Picchiavano la figlia, assolti

In tre – madre, padre e fratello di fede islamica e origine magrebina – picchiavano e immobilizzavano la giovane figlia Fatima R. per punirla “per la sua frequentazione di un amico e più in generale per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura”. La Cassazione – nonostante un vigoroso ricorso della Procura di Bologna che chiedeva le condanne per sequestro di persona e maltrattamenti – ha confermato le assoluzioni (sentenza 31510, Quinta sezione). In pratica, i supremi giudici hanno condiviso la tesi della Corte di Appello di Bologna, che (mentre i giudici di primo grado avevano condannato i tre picchiatori) ha dato per buona la tesi difensiva in base alla quale la ragazza era stata legata per il suo bene (avendo minacciato di suicidarsi per paura delle violenze) e i maltrattamenti non erano da ritenersi abituali, essendo accaduti solo tre volte e per di più “motivati dai comportamenti della figlia ritenuti scorretti”.Senza successo, dunque, il Pg di Bologna Enrico Di Nicola ha inoltrato reclamo alla Suprema Corte contro l’ assoluzione decisa il 26 settembre 2006 nonostante Fatima – ha sottolineato – fosse “stata segregata e liberata solo per essere poi brutalmente picchiata dai congiunti che la volevano punire per la frequentazione di un amico e più in generale per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura”. […] Il ministro per i diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini, si dice «colpita e ferita» dalla sentenza della Cassazione che ha confermato l’assoluzione dei genitori e del fratello di Fatima, la ragazza di origine maghrebina immobilizzata e percossa a causa di uno stile di vita non conforme alla «cultura» della sua famiglia. «Leggo che i giudici di primo grado avevano emesso delle condanne per sequestro di persona e maltrattamenti – afferma il ministro in una nota – condanne che ora la Cassazione ha definitivamente annullato. È la prova di quanto sia urgente affrontare il capitolo dei diritti e della tutela di moltissime ragazze e donne immigrate nel nostro Paese e a tutt’oggi vittime di atteggiamenti repressivi e di una intollerabile cultura patriarcale». Secondo la Pollastrini «episodi come questo non fanno che confermare la necessità di una rapida approvazione della legge contro la violenza sulle donne e per reati connessi all’orientamento sessuale, attualmente all’esame del Parlamento». «Le donne musulmane che vivono nel nostro Paese purtroppo non trovano adeguata tutela da parte degli organi giurisdizionali italiani. La giustizia italiana è forse alleata dell’islam radicale? La Suprema Corte di Cassazione ha scritto una pagina buia nella storia del diritto e della giustizia del nostro Paese». Lo ha dichiarato Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, in merito alla sentenza della Suprema Corte. […]

Testo integrale sul sito del Gazzettino

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36 commenti

Lamb of God

Noto con piacere che il recente caso di Hina non ha insegnato proprio nulla.

Adesso mi piacerebbe segregare e randellare (ma solo 3 volte, giuro!) questi islamici di merda, visto che hanno un comportamento scorretto ed uno stile di vita palesemente non conforme alla mia cultura.

Daniela

queste si che sono notizie che rallegrano la tua giornata, diritti umani, libertà, queste sono parole che per certe persone non contano proprio niente.

Michele Bakunin

E poi non si dovrebbe dubitare delle leggi e di chi le applica!

IlFustigatoreDiGalliate

se fossimo in uno statao laico, dove le religioni vengono ingorate questo non sarebbe successo…. mentre invece siamo a quanto pare in uno state multiconfessionale

Emilio Gargiulo

Purtroppo un altra sentenza che sembra emessa appositamente per consentire strumentalizzazioni politiche xenofobiche e islamofobiche.
Come ci si aspettava, tutta la marmaglia filorazzista dei politicanti clericofascisti ci si è avventata contro. Boccone troppo ghiotto per non sparare sulla magistratora, colpevole anche di aver tentato di condannare grossi ed importanti criminali, che si sono salvati accusando e buttandosi in politica.

