Lo aveva dichiarato nel 1999, al microfono di un reporter americano: «Se morirò mentre sono in esilio, il prossimo Dalai Lama apparirà fuori dal Tibet. Potrà essere indiano, europeo, africano; persino una donna». Lo ha ribadito venerdì, davanti al registratore di un giornalista tedesco, inviato dallo Spiegel a seguire il primo Congresso internazionale sul ruolo delle donne buddiste nel Samgha (la comunità dei credenti), ospitato dall’ateneo di Amburgo: «Non c’è alcun motivo cogente per cui la prossima guida politica e spirituale dei tibetani non possa essere di sesso femminile». E «non sarebbe un male — aggiunge, con una strizzata d’occhi — se fosse bella: potrebbe guadagnare attenzione alla nostra causa». Ma soprattutto, è ora che le monache buddiste abbiano finalmente pari diritti rispetto ai loro omologhi maschi. Il 14° Dalai Lama non è nuovo a manifestazioni di stima nei confronti dell’«altra metà del cielo» (ma l’espressione, coniata da Mao, difficilmente troverebbe spazio nei suoi discorsi): per Tenzin Gyatso, le donne sono «il sesso più dolce», la femminilità un «sinonimo di bontà e compassione».
E la bellezza, un dono che non lascia del tutto indifferente neppure la guida spirituale della scuola riformata Gelukpa, una delle quattro della tradizione tibetana: «A volte nei miei sogni affiorano donne che mi si avvicinano, creature meravigliose, attraenti come dipinti — ammise una volta, con un sorriso lieve —. Ma i sensi non sono un grosso problema, so reagire automaticamente, facendo ricorso alla saggezza e all’esperienza. Perché già nel sogno, subito mi sovviene chi e che cosa sono: un monaco, che è in grado di resistere». Le sue sostenitrici annuiscono e approvano, dive hollywoodiane e regine in prima fila: a seguirlo un passo dopo l’altro negli anni dell’esilio (il governo del Tibet si rifugiò in India nel marzo 1959, dieci anni dopo l’occupazione cinese) ci sono, infatti, Sharon Stone e Goldie Hawn, oltre alla «predestinata» Uma Thurman (il padre, Robert, è stato il primo americano a diventare monaco buddista, nel 1962, e oggi è docente di studi buddisti indo-tibetani alla Columbia di New York) e a Noor di Giordania. Ma il significato più profondo, e in un certo senso rivoluzionario, delle dichiarazioni fatte dal Dalai Lama ad Amburgo, di fronte a una platea di 150 esperti provenienti da Thailandia e Corea, India e Stati Uniti, oltre che centinaia di religiose accorse qui da tutto il mondo, è qualcosa che sfiora nell’intimo il cammino spirituale buddista. Ciò per cui Sua Santità ha scelto di schierarsi, sostenendo la necessità di consentire «l’ordinazione completa» anche per le monache, è l’assoluta parificazione delle donne all’interno del Samgha. […]
Il Dalai Lama e le belle donne «Le sogno, ma so resistere»
20 commenti
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Caro Tenzin,
Non devi reagire alle donne nei tuoi sogni, ma agire…
Se le sogni è perché il tuo inconscio ti vuole dire qualcosa, tu non devi zittirlo, ma ascoltarlo e capire cosa vuole dirti…
Comunque i buddisti sono i migliori tra i religiosi anche perché (ok soprattutto perché) hanno un leader che è un uomo grandissimo.
Il problema dei cattolici invece è che dopo avere avuto tre grandissimi papi (Giovanni XXIII, Paolo VI e G.P.I) hanno avuto paura delle novità e si sono dati dei leader conservatori e reazionari.
La paura è il più grande male dell’umanità.
Alla fine sono sempre dei repressi pure loro, la vita e’ una sola, bisogna cogliere l’attimo.
Il bello dei buddisti è che non pensano di avere la verità assoluta e non hanno nessuna intenzione di imporla a nessuno…
Caro Dalai… studiati il sutra del loto. così capirai che non solo le manache sono pari ai monaci, ma che anche i laici sono uguali ai monaci… poi trovati un lavoro onesto e vestiti come tutti.
