Embrione e vita, le verità in tasca della chiesa ma perché dobbiamo crederci tutti?

Il commento di Maurizio Mori alla decisione del Gup di chiudere definitivamente il procedimento nei confronti di Riccio, accusato, se non sbaglio, di omicidio del consenziente, è stato intitolato dall’ Unità “Lode a un giudice che non ha avuto paura”. Non ho capito subito quanto questo titolo mi dispiacesse, non so se accade anche a voi di arrivare alle conclusioni con ritardo, quando si tratta di cose sgradevoli, ho bisogno di rimuginarci un po’. Dunque, abbiamo bisogno di uomini coraggiosi, magari di eroi, persone delle quali un paese civile non deve, almeno in linea di principio, sentire la mancanza.

Siamo dunque un paese a civiltà limitata, un paese che vive sotto la dittatura dell’embrione, della sacralità della vita, delle verità rivelate, e che non riesce a far valere i fondamentali diritti dei suoi cittadini, quello all’autodeterminazione, ad esempio, o quello alla libertà di coscienza, o persino quello di poter godere dei privilegi considerati come assolutamente elementari in un qualsiasi stato laico. E tutto ciò per una ragione francamente assurda: le ipotesi, le speranze, i convincimenti di alcuni, pur essendo le mille miglia lontane da qualsiasi possibilità di essere dimostrati veri (non credo francamente che la fede sia una testimonianza attendibile in un qualsiasi tribunale civile minimamente
“coraggioso”) sono stati trasformati in leggi dello stato e costringono persone convinte di essere portatrici di differenti verità – o di nessuna verità – a ubbidire e a comportarsi in modi che queste stesse persone considerano indecorosi e sbagliati. Così si impone a cittadini che non credono nell’esistenza di dio di considerare la vita come un dono, uno strano dono invero visto che non possiamo disporne e dobbiamo risponderne a qualcuno.

Nello stesso modo viene imposto a persone che non credono in dio il principio secondo il quale la vita è sacra e inviolabile e deve essere accettata comunque, qualsiasi cosa ci faccia, qualsiasi sofferenza comporti, e che comunque il dolore è salvifico, e ci sono remunerazioni che ci aspettano, purchè.

Quali siano le conclusioni di questa anomalia – un convincimento personale che diviene norma di comportamento per tutti (e insisto nel dichiarami del tutto disinteressato al valore rivelatore della fede, pur essendo consapevole della sua utilità sociale) – è sotto gli occhi di tutti: non possiamo disporre della nostra esistenza; è praticamente inutile che predisponiamo un testamento biologico perché un qualsiasi medico potrebbe decidere di ignorarlo con la scusa dell'”obiezione di conoscenza” (cioè la convinzione che non conoscevamo abbastanza bene le conseguenze delle nostre scelte, secondo l’opinione del Comitato di Bioetica); che se accettiamo, in un momento di smarrimento, un qualsiasi tipo di supporto vitale, dopo non ce ne libereremo più, e così via. Pensate al ridicolo e squallido scempio che si riesce a fare dei corpi dei trapassati, gusci vuoti di persone che non li abitano più, ma che non hanno capito che il trasloco deve essere definitivo, guai a lasciare un cuore che batte ancora, qualche cretino che te lo infila in un macchinario complicato si trova sempre, così, tanto per nascondere per un po’ il malato alla morte, far finta che la malattia non sappia più vincere.

Non v’è dubbio che credere in dio, in un qualsiasi dio, e persino aspirare a credere in dio, crea stranieri morali ed è origine di conflitti che possono rivelarsi disastrosi. Questi conflitti possono essere esacerbati da politiche religiose avventurose o da analisi sbagliate delle aspirazioni e dei comportamenti. E’ avventuroso scegliere la strada dell’etica della verità, abbandonare la compassione in favore della pietà, ignorare le ragioni degli altri e cercare di umiliarli (ecco le chiese che diventano sette), come sta facendo da un paio di papi la chiesa cattolica.
E’ sbagliato immaginare che i milioni di musulmani che vivono in Europa accetteranno per sempre di vivere la loro fede nell’intimità delle famiglie e non cercheranno piuttosto di viverla pubblicamente. Tutto ciò genera conflitti e sappiamo bene quale può essere il risultato dei contrasti che possono sorgere tra le religioni. E’ per questo che abbiamo molto più bisogno di uomini saggi che di uomini coraggiosi. La convivenza degli stranieri morali è possibile solo se tutte le posizioni sono ugualmente rispettate e se lo stato si limita a questo rispetto e non interviene nei conflitti se non come mediatore. L’etica della verità dell’attuale pontefice entra in conflitto con le verità degli altri, anche perché ha bisogno che i suoi dogmi siano confermati dalle leggi (ecco la ragione per cui i cattolici si sono tanto battuti per la legge sulla procreazione assistita, a costo di doverne accettare le incongruenze) così come ha bisogno che lo stato non approvi norme che li contraddicano (ed ecco perché non verrà mai approvata una legge accettabile sulle famiglie di fatto). Sembra che nessuno ricordi più che Abbagnano affermava che uno Stato che legifera tenendo presenti gli interessi di una specifica ideologia a danno delle altre si macchia di immoralità.