Che tristezza.
In tutto ciò, che fine ha fatto la povera ragazza?

4ndrea

Che vergogna.
Ma perché farne una questione di religione? Qui si tratta di diritti umani. Una persona che si comporta così è comunque violenta e prepotente, e in quanto tale va giudicata, al di là di fede o non fede.
Visto che esistono credenti (di qualsiasi religione) anche buoni e in gamba, farne una questione di religione (o non religione) in generale è mancare il bersaglio e creare pregiudizi, che a loro volta alimentano comportamenti violenti e prepotenti.

Le religioni x me vanno criticate nelle loro parti brutte (e motivando). Per il resto una persona (credente o no) è criticabile in base alle sue scelte e conseguenti azioni. Come al solito non va bene fare di un’erba un fascio, se vogliamo evitare giudizi imprecisi: in questo caso ad esempio, prendersela con ‘l’Islam’ o ‘il sistema giudiziario italiano’ quando è evidentemente colpa di singole persone (chi ha aggredito, chi ha giustificato l’aggressione) è un grosso errore.

Ernesto

@ Gargiulo
tirare in ballo Berlusconi&C in questo caso è proprio fuori luogo.
L'”islamofobia” è un dovere, così come lo è la “cristianofobia”, per ogni persona razionale.
Il relativismo culturale ha fatto danni enormi purtroppo anche fra alcuni magistrati.

Il Conte di Saint Germain

Veramente assurdo, quindi si può segregare una ragazza e picchiarla e poi addurre motivi religiosi e/o culturali per passarla liscia? Ma che sistema è?

Ernesto

E’ davvero scandaloso che certe persone arrivino a giustificare palesi violazioni dei diritti umani invocando il “rispetto” “dovuto”(?) alle altre culture!

nrc

Dovrebbero togliere i figli, a loro e agli altri 5 o 6 milioni di genitori oppressivi e violenti che, instupiditi dai mass media, non conoscono altro modo di comunicare con i loro figli se non con violenza morale e fisica (come il picchiare un bambino di 3 anni perchè fa rumore in chiesa).

La assoluta incapacità delle ultime generazioni di genitori di educare i figli con rispetto e autorevolezza (né autoritarismo, né lassismo), ha enormemente accresciuto in italia, negli ultimi 20 anni, inciviltà, violenza, e corruzione.

Sono sempre più convinto che la priorità delle risorse pubbliche debba essere l’educazione, dei bambini, dei ragazzi E dei genitori! Supportare una scuola pubblica laica e tollerante, e abbattere queste barriere mentali (alienazione, odio, instupidimento) che i poteri interessati al controllo costruiscono attraverso i media.

Lamb of God

Concordo in toto con Ernesto ed il Conte, qui la tara religiosa c’è ed è pure grossa come una casa perchè. Cazzo, ma sono l’unico imbecille a cui viene in mente Hina?

Almeno su questo Lik ha ragione 😉

Traveller

“Niente libertà ai nemici della libertà” si diceva ai tempi dell’ illuminismo e della rivoluzione francese. A certe carogne bigotte e ottuse bisognerebbe far sentire la fredda carezza di madama ghigliottina! Comunque, visto che queste menti annebbiate dalla religione non sono arrivate ai livelli dei familiari della povera Hina, sarebbe quanto meno doveroso espellerli e rispedirli ai loro paesi e alle loro culture d’origine. Scusate lo sfogo, ma non ne posso più di essere tollerante verso chi tollerante rifuta di esserlo: ciò vale naturalmente anche verso chi pratica la religione propugnata dallo staterello teocratico che abbiamo in casa.

nrc

la “patria” è una fede? Se si, un ateo può essere nazionalista? e razzista?

La violenza è violenza, va giudicata in quanto tale, a prescindere dal motivo per la quale la si commette, e senza guardare alla religione o al colore della pelle di chi la perpetra.
É per questo che l’UAAR si batte per la rimozione dei crocefissi dalle aule di tribunale.

