un nuovo uomo? Questa è realmente una prepotenza ideologica. C’è anche gente che figli non li vuole e basta, non è che li vuole perfetti o in questo o quest’altro momento, non li vuole semplicemente. Deve per caso essere la rottura di un condom o uno stupro a modificare i progetti di vita di una persona che non vuole figli?

Mifepristin

il diritto per ogni essere umano di venire al mondo.
—–Questo concetto è intrinsecamente contraddittorio, perché prima di venire al mondo l’essere umano non esiste e quindi non può avere alcun diritto, neppure quello di venire al mondo! Del resto, la stessa ampiezza di questa espressione dimostra la sua assurdità, perché venire al mondo può significare anche essere concepiti, per cui si arriverebbe all’assurdo di sostenere che ogni essere umano ha diritto di essere concepito!— Nella realtà è impossibile concepire che chi ancora non ha un minimo di vita senziente possa avere degli interessi, tra cui l’interesse a nascere.
Natus enim debet quicumque est velle manere/in vita,donec retinebit blanda voluptas/qui numquam vero vitae gustavit amorem/ nec fuit in numero, quid obest non esse creatum?

Mifepristin

i diritti soggettivi (e dunque anche il diritto alla vita o a nascere)si attribuiscono a chi abbia un minimo di soggettività intesa in senso naturalistico-biologico, non si attribuiscono certo al materiale organico umano che contiene del futuro individuo umano solo il DNA

Il Conte di Saint Germain

Giustissimo Mifepristin e non scordiamo nemmeno che la pratica dell’infanticidio era diffusissima soprattutto nei conventi, sono stati trovati a migliaia di scheletrini attorno alle mura di quei finti luoghi di clausura…

Dario Berzano

Anche se un po’ off-topic, farei notare l’infimo livello culturale di Scienza&Vita considerando quanto leggo su questa pagina web:

http://www.comitatoscienzaevita.it/quaderni.php?titolo=3

Oltre alla marea di cavolate presentate in tale “quaderno” (se la mia vita sia “degna o no di essere vissuta” è un problema mio e soltanto mio, non certo della signora Lucetta Scaraffia), c’è un link, in fondo alla pagina, che reca la dicitura: “Se vuoi scaricare questo quaderno clicca quì” (sic), con l’accento sulla ‘i’.

Aldo

Articolo: “Non ci si sofferma nemmeno per due parole a pensare dal punto di vista del nascituro e della sua esistenza. […].”

Se lo si facesse ci si troverebbe costretti a riconoscere che ogni nato deve morire. Il che porterebbe a chieresi perché condannare a morte certa chi ancora non esiste. Chiedendoselo, potrebbe venire in mente che imporre la vita è uno degli atti meno altruistici che si possano compiere.

Per metterla con le parole di Schopenhauer: “La specie umana continuerebbe ad esistere se i bambini venissero messi al mondo per un atto di pura razionalità? Un uomo non proverebbe piuttosto un’empatia tale nei confronti della generazione successiva da volerle risparmiare il peso dell’esistenza? O almeno da non accollarsi a sangue freddo la responsabilità di quel peso?”

In genere, si ritiene che ognuno sia responsabile delle proprie scelte. Peccato che, in questo caso, le scelte di due abbiano conseguenze su altri che non possono pronunciarsi preventivamente e sono costretti a subire.

emel

Naturalmente. Se non esiste una vita indegna di essere vissuta, l’accanimento terapeutico non esisterebbe. […].
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…e i cattolici vedrebbero loro tolta quella parte fondamentale su cui si basa la loro esistenza che e’ il godere delle disgrazie altrui e il trarre un sottile piacere nel compatire tutto cio’ che possono chiaramente riconoscere come inferiore a loro.

Sergio

Caro Aldo,

i tuoi interventi o non sono capiti o passano per quelli di una persona eccentrica o … spostata. Qualcuno mi ha detto che questi dell’UAAR sono “di sinistra”, marxisti e roba del genere, ed è risaputo che alla sinistra del problema della sovrappopolazione alias bomba demografica non gliene frega un cazzo, anzi considerano questa tematica vagamente assurda, oscena, fascistoide, razzista.
A sentire la sinistra e il papa la Terra può nutrire tranquillamente anche 15 miliardi di persone (a patate e trote da acquacultura). Siccome siamo solo a quasi 7 miliardi (trent’anni fa eravamo meno della metà) c’è quindi ancora spazio.
A meno che a partire dal 2013 le cose non cambino radicalmente (sembra che fra sei anni – appena sei anni – sarà raggiunto il famoso peak oil e poi buona notte al secchio).

Hai poi notato che qui si considera il diritto alla maternità addirittura un diritto umano? La sterilità è una malattia che va curata (ovviamente a spese della collettività). Per me la sterilità come l’omosessualità non sono malattie e hanno contribuito a non far lievitara la massa umana oltre certi livelli.

In fondo la sinistra e il papa remano nella stessa barca e nella stessa direzione: figli, figli, sempre più figli. L’unico neo è la fissazione della Chiesa nel non volere ammettere la fecondazione assistita: una impuntatura strana e assurda, visto che considera “naturale” una cosa oscena e contro natura come i trapianti, che nel 1967 fra parentesi condannava.