Rispetto è una parola molto più complicata di quanto possa sembrare a prima vista: esige anzitutto laicità da parte di tutti, il che significa che, quali che siano le nostre convinzioni, dobbiamo accettare il fatto che esse non ci danno il diritto a considerarci gli unici a conoscere la verità, una forma di presunzione stupida, prima ancora che intollerabile.
D’altra parte, di cose illuminate dalla verità ne esistono ben poche, e il nostro rapporto quotidiano è con realtà che vivacchiano nella penombra dell’incertezza o del momentaneo consenso. Stupisce tutti la violenza che è presente, senza alcun infingimento, nel pensiero dei fondamentalismi religiosi, che considera gli altri, i diversi, come infedeli che vivono nell’errore e che rappresentano una minaccia per il trionfo della verità. Questi sentimenti, e persino la decisione di considerare questi infedeli come fratelli che sbagliano e far scendere su di loro il peso intollerabile della pietà – il sentimento che scende dall’alto e prelude al perdono, non la disinteressata condivisione della sofferenza che chiamiamo compassione – sono la dimostrazione dell’assenza totale di rispetto.

Del resto, tutto ciò rappresenta la base del proselitismo, una violenza morale che non tiene in alcun conto la cultura, le opinioni e le scelte degli altri e che diventa addirittura violenza quando si verifica attraverso rapporti impropri e sbilanciati per ragioni economiche o psicologiche.

Dunque, non è civile una convivenza come quella attuale, che vede alcuni di noi costretti a vivere secondo ideologie che fondamentalmente disprezziamo.
Mi sembra quindi necessario non frammentare la discussione, evitare di combattere battaglie parziali e di retroguardia che riguardano oggi la vita, domani la morte e dopo ancora chissà: il problema è complessivo e riguarda la laicità dello stato, i rapporti con le religioni, il confronto tra le differenti culture, e deve essere trattato come un unico soggetto.
Penso che abbia ragione Mori: c’è bisogno, oggi, di uomini coraggiosi se vogliamo, domani, poter fare a meno di loro.

Articolo di Carlo Flamigni pubblicato su Liberazione del 26 luglio 2007, e pervenuto a ultimissime

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19 commenti

Edoardo

Come mai articoli come questo non compaiono mai su “Il giornale” o “Libero” o “Il Foglio”??

Asatan

Falmigni ha centrato il punto praticamente al 100%, l’unica cosa che aggiungerei è il fatto che sostanzialmente tutta questa carenza di rispetto e compassione nasce dalla paura.
Individui fragili e spaventati che applicano quello che in psicanalisi si chiama pattern. Il pattern è uno schema rituale applicato per rassicurarsi (spesso a livello compulsivo-ossessivo), se provi a modificare il pattern al soggetto crolla il castello di certezze fittizie e può reagire con violenza e cattiveria infinite. Istituzioni come la chiesa cattolica, le chiese pentecostali (guardatevi il documentario Camp Jesus), i vari fondamentalismi islamici non fanno altro che sfruttare queste fragili creando ad hoc pattern molto rigidi e rassicuranti.

Tutto sommato sono 1.700 e passa anni che c’è stato un lavorio per minare la fiducia in se degli esseri umani. Il leit motiv “siamo fragili, imperfetti peccatori” ha avuto fin troppo tempo per lavorare e Lutero qui non è mai passato (pur con tutti i suoi difetti la sua visione di sesso, matrimonio e materia era aventi anni luce per i tempi suoi).

Leo55

@Edoardo

Si tratterà , senza dubbio , di un caso……..quelli sono liberisti, liberali e libertari e come tali dovrebbero tenerci molto alla laicità dello stato.

Daniela

bell’articolo non c’è che dire, anch’io all’inizio ho fatto le stesse considerazioni di flamigni, ho pensato è mai possibile che in un paese civile, ci voglia la sentenza di un giudice per riaffermare il principio di laicità?

Giuseppe Murante

@Leo55:
certi liberali, liberisti e libertari, nonche’ anticomunisti/anti-sinistra in generale viscerali, che frequentano questo sito, buffamente spariscono in presenza di interventi come questo…

senno’ come farebbero a continuare ad accusare la sinistra in blocco di essere filoislamica e laica solo quando le fa comodo per motivi politici?
come farebbero a continuare ad accusare i giornali di sinistra di avere posizioni che esistono solo nella loro testolina?