…o forse vogliamo essere solo dei rompipalle modaioli-anti-conformisti del cazzo?
scusate lo sfogo…

ignazio

Non è la prima volta che mi vergogno di essere italiano. Questa è una delle tante.
Personalmente da italiano (di nascita e non per scelta) chiedo scusa a Fatima, con il dispiacere di sapere che è finita in uno dei tanti paesi di merda che ci sono al mondo.

4ndrea

Nrc,
siamo d’accordissimo. È bello sentire qualcun altro che trova ci sia di *base* un problema di educazione senza rispetto, dei figli e dei genitori!!

Lamb ed Ernesto, perché fate dell’erba un fascio? Ci sono un sacco di credenti in gamba, ve ne accorgete no? La religione non va – a mio parere – criticata ‘in quanto tale’, ma nelle precise parti che fanno schifo, e motivando secondo alti valori. Il rischio altrimenti è di diventare bigotti e violenti del pari. No?

Ernesto

No, la religione va criticata in sé perché è un modo di pensare che deriva la verità dall’autorità. E’ un’idea sbagliata in quanto tale e le “sue precise parti che fanno schifo” sono la conseguenza di questa sua natura dogmatica, non sono un caso.

Ernesto

Riporto un pezzo di un articolo di Giovanni Dall’Orto:

[…] Prendiamo il caso dell’excisione, o infibulazione, la mutilazione dei genitali delle bambine, praticata da molti popoli africani per impedire alla donna il piacere nel rapporto sessuale e diminuire il pericolo di “tradimenti”. È una pratica che sarebbe già ripugnante su donne adulte e consenzienti, ma lo è infinitamente di più su bambine che non possono né scegliere né opporsi.
Eppure non manca chi – gay o non, uomini o donne – dice che “dobbiamo capirli: è la loro cultura…”.
La loro che? Io non devo “capire” proprio nulla! Capisco solo che qui qualcuno vuole massacrare delle bambine, e questo è quanto. Se mia sorella avesse sposato un extracomunitario, dovrei sopportare che la mia nipotina subisse mutilazioni perché “la cultura di mio cognato è quella”? Ma andate a ranare! Se il multicultiralismo è questo, ne faccio volentieri a meno.
Il rispetto di qualsiasi cultura non conferisce il diritto di violare i Diritti dell’Uomo. E se le tradizioni dicono il contrario, allora le tradizioni sono sbagliate e vanno cambiate.

Il biasimevole “relativismo morale” che è oggi di moda, secondo il quale tutte le morali e tutte le scelte politiche sono equivalenti, ha finito per creare due categorie di persone: noi “ariani”, ai quali si applicano leggi che proibiscono mutilazioni e torture, e “gli altri”, sui quali tutto è consentito, perché “non sono come noi”, e a loro la nostra morale non si applica.
Pur di rifiutare loro qualsiasi diritto, rinunciamo a pensare che abbiano dei doveri.
Ma questa strada non porta da nessuna parte: né per loro, né per noi.

Lamb of God

@4ndrea

La religione va contrastata in quanto irrazionale, totalmente alienante e definitivamente fuorviante. Io accordo il mio rispetto al religioso (in senso lato) che di primo acchito mi rispetta, questo può succedere coi Valdesi ma non coi musulmani, coi cattolici o con alcuni protestanti.

La famiglia incriminata non è degna di rispetto poichè agisce nel proprio seno come uno stato tipo lo Yemen, cioè applica la sharia fra le mura domestiche intergralmente ispirata ai precetti del Corano. I risultati di questo sono sotto gli occhi di tutti, e si parla di violenze ad ogni livello protratte fino all’annullamento di ogni resistenza; bene, assodato questo io mi pongo come laico (in senso stretto) e decido di discriminare ogni insensatezza.

Non ci dimentichiamo che anche in Germania un giudice stabilì che per un islamico picchiare la moglie non è reato perchè insito nella cultura religiosa del suddetto, beh, un paio di palle! Infatti la stessa Merkel a sentire una tale nefandezza si è mossa per sopire i tentativi di legalizzazione della sharia e, secondo me, lo Stato italiano deve fare uguale.

