A proposito di certe trasmissioni

Gentile direttore, dott. Umberto Brindani, le scrivo a proposito del suo editoriale “La fiction su Erba e il destino di Azouz” (TV Sorrisi e Canzoni n. 27). Vorrei anzitutto ricordarle la sua risposta alla mia precedente lettera (Tv Sorrisi e Canzoni web – 16 aprile 2007; Affari Italiani – 11 aprile; L’Unità e Il Tempo – 12 aprile; Il Sole 24 Ore – 14 aprile), dove lei si dimostrava d’accordo con me sulla opportunità di non insistere con certi programmi cosiddetti di approfondimento su argomenti tragici, anche per rispetto verso le vittime presenti e, purtroppo (almeno per qualcuno) assenti. Nell’editoriale lei difende il collega Mentana, ed è comprensibile. Afferma che l’ultima trasmissione era ben fatta (“zero morbosità”); ed io le credo, ma sa quante trasmissioni sullo stesso argomento hanno fatto Mentana e Bruno Vespa? Quante su Cogne, quante su Erba, quante sulla tragedia del piccolo Tommaso Onori? Una trasmissione equilibrata (e vorrei vedere che non lo fosse!), sì, ma mi dica lo scopo preciso, l’obiettivo. Approfondimento? E che cosa vuole ancora approfondire? Siamo tutti cretini? Lei vedendola è venuto a scoprire aspetti della vicenda che non conosceva? Ha fatto nuove riflessioni sulla presenza del male nel mondo? Oppure l’effetto della trasmissione sarà la diminuzione dei delitti? Molte persone hanno deciso di non vedere la trasmissione per questione di principio, ma anche per non aggiungere pena alla pena, e disgusto al disgusto per una sorta di sciacallaggio, sia pur inconsapevole. Lei afferma: “La tv è lo specchio della realtà”. E allora? Le sembra questo un motivo valido per insistere tanto su certe misere tristissime realtà? E quante volte e in quanti modi ci viene proposta inutilmente gratuitamente la dura realtà? Non basta la vita? E se per un po’ di tempo non ci saranno tragedie simili, i grandi giornalisti della televisione resteranno disoccupati? Suvvia, caro direttore. Capisce che su un fatto tragico così recente, che ha sconvolto tantissime persone, non è neanche di buon gusto fare addirittura una fiction? Capisce che ci vuole uno stomaco adatto, come sono costretti ad avere coloro che, non so, devono assistere ad un’autopsia? Ho il timore, e non vorrei offenderla, che anche lei come giornalista, in qualche modo, senza accorgersene, si è costruita la sua brava corazza di cui parlavo nella mia precedente lettera. Il ripetersi a breve distanza di tempo, di certi delitti efferati, abitua la gente all’orrore; ciò che appariva umanamente impossibile, neppure immaginabile, appare possibile; e magari un giorno possiamo vedere in tv l’autore del delitto, intervistato da una brava benevola giornalista che ha avuto la possibilità di andarlo a trovare in prigione. E sempre in tv possiamo anche vedere, non pazze, non annichilite, capaci ancora di parlare e magari di sorridere, le persone cui hanno strappato da poco gli affetti più cari, pronte a rispondere alla domanda intelligente del giornalista di turno: “Potrà perdonare?”. La ripetizione di certe trasmissioni sul medesimo argomento tragico, finisce per banalizzare l’evento stesso, per accrescere l’abitudine alla follia, per renderci indifferenti a tutto.

Io sono certo, caro direttore, che se le vittime innocenti, potessero parlare, direbbero: “Ricordateci pure nel silenzio dei vostri pensieri, ma non fate rumore. Il chiasso ci disturba. Lasciateci in pace”.

