Egregio Don Barbaglia,
ho visionato il filmato relativo alla sua conferenza, peraltro solo dopo che mi è stato segnalato un suo commento relativo alla mia pretesa di chiedere al Ministro di Giustizia la rimozione dei crocifissi dalle aule giudiziarie perché discriminatori, cioè lesivi del diritto di eguaglianza senza distinzione di religione. Ho scoperto che a suo giudizio questa mia pretesa -come l’analoga pretesa del cittadino italiano Adel Smith, di fede musulmana- sarebbe addirittura ridicola perché la presenza dei crocifissi nelle aule giudiziarie e, in genere, negli uffici pubblici italiani non sarebbe affatto discriminante, dal momento che il “crocifisso non da fastidio” e la sua presenza “non impone a chi non crede o crede in altra religione di inginocchiarsi o di venerarlo”. Ebbene, le rappresento, Egregio Don Barbaglia, che il Signor Adel Smith, prima di iniziare la sua battaglia legale, ottenne dalla maestra della scuola frequentata dai figli l’autorizzazione ad esporre il versetto 212 della Sura, rivendicando in tal modo la stessa dignità e gli stessi diritti che lo Stato fascista italiano ha accordato ai cattolici attraverso l’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche. Il giorno successivo, tuttavia, il Preside dell’Istituto ordinò l’immediata rimozione del versetto della Sura coranica (scritto in lingua araba e, quindi, incomprensibile ai più) perché offendeva il Suo Crocifisso. E allora Le chiedo: con quale impudenza Lei ha il coraggio di affermare che questi comportamenti fascisti dello Stato italiano, cioè della Colonia del Vaticano, non sarebbero “discriminatori”? Vuole Lei forse sostenere che i crocifissi non danno fastidio a nessuno e non impongono atti di venerazione, mentre i versetti della Sura degli islamici “danno fastidio ai cattolici” e “li costringono ad atti di venerazione”? Mi risponda Don Barbaglia, se ne è capace e se è capace di logica e coerenza. Spieghi a me e a tutti gli altri italiani razzisti per quale motivo SOLO il Crocifisso cattolico è degno di entrare nelle scuole italiane, mentre gli “sporchi” simboli religiosi delle altre “infime” religioni, diverse da quella cattolica, non meritano di entrarvi. Vi “danno forse fastidio” i simboli dell’islam? E questa -secondo Lei- non sarebbe “discriminazione”? Forse Lei è per caso uno di quelli che sostiene che gli “sporchi” ebrei e gli “sporchi” negri non debbono entrare nei locali pubblici perché questi sono riservati SOLO alla “superiore” razza bianca ariana? Risponda, Don Barbaglia, e soprattutto dia sfoggio della Sua logica e della Sua coerenza con questa sua risposta.
Le rappresento poi che anch’io, come Adel Smith, ho manifestato la mia totale disponibilità a tenere le udienze in presenza del Suo crocifisso, ma ho chiesto di poter esporre la mia menorah ebraica a fianco del simbolo cattolico, rivendicando in tal modo la stessa dignità umana e gli stessi diritti che lo Stato fascista e razzista italiano accordò ai Cattolici. Ebbene, gli augusti Ministri di Giustizia Roberto Castelli e Clemente Mastella mi hanno opposto un rifiuto perché gli sporchi ebrei non meritano di poter esporre il loro infimo simbolo religioso a fianco del crocifisso della “razza superiore”, trattandosi di un vero e proprio sacrilegio. E allora Le chiedo, Don Barbaglia, utilizzando le Sue stesse identiche parole ed argomentazioni: ma la menorah ebraica vi da forse così tanto fastidio a Voi Cattolici? Forse la menorah degli ebrei vi impone atti di venerazione o di genuflessione? Avete forse ancora qualcosa contro gli ebrei? Non vi basta di averli perseguitati, massacrati, ghettizzati e discriminati nella vostra storia tutt’altro che commendevole e, anzi, criminale? Risponda, Don Barbaglia a questa domanda: imporre la presenza dei SOLI crocifissi e negare agli ebrei e a tutte le altre religioni lo stesso identico diritto non sarebbe, secondo Lei, discriminatorio ma, anzi, una “tesi ridicola”? Attendo una Sua risposta che dia dimostrazione della sua logica e della sua coerenza: nel frattempo le ricordo che il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana mi è valsa anche la condanna a sette mesi di reclusione ed alla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, in vista della mia definitiva rimozione dalla magistratura. Tutto questo è avvenuto con la compiacente e compiaciuta connivenza ed approvazione del Suo augusto Pontefice, ad avviso del quale “la presenza di Dio deve essere visibile, attraverso i crocifissi, negli uffici pubblici italiani”: e avete anche il coraggio di dipingervi come soggetti che ripudiano la discriminazione e predicano la tolleranza e il rispetto reciproco? Nella vita bisogna razzolare bene, e non soltanto predicare bene.
Nella sua conferenza Lei ha anche tacciato come ridicola la tesi secondo cui l’offrire in “sacrificio” la vita di un figlio da parte di un padre sia diseducativa: dal momento che io l’ho qualificata in termini ancor più severi -e cioè come un atto di criminale assassinio da parte di Dio- mi permetto di interloquire con le considerazioni che seguono.
Le rammento che secondo i codici penali di tutti gli Stati esistenti sulla faccia della Terra e secondo le Convenzioni internazionali attualmente in vigore, un qualsiasi padre che cooperasse per far trucidare il proprio figlio da terzi criminali sarebbe immediatamente sottoposto a processo penale per “concorso in omicidio”. Se questo padre, poi, giustificasse questo gesto criminale con la necessità di “salvare terzi colpevoli”, cioè l’Umanità peccatrice, sarebbe sicuramente sottoposto a perizia psichiatrica: solo un pazzo, in effetti, può concepire l’idea che da un “sacrificio umano” -cioè dalla barbara uccisione di un innocente- possa derivare la “salvezza” di terze persone colpevoli e peccatrici. Forse non lo saprà, Don Barbaglia, ma uno dei principi più elementari e fondamentali del diritto è che “la responsabilità è esclusivamente personale”, cioè non è ammessa la possibilità che una persona debba rispondere delle colpe altrui, magari di quelle dei padri. Ebbene, il messaggio che promana dal supposto sacrificio di Gesù Cristo per “salvare” l’umanità (un mito, questo, copiato da altri miti di altre religioni, vedi ad es. Mitra) non solo è altamente immorale e diseducativo, ma anche un messaggio criminale: è infatti inconcepibile e inammissibile giustificare che un padre possa cooperare volontariamente per far trucidare un figlio da terzi criminali perché da questo assassinio e da questo dolore possa poi derivare la salvezza dell’umanità. Questo mito del Dio “salvatore” -copiato dal mito di Mitra- ha più di 2000 anni ed è stato concepito da persone che ancora praticavano barbari “sacrifici” umani ed animali: non so se ne rende conto, Don Barbaglia. Il Dio biblico, Don Barbaglia, praticava ancora sacrifici umani ed animali: e non si tratta di allegorie o di metafore, ma di realtà che sono peraltro comuni a pressoché tutte le religioni che sono state concepite dagli uomini, durante una certa fase della loro evoluzione (anche gli atzechi e gli incas praticavano sacrifici umani). Dal punto di vista antropologico è stata data la giustificazione di questi comportamenti del genere umano: ma abbarbicarsi, oggi, all’assurdo mito del Dio Salvatore (cioè della sublimazione dei sacrifici umani) significa essere completamente al di fuori del tempo e della civiltà e non rendersi conto, peraltro, di una evidenza a dir poco solare: che cioè il supposto sacrificio del Figlio di Dio non ha sortito, per l’Umanità, alcun beneficio. Seguitiamo infatti sempre a morire, ad ammalarci, a soffrire, a patire guerre etc. etc, senza che l’evento “epocale” della crocifissione del Figlio di Dio abbia apportato benefici per l’umanità, al pari dell’identico e ben precedente sacrificio del Dio Mitra.
Mi sconcerta, poi, sentire dalla sua viva voce l’affermazione che l’offerta del sacrificio della vita di un figlio (Gesù) provenga da parte di Dio, cioè del “Padre”: mi faccia capire, Don Barbaglia, Voi cattolici non vi siete sempre vantati, e tuttora vi vantate, di essere “monoteisti”? Monoteismo -se la matematica e le mie reminiscenze di greco non mi ingannano- significa ipotizzare e credere in un “unico” Dio, e non in più Dei, magari legati tra di loro da rapporti di parentela. Come è possibile, allora, che il Dio-padre sia diverso dal Dio-figlio, cioè da Gesù Cristo, senza che ciò travolga l’affermazione che siete “monoteisti”? Se Dio si è riprodotto, generando un Dio-Figlio con una donna appartenente al genere umano, come si può parlare di “monoteismo”? In realtà di miti del genere la storia dell’umanità è zeppa, Don Barbaglia: e allora mi dovrebbe spiegare perché gli Dei greci e gli altri dei di altre religioni sarebbero “falsi e pagani” e solo il vostro Dio, che genera altri dei-figli, dovrebbe essere vero e, per di più, meriterebbe di essere considerato -a dispetto della matematica e dell’evidenza- come un Dio singolo. Ma il Dio dell’Antico Testamento, egregio Don Barbaglia, non è forse il Padre di Gesù, cioè quello che ha creato l’universo dal nulla? E se questo Dio biblico deve essere considerato come Dio Uno e Trino, in spregio alla matematica ed al significato delle parole, come giustifica, Don Barbaglia, la criminalità di questo Dio biblico, che risulta attestata dalla stessa Bibbia, cioè dal libro scritto (o ispirato) da Dio in persona? Dal momento che Lei si qualifica biblista, presumo che conosca bene la Bibbia. E allora Le chiedo: come può giustificare l’operato del Suo Dio biblico? In realtà il codice penale e le convenzioni internazionali, alle quali hanno aderito i popoli e le Nazioni civili, bollano e condannano inesorabilmente il suo Dio come un vero e proprio criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali.
La Bibbia, egregio Don Barbaglia, non è un libretto allegorico, ma la fedele esposizione di quello cui realmente credevano e praticavano popoli analfabeti vissuti più di 2.500 anni or sono. Queste credenze e questi Dei, giudicati col nostro grado attuale di civiltà, sono inesorabilmente Dei criminali: e allora mi dovrebbe spiegare, visto che la Verità non può mutare nel tempo, come si possano ancor oggi venerare Dei criminali, partoriti dalla mente criminale di uomini vissuti tre mila anni or sono.
In attesa di non risposte, la saluto cordialmente.
Luigi Tosti
Il giudice Tosti replica a don Barbaglia
82 commenti
Commenti chiusi.
Il giudice Luigi Tosti scrive su http://nochiesa.blogspot.com/
Le frasi dell’ “augusto” giudice “Spieghi a me e a tutti gli altri italiani razzisti per quale motivo SOLO il Crocifisso cattolico è degno di entrare nelle scuole italiane, mentre gli “sporchi” simboli religiosi delle altre “infime” religioni, diverse da quella cattolica, non meritano di entrarvi. Vi “danno forse fastidio” i simboli dell’islam?”
e
“Forse Lei è per caso uno di quelli che sostiene che gli “sporchi” ebrei e gli “sporchi” negri non debbono entrare nei locali pubblici perché questi sono riservati SOLO alla “superiore” razza bianca ariana?”
si commentano da sole; forse sarebbe il caso di smettere di dare credibilità a personaggi del genere, in caccia solo di notorietà -anche economica-, ergendoli addirittura a bandiere di lotta.
La “resistenza” non la si fa in questo modo!
Tutta la mia solidarietà al giudice Tosti. Però, ragazzi! Nel ventunesimo secolo ormai si dedica più tempo a discutere di questioni fantareligiose, che non ad accuparci di salute, ambiente, scienza, eccetera. Che tristezza! Ormai temo che alla lunga vinceranno i fanatismi religiosi, e buona parte della colpa sarà dei mass media, che trovano facile e poco faticolo utilizzare gli sproloqui di questi qua per fare scalpore, aizzare gli animi, e vendere più copie (o fare più ascolti) sfruttando la buona fede (è proprio il caso di dirlo!) del grande pubblico.
[quote]al pari dell’identico e ben precedente sacrificio del Dio Mitra.[/quote]
Non mi risulta, qualcuno mi può dare lumi?
Il testo è molto interessante, non tanto per l’assennatezza di ciascuna singola obiezione (qualcuna più ficcante, qualcun’altra più corrente e meno incisiva), quanto piuttosto per il tono commisurato alla lunghezza dell’elenco. La scrittura di Tosti è una scrittura partecipe, sentita, motivata, lungamente ritenuta e infine emotivamente defluita; è la scrittura di un uomo che ritiene di dover combattere una battaglia giusta e dovuta, e le cui argomentazioni si strutturano, ovviamente, in forma forense. Ciò che colpisce, soprattutto, è la “somma” delle argomentazioni: argomentazioni civili, e politiche, e culturali, e storiche, e filosofiche, e antropologiche, e mitico-tematiche; e ancora: argomentazioni vivamente retoriche che vogliono contrapporsi alla cattiva retorica degli invasori. Tutto questo si deve leggere come il fiore di un pensiero maturo, sociale, collettivo, che a ragione della sua vasta argomentazione, appunto, chiede un deciso e salutare affrancamento dai ceppi del pensiero e del condizionamento cattolico. Le battaglie come quella di Tosti, e di molti altri, stanno a dimostrare che, al livello dei suoi componenti migliori, il nostro paese è maturo per seguire la strada di civiltà degli altri paesi d’Europa; stanno a dimostrare che una società evoluta, emancipata, matura tende naturalmente a sviluppare un pensiero civile che si evolve al di là e al di fuori dei dogmi e delle coercizioni di una sola e invasiva religione. Religione che, peraltro, avrebbe solo da guadagnare in autenticità se solo essa venisse tolta di mano dalle gerarchie ecclesiastiche. Evidentemente il problema è soprattutto politico: fintanto che sopravvivono i gangli concentrativi di poteri politico-economico-persuasivi non si va avanti. A ennesima dimostrazione, non è una novità, che esiste una correlazione strutturale, una sorta di omologia, che apparenta e lega il potere politico, nella sua forma più arcaica e vieta, con il potere ecclesiastico e il potere mafioso: correlati tra loro, tutti e tre fondano la loro sopravvivenza sugli intrecci di potere, denaro, controllo.