4ndrea

Il ‘derivare la verità dall’autorità’ è appunto una critica che si può fare alla religione. Ciò non toglie che ci siano credenti in gamba che ragionano e sentono in maniera più autonoma e sono molto più attenti ai diritti umani che ai diritti divini. Li chiamerei ‘umanisti’, e penso di non sbagliare.
Questo dobbiamo calcolarlo, a meno di vietare tout-court anche a loro la religione nella buona forma che praticano perché invece *altri* la praticano da sottomessi e fanno della loro abitudine ad abusare la parola di un dio.

Si tratta – da parte nostra – di non cadere in una forma di opposto assolutismo.

Invece quoto in toto il tuo post col pezzo d’articolo, Ernesto. 😀
Preciso che per parte mia il relativismo è buona cosa, se è il semplice ammettere che anche i nostri valori sono potenzialmente modificabili e non assoluti. Se non che, ovviamente finché li riteniamo validi non possiamo scendere a patti oltre il limite del rispetto reciproco, cioè non quando, ad esempio, rispettare la cultura di alcuni vuol dire imporla ad altri, ovvero non rispettare persone come Fatima e Hina.
Solo il relativismo estremo che accetta questo, per me è sbagliato.

4ndrea

Ciao Lamb,
concordo: “La religione va contrastata in quanto irrazionale, totalmente alienante e definitivamente fuorviante”. Ma c’è modo e modo. Ad esempio con certi credenti ‘buoni’ e tendenzialmente razionali io uso un certo metodo per discutere, con quelli più rigidi e irrispettosi un altro.
Vedi anche tu – nel fare la distinzione fra valdesi e cattolici – che ce ne sono di tipo diverso. Ora, scommetto che anche fra i valdesi qualche testa d’uovo c’è. E viceversa fra cattolici e musulmani ce ne sono di moderati e pronti a vero dialogo sui diritti umani.

Allora appunto meglio fare distinzione non tanto sul fatto che uno ‘è credente’ (o ‘non credente’) ma su come agisce con sé stesso e gli altri. Come giustamente dici: è la famiglia in questione a sbagliare, e solo essa va (andrebbe) punita, non l’islam in generale come fossero una sola cosa.
Che ne dici?

Lamb of God

@4ndrea

Posso esser d’accordo, però capisci anche tu che lo stato si deve porre in modo equo verso tutte le confessioni, un po’ come accade in Spagna o Germania. Qua in Italia non abbiamo interiorizzato una cultura laica a causa dell’influenza cattolica sulle leggi, perciò otteniamo che pure i peggiori estremisti islamici convolino a nozze col nostro malato modello di democrazia laica … ma in salsa vaticana, che tutto nega ma tutto permette.

Sono il primo a non voler far di tutta l’erba un fascio, però per prevenire avvenimenti e soprattutto sentenze simili, beh, un po’ di sana intolleranza verso la religione è quantomai salutare; penso sia doveroso partire dal niqab ed arrivare alle quotidiane percosse (MAI denunciate, son sacre), passando pure per l’indottrinamento coatto verso i poveri bambini che a “causa” dell’innocenza non si possono difendere.

Giuseppe Murante

D’accordo con Lamb.. questi delinquenti non sono stati assolti perche’ la loro “cultura” gli imponeva certe violenze sui minori, ma perche’ glie lo imponeva la loro “religione”.
E si sa che qui da noi la religione e’ sempre trattata con due o tre occhi di riguardo.

Ernesto

@ 4ndrea
sì infatti, una critica di base a tutte le religioni organizzate, non a particolari aspetti negativi di una di esse.
I credenti “che ragionano” sono forse più disprezzabili dei fondamentalisti perché o hanno la testa fatta a compartimenti stagni (sono schizzati) o scelgono a piacere dalla “loro” religione che cosa accettare e cosa no (come se fosse un supermarket dell’usato!). In entrambi i casi indeboliscono l’unica vera soluzione al problema del fanatismo e del bigottismo religioso: l’eliminazione delle religioni. Non attraverso mezzi violenti, perché questo da un punto di vista ateo liberale non ha senso, ma attraverso mezzi intellettuali: dato che non abbiamo una rivelazione ma “solo” la ragione, possiamo discutere. I religiosi ammazzano perché hanno una rivelazione e con chi non l’accetta con le buone non ha altro mezzo che accopparlo o costringerlo con la forza.

