Requiem

…per Giovanni Nuvoli e per un futuro di umanesimo e libertà…

L´asciutta, pietosa cronaca che Giovanni Maria Bellu ha scritto sugli ultimi giorni di Giovanni Nuvoli (“Repubblica” di ieri) faceva rivoltare la coscienza. I pretoriani della fede (aggrappandosi a quelle stesse leggi dello Stato che non esitano a ripudiare quando non siano di loro comodo) hanno condannato Giovanni a un finale insopportabile. Il respiratore che lui non voleva più ha costretto il suo corpo a “respirare” e i suoi polmoni a riempirsi per tre ore dopo la morte: un macabro dettaglio che descrive ed esalta alla perfezione l´accanimento scellerato, la prigionia morale e fisica che il cosiddetto “partito della vita” infligge al corpo degli altri.
Il pretesto religioso (la vita appartiene a Dio) si traduce in un morboso sequestro di noi persone mortali, del nostro corpo fragile e della nostra volontà di essere liberi e dignitosi. Giovanni, pur di superare il muro inumano che leggi imperfette e ottusità etica gli avevano eretto attorno, si è lasciato morire di fame e di sete. Ma gli hanno mandato perfino i carabinieri (poveri carabinieri), dieci giorni prima della sua morte e della sua liberazione, per impedire che un medico lo aiutasse a evadere. E tutto questo in nome di Dio!? Oppure in nome dei bigotti e di quei preti aridi e presuntuosi che straparlano di “vita” senza rispettare i vivi?
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«Giovanni è stato schiodato dalla croce che ha portato per sette anni». È una delle frasi che hanno suscitato più emozione, pronunciate da don Potito Niolu, parroco della Chiesa di San Giuseppe, nell´omelia della messa funebre per Giovanni Nuvoli…

(mix composto da L’Amaca di Michele Serra e da un articolo pubblicato su Repubblica a pagina 29, entrambi datati giovedì 26 luglio 2007)

In nome di Dio, costringete l’uomo a soffrire. Quasi a volerlo condannare a seguire passo dopo passo la sorte di colui che credete vi abbia salvato, non si sa da cosa, armato di una miscela di colpa, martirio e magia. E quando quell’uomo si ribella alle vostre assurde condanne, siete pure capaci di paragonarlo a quella stessa vostra divinità martire.
È tutto troppo contorto, troppo assurdo, per capirci qualcosa…

Su una cosa però concordo con don Potito Niolu: una volta schiodato, Giovanni Nuvoli ha finalmente riacquistato quella libertà a lungo negata.

E ogni chiodo che leveremo, dai tribunali, dalle scuole, dai seggi elettorali, dalle menti della gente lavate con detersivo e acido nitrico vaticano, dai letti dei malati terminali, dai seggi del Parlamento e dalle coscienze dei bambini che ancora sono in tempo a salvarsi dalla dannazione in terra prodotta dall’indottrinamento e dalla catechesi… ogni chiodo che leveremo sarà un chiodo in meno conficcato nel cuore di un umanesimo che cerca annaspando la via verso un futuro di libertà.

Fonte: Alteredo 

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2 commenti

rossotoscano

concordo al 100%, non avrei saputo scrivere di meglio anche perchè una sofferenza e morte così atroci sono un grandissimo segno di inciviltà e nulla e nessuno può e deve compiacersi per una fine simile nel nome di una verità o di un dio fatti a sua immagine per suo uso ed abuso

Asatan

Povero Nuvoli. Se penso a quanto lo hanno costretto a soffrire sti talebani mi viene una rabbia.
E povera la sua famiglia che non ha potuto far nulla per lenire le sue sofferenze.

Ma sai cosa gliene frega a certa gentaglia delle sofferenze reali di persone reali? Nulla, anzi meglio chi soffre è più manipolabile.

Povero Nuvoli.

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