…scusate lo sfogo…
e sottolineo che pure essendo di sinistra non sono comunque per niente contento della posizione che in generale la sinistra tiene sui temi che ci interessano.

NukeGrey

Come al solito si fa il gioco del cerino.
Il vaticano parla di cose che non conosce.
Ma del resto, cosa si pretende da una religione organizzata? Coerenza? Attenzione? Carità?
Ma anche no!

emel

Io sono anticomunista 🙂
…essere anti-sinistra non vuol dire niente invece, poiche’ la sinistra e la destra, in Italia, o non esistono o sono talmente malate di clericalismo da non essere neanche piu’ degne di quel nome.

Markus

Facciamo come gli antichi romani che avevano un diritto per loro e uno per i gentili.

Sei ateo ? Ok, puoi abortire, separarti, divorziare, fare un pacs, fare ricerca sugli embrioni, selezionarli e sopprimerli, fare un testamento biologico o chiedere l’eutanasia.

Sei cristiano ? Niente ! Puoi solo pregare, pentirti, e sperare che un cortocircuito faccia saltare l’inferno d’acciaio in cui ti infileranno quando sarai malato di qualcosa di lento e irreversibile…

ora

la cosa curiosa è blaterare di sacralità di un embrione, mentre esseri umani vivi e respiranti vengono trattati alla stregua di bestie senza diritti:
il primo , quello ad una vita ed una morte dignitosa…e questo accade in paesi come l’America dove vige la pena di morte, nonostante leggi che proibiscono l’aborto

ora

infine vorrei capire da quando in qua il cattolicesimoè diventata una religione animistica e panteista. Affermare che la vita esiste in un embrione ,potrebbe equivalere ad ammettere che un pezzo di plastica sia vivo , ma nonostante questo: UN PEZZO DI PLASTICA NON è UN ESSERE UMANO!

Nifft

commento a Markus:

Non ho chiesto io di iscrivermi a questa setta della chiesa cattolica. In effetti sarei a favore di un patentino che certifichi ufficialmente l’essere cristiani o meno, con tanto di carta dei diritti/doveri:

Sei cristiano/cattolico? allora paghi l’8 per mille alla chiesa, non puoi divorziare, non puoi convivere ufficialmente, non puoi fare testamento biologico, non puoi utilizzare la “terapia del dolore” ne tantomeno chiedere una morte dignitosa in caso di malattia terminale, se sei sterile te la pigli nel secchio, ecc… ecc…

Se non sei cristiano/cattolico… niente! Non devi pagare niente a nessuno e sei libero di decidere di te stesso.

Roby74

Io aggiungerei: non sei cristiano? benissimo, ti togliamo anche le vacanze di Natale, di Pasqua, di Ferragosto, tutte le domeniche e le festività religiose (che sono il 90%) dell’anno.
Giustamente, che ha a che vedere l’ateo con Natale, Pasqua, Ferragosto e le altra festività religiose? Vorrà dire che io, cristiano, a Natale, Pasqua, Ferragosto, domenica e le altre festività sto a casa a riposare e tutti gli altri (i non cristiani), tutti a lavorare!! Ne avremmo bisogno, pensandoci bene, così i servizi funzionerebbero decisamente meglio!!!! Soprattutto a Ferragosto!!!

Roby74

E soprattutto: finalmente Natale cesserebbe di essere quella palla di festa consumistica per i commercianti e produttori di pandori e panettoni (a questo si è ridotto), e tornerebbe FINALMENTE ad essere una festa per la FEDE!!!! Con veri contenuti di Fede!!!!

cartman666

x Roby, visto che le festività che tu citi non sono cristiane, ma precristiane possiamo tranquillamente festeggiarle pure noi atei, alla faccia vostra. Quindi viva Halloween e il Sol invictus, che potremmo laicamente festeggiare con un brindisi, senza noiose cerimonie religiose.

Nifft

x Roby74

Se vuoi proprio saperlo sono proprio daccordo con te, in particolare con il natale che è la festa dell’ipocrisia cattolica (vuoi fare un sondaggio per vedere se sono più consumisti i credenti o gli atei?). Per quanto mi riguarda è meglio Halloween, almeno non è una festa ipocrita…

Sono daccordo anche per la domenica: i cristiani sono obbligati a riposarsi solo di domenica (perché così è scritto), mentre i non credenti possono scegliere per riposarsi un qualsiasi giorno della settimana… 🙂

Roby74

Si, ma penso che a parte un giorno alla settimana di riposo che non sia la domenica (chi lavora, non credo possa permettersi di più) vi rimarrebbero ben poche feste: Halloween e Sol invictus.

Nifft

… il primo maggio, la festa della liberazione, la festa della Repubblica, il carnevale, ecc… E comunque rinuncerei a parecchie feste religiose tranquillamente, perché in effetti per me non hanno molto senso.

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