Appoggio il Giudice Tosti a cui va tutta la mia solidarietà
@Paolo Garbet
hai ragione a dire di smettere di parlare di religioni o religiosità e invece affrontare argomenti come salute, ambiente eccetera, ma il problema è che qui in italia la chiesa cattolica parla su tutto e si arriverebbe sempre al solito punto, quindi meglio affrontare il problema principale che è la difesa della laicità dello stato e delle menti per poi affrontare in maniera costruttiva tutti gli altri argomenti altrimenti rischiamo di ritrovarci davvero al medioevo…
@ Butch
il dio mitra è un dio molto antico, nato da una vergine il 25 dicembre, portatore di luce e benessere, veniva spesso raffigurato mentre ammazzava il toro dal cui sangue a terra nasceva del grano simbolo di prosperità e fertilità per il popolo, era un annunciatore di una nuova era e nel suo nome si toglievano tutti i mali dalla terra( i cristiani li chiamerebbero peccati)… Costantino, in quanto pontifex maximus era il gran sacerdote di mitra e del sol invictus( le religioni per la maggiore nell’impero romano nel suo periodo) quando decise di ammettere anche il cristianesimo come religione di stato( e non come la religione di stato) pose delle condizioni: lui era sempre il pontifex maximus del cristianesimo come delle altre religioni, la festa della natività di gesù fu portata dal 6 gennaio al 25 dicembre per omologarla alle altre 2 religioni, gesù fù innalzato a divinità e sua madre a vergine per rendere la nuova religione piu’ forte e simile all’altra di mitra… comunque giova ricordare che costantino fù battezzato sul letto di morte pochi istanti prima di morire e per tutta la sua vita in qualità di pontefice officiava i culti delle religioni maggiori dell’impero innalzando templi a mitra, al sole e a gesù… fu una astuta mossa politica rendere il piu’ simili possibile le maggiori religioni … così lui poteva governare sia le persone che le anime…
Scusate ma credete veramente che questi interventi siano produttivi per la laicità dello stato? All’inizio del testo sembrava una persona equlibrata, poi quando ha iniziato fare paragoni con la segregazione dei neri e la non presenza di altri simboli religiosi all’interno delle scuole, qui stiamo scivolando nel terrorismo intellettuale e anche particolarmente disonesto. In Spagna c’è il crocifisso nelle scuole eppure hanno votato una legge sul matrimonio gay. L’omosessualità è condannata da tutti e tre i monoteismi non solo dal cristianesimo. Che vada a chiedere al suo amico Adel Smith cosa pensa del matrimonio gay…
Rabbiosetto il giudice.
Come disseil laico Sergo Romano – laico, dunque distante da me – non è una battaglia che spetta a un magistrato; soprattutto se rabbioso, aggiungo, perché privo dell’obiettività.
@ Arcturus
“Le battaglie come quella di Tosti, e di molti altri, stanno a dimostrare che, al livello dei suoi componenti migliori, il nostro paese è maturo per seguire la strada di civiltà degli altri paesi d’Europa; stanno a dimostrare che una società evoluta, emancipata, matura tende naturalmente a sviluppare un pensiero civile che si evolve al di là e al di fuori dei dogmi e delle coercizioni di una sola e invasiva religione”
Io al contrario credo che l’intervento di tosti stia a testimonianza di quanto siamo lontani dall’Europa. Ripeto ancora una volta in Spagna ci sono i crocifissi nelle scuole e anzi il numero di scuole private cattoliche è nettamente superiore all’italia, eppure hanno una legge sulla fecondazione tra le più progredite d’Europa ed hanno legalizzato matrimonio e adozione gay. Nella Francia senza crocifissi, dov’è il matrimonio gay? dov’è la fecondazione per donne single e lesbiche? Anzi recentemente ad un colloquio di laici dove c’era anche Pena Ruiz le rivendicazioni omosessuali sono state presentati come un pericolo per la laicità.
zumpappa, pure io disapprovo lo sfogo dI Tosti. Ma tu piuttosto, non ti incazzi mai se ti fanno un torto? Normalmente che fai? Porgi l’altra guancia?
Ha senso la battaglia sul crocefisso? Oppure è meglio impegnarsi sul altri fronti?
Secondo me il crocefisso in aula non è altro che un simbolo. Rappresenta la mentalità cattolicizzante che coscientemente impone il suo pensiero confessionale come se fosse “naturale”, “razionale”, “universale” e anzi addirittura “laico”. Non è il problema del crocefisso ma di mentalità. Se riesce difficile concepire un’aula pubblica laica allora sarà ancora più difficile ragionare laicamente su fecondazione assistita, rapporti con la chiesa, bioetica, etc.
Forza giudice!
Filippo Proietti
“Se riesce difficile concepire un’aula pubblica laica allora sarà ancora più difficile ragionare laicamente su fecondazione assistita, rapporti con la chiesa, bioetica, etc.”
Evidentemente no visto che la Spagna con crocifissi nelle aule è più evoluta della Francia senza crocifissi. Segnalo tra l’altro che la scuola pubblica francese senza crocifissi è una delle più discriminatorie nei confronti degli alunni portatori di handicap che vengono spesso rifiutati e trovano accoglienza nelle scuole private, mentre la scuola pubblica italiana con crocifissi è una delle migliori nell’accoglienza dei portatori di handicap, senz’altro migliore di quella francese senza crocifissi. Ora è ovvio che queste cose non dipendono dalla presenza o meno del crocifisso sia in bene sia in male.
@ lik
Il confronto con Spagna e Francia ha, come tutti i confronti i suoi pregi e i suoi limiti. La Spagna negli ultimi decenni ha avuto una maturazione culturale che non ha eguali. Sono passati da una situazione simile a quella italiana ad una addirittura più progredita di quella francese (parlo sempre di laicità) senza passare per il “crocefisso”. Non si può che render onore alle capacità dei spagnoli. Detto questo la situazione italiana è nettamente peggiore di quella da cui sono partiti gli spagnoli e per questo ritengo che non è pensabile fare salti qualitativi alla spagnola se non con dei miracoli e che quindi ci tocca passare per il “crocefisso” e cercare di far maturare piano piano gli italiani…
@ Filippo Proietti
Io non ho la sfera magica, ma credo che non saremo noi atei a far togliere il crocifisso. Siamo cittadini di serie B verso i quali si ha il diritto di scrivere articoli razzisti e ateofobi come quello di Erri de Luca. Piano, piano demograficamente comincierà a sparire de certe aule dove gli studenti non cristiani, saranno con l’immigrazione, maggioritari. Ma questo non vuol dire che sarà meglio. Vedremo apparire altri problemi, la spada sikh, oppure il divieto di ascoltare musica o fare educazione fisica, o il rifiuto dei corsi di biologia. Credo che i problemi della scuola oggi siano in generale molto gravi ovunque (scarsa preparazione, mancanza di autorevolezza) non solo in Italia ed il crocifisso sia sinceramente un problema marginale rispetto a quello che ci aspetta per il futuro.
@ Zumpy
Condivido Sergio Romano sul giudice tosti anche se Sergio Romano è il classico esempio di patriarcato laico diffidente nei confronti delle rivendicazioni femminili e gay. Un conservatorismo laico che si sta diffondendo molto particolarmente in Francia.
Al di là del tono di Tosti, che trascende parecchio e che non condivido, la questione di fondo rimane quella: perchè il crocefisso – simbolo di un’unica confessione religiosa -che ha una storia abbastanza discutibile- e, tra l’altro, imposto proprio dal fascismo negli uffici pubblici – dovrebbe rimanere, dato che il contesto socio-culturale è cambiato ed esso non rappresenta (anzi, non ha mai rappresentato) la “coscienza” di tutto il paese? Già il fatto che ci sia una porzione sempre più grande del paese che segue altre religioni o non si riconosce in alcuna dovrebbe far riflettere: ma si sa che i cambiamenti sociali sono più veloci di quelli legislativi.
Quindi, va bene criticare Tosti, ma non impuntiamoci sulla forma, dato che il messaggio di fondo è chiarissimo. E soprattutto non serve tirare fuori altri argomenti che c’entrano poco con la questione principale di cui stiamo trattando (tipo particolari leggi come la procreazione assistita o dichiarazioni varie in Spagna o Francia, che non dovrebbero essere generalizzate perchè legate a quel contesto politico). Se possiamo trarre un insegnamento da certi paesi è invece proprio la tendenza generale alla laicizzazione, anche se percorre strade diverse e persino contraddittorie (a causa di sfasature temporali e storiche). Il problema dell’Italia è che deve recuperare certe posizioni a livello di laicità: e secondo me ciò passa anche attraverso la rimozione di determinati simboli particolaristici in edifici che invece sono – o dovrebbero essere – di tutti (proprio perchè noi abbiamo avuto la “fortuna” di avere il fascismo, che ha cattolicizzato lo stato, e abbiamo per di più il Vaticano impiantato a Roma, cosa che gli altri paesi non hanno). La laicità in Italia passa anche attraverso certe lotte simboliche e culturali.
@ Valentino
Personalmente preferisco una scuola con il crocifisso ma che accetta i portatori di handicap come quella italiana, rispetto a una senza crocifisso che li discrimina come quella francese. In Spagna poi la scuola è soprattutto privata cattolica. Questo Tosti, quando parla del cristianesimo, sembra la Fallaci quando parla dell’islam e la comunità ebraica non mi risulta particolarmente solidale con questo personaggio. Non so a me sembra un’iniziativa controproduttiva.
il tono di Tosti è piuttosto incazzoso ed in certi passaggi può indisporre, ma le parole sono sostanzialmente condivisibili.
non so se il tono gli venga spontaneo (teniamo anche conto che è sotto processo per questa sua battaglia) oppure lo usa in quanto consapevole che in questo mondo di matti si ottiene di più sbraitando o presentandosi come santoni piuttosto che con la pacatezza razionale.
che dire del crocifisso nei luoghi pubblici? che mi sta sul cazzo.
sì, ho sempre pensato che in fondo vale per chi ce lo appende e a me non fa nessun male. che è un simbolo tradizionale di una grande religione storica e quindi da rispettare come tale. che fosse anche guiusto difenderlo da attacchi beceri.
però oggi che mi vengono a dire che quel simbolo rappresenta il massimo insegnamento, pertanto è indispensabile la sua presenza nelle scuole. che è lì per tutti, non solo per i cristiani. che rappresenta la tradizione e l’identità italiana ed europea e quindi è lì anche per me. che, come disse Croce, “non possiamo non dirci cristiani”. beh, allora sapete cosa vi dico?
ca s’la vaghen a tor in t’al cul!
@ lik
E’ proprio per affrontare in anticipo le questioni sociali che ci si presenteranno
(o che sono già presenti) che la società italiana, compresi i cattolici, si dovrebbero porre il problema del settore religioso e concretamente quello cattolico. Il rischio è di arrivare allo scontro tra confessioni assolutiste in cui ogniugno vuole prevale sull’altro senza possibilità di intermediazione.
Concordo che non sarà certo una minoranza a rimuovere, sopratutto a livello culturale, il crocefisso ma il problema deve essere cmq posto. Se neanche lo si pone allora è inutile sperare in una sua soluzione.
Sul fatto che i problemi della scuola siano gravi è evidente come è evidente che non c’entrano nulla con il crocefisso ma secondo me sono collegati da qualunquismo a vari livelli. Se non c’è volontà di porsi i problemi tranquillo che non ci sarà neanche bisogno di soluzioni, per il crocefisso come per altre questioni. Ripeto, è un simbolo, che però fa da cartina tornasole di questioni ben più complesse e che riguarda proprio il nostro futuro. Si può e si deve cominciare con le “piccole” questioni… se non si riescono a risolvere figurati se ci si riuscirà con quelle “grandi”…
@ Proietti
“Se neanche lo si pone allora è inutile sperare in una sua soluzione.”
Hai perfettamente ragione, ma io sono per un atteggiamento più soft sul crocifisso, mente condivido in pieno la battaglia contro Fioroni sull’ora di religione. Questo è molto più discriminatorio nei confronti di chi intende non avvalersene e su questo siamo regrediti perché io che non me ne sono avvalso non sono mai stato discriminato sul punteggio scolastico.
@rossotoscano
okok, possiamo dire che so molto di Mitra e Mitraismo, solo non mi torna il suo sacrificio a beneficio dell’umanità… Ho partecipato alla scrittura della voce su wikipedia, ma fra le varie fonti che ho trovato in rete, nessuna parla di un sacrificio a scopo redentivo…
Io credo che la giustizia abbia tanti di quei problemi che la presenza del crocifisso nelle aule sia
a mio avviso di minore importanza, quando i delinquenti godono di una sostanziale semi impunità, e i processi hanno durate abnormi.
Detto questo, la battaglia del giudice Tosti e’ giustissima, e sono d’accordo con quel che dice, il crocifisso, in una società laica, non deve esistere nei luoghi pubblici.
Se passasse l’abitudine di mettere nelle pareti tutti i simboli religiosi avremmo una parete con:Crocifisso,sura del corano,stella ebraica,trimurti(indu),Buddha,Confucio,Tao,Mostro degli Spaghetti Volante(pastafarianesimo),Kami Scintoista,Fiore di loto(ayyavalismo),La stella a nove punte, simbolo del Bahaismo.Il Khanda, è il simbolo del Sikhismo, formato da 2 scimitarre, un pugnale a due tagli e un disco ecc.ecc.Che parete ci vuole?Leviamo tutto che è meglio.
Ribadisco la mia totale solidarietà e stima al giudice Tosti, anche se gradirei che nei locali pubblici non vi fosse esposto nessun simbolo religioso.
Il Caro Giudice Tosti è un uomo molto… troppo arrabbiato. Sprizza rabbia, frustrazione, desiderio di vendetta da tutti i pori…
Noi altri invece non siamo gente che lascia la propria rabbia ed i propri sentimenti autodistruttivi dominare le proprie vite, noi siamo RAZIONALISTI, ed il razionalista, come dice il termine, razionalizza, ossia analizza e valuta ogni cosa, con la ragione e la pacatezza del pensiero.
Il comportamento istintivo-autodistruttivo è tipico delle persone religiose, non dei razionalisti. Anche per questo Tosti non ci rappresenta affatto.
Noi non aggrediamo (verbalmente o con lettere minatorie o fisicamente) i nostri avversari, noi ne sbeffeggiamo i comportamenti ipocriti, ne denunciamo la profonda cattiveria e ne condanniamo il marcato totalitarismo dittatoriale.
