L’altra campana

Dopo la pubblicazione della lettera di Piermarino Veronese, Finchè esistono le regole non c’è anarchia, spero ci sia spazio per una replica. Importante, secondo me, date le posizioni del Veronese, che vorrebbe che le sue parole restassero l’unica ‘verità’ a disposizione del grande pubblico. Lei ed io sappiamo bene, invece, che proprio nella possibilità di confrontarsi sui grandi temi, quindi anche di controbattere, sta uno dei grandi diritti conquistati di recente dalla democrazia. Dunque è probabile che il Veronese di democrazia si intenda poco: la sua ‘soluzione’ contro il dilagare dell’anarchia (!) che percepisce è il suo opposto, in quelle poche, rigide regole che lui evidentemente apprezza e rimpiange. Vogliamo chiamarla teocrazia? Assolutismo? Forse termini un po’ forti, ma certo calzanti, se Veronese davvero aspira a imporle a tutti, pur non stando bene a tutti. Ammettiamolo: la nostra società di problemi ne ha tanti, e certamente ha ragione lui quando afferma ad esempio che a volte la tolleranza diventa menefreghismo o che certi “business mens” (sic) abbiano interessi illeciti. Ma non è facendo dell’erba un fascio che si risolve, né mai è stato così. Confondere ateismo, comunismo, anarchia (cioè caos, se intendo bene l’autore), Islam, blasfemia e “profanatori di cimiteri” è quanto mai improprio. Definire l’Uaar degli “anarchizzatori” in cerca di “notorietà” è niente meno che assurdo, e chiamare la lotta per la laicità e i diritti di tutti (obiettivi dell’Uaar) “paranoici concetti dai frutti avvelenati” indica una mentalità assai ristretta e anche potenzialmente pericolosa. Mi chiedo allora quali siano le regole che invoca il Veronese, perché è evidente che non farebbero della nostra una società “pur sempre accettabile”, se non e solo da chi la pensa come lui. Comprendo la paura di chi vede le sue vecchie, care idee sciogliersi oggi in un mare di alternative non sempre di qualità, ma il mondo non è in bianco e nero, e fra caos e teocrazia esistono diverse visioni di vita del tutto apprezzabili, come l’umanesimo. Quell’umanesimo che si fa forte delle qualità dell’uomo e cerca di migliorare il mondo di tutti in forza della sua responsabilità e della sua compassione. Anche senza un Dio! Se davvero Veronese è preoccupato e tiene alla nostra società più che ai suoi dogmi (quegli “editti” di cui la sua religione è produttrice, non certo l’ateismo), potrebbe cominciare a riflettere su questo.

La lettera di Andrea Tufoni è stata pubblicata sul sito del Gazzettino

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7 commenti

Enrico Bacciardi

Lunica cosa che mi dispiace è che quando un demente scrive scemenze deliranti, noi dobbiamo sprecare energie per rispondergli e spiegare cose ovvie. Se non lo facessimo sarebbe peggio, ma che palle! Cmq bravo Andrea. 😀

claudio

@enrico
di solito il dialogo apre le menti e aiuta il confornto…
io ci spero, anche se sarà dura con certi fondamentalisti religiosi

Andrea

Olé!!
Troppo forte, la mia prima lettera a un giornale, pubblicata! 😀

Bravo Gazzettino: equo.

Quoto Claudio, ma anche Enrico: giusto il confronto, ma su certe cose che dovrebbero proprio essere ovvie.. che palle!!

nando

Pardon, il paese si chiama Papozze, non Papozzo. Forse ho sbagliato inconsciamente perché fa rima con testa di cozzo… Perché la Uaar veneta non organizza una bella dimostrazione sotto il municipio, con pernacchie al megafono?

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