Il Conte di Saint Germain

Sergio mi sembri un po’ esagerato, io sinceramente non ho uno schieramento politico preciso ma non credo che essere di sinistra voglia dire volere il sovraffollamento.
Altrimenti sarebbero contrari alla contraccezione, all’aborto e così via. Cosa che invece molti esponenti di destra e la Chiesa sostengono con convinzione, per loro gli omosessuali sono improduttivi in quanto non figliano (fingo di non vedere la tua affermazione sulla malattia) e quindi non vogliono riconoscere loro diritti civili, non vogliono che nei paesi del Terzo Mondo dove c’è davvero la sovrappopolazione non usino il preservativo che non solo funge da contraccettivo ma preserva anche da malattie gravi. Sono contrari all’aborto in tutto e per tutto e vorrebbero far nascere ogni povero disgraziato anche se incredibilmente deforme o condannato a una vita sofferente per pochi anni…io credo che tra le idee della sinistra e quelle cattoliche ci passi un mare. Se poi tu per sinistra intendi la Binetti…beh, non è proprio la migliore degli esponenti.

Aldo

Il Conte di Saint Germain: “[…] nei paesi del Terzo Mondo dove c’è davvero la sovrappopolazione[…]”

L’Italia è, in assoluto, uno dei Paesi più sovraffollati e sovrappopolati al mondo. Il fatto che non ce lo dicano a scuola, né altrove, non significa che ciò sia meno vero. Dunque, ben vengano le pratiche di contenimento della natalità finalizzate a una riduzione della popolazione nel Terzo Mondo, ma non sarebbe male riconoscere che ne abbiamo bisogno tanto noi quanto loro, se non di più. Fortunatamente, noi italiani siamo abbastanza avanti lungo la strada di una spontanea continenza riproduttiva.

Qui da noi, per ridurre una popolazione numericamente già abnorme, sarebbe altresì indispensabile una serie di interventi restrittivi sulle migrazioni. La popolazione in Italia cresce ogni anno di diverse centinaia di persone (ed è un male per mille ragioni) esclusivamente a causa del saldo migratorio svantaggioso (più immigrazione che emigrazione).

Aldo

Errata corrige

Poco sopra ho scritto: “La popolazione in Italia cresce ogni anno di diverse centinaia di persone […]”

Doveva ovviamente essere: “La popolazione in Italia cresce ogni anno di diverse centinaia di migliaia di persone […]”

Sergio

Indubbiamente ci sono differenze tra sinistra e Chiesa. La “questione sessuale” per la Chiesa è decisiva (rapporti pre ed extramatrimoniali, erotismo, divorzio, aborto, omosessualità, Dico): se le togli tanto ben di Dio a questi immondi pretacci non resta quasi più niente. Li hai mai sentiti tuonare per “settimo non rubare”? O denunciare la parossistica corsa alle armi di distruzione di massa della superpotenza?

Quello che per me però resta un mistero (doloroso) è l’assoluto silenzio della sinistra su quella che a parer mio è la massima tragedia del secolo XX e XXI: l’ormai incontrollabile incremento demografico che finirà inevitabilmente in tragedia (di due tipi: o collasso rapido e drammatico o avvento dell’uomo-formica, una modalità di vita che a me non piace: significa oltretutto fine della libertà e democrazia come la intendiamo noi).

Per la sinistra ottusa il numero è ancora potenza: esattamente come per il fondamentalismo religioso. Perciò la sinistra evita come la peste il problema demografico o addirittura – al pari della Chiesa – auspica una ripresa del tasso di natalità in Italia e in Europa. La tragedia di Napoli e dei suoi rifiuti non sembra infastidirla più di tanto. Ma i guai di Napoli non sono dovuti al cattivo governo o a fattori contigenti: i guai di Napoli sono strutturali e insolubili, se si guarda alla spaventosa densità di popolazione campana (più che doppia rispetto al resto d’Italia, per sé elevatissima: 192 abitanti per km quadrato). Napoli prefigura l’Italia e il mondo: affogheremo tutti tra i rifiuti. E’ certo come l’amen in chiesa (un modo di dire dei tedeschi).

La sinistra è sì per la contraccezione e anche, in misura minore (vedi Giuliano Amato che ha preso a ben volere l’embrione) per l’aborto. Ma perché vuole fottere in santa pace. Giusto. Ma guai ad affrontare seriamente il problema demografico e del rapporto uomo – ambiente. Persino le mezze calzette ambientaliste e verdi non ne vogliono sapere. E uno dell’UAAR mi ha detto che la questione demografica non è una delle “issues” (che significa?) dell’UAAR. Mah!