Lettera di Renato Pierri su Viversani & Belli n. 29 e pervenuta a ultimissime

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14 commenti

flaminio

Il problema è sempre quello e cioè:non è la televisione che fa certi programmi,ma chi li guarda.Se non ci fosse nessuno sintonizzato su certi canali a certe ore sicuramente la questione sarebbe già risolta,ma purtroppo il gruppo di televoyeurs è talmente alto che lorsignori se ne fregano della (in)decenza di certi programmi e continuano imperterriti a propinarci menù infarciti di bestialità e/o idiozie.Proviamo x qualche tempo a boicottarli e vedrete che la smetteranno di considerarci il solito popolino bue

nagisa

Si tratta di pura e semplice morbosità. Sicuramente, come dice flaminio, se la gente non guardasse questi programmi ad un certo punto smetterebbero di farli.
Ma una soluzione come questa non è proponibile. La gente è molto incuriosita da queste cose e non smetterà mai di guardarle finchè verranno trasmesse. Quelli che non le guardano perchè le considerano morbose e di cattivo gusto sono relativamente pochi.

Io me la prendo con chi sceglie di trasmetterle. Non si tratta di “fare informazione” e non ha nulla a che vedere con il giornalismo.
Se le persone sono morbosamente curiose di sapere quante volte è stato accoltellato un bambino di 3 anni non è un buon motivo per continuare a nutrire questa perversione. Se trasmettessero i film porto su italia uno tutto il giorno state certi che vincerebbero tutte le gare di audience. Ma questo non lo fanno.

rossotoscano

Per me si dovrebbe abolire il canore alla rai e allora forse molta spazzatura verrebbe tolta e piu’ realtà entrerebbe a far parte dei programmi

Kris

non penso che accadrebbe questo, rossotoscano. Se togliessimo il canone, la rai per compensare le minori entrate punterebbe tutto sulla raccolta pubblicitaria e purtroppo le aziende che la pubblicita la fanno puntano tutto su questi programmi, forse perchè l’utente intelligente non si fa influenzare così facilmente!

Nikky

La televisione da ciò che la gente chiede. Se il paese è fatto da imbecilli morbosi la tv si adegua e propone la fiction su Erba.

ren

Non son d’accordo con nessuno di voi in questo caso. La televisione deve anche dare un indirizzo alla gente, fornire strumenti critici. Pensate che la BBC insegua il gusto dell’inglese medio? Fortunatamente no. Ci sono degli esperti che si occupano di una programmazione equilibrata dove ci sia un po’ di intrattenimento ma anche cultura e informazione. Gli inglesi pensano che la TV debba anche educare al buon gusto, a parte qualche programma americano importato e un po’ trash. Ma chi si occupa di TV deve saper scegliere anche per gli altri, anche per la gente comune. Non si deve seguire i gusti del cittadino medio, della cameriera, commessa o benzinaio, si deve proporre contenuti adatti alla crescita civile di un popolo.

Capitan Spaulding

Secondo me trasmissioni simili andrebbero vietate. Magari appellandosi a qualche legge sulla privacy.
E non dico perchè si parla di violenza o cose del genere. Trovo che sia giusto e doveroso parlare di eventi tragici e/o violenti, ma solo se è un’informazione rilevante.
Al contrario di guerre o atti terroristici che hanno un’importanza a livello mondiale, fatti come quelli di cogne, erba o simili non hanno alcuna rilevanza se non per i diretti interessati.
Farne dei continui “approfondimenti” serve solo a distogliere l’attenzione da fatti ben più importanti.

Chris

Quoto al 100%, Grande Renato Pierri, io non avrei saputo scriverlo meglio… E sono contento di vedere che anche gli altri lettori del forum sono d’accordo.
E’ ora di portare un po’ di decenza nella società italiana.

Alessio Di Michele

Ahi, ahi ! La gente che va educata ! Non si devono educare i cittadini al peggio ! A voler elevare il prossimo, anche con la censura, perchè si sa, il cittadino medio è obnubilato dal peccato originale e/o dalla falsa coscienza, ci si sono messi, già molto tempo fa, il cristianesimo e Stalin, coi risultati che conosciamo. Ed ora anche qualcuno che frequenta il sito UAAR.

ren

No guarda che non hai capito. E’ ovvio che i professionisti della tv devono saper fare il loro mestiere, saper scegliere cosa mandare in onda. E Non parlo di censura. Qual’è l’alternativa? Mandare tutta la merda in tv indiscriminatamente? Ovvero, tutta quella di molti programmi mediaset, i programmi pomeridiani della rai, Maria de Filippi … Studio aperto …

ren

Non riesco a credere che qualcuno che non mi conosce mi possa dare del censore così alla leggera …

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