Posso capire che Tosti si senta vittima, ma è la sua opinione, non è affatto una vittima…
Non è stato processato e condannato perché voleva la rimozione dei crocefissi dalle aule di giustizia o l’affiancamento della menorah (candelabro) ebraico. Tosti è stato condannato perché si è rifiutato di fare il proprio lavoro, si è rifiutato di dare giustizia a chi gliela chiedeva, si è rifiutato (per un motivo futile e sciocco) di esercitare quell’altissimo dovere morale che ha il Giudice di realizzare concretamente la Giustizia nella vita della gente.
Lui aveva tutto il diritto, lo ripeto, di protestare per la presenza del crocefisso, ma non aveva alcun diritto di rifiutarsi di fare il Giudice.
A cosa si giungerebbe argomentando diversamente ?
@ Butch.er
io ho un testo del rituale di mitra: come ben saprai mitra era il salvatore del mondo, il redentore dell’umanità, lui era il tramite tra l’umanità e dio, era lui stesso di natura divina , egli offre il sacrificio propiziatorio per la pace nel mondo: il sangue che sgorga dal toro discende a fecondare la terra e a redimerla, quindi egli è anche il difensore della giustizia … se ti interessa il titolo del libro è ” il rituale di mitra” della casa editrice atanor
Sono perfettamente d’accordo con Chris, tutta questa totale solidarietà con questo giudice, me ne sa di… totalitaria.
” Non è stato processato e condannato perché voleva la rimozione dei crocefissi dalle aule di giustizia o l’affiancamento della menorah (candelabro) ebraico. Tosti è stato condannato perché si è rifiutato di fare il proprio lavoro, si è rifiutato di dare giustizia a chi gliela chiedeva, si è rifiutato (per un motivo futile e sciocco) di esercitare quell’altissimo dovere morale che ha il Giudice di realizzare concretamente la Giustizia nella vita della gente.
Lui aveva tutto il diritto, lo ripeto, di protestare per la presenza del crocefisso, ma non aveva alcun diritto di rifiutarsi di fare il Giudice.
A cosa si giungerebbe argomentando diversamente ?”
Aveva invece buone argomentazioni
Doveva amministrare la giustizia in “nome del popolo italiano” e non in nome del papa re.
se è vero che anche la forma a volte è sostanza, e se è vero che c’è scritto in tutte le aule “la legge è uguale per tutti”, la presenza di altri simboli estranei può rendere dubbia la validità della forma. E quindi pure della sostanza…
Perchè non ci mettiamo una bandiera cinese o tedesca al posto di quella italiana? in fondo è solo un pezzo di stoffa…
Perché non cominciate a combattere invece l’antisemitismo nel forum?
http://www.uaar.it/news/2007/07/15/dalla-parte-nessuna-parte-scommesse-sullidentita-ebraica/#comment-97714
Appunto Gianfranco,
Avrebbe dovuto AMMINISTRARLA la giustizia, e non astenersi dal farlo… il punto è sempre quello…
perché secondo il tuo ragionamento si finisce per giustificare un grave inadempimento, come il rifiutarsi di fare udienza, perché la formula rituale (formale) riportata nelle aule di giustizia potrebbe non essere pienamente rispettata se fosse presente nell’aula un crocefisso.
Sarebbe come dire: considerato che la mia via non ha il cartello con cui è indicato il nome (o la mia casa non ha il civico bene in vista), il postino ha il diritto di non venire a recapitarmi la posta perché la mancanza dell’indicazione del nome della via (o l’assenza del nr. civico) è in contraddizione con l’ordine ricevuto di recarsi in quella via (e in quella casa) a recapitare la posta.
Ti sembra logico ? Il paragone ti ha chiarito le idee ?
La sostanza viene sempre prima di tutto, e la forma viene solo dopo. Giustificare una violazione della sostanza perché la forma non era perfetta è assurdo, soprattutto perché la forma non è mai perfetta, per cui significherebbe giustificare ogni violazione sulla base dei più semplici e banali pretesti.
Spero di averti aiutato a capire
Evviva il Giudice Tosti!
Evviva il Signor Adel Smith!
Deh! Garibaldi!!! Torna!!!
Dopo di te i preti hanno rioccupato non solo lo Stato Pontificio, ma tutta l’Italia, in mille modi prezzolando quasi tutti i politici! Quelli che riescono a farsi mettere in lista per farsi eleggere, sono cresciuti alla scuola dei gesuiti, nei seminari, nelle parrocchie, chierichetti tra chierichetti, negli oratori parrocchiali, nelle famiglie impapocchiate, pretoinoculate.
Torna Garibaldi!!! Torna!!!
Sono stanco di pagare le tasse per questa gang di teppisti di Dio.
Esagero? Bene, mi permettano almeno di non pagare le tasse per i preti e le religioni, come è permesso ai non credenti di altri paesi più civili, come ad esempio ai cittadini tedeschi. Chi è causa delle mie vivaci proteste, non può lamentarsene mentre si tiene il malloppo del maltolto con inganno, astuzia e vigliaccheria.
Ammesso e non concesso che esista questo loro dio, si tratta certamente della personificazione dell’etica degli impostori, dei violenti, dei malfattori.
@rossotoscano
Ah, sacrificio del toro, non autosacrificio… Ma mi pare che il Tosti parli di sacrificio “alla Gesù” ;D
Sono sconcertato dai commenti che seguono alla replica del giudice Tosti a don Barbaglia.
E’ evidente la disinformazione dei più sulla vicenda del magistrato.
La sua è una lotta autenticamente anticlericale. Non deve fuorviare la sua pretesa di esporre la menorah a fianco del crocifisso. E’ un espediente geniale.
Non dice nulla che il giudice sia affiliato al uaar?
Io ho appena chiuso positivamente un contenzioso con due preti del mio territorio per la molestia che mi deriva dal suono delle campane. Grazie all’essermi dichiarato “malato e credente”. Sarei altrimenti stato calpestato.
Piuttosto qualche commento fa sorgere più di un dubbio sulla caratura di laicità di chi ha scritto.
Grandissimo Tosti!
Argomentazioni profonde e ineccepibili, comprensibile la sua rabbia non solo per via di principio ma per la situazione in cui si trova. La cosa bella è che non intralcia affatto la sua obiettività e la sua logica.
Non concordo con _Chris_: razionalisti alla Spock di Star Trek?
La passione è una qualità altrettanto umana e altrettanto utile, quando non diventa furia cieca.
Torno a dire che insieme – ragione e passione – ci connotano come umanisti, più che ‘semplici’ atei.
@MM – Spieghi MM come si fa invece la resistenza, se non con grandi argomenti e la massima decisione nell’esigere risposte. Tosti in cerca di notorietà? Stai scherzando? Per te sta alzando solo un polverone per farsi notare, non ha detto niente di giusto, niente di necessario??
La sua mi pare una vera resistenza, begli argomenti e ci mette la sua faccia..
Una resistenza da TOSTI, lol!!
No Andrea, non razionalisti alla Spock di Star Trek…
Ma una cosa è vivere con passione…
Mentre cosa ben diversa è lasciarsi controllare dalle passioni…
Noi dobbiamo vivere i nostri sentimenti e usarli affinchè rendano le nostre vite migliori, non farci distruggere da essi.
E la rabbia è decisamente un sentimento che ci distrugge.
Io sono favorevole a togliere i crocefissi dai luoghi pubblici, ma è il modo scelto da Tosti che critico, perché ha scelto, facendosi guidare-comandare dalle emozioni, di essere inadempiente ai propri doveri, che aveva giurato di onorare. E’ questo che critico nel suo comportamento.
X Gualtiero
“Non dice nulla che il giudice sia affiliato al uaar?”
No, non dice nulla, non si deve dare ragione a qualcuno che ha torto solo perché è “dei nostri”. Questo è il tipico comportamento di quelli che noi critichiamo, non il nostro.
Non è tanto geniale rifiutarsi di fare il proprio dovere istituzionale.
X Gualtiero
Fai come quelli che critichiamo ? Visto che hai difficoltà a controbattere devi mettere in discussione la laicità di chi è in disaccordo con te ? Perché tu ti poni quale punto di riferimento della laicità ? il “vero” “autentico” laico ? E chi non è d’accordo come te non può essere un laico ? Ragioni per “verità” assolute di cui tu sei portatore ?
Vaticano, papa e Chiesa cattolica sono nudi
Crimini di sesso in Vaticano, pretofili e preterasti impuniti
“Io vengo qui a seppellire Cesare, non a lodarlo.”
William Shakespeare
In esclusiva pubblichiamo questi eccezionali documenti inediti. Sono le osservazioni e gli accorgimenti tecnici-giuridici che il giudice Luigi Tosti inviò ai giornalisti Michele Santoro e a Luca Rosini per il programma Annozero andato in onda su Rai Due in prima serata giovedì 31 maggio 2007. La puntata era relativa agli abusi sessuali dei preti pedofili e al documento segreto “Crimen Sollicitationis” relativo alla copertura instaurata dalla Chiesa cattolica in tutti i paesi del mondo, Italia compresa, e alle responsabilità dirette di Joseph Ratzinger e delle gerarchie cattoliche. Ricordiamo che il documentario video realizzato e andato in onda dalla BBC di Londra “Sex Crimes and Vatican” ha messo in luce e scoperchiato aspetti raccapriccianti e orribili di abusi dei preti perpetrati sui bambini e bambine. Reati protetti da una rete consolidata e capillare di omertà e direttive segrete che fanno capo in Vaticano. I documenti che seguono furono inviati dal magistrato Tosti alla redazione di Annozero in Rai Due alcuni giorni prima della famosa puntata. Anzi, il magistrato Tosti venne anche contattato telefonicamente dalla redazione di Annozero per ulteriori chiarimenti tecnici e procedurali. Singolare il fatto che si sia alzata una sola voce dall’interno della magistratura per spiegare procedure e azioni che dovrebbero essere intraprese nell’applicazione del Codice Penale e nel rispetto della legge italiana. Ecco i documenti integrali e originali.
Ennio Montesi
Messaggio n. 1
Egregio Dott. Santoro,
ho appreso dalla stampa che Anno Zero intende contrastare il vergognoso regime di disinformazione pubblica, imperante in questa Colonia del Vaticano, tentando di mettere in onda il servizio realizzato a suo tempo dalla BBC sulla scandalosa e criminale copertura omertosa dei preti pedofili da parte della Chiesa Cattolica. Mi permetto, da tecnico del diritto (sono Luigi Tosti, il magistrato condannato a sette mesi di reclusione per aver preteso che venissero rimossi i crocifissi da tutte le aule di giustizia, in ossequio al principio di laicità) di sottoporle queste riflessioni, che le potranno magari tornare utili se la trasmissione, come mi auguro, andrà in onda.
Le segnalo, innanzitutto, che la Corte di Cassazione penale ha costantemente affermato che “commette reato di favoreggiamento personale (art. 378 codice penale) anche colui il quale aiuti il colpevole di un delitto a sottrarsi alle investigazioni, anche se non ancora in atto”. Questo significa che l’attività di copertura dei preti pedofili, che è stata sistematicamente posta in essere dalla Chiesa Cattolica addirittura con direttive “segrete”, con pressioni sulle vittime affinché desistessero dalle denunce e con minacce di scomunica ai danni delle gerarchie ecclesiastiche subordinate, integra gli estremi del delitto di favoreggiamento personale di cui all’art. 378 del c. p.: e questo al di là del giudizio altamente negativo che si deve dare in merito a questa “immorale” copertura dei preti pedofili.
Nessun valore esimente può attribuirsi alle obiezioni di coloro che sostengono che i Vescovi non erano obbligati a sporgere denunce contro i preti pedofili e che, poi, rientra nella competenza esclusiva della Chiesa la “disciplina canonica” dei casi di pedofilia. E’ sufficiente replicare che l’esenzione dall’obbligo della denuncia non implica l’autorizzazione a compiere atti di favoreggiamento personale per eludere le investigazioni dell’Autorità Giudiziaria e che, poi, la libertà di religione è sempre subordinata all’osservanza delle norme di diritto pubblico e, quindi, del codice penale (se così non fosse, si potrebbero ancora praticare i sacrifici umani “in onore degli Dei”).
Le segnalo, in secondo luogo, che qualsiasi altra associazione si fosse comportata così come si sono di fatto comportati la Chiesa Cattolica e il Vaticano, cioè coprendo con direttive segrete le responsabilità penali dei propri associati ed avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbe avuto “ottime” possibilità di essere incriminata per il reato di associazione per delinquere.
Sconcerta, dunque, che nei confronti del Vaticano e della Chiesa siano state omesse indagini penali anche qui in Italia, dal momento che sono già emersi diversi casi di pedofilia che, guarda caso, sono stati “trattati” da queste due “associazioni” con gli stessi sistemi mafiosi ed omertosi evidenziati dalla BBC: evidentemente si ritiene più “prudente” applicare i rigori della Giustizia col criterio del “forti coi deboli e deboli coi forti”. Sconcerta, ovviamente, anche il fatto che queste due associazioni, implicate in queste attività criminali, pretendano di “imporsi” al popolo italiano e ai “politici” col loro “alto” magistero “morale”, ingerendosi quotidianamente nelle nostre faccende.
Queste mie riflessioni, peraltro, sono ben poca cosa se rapportate alla storia criminale della Chiesa Cattolica la quale -sotto il profilo strettamente legale- deve “a buon diritto” essere qualificata come un’ “associazione per delinquere” che ha operato, in circa 2.000 anni di esistenza, per perpetrare una serie impressionante di gravissimi crimini contro l’umanità, quali il genocidio, lo sterminio degli “infedeli”, le torture, i roghi, le inquisizioni, lo schiavismo, il razzismo, le persecuzioni razziali, le truffe, le falsificazioni, l’abuso della credulità popolare, le discriminazioni sessuali e via dicendo.
La circostanza che nessuno abbia il “coraggio” di dire pubblicamente queste realtà storiche inconfutabili mi fa venire in mente la “favola” di Andersen “Il Re è nudo”: chissà se qualcuno comincerà ad accorgersi che anche il Vaticano e la Chiesa Cattolica sono “nudi”.
Cordiali saluti.
