E il titolo del Comunicato Stampa avrebbe dovuto continuare così: e la sconveniente presenza di Dallapiccola in rappresentanza del CNB.
Ieri il Gruppo di lavoro per l’aggiornamento delle Linee Guida in materia di procreazione assistita (Legge 40/2004) ha espresso il proprio parere: esistono i presupposti per la revisione. Una buona notizia? No, soltanto un apparente movimento per nascondere l’intoccabilità della Legge 40.
Permettere l’accesso agli uomini portatori di malattie sessualmente trasmissibili (HIV, HBV, HCV)? Benissimo. Ma che ne è delle donne o di chi ha una malattia genetica? Un rimedio alle discriminazioni compiute dalla Legge 40 non può essere tanto claustrofobico.
Gli altri suggerimenti contenuti nel parere sono inutilmente banali: implementare la ricerca sulla crioconservazione degli ovociti o garantire equità di accesso alle coppie. Rispettare i principi costituzionali di tutela di salute delle donne. O ancora, istituire un tavolo di confronto per aumentare l’efficacia delle tecniche. Tutti suggerimenti che non scalfiscono nemmeno in superficie l’illegittimità e il fallimento della Legge 40.
Ma c’è di più. Tra i componenti del Gruppo c’è Bruno Dallapiccola, chiamato in rappresentanza del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), come si può leggere nella pagina del Ministero della Salute in cui compare l’elenco dei componenti.
La nomina stupisce e appare davvero sbilanciata, dal momento che Bruno Dallapiccola è presidente di Scienza&Vita – associazione di profilo ideologico più che scientifico e protagonista di una campagna feroce contro la ricerca scientifica e a favore di una legge restrittiva e assurda come la Legge 40.
Sarebbe augurabile che un membro di un Gruppo di lavoro per l’aggiornamento delle Linee Guida in rappresentanza del CNB avesse un profilo (più) neutrale. O, almeno, che fosse bilanciato da un rappresentante di un diverso schieramento. L’unico spiraglio, per quanto claustrofobico, di miglioramento dell’applicazione della Legge 40 non può essere spazzato via a priori dalla presenza di un animatore di battaglie dogmatiche e antiscientifiche condotte in nome della personalità giuridica e morale del concepito, un “paziente come noi”, una persona come noi. Dimenticando chi persona lo è indiscutibilmente: tutti quelli che hanno bisogno di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita per avere un figlio.
Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica
Finchè a capo del comitato di bioetica ci sarà un fondamentalista religioso, quell’orano diventa automaticamente inutile o dannoso a seconda del contesto.
volevo dire organo