L’ignoranza nei problemi di fede degli intellettuali italiani determina la loro incapacità di dare giudizi sui comportamenti della Chiesa cattolica
Gentile direttore, Sergio Romano, sul Corriere del 18 luglio, nella risposta ad un lettore, scrive riferendosi alla Chiesa: ” E’ questo, credo, il motivo per cui non poté, o non volle autorizzare una cerimonia religiosa per Welby. Dopo i suoi scritti e le sue dichiarazioni era impossibile sostenere che il suo gesto fosse un atto di momentanea e incontrollabile disperazione”. Come il solito, Sergio Romano, quando parla di problemi che toccano la sfera religiosa, evita di esprimere giudizi. Eppure sono certa che se dovesse esprimere un giudizio morale sul comportamento della Chiesa al tempo, non so, della Inquisizione, o delle Crociate, non avrebbe difficoltà alcuna. Ma questo è un fenomeno che riguarda moltissimi uomini colti del nostro tempo: si mostrano capaci di rivolgere critiche alla Chiesa per la sua ingerenza nella sfera politica, oppure di rilevare con facilità il contrasto con la ragione, con lo spirito del Vangelo, con la morale comune, di certi comportamenti della Chiesa nel passato; ma di norma sembrano incapaci di rilevarne gli errori attuali sul piano morale e religioso.
Lettera di Veronica Tussi su Italialica 18 luglio 2007 e pervenuta a ultimissime
UNA BUONA NOTIZIA
Il dottor Riccio è stato prosciolto!
Sergio Romano è la banalità e l’opportunismo fatto persona.
Ancora qualcuno gli sta dietro?
Verissimo, un vero artista del cerchiobottismo.
In effetti Sergio Romano è generalmente molto sospettoso nei confronti delle rivendicazioni femministe e gay.
Sergio Romano è troppo intelligente per abbandonarsi al pregiudizio.
@ Zumpy
E le argomentazioni dove sono?