Luigi Tosti
tosti.luigi@yahoo.it
mobile 338413312 – tel. 0541789323
Via Bastioni Orientali 38 – Rimini
Messaggio n. 2
Egregio dott. Rosini,
mi permetto di suggerire queste ulteriori riflessioni in merito alla trasmissione di giovedì prossimo, che tratterà il tema della copertura omertosa dei reati di pedofilia perpetrati dai preti, presagendo che qualcuno tenterà di minimizzare la gravità dei fatti e di far apparire i Pontefici come vittime di “calunnie” da parte della BBC.
Ribadisco che, a mio avviso, le direttive e i comportamenti concreti del Vaticano e della Chiesa, mirando ad impedire che l’autorità giudiziaria italiana (e non solo italiana) possa venire a conoscenza di gravissimi episodi di pedofilia, integrano gli estremi dei reati di favoreggiamento personale e di associazione per delinquere. E, in effetti, l’imposizione del segreto pontificio sui reati di pedofilia e sui relativi processi “ecclesiastici”, la competenza esclusiva sui reati penali di pedofilia attribuita ai tribunali ecclesiastici, le pressioni operate sulle vittime di questi reati e sui loro familiari affinché non denuncino i reati, la comminatoria di sanzioni ecclesiastiche nei confronti dei prelati che osino violare il segreto pontificio e, infine, i vincoli di omertà imposti alle gerarchie ecclesiastiche con la forza dell’intimidazione e dell’assoggettamento, mirano tutti a far sì che all’Autorità giudiziaria penale italiana (e non solo italiana) sia preclusa la possibilità di indagare sul conto degli autori di reati di pedofilia e di punirli. il che è francamente intollerabile, e non solo moralmente. E’ un dato di fatto inoppugnabile che la Chiesa abbia operato questa “scelta di campo” all’esclusivo fine di tutelare la sua “immagine”, di preservarsi da scandali che possano nuocere alla sua “credibilità” e, infine, di non subire pregiudizi economici. Giova evidenziare che l’ordinamento giuridico italiano, essendo al contrario informato all’osservanza del codice penale e delle convenzioni internazionali, non consente la copertura omertosa degli autori dei reati di pedofilia ma, viceversa, impone l’obbligo, sanzionato penalmente, di informare l’autorità giudiziaria affinché vengano attivate al più presto le indagini per accertare, sia nell’interesse delle vittime che degli indagati, la VERITA’. Ad esempio, se un Preside viene a conoscenza, in qualsiasi modo, di accuse di pedofilia nei confronti di un insegnante, ha l’obbligo giuridico di informare, immediatamente e in segretezza, l’autorità giudiziaria la quale, da parte sua, ha la possibilità di esperire indagini sollecite, avvalendosi di intercettazioni e di altri mezzi al fine di acquisire riscontri oggettivi delle accuse.
Diametralmente opposto è, invece, il comportamento della Chiesa (e questo è sotto gli occhi di tutti), la quale ha emanato norme di diritto canonico che mirano a proteggere omertosamente gli autori di questi gravissimi reati, al fine di non offuscare l’immagine della Chiesa e di preservarla da conseguenze economiche negative: se un Vescovo viene a conoscenza di accuse di pedofilia, egli è costretto non solo a non informare l’autorità giudiziaria e a risolvere la “questione” all’interno dell’ordinamento canonico, ma anche ad informare lo stesso accusato, pregiudicando così in modo pressoché irreparabile l’esito delle indagini. Così operando, la Chiesa ha di fatto garantito l’impunità a diversi suoi affiliati, peraltro per reati gravissimi, preservandosi poi anche dall’obbligo di risarcire economicamente le vittime di questi odiosi reati. E’ dunque evidente che la Chiesa non solo impedisce all’Autorità giudiziaria di indagare sul conto dei suoi “affiliati” -e cioè che vengano raccolte le prove oggettive della loro colpevolezza- ma si garantisce anche l’ “impunità” sotto il profilo “civilistico”, si preserva cioè dall’obbligo di risarcire con danaro sonante le vittime della pedofilia: l’omertosa copertura criminale dei preti pedofili risponde dunque anche ad un movente economico ben preciso.
Qualsiasi altra associazione si comportasse, in Italia, così come si sono comportati e come si comportano tuttora la Chiesa ed il Pontefice, sarebbe sottoposta a procedimenti penali: sconcerta, dunque, che i difensori della Chiesa gridino oggi alla “calunnia” nei confronti della BBC. In realtà la prova provata e inoppognabile della criminalità dei comportamenti della Chiesa la si può agevolmente riscontrare attraverso la visione del filmato mandato in onda dai RAI 3 sul caso di Marco Marchese ed attraverso la visione del filmato, altamente illuminante, che è stato mandato in onda dalle IENE. Dal primo filmato emerge, in particolare, che la Curia vescovile di Agrigento ha insabbiato le denunce del Marchese, permettendo così che altri ragazzi rimanessero poi vittime di altri abusi sessuali di un prete criminale. Dal filmato emerge anche l’incredibile e vomitevole arroganza della Chiesa cattolica, che ha avuto persino l’impudenza di avanzare una domanda “riconvenzionale” di 200.000 euro nei confronti della vittima degli abusi per “danni all’immagine della Chiesa”. Dal secondo filmato emerge, in modo inoppugnabile, che le accuse mosse dalla BBC sono pienamente vere e fondate: i vari preti contattati dagli agenti provocatori delle IENE, infatti, si sono attenuti alle direttive segrete del Vaticano e della Chiesa cattolica, sconsigliando di informare l’autorità giudiziaria (e anche i padri delle vittime) e tentando di far rimanere gli episodi di pedofilia all’interno della Chiesa e nell’ambito del diritto canonico.
Da questi due filmati emerge dunque, in modo inconfutabile, che le gerarchie ecclesiastiche operano, costantemente, sia per impedire che l’Autorità giudiziaria venga a conoscenza dei fatti di pedofilia perpetrati dai propri “affiliati”, sia per relegare questi gravi crimini nell’ambito delle ridicole “sanzioni” comminate dal “diritto canonico”, garantendo in tal modo l’impunità ai propri “affiliati” criminali. Che tutto questo possa essere tollerato dall’Autorità giudiziaria italiana è scandaloso. Che vi siano, poi, uomini di governo ed altre autorità i quali -dopo aver occultato agli italiani queste notizie col regime di disinformazione pubblica- abbiano ora l’impudenza sconfinata di proteggere queste associazioni religiose e questi criminali, boicottando la messa in onda del filmato della BBC e screditandolo con accuse vaneggianti di “calunnia”, è una vergogna che solo un Paese incivile come l’Italia può meritare.
Spero che giovedì prossimo gli italiani possano godere della visione integrale del servizio della BBC, per tentare di affrancarsi dal regime di menzogne imposto dai Governanti e divenire, non si sa mai, un po’ meno italioti.
Qui di sotto allego la normativa ecclesiastica relativa al “segreto pontificio”.
Auguri e saluti cordiali
Luigi Tosti
Segreteria di Stato
Norme sul segreto pontificio
Quanto concordi con la natura degli uomini il rispetto dei segreti, appare evidente anzitutto dal fatto che molte cose, benché siano da trattare esternamente, traggono tuttavia origine e sono meditate nell’intimo del cuore e vengono prudentemente esposte soltanto dopo matura riflessione.
Perciò tacere, cosa davvero assai difficile, come pure parlare pubblicamente con riflessione sono doti dell’uomo perfetto: infatti c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare (cf. Eccle 3,7) ed è un uomo perfetto chi sa tenere a freno la propria lingua (cf. Gc 3,2).
Questo avviene anche nella Chiesa, che è la comunità dei credenti, i quali, avendo ricevuto la missione di predicare e testimoniare il Vangelo di Cristo (cf. Mc 16, 15; At 10,42), hanno tuttavia il dovere di tenere nascosto il sacramento e di custodire nel loro cuore le parole, affinché le opere di Dio si manifestino in modo giusto e ampio, e la sua parola si diffonda e sia glorificata (cf. 2 Ts 3, 1).
A buon diritto, quindi, a coloro che sono chiamati al servizio del popolo di Dio vengono confidate alcune cose da custodire sotto segreto, e cioè quelle che, se rivelate o se rivelate in tempo o modo inopportuno, nuocciono all’edificazione della Chiesa o sovvertono il bene pubblico oppure infine offendono i diritti inviolabili di privati e di comunità (cf. Communio et progressio, 121).
Tutto questo obbliga sempre la coscienza, e anzitutto dev’essere severamente custodito il segreto per la disciplina del sacramento della penitenza, e poi il segreto d’ufficio, o segreto confidato, soprattutto il segreto pontificio, oggetto della presente istruzione. Infatti è chiaro che, trattandosi dell’ambito pubblico, che riguarda il bene di tutta la comunità, spetta non a chiunque, secondo il dettame della propria coscienza, bensì a colui che ha legittimamente la cura della comunità stabilire quando o in qual modo e gravità sia da imporre un tale segreto.
Coloro poi che sono tenuti a tale segreto, si considerino come legati non da una legge esteriore, quanto piuttosto da un’esigenza della loro umana dignità: devono ritenere un onore l’impegno di custodire i dovuti segreti per il bene pubblico.
Per quanto riguarda la Curia Romana, gli affari da essa trattati a servizio della Chiesa universale, sono coperti d’ufficio dal segreto ordinario, l’obbligo morale del quale dev’essere stabilito o da una prescrizione superiore o dalla natura e importanza della questione. Ma in taluni affari di maggiore importanza si richiede un particolare segreto, che viene chiamato segreto pontificio e che dev’essere custodito con obbligo grave.
Circa il segreto pontificio la segreteria di stato ha emanato una istruzione in data 24 giugno 1968; ma, dopo un esame della questione da parte dell’assemblea dei cardinali preposti ai dicasteri della Curia Romana, è sembrato opportuno modificare alcune norme di quella istruzione, affinché con una più accurata definizione della materia e dell’obbligo di tale segreto, il rispetto del medesimo possa essere ottenuto in modo più conveniente.
Ecco dunque qui di seguito le norme.
Art. I
Materia del segreto pontificio
Sono coperti dal segreto pontificio:
1) La preparazione e la composizione dei documenti pontifici per i quali tale segreto sia richiesto espressamente.
2) Le informazioni avute in ragione dell’ufficio, riguardanti affari che vengono trattati dalla Segreteria di stato o dal Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa, e che devono essere trattati sotto il segreto pontificio;
3) Le notificazioni e le denunce di dottrine e pubblicazioni fatte alla Congregazione per la dottrina della fede, come pure l’esame delle medesime, svolto per disposizione del medesimo dicastero;
4) Le denunce extra-giudiziarie di delitti contro la fede e i costumi, e di delitti perpetrati contro il sacramento della penitenza, come pure il processo e la decisione riguardanti tali denunce, fatto sempre salvo il diritto di colui che è stato denunciato all’autorità a conoscere la denuncia, se ciò fosse necessario per la sua difesa. Il nome del denunciante sarà lecito farlo conoscere solo quando all’autorità sarà parso opportuno che il denunciato e il denunciante compaiano insieme;
5) I rapporti redatti dai legati della Santa Sede su affari coperti dal segreto pontificio;
6) Le informazioni avute in ragione dell’ufficio, riguardanti la creazione di cardinali;
7) Le informazioni avute in ragione dell’ufficio, riguardanti la nomina di vescovi, di amministratori apostolici e di altri ordinari rivestiti della dignità episcopale, di vicari e prefetti apostolici, di legati pontifici, come pure le indagini relative;
8) Le informazioni avute in ragione dell’ufficio, riguardanti la nomina di prelati superiori e di officiali maggiori della Curia Romana;
9) Tutto ciò che riguarda i cifrari e gli scritti trasmessi in cifrari.
10) Gli affari o le cause che il Sommo Pontefice, il cardinale preposto a un dicastero e i legati della Santa Sede considereranno di importanza tanto grave da richiedere il rispetto del segreto pontificio.
Art. II
Le persone tenute al segreto pontificio
Hanno l’obbligo di custodire il segreto pontificio:
1) I cardinali, i vescovi, i prelati superiori, gli officiali maggiori e minori, i consultori, gli esperti e il personale di rango inferiore, cui compete la trattazione di questioni coperte dal segreto pontificio;
2) I legati della Santa Sede e i loro subalterni che trattano le predette questioni, come pure tutti coloro che sono da essi chiamati per consulenza su tali cause;
3) Tutti coloro ai quali viene imposto di custodire il segreto pontificio in particolari affari;
4) Tutti coloro che in modo colpevole, avranno avuto conoscenza di documenti e affari coperti dal segreto pontificio, o che, pur avendo avuto tale informazione senza colpa da parte loro, sanno con certezza che essi sono ancora coperti dal segreto pontificio.
Art. III
Sanzioni
1) Chi è tenuto al segreto pontificio ha sempre l’obbligo grave di rispettarlo.
2) Se la violazione si riferisce al foro esterno, colui che è accusato di violazione del segreto sarà giudicato da una commissione speciale, che verrà costituita dal cardinale preposto al dicastero competente, o, in sua mancanza, dal presidente dell’ufficio competente; questa commissione infliggere delle pene proporzionate alla gravità del delitto e al danno causato.
3) Se colui che ha violato il segreto presta servizio presso la Curia Romana, incorre nelle sanzioni stabilite nel regolamento generale.