Omosessualità. Non ho capito la tua osservazione o insinuazione. Ribadisco che non la considero una devianza o una perversione come l’orribile Binetti. Non è perciò da curare. Ho semplicemente detto che sia l’omosessualità che la sterilità sono fenomeni naturali che hanno avuto (e avrebbero!) il positivo risvolto di frenare l’incremento demografico.
La Chiesa combatte la fecondazione assistita secondo me per un’illogica impuntatura sul concetto di “naturale” (in fondo è una questione di principio: la Chiesa vuole arrogarsi il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male, avere l’ultima parola nelle cosiddette questioni etiche).
Tuttavia la sua illogica militanza contro la fecondazione assistita o il “figlio ad ogni costo” di certuni “mi sta bene” perché obiettivamente costituisce un freno alla fertilità irresponsabile (saprai che la Chiesa parla di paternità e maternità responsabili delegando con ciò ai partner la decisione sul numero dei figli – almeno a parole!).

La “tragedia” delle coppie sterili mi lascia francamente indifferente. Sono senza cuore? Non credo. Le coppie sterili potrebbero adottare per risolvere il loro problema affettivo. Non venirmi a dire che non è la stessa cosa. Certo che non è la stessa cosa, ma andiamo: è davvero un sacrosanto diritto trasmettere i propri geni?
Nessuno parla dei costi della cura della sterilità e dei trapianti. Il trapianto del fegato costa più di 200’000 euro (escluse le cure postoperatorie). Somme semplicemente incredibili che mancheranno per altre cose più importanti, come la prevenzione. Con la trapiantistica i chirurghi si fanno le palle d’oro, altro che vite da salvare. E invece i medici e i chirughi suggeriscono ai trapiantandi che è un loro diritto pretendere un organo che gli allunghi la vita.
E insinuano sensi di colpa in chi non è disposto ad essere donatore. La donazione sembra essere ormai un dovere sociale. La Chiesa si è allineata.
Saluti.

Francesca

@Sergio

è davvero un sacrosanto diritto trasmettere i propri geni

Io sono metà di una coppia sterile (sterile, non infertile, te lo chiarisco inquantochè sembri avere idee poco chiare su infertilità, adozione e quant’altro) e ti posso assicurare che replicare il mio genoma è l’ultimo dei miei desideri (tant’è che sarei disponibilissima per un’ovodonazione), e che mio marito, il quale ha la certezza che il suo DNA non sarà replicato, non si sveglia urlando la notte pensando al suo patrimonio genetico che andrà perduto.

La “tragedia” delle coppie sterili mi lascia francamente indifferente

In questo, sei in buona compagnia, poichè, se la TRAGEDIA delle coppie infertili, e dei malati, che tendiamo a dimenticare, non lasciasse indifferenti la maggior parte degli italiani noi non avremmo la legge 40, come avremmo diritti per le coppie conviventi, se la loro tragedia non lasciasse indiferenti la maggior parte degli italiani.

E insinuano sensi di colpa in chi non è disposto ad essere donatore. La donazione sembra essere ormai un dovere sociale.

A nome di moltissime coppie infertili, sento di poterti mallevare dal dovere di masturbarti in una tazzina. Dopo il tuo ultimo post, del tuo genoma di certo non si sentirà la mancanza.

Francesca

La Chiesa si è allineata

Appunto, di sperma reazionario, ne abbiamo in sovrabbondanza.

Aldo

Francesca, vedo che sei un’esperta nello stimolare il dialogo. Quanto diplomatico tatto nelle tue parole!

Francesca

@Aldo

Sono semplicemente stanca di sentire cretinate sull’infertilità. Come questa perla:

Tuttavia la sua illogica militanza contro la fecondazione assistita o il “figlio ad ogni costo” di certuni “mi sta bene” perché obiettivamente costituisce un freno alla fertilità irresponsabile

Che è tipica delle persone infertili…

Francesca

Peraltro, non si capisce perchè IO debba mostrarmi gentile verso chi tatto non ne mostra per niente.

Aldo

Forse perché prima di valutare qualche frase, per forza di cose scollegata da un contesto, occorrerebbe cercare di capire quali possono essere i presupposti che ne sono alla base. Certo è che spesso anch’io prendo le mie belle cantonate nel valutare i commenti altrui, ma quando non sono sicuro d’aver capito evito di commentare a mia volta. Sempre, comunque, cerco di evitare gli inutili scontri.

Conoscendo parte del contesto che ha portato Sergio ad esprimere le sue personali valutazioni, non trovo nulla di scandaloso nei concetti che ha espresso. Sicuramente non intendevano costituire un attacco né a chi è sterile, né a chi è infertile, né a chi è omosessuale. Anzi… forse erano una forma di ringraziamento per il pur involontario contributo alla mitigazione degli enormi problemi di sovraffollamento che viviamo in Italia. Credimi quindi se ti dico che hai forse rivolto il tuo livore contro il bersaglio sbagliato.

Comunque, credo che se vorrà risponderti lo farà in prima persona.

Francesca

Forse perché prima di valutare qualche frase, per forza di cose scollegata da un contesto, occorrerebbe cercare di capire quali possono essere i presupposti che ne sono alla base.

Il presupposto è la sovrappopolazione e l’ho capito benissimo. Ma fare un discorso del genere è come parlare di disoccupazione e rallegrarsi del fatto che chi muore in un incidente libera un posto di lavoro.

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