Quelle donne turche imprigionate nel velo

È l’altra Turchia, quella profonda, immutabile, islamica e patriarcale. Quando sei a Ismir, ad Ankara e, soprattutto, a Istanbul stenti a credere che esista. Ma ti basta prendere l’aereo e volare nell’Anatolia orientale per capire le contraddizioni di un Paese che sogna l’Europa, ma che con il cuore appartiene all’Asia e nella maggior parte delle regioni si sente più affine al Caucaso e all’Iran che alla Francia o all’Italia.
Erzurum è la quarta provincia più importante della Turchia. Quando arrivi è sufficiente osservare il comportamento delle ragazze per capire i costumi locali. Quelle che sull’aereo erano normalissime fanciulle di Istanbul, disinvolte, moderne, senza complessi verso gli uomini, improvvisamente cambiano atteggiamento. Se hanno le spalle scoperte si premurano di infilare un pullover a maniche lunghe, abbottonandolo fino al collo. Le più prudenti sfilano dalla borsa un foulard e, controvoglia, lo annodano al capo. Sull’autobus noti che le donne evitano di accomodarsi a fianco di passeggeri di sesso maschile. Siedono sole o stanno in piedi, perché una donna perbene deve evitare in pubblico qualunque promiscuità.
Sia chiaro: in Turchia nessuna legge impone la discriminazione tra uomini e donne. Al contrario, la Costituzione riconosce da tempo la parità dei diritti. Ma in quest’angolo remoto del mondo, incastrato tra il Mar Nero, la Georgia, l’Iran e l’Irak, le consuetudini sono più forti sia dei valori imposti dal padre della patria moderna Atatürk, sia dell’influenza della globalizzazione. Erzurum è una città con il velo. Per strada lo indossano almeno nove donne su dieci; due addirittura il «carsaf», la tunica integrale nera che lascia scoperti solo gli occhi; rarissime sono quelle che osano camminare per strada senza copricapo islamico.
Non stupisce che questo sia uno dei feudi del Partito Giustizia e Progresso (Akp), guidato dal premier uscente, l’islamico Recep Tayyip Erdogan, che, significativamente, ha iniziato qui la campagna in vista delle elezioni di domenica prossima. Cinque anni fa aveva centrato l’en-plein, conquistando sette mandati su sette; quest’anno dovrà cederne uno o al massimo due al partito nazionalista; ma solo perché quest’ultimo riesce a catalizzare il malcontento delle tante famiglie che piangono la morte dei soldati uccisi negli attentati dei separatisti curdi. Nessuno osa rimettere in dubbio le regole non scritte di una società arcaica, nemmeno il Partito repubblicano, che peraltro ottiene percentuali ridicole. […]

Fonte: ilGiornale 

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8 commenti

Sydbarrett76

fonte “Il Giornale”? eppure non mi sembrava che il nano lo schifasse poi così tanto quel cretino di erdogan, non è andato anche al matrimonio di una nipote? (a fare come al solito una figura di merda)

cmq la turchia è stretta fra fanatici religiosi e laici fascisti, poveracci….

Jeeezuz

“Nessuno osa rimettere in dubbio le regole non scritte di una società arcaica”

Il Giornale avrebbe scritto ciò?

QUEL Giornale che difende il vaticano a spada tratta?

Ma non si fanno ridere da soli?

Ernesto

L’italia invece è stretta fra ipocriti religiosi con 10 prescrizioni e ipocriti pseudo-laici complici dei prescritti. E con una libertà d’informazione inferiore a quella che c’è in Turchia (classifica di Freedom House).
Poveracci noi…

Banu

Fatalità,…. dove ce ignoranza ce religione, e dove ce religione ce discriminazione.
Sara quello il motivo perché esiste questa enorme differenza fra le grandi città Turche e il “Hinterland” anatolico.

Lorenzo

se andiamo nelle campagne siciliane o lucane, invece, cosa troveremo? Forse le ragazze non vanno in giro con il velo, ma anche lì la condizione femminile non è poi granché (e manco quella maschile 🙂
Il problema è l’arretratezza dei costumi di una società immobile, che infatti in città non trova spazio.

Alessio Di Michele

Per il Giornale, immagino, i nostri di fanatici hanno ragione perchè le radici dell’ Europa, l’ attacco al santo padre, le scritture che non sono apocrife, ma addirittura rivelate: e poi la CEI lava piu’ bianco del bianco.

Banu

Ovviamente tutti paesi dipingono i altri come barbari ,violentatori e mangiabambini ma qualche volta si esagera un po’.
Secondo Voi, cosa penserebbe una donna in Anatolia se vedesse il TV Italiano!..

P.S.: Una volta, un Ingegnere tedesco (collega di lavoro del mio Padre) chiedeva, se abbiamo le Poste in Turchia !?!?!?!?..

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