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Spagna, condannato prete pedofilo
Madrid – E’ stato condannato dal Tribunale supremo spagnolo a due anni di carcere e 30 mila euro di risarcimento un prete di 74 anni, accusato di pedofilia. Le accuse riguardano abusi sessuali compiuti su un minore tra il 1999 e il 2001, nella curia e nella casa dello stesso giovane.L’Arcivescovado di Madrid è stato dichiarato responsabile civile sussidiario per non aver effettuato un’adeguata vigilanza nella parrocchia, così come previsto da diritto canonico, che impone il controllo dei parroci della propria Diocesi. 11.07.07 Fonte: La Voce d’Italia
500 bambini sodomizzati dai preti. La Rai tace omertosa
Il magistrato Luigi Tosti scrive una lettera al Direttore del TG1 della Rai
Caro Direttore del TG1,
dopo aver appreso dal TG della Rete La 7 delle ore 12.30 di oggi, 15 luglio 2007, la notizia secondo cui l’Arcidiocesi cattolica di Los Angeles ha dovuto sborsare 660 milioni di dollari per tacitare 500 vittime di abusi sessuali perpetrati da preti cattolici pedofili dal 1940 in poi, e questo in vista del processo che si terrà domani 16 luglio, e che sino ad ora l’Arcidiocesi di Boston ha sborsato ben 2 miliardi di dollari per risarcire gli altri bambini sodomizzati da altri preti cattolici, vedendosi costretta a vendere parte del proprio cospicuo patrimonio, ho visionato con apprensione i telegiornali messi in onda da RAI 2, ore 13, e da RAI 1, ore 13, per accertarmi che le reti televisive della Repubblica Pontifica Italiana assolvessero, con fedeltà, l’obbligo, su di loro gravante, di disinformare i cittadini italiani e di occultare con diligenza le notizie che possono risultare pregiudizievoli per il “buon nome” del Vaticano e della Chiesa Cattolica. Ebbene, ho potuto constatatre con sommo piacere -e di ciò non posso non compiacermente come cittadino italiota contribuente e pagante il canone per il servizio “pubblico”- che entrambi i TG Nazionali hanno opportunamente e diligentemente occultato questa notizia, che è stata invece improvvidamente propalata dalla Rete 7, preferendo diffondere altre facezie, ivi inclusa quella relativa all’evento epocale del momento, cioè lo svolgimento quotidiano delle vancanze del Sommo Pontefice sull’ arco Alpino. Mi congratulo, ovviamente, con la Vostra sagace ed opportuna opera di occultamento della verità -verità che potrebbe nuocere alla sagace opera di disinformazione di Mons. Fisichella, ad avviso del quale il fenomeno della pedofilia avrebbe coinvolto sì e no 4 o 5 preti, e mi chiedo anche se non sarebbe opportuno interessare il Governo della Colonia Pontificia affinché provveda a revocare la licenza televisiva alla Rete 7, per aver diffuso notizie che possono pregiudicare il buon nome dell’Unica Chiesa voluta dal Dio incarnato, cioè l’Unica Chiesa legittimata a rappresentarlo, sul nostro pianeta Terra, in virtù di procura scritta rilasciata 2.000 anni or sono. Nell’inviarvi i più cordiali saluti mi pemetto di allegare, in calce, la notizia, improvvidamente diffusa anche dal Messaggero.
Luigi Tosti
tosti.luigi@yahoo.it
Preti pedofili, risarcimento record a Los Angeles
L’Arcidiocesi pagherà 660 milioni di dollari
LOS ANGELES (15 luglio) – Più di un milione di dollari a testa. E’ il risarcimento ottenuto da circa 500 vittime di abusi sessuali commessi da preti pedofili a partire dagli anni Quaranta in California. A pagare l’indennizzo record sarà l’Arcidiocesi cattolica di Los Angeles, che complessivamente dovrà sborsare 660 milioni di dollari. Lo hanno riferito gli avvocati dei querelanti. L’accordo, arrivato all’ultimo minuto – l’inizio del processo era fissato per lunedì – è il più costoso degli ultimi anni per laChiesa cattolica, bersagliata da richieste di indennizzi miliardari per numerosi casi di abusi sessuali commessi da preti nei confronti di minori. Ray Boucher, capo dei legali che hanno difeso le vittime, ha detto che oggi ci sarà un annuncio congiunto con l’Arcidiocesi di Los Angeles sull’accordo.
Ciao Chris,
perfettamente d’accordo, ma non mi sembra che – nel caso specifico – il Tosti si stia facendo controllare dalle passioni, né distruggere. Stà dandovi sfogo, uno sfogo tuttavia sottoposto e ben indirizzato dalla ragione, tanto che le esprime con argomenti assolutamente profondi e in tema.
Uno sfogo non solo legittimo (perché motivato), ma salutare: in generale, tenersi dentro tutto, o ‘fare i buoni’ ad ogni costo quando uno prova rabbia per dei motivi, non lo è.
Emozioni del genere non sono dannose e vanno espresse, nella misura in cui come giustamente dici non corrodono o danneggiano altri.
Guardando da fuori uno che se la passa così proprio a causa delle cose che critica, la sua reazione mi è comprensibile. Un filo troppo per il bene del dialogo, ma lo capisco (anche perché forse non ha torto a pensare che il dialogo col barbaglia è quello che è).
E anche in via di principio comprensibile è, secondo me, nel senso che queste cose anche quando non ci toccano di persona ma toccano tanti altri, la stessa rabbia (indignazione, ma volte solo irritazione, disgusto, apprensione, tristezza.. persino grasse risate: emozioni) spesso nasce. Per me è così.
Posti i limiti che tu dici – fra Spock e Hulk – e che condivido, c’è un’ampissima rosa di emozioni che possiamo viverci, consapevolmente e sereni.
Che ne dici?
Credo che il pretazzo (Barbaglia) non risponderà a nessuna delle domande di tosti: quelli come lui non amano argomentare tanto meno quando sono posti di fronte alle proprie contraddizioni.
@Zumpippaiolo:
Sarei rabbiosetto anche io se avessi perso il posto per colpa di un crocifisso che “non fa male a nessuno”…
x Chris(tiano?). E’ una battuta.
Ma quale portatore di verità, che non credo neanche nel piatto dove mangio.
Vero che l’appartenenza al uaar non è garanzia in sè di laicità (anche se una ragionevole speranza c’è), ma “essere dei nostri” non significa riproporre specularmente la condizione di chi critichiamo. E’ l’esigenza di “fare blocco” contro un potere ultraorganizzato e arrogante.
E questo non è essere portatori di verità, ma credere di combattere dalla parte giusta contro i portatori di dottrina e di catechismo.
Contro i nazifascisti i partigiani a buona ragione dicevano di un compagno di lotta “è dei nostri”. Erano per questo in errore come i camerati?
Non ho difficoltà alcuna a sostenere le ragioni di Tosti, dove, quando e come reputi opportuno. E, credo, che ti farei cambiare idea. Non perchè ho strumenti di lettura più raffinati, ma perchè mi sono documentato seriamente sul caso. Va anche detto che, prima di argomentare, in un caso così complesso, è doverosa un’analisi critica accurata, altrimenti si fa solo della caciara.
Credo che la laicità resti ancora un miraggio nel nostro paese. Spero che un giorno si possa vivere in uno stato laico aconfessionale. Per quel che mi compete, posso solo tessere la mia crociata personale (durissima, sul campo e nelle aule di tribunale) da agnostico, portatore della mia unica verità di anticlericale fondamentalista.
Sì fondamentalista come loro. O speri di opporti con successo alle loro sante certezze con i nobili dubbi della scienza? Per intenderci, come Galileo.
quoto Andrea-gualtiero-Arcturus-Carlo-Giovanni-gianfranco
Condivido pienamente il pensiero di Chris.
Prescindendo dal merito delle considerazioni espresse dal giudice Tosti(che in buona
parte condivido), mi sembra che, la “battaglia” intrapresa dallo stesso, sia animata da
un forte desiderio di protagonismo “vittimista”(per esempio quando dice “in vista della
mia definitiva rimozione dalla magistratura”).
Vi assicuro che nel Tribunale dove opero io (Catania), in diverse aule i crocifissi sono
stati eliminati senza clamore.(anche se a tale risultato si dovrebbe pervenire
attraverso una decisione generale ed alla luce del sole)
Io penso che rinfocolare la questione dei crocifissi, con grandi proclami, abbia come
risultato la rinascita di uno pseudo “senso religioso”, in persone che, altrimenti, non
spenderebbero alcuna energia a favore della chiesa e del cattolicesimo.
Meglio farlo cadere nell’inevitabile oblio a cui è destinato.
x pippo
“I crocifissi destinati all’oblìo”. Bravo.
Ma sì, diamogliela dolce. Tanto non hanno futuro. Come si sa l’otto per mille in Italia va alla ricerca. Il 22% degli stabili nel nostro paese è di proprietà della chiesa. Finanziano tutti i regimi totalitari del pianeta. E noi dovremmo evitare di “rinfocolare la rinascita di uno spirito pseudo religioso”?
Questo tono da “parcere subiectis” è commovente.
Forse in Sicilia c’è un senso dello stato laico così avanzato, che si possono permettere di attendere il cadavere del nemico sulla riva del fiume.
A oggi i cadaveri che scorrono sono solo quelli che nella storia sono stati accusati di apostasia (bastava la denuncia di un vicino di casa).
Se non ci fosse stata Porta Pia, le fiamme dei roghi salirebbero ancora alte, nella migliore tradizione del medio evo culturale vaticano.
Il giudice Tosti ci ha inviato uqesto messaggio:
“noto dagli interventi che i più ignorano la figura di Mitra, cioè del Dio da cui i Cristiani hanno clonato la figura mitologica di Gesù, e questo perché l’esistenza di questo culto è stata e viene sapientemente occultata dalla disinformazione Cristiana. Qualcuno ignora che questo Dio è risorto dopo tre giorni dal suo sacrificio per salvare l’umanità. Mi limito a segnalare questo indirizzo: http://www.didaweb.net/mediatori/articolo.php?id_vol=14“
certo che il giudice Tosti tutto può fare nella vita ….ma non il giudice, perche mi aspetto che un giudice sia innanzi tutto una persona equilibrata….
In risposta al sig. Luigi Tosti
Don Silvio Barbaglia
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Egregio Don Barbaglia,
ho visionato il filmato relativo alla sua conferenza, peraltro solo dopo che mi è stato segnalato un suo commento relativo alla mia pretesa di chiedere al Ministro di Giustizia la rimozione dei crocifissi dalle aule giudiziarie perché discriminatori, cioè lesivi del diritto di eguaglianza senza distinzione di religione. Ho scoperto che a suo giudizio questa mia pretesa -come l’analoga pretesa del cittadino italiano Adel Smith, di fede musulmana- sarebbe addirittura ridicola perché la presenza dei crocifissi nelle aule giudiziarie e, in genere, negli uffici pubblici italiani non sarebbe affatto discriminante, dal momento che il “crocifisso non da fastidio” e la sua presenza “non impone a chi non crede o crede in altra religione di inginocchiarsi o di venerarlo”. Ebbene, le rappresento, Egregio Don Barbaglia, che il Signor Adel Smith, prima di iniziare la sua battaglia legale, ottenne dalla maestra della scuola frequentata dai figli l’autorizzazione ad esporre il versetto 212 della Sura, rivendicando in tal modo la stessa dignità e gli stessi diritti che lo Stato fascista italiano ha accordato ai cattolici attraverso l’esposizione dei crocifissi cattolici nelle scuole pubbliche. Il giorno successivo, tuttavia, il Preside dell’Istituto ordinò l’immediata rimozione del versetto della Sura coranica (scritto in lingua araba e, quindi, incomprensibile ai più) perché offendeva il Suo Crocifisso.
Domande di Luigi Tosti:
E allora Le chiedo:
1) con quale impudenza Lei ha il coraggio di affermare che questi comportamenti fascisti dello Stato italiano, cioè della Colonia del Vaticano, non sarebbero “discriminatori”?
2) Vuole Lei forse sostenere che i crocifissi non danno fastidio a nessuno e non impongono atti di venerazione, mentre i versetti della Sura degli islamici “danno fastidio ai cattolici” e “li costringono ad atti di venerazione”?
3) Mi risponda Don Barbaglia, se ne è capace e se è capace di logica e coerenza.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Dove io avrei sostenuto nella mia risposta che sono autorizzati o autorizzabili comportamenti fascisti? Non ho mai detto una cosa di questo tipo, non ho mai fatto riferimento all’episodio narrato, quello del Preside della scuola dei figli di Adel Smith esprimendomi in accordo con il Preside di quella scuola, non ho mai affermato che a porre tali comportamenti fascisti fosse lo Stato italiano e non credo possa essere definito “Colonia del Vaticano”. In sintesi, la domanda non riprende nulla di quel che avevo detto e non comprende il mio pensiero. Io sostenevo che la presenza del crocifisso in luoghi pubblici (oltre ad aule di tribunale, scuole, piazze, esterni di chiese, palazzi, stazioni, ecc…) non dovrebbe dare fastidio nella misura in cui esso non richiede alcuna adesione di vita, non obbliga nessuno a guardarlo, non viene mostrato per venerazione o per adorazione, ma indica un punto di riferimento altamente simbolico (tra gli altri, ma certamente uno dei più significativi in assoluto) entro cui è cresciuta la civiltà occidentale, come memoria del dono di una vita per l’umanità. Questo è quello che la comunità umana ha sempre un po’ pensato. Poi sappiamo che variazioni sul tema sono state prodotte e il sig. Adel Smith, si sa, è un esperto del settore.
2) Per la prima parte la risposta è sì per la normalità e la maggioranza delle persone (che ci sia qualcuno a cui non piaccia qualcosa e che vorrebbe abolirla, si sa: dai manifesti pubblicitari al Duomo di Milano, ad es…); sulla seconda parte della domanda, ritrovo che non ha alcun rilievo perché non sono stato coinvolto nella vicenda di quella scuola e neppure posso dire se la Sura degli islamici dia fastidio ai cattolici… bisognerebbe chiederglielo! E se si sentano costretti alla venerazione direi di no, come nessun musulmano si sente costretto alla venerazione del crocifisso.
3) Credo di essere stato capace, certamente secondo la logica che proviene dalla tradizione classica e non quella di certa parte di avvocati che riescono ad occultare il problema sviando l’attenzione da un’altra parte, categoria in cui, mi pare di capire, Lei giudice Tosti non disdegna di collocarsi con grande maestria.
Spieghi a me e a tutti gli altri italiani razzisti per quale motivo SOLO il Crocifisso cattolico è degno di entrare nelle scuole italiane, mentre gli “sporchi” simboli religiosi delle altre “infime” religioni, diverse da quella cattolica, non meritano di entrarvi.
Domande di Luigi Tosti:
1) Vi “danno forse fastidio” i simboli dell’islam?
2) E questa -secondo Lei- non sarebbe “discriminazione”?
3) Forse Lei è per caso uno di quelli che sostiene che gli “sporchi” ebrei e gli “sporchi” negri non debbono entrare nei locali pubblici perché questi sono riservati SOLO alla “superiore” razza bianca ariana? Risponda, Don Barbaglia, e soprattutto dia sfoggio della Sua logica e della Sua coerenza con questa sua risposta.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Risposta: perché mi da del “loro/essi”? Io e chi? Io e i cattolici, forse? Può essere. Provo a rispondere. Personalmente nessun fastidio, nessun fastidio neppure da parte della Chiesa istituzionale, i documenti ufficiali lo comprovano. Cittadini italiani, qualche fedele o gruppi di fedeli cattolici per vari motivi hanno mostrato insofferenza nei confronti non tanto dei simboli dell’Islam bensì di quello che ha provocato un certo Islam (o sedicente tale) quello violento.