Nel buddismo non c’è posto per privilegi o dogmi.
Con rispetto.
Grande Dalai Lama 😛
E’ vero, il merito del buddismo sta proprio nel non avere mai istaurato una
dittatura ideologica, e non aver mai imposto con la forza le proprie idee.
Da noi, purtroppo, il buddismo è arrivato imbastardito dalle mode dei pagliacci.
A proposito della notizia: chissà se il Dalai Lama ha anche le polluzioni notturne….
Si,ma capiamoci.
Un individuo,per un qualunque motivo,vuole credere in qualcosa di trascendente?
Benissimo.Sua scelta.
Essere atei non significa dover convincere gli altri.Non credo si debba fare proselitismo,riguardo l’ateismo (o l’agnosticismo,eh).Ad ognuno deve essere data libera scelta di credere o non credere.
Cio’ per cui bisogna battersi e’ l’ingerenza religiosa nella vita privata e pubblica.Come costantemente fa la Chiesa Cattolica o l’Islam nei Paesi islamici.
Il Dalai Lama bene o male non fa male a nessuno.
Cioe’,ok.Professa la sua fede,ma non s’aspetta che i suoi precetti vengano presi come norma di legge dagli altri.Quantomeno,e’ un individuo che non s’impone.
Perche’ non lasciarlo fare?°°
A me personalmente non interessa in cosa crede una persona.Con i miei amici che dicono di avere fede in questo o quel dio non discuto mai riguardo questi argomenti,e quando provano a coinvolgermi sorrido ma mi chiamo fuori.
La fede,o la sua mancanza,e’ una questione di carattere strettamente personale.Lasciamo che chi vuole,creda.E chi non vuole,non creda.
Posto che nessuno dei due imponga all’altro la propria visione del mondo.
Chissà se le sogna brune, bionde, rosse o …arancione.
io mi ricordo che in una delle interviste rilasciate dal dali lama, lui abbia detto che l’omoseessualità è un abominio, perchè le funzioni dell’ano non erano quelle che gli attribuivano le persone gay, più o meno queste sono state le sue parole, come si vede la stupidità non risparmia nessuno.
Il dalai lama è un altro dei tanti ipocriti che circolano in sto mondo.
L’ipocrisia è sostanzialmente il millantare virtù che non si hanno.
Se sogna le belle donne e “resiste” questa affermazione è l’opposto del buddismo e della sua filosofia che non è fatta di regole o atteggiamenti ma di comprensione profonda e compassione (non quella cattolica, ma nel suo significato di comprensione della radice e dell’essenza degli esseri umani e di se stessi da cui scaturisce un amore profondo incondizionato) per tutti gli individui.
Queste affermazioni rivelano comunque quanto “isolarsi” da qualcosa non produca nulla di significativo nè moralmente nè praticamente.
@Daniela
In effetti, non è che la sodomia sia l’uso per il quale il retto si è specializzato…
Del resto, neppure i polmoni sono conformati per fumare.
Né i piedi per camminare sui tacchi.
Né le orecchie per essere infilzate con monili vari (ma oggi anche il naso, il prepuzio, la lingua…).
Sempre in tema di orecchie, non sono certo specializzate per ascoltare musica con una pressione di 110 dB.
Così come è assurdo e autolesionista scalare una montagna di 8000 metri d’altitudine.
O correre a rotta di collo chiusi dentro una precarissima scatola di latta.
O bere abitualmente acqua arricchita con imprecisati cocktail di residui tossici dichiarati e non.
O vivere in mandrie di due milioni di capi alienati che si aggirano frenetici tra cubicoli in pietra.
E così via…
Il Dalai lama é um ipocrita, che i cinesi hanno appropriatamente scacciato a calci in culo dal Tibet, dove vigeva uma odiosa teocrazia di cui lui sarebbe il capo.
