Bergman, il pastore mancato

Ingmar Bergman era nato a Uppsala, in Svezia, il 14 luglio 1918. Grande regista e drammaturgo sia teatrale che cinematografico era considerato una delle più eminenti figure della cinematografia mondiale. Suo padre, il pastore luterano, Erik, insieme con la madre Karin Akerblom, lo educarono secondo i concetti luterani di «peccato, confessione, punizione, perdono e grazia», temi, questi, che saranno poi ricorrenti nei suoi film. La figura del padre, evidentemente decisiva nella sua vita, sarà portante in tre film, «Fanny e Alexander» (1982), «Con le migliori intenzioni» (1992) e «Conversazioni Private» (1996). La sua carriera iniziò però con una «ribellione» nei confronti dei genitori, che lo volevano sacerdote, e la partenza per Stoccolma nel 1936, dove Bergman compì studi e servizio militare e iniziò a occuparsi di teatro studentesco e a scrivere i testi per alcuni drammi. Come aiuto regista, intanto, iniziava a lavorare per il Teatro dell’Opera. […]
Nel 1953 «Monica e il desiderio» diventa un film-scandalo a causa della sensualità dell’attrice Harriet Andersson, allora ventenne, con cui Bergman ebbe una relazione e che diventerà con 9 film una delle attrici preferite del regista dopo Bibi Andersson (11 film). […] Nel 1953 comincia a lavorare allo Stadsteater di Malmö, dove conosce un gruppo di attori che diventeranno presenze stabili nei suoi film: Gunnel Lindblom, Max von Sydow, Ingrid Thulin, e Bibi Andersson. Nel 1955 realizza «Sogni di donna, mediocre» commedia, e «Sorrisi in una notte d’estate», suo primo successo europeo, che vinse il Festival di Cannes.
Il successo internazionale arriva però solo dopo la metà degli anni ’50 con «Il settimo sigillo» (1956), che ottiene vari riconoscimenti (premiato a Cannes, Berlino e Venezia), e, soprattutto, con «Alle soglie della vita», «Il volto» e «La fontana della vergine» (1960), che gli vale l’Oscar. Nel 1959 si sposa per la quarta volta, con la pianista Kabi Laretei, e lavora anche alla neonata televisione svedese […] Nel 1964, colpito da una grave depressione, scrive «Persona» e inizia una relazione con l’attrice norvegese Liv Ullman, dalla quale nasce Lynn (1966). […]
In questo stesso anno va però in crisi per alcuni problemi con il fisco e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Si ritira quindi sull’isola di Faro dove vi rimane per molti anni, si dedica esclusivamente al cinema, realizzando «Sinfonia d’Autunno» (1978), con Ingrid Bergman. Per la televisione tedesca viene prodotto Un mondo di marionette (1980). Nel 1982, dopo quarant’anni di attività, sia in teatro che nel cinema, Bergman decide di abbandonare improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione, così nel 1982, viene realizzato il suo ultimo film, «Fanny e Alexander», meraviglioso riepilogo di Uppsala, la sua città natale, tra il 1907 e il 1909, con una sessantina di personaggi, e al centro della storia, un pastore protestante elegantissimo e perfido, proprio come suo padre, il film doveva durare 6 ore, ma la durata fu bocciata in sede di censura, così la versione per la TV, dura 5 ore, e quella per il cinema, 3 ore, l’uscita del film fu acclamato come un evento, e ricevette anche quattro Premi Oscar, e tanti altri premi, come 6 David di Donatello: un lavoro straordinario. […]
Nel 2003 gira «Sarabanda», il seguito di «Scene da un matrimonio». Sul set Bergman disse: «Questo è il mio ultimo film». Ha scritto nella sua autobiografia intitolata «Lanterna magica»: «In realtà, io vivo sempre nel mio sogno, e ogni tanto faccio una visita alla realtà». Il 20 gennaio 2005 Bergman riceve il Premio Federico Fellini per l’eccellenza cinematografica.