2) Nessuna discriminazione: da parte mia, da parte della Chiesa ufficiale ho già detto che non vi è discriminazione. Da parte di gruppi di italiani (alcuni praticanti e altri no) se reagiscono così è per difendere la propria identità che vedono attaccata. Se la prendono anche con i Testimoni di Geova perché trovano in loro un atteggiamento invadente. Non se la prendono per esempio coi Mormoni, con gli Hare Krisna, ecc… La spiegazione è più sociologica che teologica.
3) No io non sono di quelli che pensano tali cose degli ebrei e dei neri e neppure ho mai avuto complessi di superiorità. Piuttosto Lei non è forse una di quelle persone che senza nulla conoscere spara giudizi a casaccio su gli altri con l’unico scopo di provocare, senza alcun interesse alla ricerca del vero, del giusto e del bene, ma solo attento alla conferma dei propri pallini e interessi anticlericali?
Le rappresento poi che anch’io, come Adel Smith, ho manifestato la mia totale disponibilità a tenere le udienze in presenza del Suo crocifisso, ma ho chiesto di poter esporre la mia menorah ebraica a fianco del simbolo cattolico, rivendicando in tal modo la stessa dignità umana e gli stessi diritti che lo Stato fascista e razzista italiano accordò ai Cattolici. Ebbene, gli augusti Ministri di Giustizia Roberto Castelli e Clemente Mastella mi hanno opposto un rifiuto perché gli sporchi ebrei non meritano di poter esporre il loro infimo simbolo religioso a fianco del crocifisso della “razza superiore”, trattandosi di un vero e proprio sacrilegio.
Domande di Luigi Tosti:
1) E allora Le chiedo, Don Barbaglia, utilizzando le Sue stesse identiche parole ed argomentazioni: ma la menorah ebraica vi da forse così tanto fastidio a Voi Cattolici?
2) Forse la menorah degli ebrei vi impone atti di venerazione o di genuflessione?
3) Avete forse ancora qualcosa contro gli ebrei?
4) Non vi basta di averli perseguitati, massacrati, ghettizzati e discriminati nella vostra storia tutt’altro che commendevole e, anzi, criminale?
5) Risponda, Don Barbaglia a questa domanda: imporre la presenza dei SOLI crocifissi e negare agli ebrei e a tutte le altre religioni lo stesso identico diritto non sarebbe, secondo Lei, discriminatorio ma, anzi, una “tesi ridicola”?
6) Attendo una Sua risposta che dia dimostrazione della sua logica e della sua coerenza: nel frattempo le ricordo che il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana mi è valsa anche la condanna a sette mesi di reclusione ed alla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, in vista della mia definitiva rimozione dalla magistratura.
7) Tutto questo è avvenuto con la compiacente e compiaciuta connivenza ed approvazione del Suo augusto Pontefice, ad avviso del quale “la presenza di Dio deve essere visibile, attraverso i crocifissi, negli uffici pubblici italiani”: e avete anche il coraggio di dipingervi come soggetti che ripudiano la discriminazione e predicano la tolleranza e il rispetto reciproco? Nel vita bisogna razzolare bene, e non soltanto predicare bene.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Nessun fastidio per i cattolici, anzi in diversi luoghi di incontro e di preghiera è anche un simbolo usato. C’è molta stima presso i cattolici, soprattutto di cultura, della grande e nobile tradizione ebraica. Il cammino che la Chiesa cattolica ha fatto soprattutto dal post-concilio in relazione ai rapporti con l’ebraismo sono straordinari.
2) Di per sé neppure gli ebrei dovrebbero fare atti di venerazione o di genuflessione nei confronti della menorah, e non capisco perché dovrebbe indurre i cattolici a farli. Lo stesso dicasi per tutti i simboli tipici delle liturgie ebraiche.
3) Da un punto di vista religioso e di tradizione religiosa mi pare sia tutto molto chiaro e positivo. Oggi è più facile trovare qualche ebreo che ha qualcosa contro i cristiani e cattolici in specie: forse lei è uno di questi, da come capisco.
4) Di questo, mi pare, che Giovanni Paolo II, con azione unica seguita da nessun altra tradizione religiosa (anche gli ebrei han le loro pecche nella storia…), ha chiesto umilmente perdono per le nefandezze di cui la chiesa cattolica si è macchiata nel tempo proprio nell’anno del giubileo del 2000. Quindi, in risposta, “ci basta e avanza…”
5) Non è discriminatorio per il semplice fatto che il crocifisso in aula di tribunale è simbolo culturale e non religioso/confessionale della tradizione italiana e, ancor prima, europea. Certo proviene da una tradizione credente, quella cristiana. Ma un ebreo non dovrebbe riconoscersi proprio nello stesso “crocifisso” dal momento che presenta esattamente non un “cristiano” ma un ebreo, Yeoshua ben Yoseph? Che problema dovrebbe fare? Quindi nessuna discriminazione ma solo coscienza di una storia, di una tradizione che ha costellato la cultura di simbologie religiose trasformandole in “culturali”, come è il crocifisso nelle aule scolastiche, nei tribunali, ecc… Piuttosto stupisce ancora come in Italia la Bibbia, il più grande codice culturale della storia dell’occidente non sia mai entrato come libro di testo insegnato nelle materie “laiche”. Questo sì è anomalo…
6) Se l’han condannata vorrà dire –salvo ricorso e dimostrazione del contrario- che Lei ha infranto la legge. A volte per un valore superiore si può anche infrangere la legge secondo la dottrina cristiana dell’epikeia, ma solo per un bene superiore, solo se la persona è in grado di sopportare anche le conseguenze della punizione. Il valore etico della coscienza può portare la persona a infrangere la legge. Il mio giudizio sulla sua vicenda sottostà alla domanda: il giudice Tosti ha operato per un valore più alto a difesa di un giusto diritto della collettività oppure per difendere un proprio “pallino” e per giunta segnato da astio e odio sostanzialmente contro la chiesa cattolica producendo intralci di procedure giudiziali nei tribunali già ingolfati di casi assurdi? La mia risposta, per quel che vedo, è più sul secondo fronte. La stessa frase: “il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana” è perseguibile di querela per diffamazione ed è sufficiente questa per dare il quadro della limpidezza dello spirito di profezia che connota l’attività di “martire” del giudice Tosti.
7) Il Sommo Pontefice dice quel che sembra giusto alla tradizione della Chiesa e ha espresso il suo pensiero. Lei attendeva forse che venisse a trovarla come recluso per potergli finalmente sputare in un occhio visto l’amore che esprime nei suoi confronti? Inizi a guardarsi addosso con un po’ di autocritica: ho letto qualche suo scritto ma fa paura! Prima di dire agli altri di predicare bene e razzolare male, ripeto anche per lei: occhio alla trave nell’occhio!
Esposizione di Luigi Tosti
Nella sua conferenza Lei ha anche tacciato come ridicola la tesi secondo cui l’offire in “sacrificio” la vita di un figlio da parte di un padre sia disudecativa: dal momento che io l’ho qualificata in termini ancor più severi -e cioè un atto di criminale assassinio da parte di Dio- mi permetto di interloquire con le seguenti considerazioni. Le rammento che secondo i codici penali di tutti gli Stati esistenti sulla faccia della Terra e secondo le Convenzioni internazionali attualmente in vigore un qualsiasi padre cooperasse per far trucidare il proprio figlio da terzi criminali sarebbe immediatamente sottoposto a processo penale per “concorso in omicidio”. Se questo padre, poi, giustificasse questo suo gesto criminale con la necessità di “salvare terzi colpevoli”, cioè l’Umanità peccatrice, sarebbe sicuramente sottoposto a perizia psichiatrica: solo un pazzo, in effetti, può concepire l’idea che da un “sacrificio umano” -cioè dalla barbara uccisione di un innocente- possa derivare la “salvezza” di terze persone colpevoli e peccatrici. Forse non lo saprà, Don Barbaglia, ma uno dei principi più elementari e fondamentali del diritto è che “la responsabilità è esclusivamente personale”, cioè non è ammessa la possibilità che una persona possa rispondere delle colpe altrui, magari di quelle dei padri. Ebbene, il messaggio che promana dal supposto sacrificio di Gesù Cristo per “salvare” l’umanità (un mito, questo, copiato da altri miti di altre religioni, vedi ad es. Mitra) non solo è altamente immorale e diseducativo, ma anche un messaggio criminale: è infatti incocepibile e inammissibile giustificare che un padre possa cooperare volontariamente per far trucidare un figlio da terzi criminali perché da questo assassinio e da questo dolore possa poi derivare la salvezza dell’umanità. Questo mito del Dio “salvatore” -copiato dal mito di Mitra- ha più di 2000 anni ed è stato concepito da persone che ancora praticavano barbari “sacrifici” umani ed animali: non so se ne rende conto, Don Barbaglia. Il Dio biblico, Don Barbaglia, praticava ancora sacrifici umani ed animali: e non si tratta di allegorie o di metafore, ma di realtà che sono peraltro comuni a pressoché tutte le religioni che sono state concepite dagli uomini in una certa fase della loro evoluzione (anche gli atzechi e gli incas praticavano sacrifici umani). Dal punto di vista antropologico è stata data la giustificazione di questi comportamenti del genere umano: ma abbarbicarsi, oggi, all’assurdo mito del Dio Salvatore (cioè della sublimazione dei sacrifici umani) significa essere completamente al di fuori del tempo e della civiltà e non rendersi conto, peraltro, di una evidenza a dir poco solare: che cioè il supposto sacrificio del Figlio di Dio non ha sortito, per l’Umanità, alcun beneficio. Seguitiamo infatti sempre a morire, ad ammalarci, a soffrire, a patire guerre etc. etc, senza che l’evento “epocale” della crocifissione del Figlio di Dio abbia apportato benefici per l’umanità, al pari dell’identico e ben precedente sacrificio del Dio Mitra.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
Reagisco solo con due brevi osservazioni.
1) Usare i criteri dei codici penali occidentali per valutare significati religiosi, culturali e teologici della tradizione ebraico-cristiana è, come chiunque potrebbe capire, una forzatura indebita, una violenza preannunciata all’ermeneutica dei testi biblici. Credo non ci sia bisogno di molte spiegazioni per dire quanto è pericoloso esportare una forma mentis, un metodo e sovrapporlo ad un’altra realtà la cui interpretazione ha proprie regole. Se dovessi utilizzare il codice penale per valutare i contenuti dei racconti biblici produrrò uno scempio che viene irriso da chiunque capisce qualcosa di Bibbia; diversamente se dovessi utilizzare il criterio di interpretazione biblica per valutare i reati contemplati dalla logica del codice pensale italiano, i giudici e gli avvocati mi direbbero che sono fuori strada. Da esegeta dico al giudice Tosti che è fuori strada circa la sua interpretazione del sacrificio di Cristo. C’è una letteratura immensa nel settore, se vuole, gli fornisco incitazioni bibliografiche utili.
2) Sul dio Mitra e la derivazione mitologica della figura di Gesù di Nazaret mai esistita: direi che si tratta di una raffica di stupidate sparate in tre righe come un “mitra”. Ci sono dibattiti accademici di due secoli almeno che hanno affrontato la questione: il giudice Tosti, ritenendo Luigi Cascioli un faro della nuova scienza storica, esegetica e papirologica spaccia tali risultati come “oro colato” e acquisizione accademica assodata. L’oro colato del Cascioli mi pare di averlo già vagliato: si tratta di segatura allo stato puro! Il giudice Tosti è bene che ritorni al diritto quando deve parlare di diritto, e quando deve esprimersi su temi di altro tipo studi l’argomento e le motodiche apposite inerenti alla disciplina.
Domande di Luigi Tosti:
Mi sconcerta, poi, sentire dalla sua viva voce l’affermazione che l’offerta del sacrificio della vita di un figlio (Gesù) provenga da parte di Dio, cioè del “Padre”:
1) mi faccia capire, Don Barbaglia, Voi cattolici non vi siete sempre vantati, e tuttora vi vantate, di essere “monoteisti”?
2) Monoteismo -se la matematica e le mie reminiscenze di greco non mi ingannano- significa ipotizzare e credere in un “unico” Dio, e non in più Dei legati da rapporto di parentela. Come è possibile, allora, che Dio- padre sia diverso da Dio-figlio, cioè da Gesù Cristo, senza che ciò travolga l’affermazione che siete “monoteisti”?
3) Se Dio si è riprodotto, generando un Dio-Figlio con una donna appartenente al genere umano, come si può parlare di “monoteismo”?
4) In realtà di miti del genere la storia dell’umanità è zeppa, Don Basrbaglia: e allora mi dovrebbe spiegare perché gli Dei greci e gli altri dei di altre religioni sarebbero “falsi e pagani” e solo il vostro Dio, che genera altri dei-figli, sdovrebbe essere vero e, per di più, meriterebbe di essere considerato -a dispetto della matematica e dell’evidenza- come un Dio singolo. Ma il Dio dell’Antico Testamento, egregio Don Barbaglia, non è forse il Padre di Gesù, cioè quello che ha creato l’universo dal nulla?
5) E se questo Dio biblico deve essere considerato come Dio Uno e Trino, in spregio alla matematica ed al significato delle parole, come giustifica, Don Barbaglia, la criminalità di questo Dio biblico che risulta attestata dalla stessa Bibbia, cioè dal libro scritto (o ispirato) da Dio in persona? Dal momento che Lei si qualifica biblista, presumo che conosca bene la Bibbia. E allora Le chiedo: come può giustificare l’operato del Suo Dio biblico? In realtà il codice penale e le convenzioni internazionali, alle quali hanno aderito i popoli e le Nazioni civili, bollano e condannano inesorabilmente il suo Dio come un vero e proprio criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Nessun vanto da parte del credente: bisogna vantarsi? Leggi san Paolo 2Cor 12. Quello dovrebbe essere il vero vanto cristiano. Si legga anche la posizione di Paolo nei confronti dei confratelli giudei in Rm 9-11. Tale è la posizione più prossima e vera al cristianesimo circa la verità di Dio che non sta a noi determinare ma ci giunge in una storia rivelata.
2) La categoria del “monoteismo” è operazione razionale di fenomenologia religiosa, opposta al politeismo. Ma a ben vedere la religione cristiana è “trinitaria” e non strettamente monoteista. Se si usa tale espressione è solo in modo analogico ma non letterale. L’unicità di Dio non esclude la comunione tra le persone: posso dire che una comunità è unita, è unica ed esprimo un insieme mantenendo la caratteristica dell’unicità. L’unicità di Dio è nella Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tale è la posizione dogmatica se pure in massima sintesi.