Vabbè, non c’è niente di male nel dire “Resisto alle mie pulsioni sessuali”, fintanto che questo riguarda solo lui. Rispetto la sua sensibilità individuale e ciò che ritiene più opportuno per se stesso. E non mi importa se Tenzin Gyatso o qualunque altro essere vivente è, nella sua vita privata, un “represso”: l’importante è che non cerchi di scaricare sugli altri le proprie frustrazioni, ma in sé la sua (eventuale) insoddisfazione non è un problema per me, non gliene faccio una colpa. È una faccenda che riguarda lui solo.
Concordo con Engine.
@ Aldo
Quello che tu dici è assolutamente fuori luogo.
Il retto non si è evoluto per il sesso, e siamo tutti d’accordo, ma in un mero fatto come questo non è implicito alcun valore morale (“abominio” è un giudizio morale) proprio perché esso è una conseguenza di un processo naturale (evoluzione) e non di un atto di Dio (creazione).
A questo si deve aggiungere che il sesso anale se protetto non comporta alcun danno per la salute (a differenza di tutte le cose che tu elenchi) e che non tutti i gay fanno sesso anale, né la maggioranza delle lesbiche.
@ Gino
Ora in Tibet vige un regime di occupazione dittatoriale, non credo proprio che sia stato un miglioramento.
@Daniela
Non era mia intenzione attribuire valore o disvalore morale al sesso anale. Basta che non ci sia costrizione.
Quanto ai danni per la salute, non mi esprimo perché non dispongo di dati attendibili e, non praticandolo in prima persona, non sono interessato a cercarli. Comunque, sottolineo che neppure correre in auto è dannoso per la salute, se non si incorre in incidenti; così come non mi pare gran che dannoso per la salute farsi (fare) dei piercing con le dovute cautele (magari stupido, ma non dannoso). Più che altro desideravo mettere in risalto che di cose “strane” noi umani ne abbiamo inventato parecchie (prova a sfogliare il guinness dei primati). “Strane”, non necessariamente immorali o pericolose.
Certo, un elenco delle cose dannose per la salute da noi abitualmente praticate dovrebbe essere giocoforza piuttosto lunghetto, per essere esaustivo. Del resto, vivere fa male alla salute. Infatti poi si muore.
P.S. Vorrei sgombrare il campo da un altro possibile fraintendimento: non siamo noi occidentali ad avere il monopolio delle cose strane e/o dannose. Pensa a quei sudamericani che si limano i denti a punta, o a quelli che si sfondano il labbro infilandoci dei piatti, o a quelle africane che si stirano il collo con degli anelli di metallo… Eh, sì: siamo proprio bestie strane, noi umani… cosa non facciamo in nome della “cultura”! Ma ora vado, devo correre a farmi circoncidere per far piacere al Signore.
@Ernesto
Al di là del fatto che nel sesso – se tutte le parti sono consenzienti – non trovo che esistano pratiche da condannare, mi sembra strano che ci siano gay maschi che non praticano la penetrazione anale. Il solo sesso orale mi sembra limitativo. Per quanto riguarda le lesbiche, non conoscendone personalmente, non saprei davvero quali possano essere le pratiche. Ti puoi spiegare meglio?
Ciao
So da tempo che il dalai lama si è dichiarato contrario all’omosessualità ma penso rimanga comunque un grande perchè mette in atto la cultura della tolleranza e della compassione, a differenza di preti prelati e papa che fomentano l’odio per chi non è cattolico o religioso o gay o tutto il resto tutti i giorni.
@ IDIC2
Alcuni gay preferiscono il frot. Le lesbiche possono praticare se vogliono il pegging. Sfortunatamente non esistono termini italiani.
Vedi Wikipedia inglese per le illustrazioni.
Buona giornata.
PS
“Al di là del fatto che nel sesso – se tutte le parti sono consenzienti – non trovo che esistano pratiche da condannare”
Mah, forse il sadismo erotico praticato sui preti può essere OK. Qualche scudisciata ben assestata e un po’ di pissing…
@ Ernesto
Grazie per la segnalazione….
Tranquillo che sarebbero consenzienti.. (i preti…)
io invece belle o bruttocce me le scopo tutte ,vino sesso e vita .
hooo a coso maremma trombona ogni lasciata e’ una scopata persa…..
poveraccio