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere

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8 commenti

nullità

insieme a Kubrick e Pasolini il mondo ora è piu povero.che la pace sia con Te.

mauro cassano

Con la dipartita di Ingmar Bergman se ne va un artista gigantesco, un uomo di profonda cultura, sensibile e raffinato maestro. E’ una grave perdita non solo per la sua illuminata terra, la Svezia, ma per tutto il mondo.

Sergio

Chi mai avrebbe saputo che esiste un paese, la Svezia, dove si parla una lingua bellissima, lo svedese, musicale come l’italiano, se non ci fossero stati Bergman e tutti i suoi meravigliosi attori, Max von Sydow, Liv Ullmann, Bibi Andersson, Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrom, Pernilla August, Erland Josephson e altri che sono diventati quasi nostri familiari?

Il suo congedo dal cinema con Fanny e Alexander è stato per me il più bel film della mia vita. Ma per fortuna Bergman ha continuato in qualche modo, e sono venuti “Con le migliori intenzioni” (romanzo e copione di Bergman, regia di Bill August in perfetto stile bergmaniano e bello come Fanny e Alexander), e poi ancora “Confessioni private” (libro e copione di Bergman, regia di Liv Ullmann) e infine nel 2003 quello che sarà stato davvero il suo ultimo film, lo straordinario “Sarabande” in cui Marianna e Giovanni (Liv Ullmann e Erland Josephson) si rivedono trent’anni dopo l’indimenticabile “Scene di un matrimonio” per scoprirsi definitivamente estranei.

Sono molto triste.

P.S. Preferire le versioni lunghe per la televisione a quelle per le sale cinematografiche. Purtroppo introvabili (io ho avuto la fortuna di registrarle).

Sergio

@ Kerry King

Bergman era chiaramente e nettamente ateo, pur essendo stato suo padre un pastore (o forse proprio per quello, visto che padre era: elementi della sua personalità sono riconoscibili in quell’odioso personaggio che è il vescovo Vergerus in Fanny e Alexander). Il matrimonio di Erik Bergman con Karin Akerblom fu infelice, tanto che il pastore Bergman perse la fede. Ma continuò a fare il suo mestiere (di pastore) per altri quarant’anni.
Karin Akerblom tenne un “diario segreto” che Erik lesse dopo la morte della moglie rimanendo stupefatto. Disse: “Ma io questa donna non la conoscevo.”
La problematica religiosa di una certa fase della produzione di Bergman (Settimo sigillo, Come in uno specchio, Luce d’inverno, Il posto delle fragole ecc.) è solo apparentemente religiosa. Bergman, e ciò può sembrare incredibile pensando a certi suoi film, è stato un uomo felice, anche se un personaggio complesso e difficile. E come possono testimoniare le sue cinque mogli e Liv Ullmann (con cui convisse cinque anni, ma che non sposò) le quali anche dopo la separazione hanno continuato a volergli bene.

Liv Ullmann non molto tempo fa disse che in qualche modo Bergman cercava anche lui Dio. Non ci credo proprio. Quando qualcuno è sovrappensiero e riflette sulla sua esistenza e questo misterioso universo i credenti (Ullman sembra credere in Dio) subito pensano che quel qualcuno è in cerca di Dio.

Asatan

A guardare alcuni film di Bergman ho avuto più che altro la sensazione che fosse un’ateo che descriveva il processo di prdita della fede. Credo sia emblematico il modo in cui ha rappresentato la religiosità, le reazioni al silenzio di dio e l’amore per la vita ne “il settimo sigillo”. Oppure le reazioni al silenzio di dio difronte alla malvagità dell’uomo ne “La fontana della vergine”. Direi che quello che gli interessava era il vissuto interiore delle persone e, in effetti, i religiosi non ci escono molto bne dai suoi film.

Cavolo prima Kuraosawa ora Bergman! Il mondo dell’arte sta andadno a pezzi. Ne vedo molti pochi (soprautto in ocidente) di cineasti di questa portata. Me triste.

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