3) Vedi sopra.
4) Il dibattito religioso tra Israele e le altre popolazioni rispetto alle loro divinità va contestualizzato in una riflessione storico-religiosa. Non c’è spazio e tempo per elaborarla. Se la vuole conoscere le indicherò alcuni testi come bibliografia utile per l’approfondimento. Sulla pretesa dell’unicità del Dio cristiano, va detto più precisamente che il cristianesimo insiste sull’unicità del Dio di Gesù Cristo, ovvero grazie alla rivelazione di Gesù si ha accesso ad un’innovata immagine di Dio a partire dall’esperienza ebraica di Dio. Per questo la fede cristiana crede che la salvezza passa attraverso Cristo stesso, salvezza di ogni uomo anche di coloro che non lo conoscono e non sanno. Tale è la posizione della Chiesa, e chiunque è libero di non condividerla, ci mancherebbe, ma questo è quello che crede la Chiesa senza stabilire un toto-Dio per vedere chi vince e chi sia il migliore… come mi pare di capire dalle parole dell’avv. Tosti.
5) Il problema della violenza in Dio o di Dio è stato a lungo studiato e contestualizzato. Va capito nel contesto. Le faccio un esempio: noi stiamo discutendo e viviamo negli stessi anni e in un contesto italiano, con cultura analoga. Eppure le sue idee sono distanti mille miglia dalle mie e mi domando come lei possa pensare in questo modo e probabilmente anche lei si domanderà lo stesso di me. Ebbene provi a pensare la differenza che esiste tra il senso etico della violenza in alcune parti del mondo oggi e quello che noi abbiamo. Oppure il valore del pudore nella nostra cultura o solo cinquant’anni fa. Ancora: il valore dell’opporsi alla pena di morte ed accettare se non appoggiare pratiche abortive, laddove ci sono culture che invertono addirittura i primati di tale modello oggi imperante… Ecc… potremmo continuare a lungo. Quindi chiamare Dio “criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali” lo può fare solo uno che non gliene frega niente di Dio tout court ed è infastidito da quelli che dicono di crederci. Perché quello stesso Dio è colui che mostra in modo ben più ampio e visibile nella prassi del figlio suo Gesù il volto del perdono, della misericordia, della non violenza… ben lungi dalla violenza che emerge dalle parole del giudice Tosti…
Esposizione di Luigi Tosti
La Bibbia, egregio Don Barbaglia, non è un libretto allegorico, ma la fedele esposizione di quello in cui realmente credevano e praticavano popoli analfabeti vissuti più di 2.500 anni or sono. Queste credenze e questi Dei, giudicati col nostro grado attuale di civiltà, sono inesorabilmente Dei criminali: e allora mi dovrebbe spiegare, visto che la Verità non può mutare nel tempo, come si possa ancor oggi venerare Dei criminali partoriti dalla mente criminale di uomini vissuti tre mila anni or sono.
In attesa di non risposte, la saluto cordialmente.
Luigi Tosti
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
Infatti nessuno venera “Dei criminali” ma il dio della giustizia, di una giustizia ben più radicata ed equa di quella che lei mostra di applicare nei suoi giudizi. Provi a far passare gli episodi di violenza nella Bibbia dove Dio è responsabile e vedrà che per la quasi totalità dei casi vi sta una forma mentis alla base: schierarsi dalla parte del più debole, dalla maledizione di Caino della Genesi a Babilonia la grande dell’Apocalisse. E vedrà che quel tipo di giudizio di condanna da parte di Dio è sempre a difesa di chi non è difeso ma schiacciato dall’arrogante e dal potente su questa terra. Anche nella violenza esiste una logica e una teologia, non bisogna fare di tutt’un erba un fascio.
Avrà ben visto che le risposte sono giunte anche se pur brevemente perché richiederebbero ben altri spazi, ma sono purtroppo sicuro che a Lei non interessano le risposte perché ha già tutte le sue convinzioni che, come si vede, sono solo provocazioni ma non ricerca del vero, sono solo espressione sfinterica di rabbia repressa che Lei nutre dentro. Sono amareggiato se tale rabbia è cresciuta anche a causa di uomini di chiesa ma le assicuro che anche Lei sta dando del suo meglio per innalzare il livello di violenza verbale e “criminale” nel volere denigrare e infamare gratuitamente persone, realtà e comunità con tutto il bene che hanno portato all’intera umanità.
Non si disturbi a scrivermi di nuovo a meno di soddisfare nuovamente la suddetta rabbia, allora sopporterò in silenzio nella speranza di contribuire ad una sua catarsi interiore…
Silvio Barbaglia
x gianni
Tu sì che sei una personcina equilibrata, piena di buon senso e prodiga di consigli su come, violentato nel profondo delle sue convinzioni civili, il giudice Tosti non si debba scomporre.
@gualtiero
il giudice Tosti ha il diritto di esporre le sue convinzioni civili che tu dici violentate…come Don Barbaglia ha il diritto di esporre le sue convinzioni religiose…a mio parere il giudice non ha esposto le sue convinzioni (rispettabili)….ha vomitato insulti gratuiti e strampalati, supportati solamente da odio verso la Chiesa Cattolica…
x gianni
Dimostrami che l’odio per la chiesa cattolica è un sentimento gratuito.
Se non vuoi porgere l’altra guancia (e temo che qualche inclinazione poco atea tu abbia), devi ricmbiarli di eguale moneta.
Un esempio tra mille.
Prova solo a fare un cenno di apertura al dialogo con questa gentaglia a qualche genitore di vittime di preterasti pedofili. No,non odiamoli. Non c’è più la pietà?
e ancora per gianni
Don Barbaglia, fino a che indossa quell’abito non ha diritto di parola
x Gualtiero
Se ti interessa, Gualtiero, non porto la tonaca ma una semplice camica da prete e nonostante la tua asserzione nell’affermare di togliermi il “diritto di parola” io invece ho il dovere di dirti che tu non hai alcun diritto di togliermi tale diritto.
Un giro di parole e di diritto di parole per dirti, col tuo linguaggio, che hai sparato una semplice “cazzata” accompagnata ad una figura stupidina: chiedi, per questo, un consiglio legale al giudice Tosti!
Auguri!
x Gualtiero
Se ti interessa, Gualtiero, non porto la tonaca ma una semplice camicia da prete e nonostante la tua asserzione nell’affermare di togliermi il “diritto di parola” io invece ho il dovere di dirti che tu non hai alcun diritto di togliermi tale diritto.
Un giro di parole e di diritto di parole per dirti, col tuo linguaggio, che hai sparato una semplice “cazzata” accompagnata ad una figura stupidina: chiedi, per questo, un consiglio legale al giudice Tosti!
Auguri!
Gualtiero, ti assicuro che se io pensassi che togliere di mezzo i crocifissi, possa
contribuire in modo significativo alla diminuizione del potere economico della
chiesa, in Italia e nel mondo, non avrei tanta pazienza sull’argomento.
Anche se probabilmente mi manca qualcosa per corrispondere perfettamente
all’identikit del perfetto “ateo”, continuo a pensare che l’eliminazione materiale
del crocifisso sia una battaglia giusta e pienamente condivisibile, ma che non
debba essere considerata come risolutrice dei problemi della società italiana.
Mi permetto di fare alcune brevi notazioni sul messaggio firmato Silvio Barbaglia.
Si legge testualmente “…..non dovrebbe dare fastidio nella misura in cui esso non
richiede alcuna adesione di vita, non obbliga nessuno a guardarlo, non viene mostrato
per venerazione o per adorazione, ma indica un punto di riferimento altamente
simbolico (tra gli altri, ma certamente uno dei più significativi in assoluto) entro
cui è cresciuta la civiltà occidentale, come memoria del dono di una vita per
l’umanità. Questo è quello che la comunità umana ha sempre un po’ pensato”
Pippo risponde:
In effetti bisogna ammettere che grazie a tale portentoso simbolo la “civiltà
occidentale” è venuta su proprio bene!
Quello che pensa la “comunità umana” lo stabilisce indiscutibilmente la chiesa,
sotto la guida dello spirito santo?
Bisogna dire che Barbaglia, forse, resosi conto dell’enormità della sua
affermazione, ha scritto: “Questo è quello che la comunità umana ha sempre
un po’ pensato”, quindi soltanto un pò.
Dice ancora testualmente Barbaglia: “….Quindi nessuna discriminazione ma solo
coscienza di una storia, di una tradizione che ha costellato la cultura di simbologie
religiose trasformandole in “culturali”, come è il crocifisso nelle aule scolastiche, nei tribunali, ecc… Piuttosto stupisce ancora come in Italia la Bibbia, il più grande codice culturale della storia dell’occidente non sia mai entrato come libro di testo insegnato
nelle materie “laiche”. Questo sì è anomalo…
Pippo risponde:
come risposta a tale assunto mi permetto, solo a titolo di esempio, di riportare un
passo delle “sacre scritture” che, effettivamente, a mio parere meriterebbe di
essere insegnato nelle scuole:”i figli adulterini non giungeranno a maturità; la
discendenza di un’unione illegittima sarà sterminata. Anche se avranno lunga
vita, non saran contati per niente, e, infine la loro vecchiaia sarà senza onore.
Se poi moriranno presto, non avranno speranza né consolazione nel giorno del
giudizio, poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino” (questi concetti fondamentali
per la cultura umana sono contenuti nel libro(forse, ironicamente) denominato:
Sapienza, 6,1; Vecchio Testamento).
Ancora Barbaglia:
“Usare i criteri dei codici penali occidentali per valutare significati religiosi, culturali e teologici della tradizione ebraico-cristiana è, come chiunque potrebbe capire, una
forzatura indebita, una violenza preannunciata all’ermeneutica dei testi biblici.
Credo non ci sia bisogno di molte spiegazioni per dire quanto è pericoloso
esportare una forma mentis, un metodo e sovrapporlo ad un’altra realtà la cui interpretazione ha proprie regole. Se dovessi utilizzare il codice penale per
valutare i contenuti dei racconti biblici produrrò uno scempio che viene irriso
da chiunque capisce qualcosa di Bibbia; diversamente se dovessi utilizzare il
criterio di interpretazione biblica per valutare i reati contemplati dalla logica
del codice pensale italiano, i giudici e gli avvocati mi direbbero che sono fuori
strada. Da esegeta dico al giudice Tosti che è fuori strada circa la sua
interpretazione del sacrificio di Cristo. C’è una letteratura immensa nel settore,
se vuole, gli fornisco incitazioni bibliografiche utili.
2) Sul dio Mitra e la derivazione mitologica della figura di Gesù di Nazaret
mai esistita: direi che si tratta di una raffica di stupidate sparate in tre righe
come un “mitra”. Ci sono dibattiti accademici di due secoli almeno che hanno
affrontato la questione: il giudice Tosti, ritenendo Luigi Cascioli un faro della
nuova scienza storica, esegetica e papirologica spaccia tali risultati come
“oro colato” e acquisizione accademica assodata. L’oro colato del Cascioli
mi pare di averlo già vagliato: si tratta di segatura allo stato puro!
Il giudice Tosti è bene che ritorni al diritto quando deve parlare di diritto,
e quando deve esprimersi su temi di altro tipo studi l’argomento e le
motodiche apposite inerenti alla disciplina.”
Pippo risponde:
Effettivamente gli accostamenti, fatti dal giudice Tosti con il codice penale,
possono essere considerati inappropriati,però si deve anche considerare
che il “povero giudice” non può avvalersi, a differenza dei grandi esegeti della
bibbia, dell’intervento dello spirito santo che, al fine di discernere la “parola di dio”
dalla “parola dell’uomo” guida tali farvide menti nello sparare a raffica una
sequela di scemenze.
Ironicamente concludo:
Dialogo dell’anno 33(circa).
A-La sai l’ultima?
B-No, che cosa è capitato?
A-Il mondo è stato redento!
B-Ma che dici?
A-Sì, il buon Dio ha preso forma umana e si è fatto giustiziare a Gerusalemme:
con ciò, ora, il mondo è redento e il diavolo è stato fregato.
B-Oh, questo è davvero molto charmant!
Auguri
Gentile Barbaglia,
ero piuttosto contento di leggere toni equilibrati in risposta a quelli del Tosti, ma certi suoi argomenti, qualche sforzo retorico di troppo e il finale da vittima cristiana mi hanno invece fatto pensare più a quella tipica calma saccente che rende antipatici certi cattolici. Voglio pensare che non sia così nel suo caso, ma ci tengo a farle notare quelli che considero errori, nella speranza non di una sua catarsi ma che capisca e migliori (o magari replichi alla grande e capisca meglio io).
Non concordo sulla questione crocifisso: trovo che tantissimi cattolici – tra cui molti politici – sono apertamente discriminatori nei confronti delle altre religioni e in particolare poi degli atei. Appendere al muro sure e quant’altro è una questione fuori discussione perché per essi il cattolicesimo è superiore. Lo è anche per la sua gerarchia, che anche di recente si è espressa con precisione circa la superiorità del cattolicesimo.
Le è richiesto uno sforzo di obiettività: malgrado tante realtà particolari davvero rispettose, il cattolicesimo in Italia spesso è invandente, è spesso difeso a scapito di altri, e porre un crocifisso sui muri pubblici appare un privilegio di parte – e infatti le altre parti mancano del tutto! – un ‘marcare il territorio’ che in tanti oggi reclamano di tutti, non solo cristiano. Giustamente, a mio avviso.
Sempre per obiettività – coraggio – riguardi l’idea del crocifisso come cultura e non come religione: 1) è solo parte della cultura 2) oggi molti fanno a meno volentieri di buona parte della cultura cattolica, come retaggio e come modello odierno 3) che sia memoria del dono di una vita per l’umanità è una sua visione personale di credente, per tanti non cristiani al mondo non è stato un dono, nei fatti non è stato per l’umanità, e come simbolo lo è di 2000 anni non sempre ispirati, per così dire, e dunque non è così necessario un omaggio che non sia privato 4) appendere un simbolo di ‘cultura’ (incerto, come dicevo) dovrebbe essere un affronto per la sua stessa religione, svilita e minimizzata nel suo intimo messaggio.
Per curiosità, a quali documenti ufficiali si riferisce?
Non dev’essere facile, mi rendo conto, separare la sua particolare fede dalla cultura in generale e di tutti, veda lei. Mi chiedo anche però quanto lei sia veramente convinto in onestà che le due cose sono equivalenti, e le chiedo quindi: le andrebbe proprio bene se si studiasse la bibbia come “codice culturale”, quindi da un punto di vista laico, storico, etico, e criticamente fino ai suoi limiti? O ciò che veramente intende piuttosto è che si studiasse come al catechismo?
Epikeia – mi infastidisce sempre, ma non si lasci distrarre da questo, la pratica del fagocitare il meglio/l’utile da parte del cristianesimo, per poi chiamarlo ‘cristiano’. Così è stato per concetto di Epikeia, in uso presso i greci ben prima di Cristo, e patrimonio comune all’uomo. Dottrina cristiana sì, ma acquisita, diciamolo. Taciuta spesso, diciamo anche questo, dalla sua gerarchia e non a caso: è in aperta contraddizione, mi dica se sbaglio – con l’obbligo all’obbedienza, un obbligo dalle ben più palesi e profonde radici bibliche.
Scuse della Chiesa – mi spiace, ma le scuse fatte a Dio non contano un bel niente. Non per le vittime, non per un sano pentimento davanti agli uomini, né per un vero cambiamento.
Forma mentis – trovo un grosso limite del suo ragionamento l’affermare che valutare con i criteri del codice penale odierno l’esperienza ebraico-cristiana della Bibbia sia una indebita violenza ad essa. Peraltro lei stesso lo fa qualche paragrafo dopo, quando afferma che però dio è col più debole..
Di nuovo preferisco credere che la sua sia ingenuità e non ipocrisia, e le dico come la vedo: i codici penali di oggi codificano la nostra sensibilità e senso di giustizia di oggi. Questa sensibilità si può legittimamente usare per giudicare qualsiasi cosa che riguardi l’etica. Come la bibbia, appunto, un libro che dovrebbe esserne il fondamento. Ora, se oggi certi avvenimenti del passato e certe decisioni divine facessero orrore sarebbe più che giusto mi pare giudicarle in tal senso. Noti bene che lo stesso fate anche voi cristiani, nella misura in cui credete che dio è amore, è giustizia, e anzi sorgente stessa della morale. Inoltre giudicate pure la bibbia, che ritenete infallibilmente perfetta non solo a morale. Il problema dunque non è applicare la sensibilità di oggi a quel passato, ma è affermare che allora era diverso (e concordiamo) *eppure* abbracciare candidamente quelle atrocità e quegli errori come buoni e giusti, e credere ancora in quel dio che li ha compiuti.
È questa precisa idea di ‘giustizia’ e di ‘perfezione divina’ che va rivisto, secondo me.
Lei davvero crede che in ogni episodio biblico Dio “è sempre a difesa di chi non è difeso”? Lei giustifica l’episodio di Isacco, il diluvio, sodoma e gomorra, tanto per dire? E le tante altre stragi compiute dagli uomini su comando del loro dio (stando alla bibbia)? Ma davvero giustifica il suo dio come se non poteva fare altrimenti? Come se nessun innocente non ci abbia lasciato le penne? Come se la bibbia non fosse la descrizione del modello di società in voga ai tempi, un modello violento basato sul potere all’interno e la lotta all’esterno? Glielo chiedo sinceramente.
Sacrificio di Cristo – lei parla da esageta, e di letteratura immensa, certo, ma mi spiega che c’è tanto da scrivere? Un padre fa uccidere il figlio, un figlio si sottomente a questo atroce desiderio del padre, del sangue umano è versato in sacrificio come fra i popoli primitivi, per non risolvere un bel niente perché tutto è come prima.
Mi rendo conto che da credenti è difficile ammettere che sono cose terribili, che se oggi accadessero sarebbe un crimine folle, che se al tempo andava così (“contestualizziamo”!) oggi non è detto che ci debba piacere, che un dio aveva mille modi per risolvere diversamente, che non ha sacrificato sé stesso ma un altro (comodo ‘atto d’amore’!), che il sacrificio di 6 ore per poi risorgere è un sacrificio ridicolo, che far uccidere a degli uomini per salvarli dai loro peccati è puro controsenso, che questa richiesta di obbedienza da padre a figlio è esempio di rapporti distruttivi tipici della nostra peggiore civiltà, ecc.
Ma non risponda rimandando a tanti bei libri, per favore, mi dica come è possibile considerare tutto questo una cosa buona, tanto da adorarla, senza far leva sulla fede, su interpretazioni di comodo, su trucchetti retorici che poco hanno a che fare con la sostanza, o, appunto, sull’obbedienza.
Fino a quel momento, addebitare al suo dio azioni criminali non viene a uno “che non gliene frega niente”, niente affatto: è invece parte di un’alta riflessione su temi incredibilmente importanti, laddove vivere mantenendo grandi valori morali, ma senza questo tipo di dio e liberi da simili dannose dinamiche relazionali, si rivela una scelta non solo pienamente corretta, ma necessaria, per il bene di tutti e per un futuro positivo e consapevole.
Saluti,
Andrea
@Barbaglia
>Non è discriminatorio per il semplice fatto che il crocifisso in aula di tribunale è simbolo culturale e
>non religioso/confessionale della tradizione italiana e, ancor prima, europea.
Bel simbolo culturale di merda !
In un posto in cui si decide del destino delle persone si espone il cadavere di un uomo torturato e poi ammazzato per aver contravvenuto alle leggi religiose del suo tempo.
E’ questo che voi preti chiamate cultura.
Caro Barbaglia non è l’abito che fa il monaco. Hai capito benissimo che anche con uno scolapasta in testa la tua appartenenza alla mafia vaticana resta tale.
Abbandona la congrega malavitosa e sarò disponibile ad accoglierti con tutti i riguardi.
Non hai diritto di parola, come non ne devono avere i camorristi, quand’anche collaboratori di giustizia. Questa posizione intransigente è dovuta a esperienze di vita dirette con preti e suore, di cui ti posso fare nomi, cognomi e luoghi delle schifezze subite. Brutta gente.
Per quanto riguarda poi le tue alte sfere, prova a dare anche solo una scorsa a “Via col vento in Vaticano” dei Millenari (Kaos edizioni).
x gualtiero
ti “scomunichi” semplicemente con le tue affermazioni, specialmente “Non hai diritto di parola, come non ne devono avere i camorristi, quand’anche collaboratori di giustizia.”
non servono altri commenti
@emel
quel “cadavere crocifisso” caro amico, che tu voglia o non voglia. è il tuo Signore Gesù Cristo che un giorno ci giudicherà tutti…
x MM
Tu pensi che io sia un arrogante e ti sbagli.
Quanto alla scomunica vera mi è già stata data perchè, da malato terminale, ho voluto prendermi la soddisfazione di essere sbattezzato.
@GIANNI
Povero disgraziato, non sai quanta pena mi fa vederti credere nel niente…
Salutamelo il “mio signore”, e digli di passare a salutarmi che ho un paio di conti in sospeso da regolare con lui.
@gualtiero
no non sei arrogante..sei solamente disperato (nel senso di senza speranza..) mi spiace..ti auguro di trovare la Fede…
Nessuno metta il bavaglio al padre Barbaglio!
Facciamolo esprimere in libertà, così possiamo godere della sue
straordanarie riflessioni.
Apprezzo la buona volontà di Andrea, ma io, di fronte a certe “argomentazioni”,
non riesco a rimanere serio.
x Gianni
Purtroppo non capisci. Io malato terminale. Tu credente. Non faccio il cambio.
@emel
io credo in qualcosa, sei tu che non credi in nulla…o meglio …pensi di non credere in nulla.
Gianni,
non vedresti un problema etico nemmeno se ti ci inginocchiassi davanti ogni giorno?
Ti basta credere che esiste un Signore e subito ti fai suo servo. Non ti interessa né scoprire se esiste, né se governa bene, né se esistono alternative migliori, mi pare.
Se sta bene a te pazienza, ma il tuo padrone non è un buon padrone (non sempre, diciamo), e sbagli a pensare che senza di lui ‘non si crede in nulla’. Così facendo disonori l’uomo in linea di principio, e nei fatti tanti buoni non credenti o altro-credenti.
Guardati intorno. ciao!
x gualtiero
si, sei arrogante
la tua condizione di salute non ti giustifica
solidarietà e comprensione, di chi ha avuto la sfortuna di essere malato in prima persona o aver avuto familiari gravemente malati, non significano certo dare per forza ragione quando la ragione non c’è
x MM
Confondi arroganza con legittima difesa.
Ma con voi mangiaostie è un discorso tra sordi.
@gualtiero
auguri di cuore….con il massimo rispetto
x gualtiero
no, non confondo arroganza e legittima difesa
legittima difesa? non scherziamo
ecco, forse e’ vero, è un discorso tra sordi, uno dei quali siete “voi”
vedi come e’ facile “generalizzare”, come hai fatto tu??
..e generalizzando certamente non si favorisce il dialogo
Se il personaggio Gesù detto il Cristo “fosse morto” (ma sappiamo che a un personaggio delle favole è impossibile morire) ebbene, se questo Gesù Cristo fosse morto… invece che in croce, ma piuttosto IMPALATO, cioè con un palo di legno appuntito infilato su per il buco del culo (come tra l’altro amava fare con grande goduria sadica l’Inquisizione, cioè la Chiesa cattolica a molti poveri disgraziati) pensate che ora attaccato sulle pareti dei tribunali, delle scuole e ovunque ci sarebbe il simbolo di un cadavere raffigurante CRISTO con un PALO NEL CULO? Chissà se i “credenti” amerebbero portare attaccato al collo un “Cristo impalato dal culo”? Chissà?
Axteo,
già! Eppoi fra le tante torture a morte, la crocifissione in fondo NON è delle peggiori. Se penso a quanto si osanna la sofferenza del gesù crocifisso come fosse quello che ha sofferto di più in assoluto al mondo e in tutti i tempi.. Davvero ridicolo, e un insulto a quanti hanno sofferto di più e per più tempo, senza avere alcuna *intenzione* di morire (né la possibilità di risorgere)..
X AXTEO
x axteo
Se lo avessero impalato i suoi idolatri, non potendo mostrare le pudenda offese, si limiterebbero a portare al collo la sola effigie del viso. Finalmente sorridente.
x andrea
perchè non chiedi a quelli come me se preferirei essere crocifisso o rifare il trapianto di fegato nelle condizioni in cui versavo. Chiedilo a Welby. E sono sicuro che il tuo dio ha pensato a fare anche di peggio.
Ciao Gualtiero,
guarda che sono ateo e straateo anch’io 😉 col mio post concordo 100% con te!
Colgo l’occasione per dirti che mi dispiace di come stai.
x andrea
Magnifico. Non avevo capito. Volevo farti lo scherzo di dirti che io invece sono cattolico praticante, ma quello che scrivo non si presta molto al gioco.
Adesso brindiamo alla mia salute (e alla tua) a dispetto dei santi.
In alto il tuo e il mio bicchiere/
riempito di rosso a dovere/
brindiamo a salute e piacere/
a dispetto di santi e preghiere!
Un abbraccio, ..hic!
CAZZO DI CRISTO. UN PROBLEMA IRRISOLTO
Inoltre, al personaggio Gesù detto il Cristo (stiamo naturalmente parlando della solita favoletta per babbei) è scritto – nelle scritture delle favole – che essendo egli ebreo fu circonciso e gli avrebbero tagliato il prepuzio. Ora, ammesso che Gesù Cristo avesse il cazzo (cosa difficile per un personaggio delle favole) insomma avesse il cazzo al pari di altri uomini, significherebbe che Cristo, una volta “risorto” salì in cielo (senza l’aiuto dell’Alitalia) senza la cappella del cazzo. Tremendo.
In pratica, Gesù Cristo sarebbe salito in cielo incompleto nel corpo, avendo il pezzo mancante, pezzo non da poco. Cristo era come un castrato o simile. Il prepuzio del cazzo di Cristo è custudito dalle suore di un convento. Cosa curiosa, che i conventi di suore che custodiscono e venerano il “prepuzio del cazzo di Cristo”, sono almeno 7 (sette) cioè, ogni convento dei setti dice di avere il proprio prepuzio “originale” dell’uccello di Gesù Cristo.
Chi ha torto e chi ha ragione? Se a Cristo fosse stato tagliato il prepuzio per sette volte, significherebbe che Gesù Cristo era un super dotato, con un cazzo lungo forse mezzo metro, come quelli che si vedono nei film porno, cazzi lucidi e gonfi.
Sarebbe interessante che Ratzinger nella seconda parte del libro che scriverà su Cristo, dedicasse un intero capitolo al famoso CAZZO DI CRISTO così ci spiegherebbe come possono esistere 7 prepuzi del pisello di Gesù e perchè questi 7 prepuzi non sono saliti in cielo contemporaneamente al corpo di Cristo. La teologia, la scienza dell’aria fritta, non si pronuncia sul CAZZO DI CRISTO.
Ma ciò vale anche per i peli di Cristo, le unghie di Cristo, lo sputo di Cristo, il sudore, l’urina e la merda di Cristo, ed anche le scorie della pelle di Cristo, il muco del naso e le caccole di Cristo. Insomma tutta questa roba è restata sì o no sulla terra?
Se non è restata in terra, ma fosse salita in cielo insieme al corpo di Cristo, significherebbe che qualche metro cubo di schifezze organiche sono salite in Paradiso. Come le hanno stoccate in Paradiso queste schifezze? Che le abbiano buttate giù nel cesso del Paradiso e tirato poi lo sciacquone?
Se le schifezze di Cristo fossero restate in terra, significherebbe che da qualche parte ci sono i detriti organici di Cristo. Ce li vogliamo perdere? Gli imebcilli stanno cercano ancora l’Arca perduta, strano che altri ancora più imbecilli non vadano a cercare le le schifezze lasciate da Cristo. Anche perchè un’unghia di Cristo, se venduta alla sala d’aste Christie di Londra, potrebbe essere venduta a cifre da risanare il deficit dello Stato Italiano.
x Axteo
CAZZO DI AXTEO. UN PROBLEMA AUTO-RISOLTO
Tale “dotta argomentazione” non può che provenire da una “TESTA DI CAZZO” affine al tema e così, per Axteo, almeno per lui, il problema è risolto con o senza prepuzi…
Bravo don Silvio! Bella risposta “cazzuta”!