Quindi per concludere, dico che bisogna attaccare proprio l’islam (e il cristianesimo e il giudaismo) perché sono ideologie barbare.
Che senso avrebbe dire: non prendiamocela col nazismo ma solo coi nazisti che non ragionano?

Vedi tu ti stai aspettando un indebito rispetto nei confonti delle religioni che non pretendi nei riguardi di altre ideologie (politiche per es.). Perché?

4ndrea

Lamb,
concordo: “lo stato si deve porre in modo equo verso tutte le confessioni” (e filosofie di vita in genere), senza fare del sopruso verso altri una cosa accettabile. Viva Spagna e Germania, quindi, che sono buona espressione di quella “sana intolleranza” che dici. C’è tanto altro da fare, ma sulla stessa linea direi, cioè senza ‘cattiva intolleranza’, diciamo così.

Ernesto,
1) non tutti i credenti sono come li descrivi,
2) le religioni qualcosa di buono ce l’hanno (oltre a molte cose cattive e a modi disprezzabili),
3) c’è modo e modo di parlare a seconda di chi hai davanti.

Se non accetti questo – o se non mi provi che è giusto il contrario – rischi di comportarti come quei violenti, intolleranti e fanatici contro cui ti spremi.

Personalmente, non chiedo ‘rispetto ad ogni costo’ per una religione – e sono il primo a criticarle aspramente e pubblicamente – ma non le accosto al nazismo date le tante differenze di dottrina, interpretazione e conseguente comportamento dei singoli.
Non negherei a nessuno il diritto a credere nemmeno se potessi: preferisco insegnare alle persone a pensare e ad avere cura di sé. Saranno poi loro stesse a scegliere, e sono convinto che – potendo e sapendo scegliere – farebbero scelte molto diverse.

Ernesto

@ 4ndrea
ma certo, sono d’accordo con quello che hai scritto in fondo. E’ lo stesso concetto: “l’eliminazione delle religioni. Non attraverso mezzi violenti, perché questo da un punto di vista ateo liberale non ha senso, ma attraverso mezzi intellettuali”

4ndrea

Esatto! 😀

Contentissimo che ci troviamo d’accordo!
Intellettuali ed emotivi, perché la religione pecca anche sotto quest’ultimo aspetto, e il nostro benessere dipende dalla libertà e maturità in entrambe le sfere..

Michele Bakunin

“l’eliminazione delle religioni. Non attraverso mezzi violenti, perché questo da un punto di vista ateo liberale non ha senso, ma attraverso mezzi intellettuali”
perfettamente d’accordo.

ma la sentenza? non è che dobbiamo fare qualcosa anche per la magistratura?

GVCatullo

Vorrei aggiungere, però, che magistrati che danno sentenze molto discutibili non esistono soltanto in Italia: nel nostro paese la magistratura è stata molto screditata da gente come Berluska e company, in alcuni casi, questo è dovuto alla stessa magistratura.

Cmq, voglio aggiungere che questo problema di sentenze discutibili (lo ripeto) non è un problema soltanto italiano.

Aldo

Al di là della vicenda in sé, è istruttivo che per l’ennesima volta diversi organi giudiziari abbiano applicato la stessa legge in modo opposto. Alla faccia della certezza del diritto (che non esiste).

Questo succede quando chi scrive le leggi non le scrive in italiano corrente ma con quello strano giuridichese fatto apposta per ingarbugliare ad arte parole significati al solo scopo (ovviamente non dichiarato ed anzi negato) di permettere l’esercizio arbitrario del potere.

Soggetto. Verbo. Complemento. Punto a capo.
Così vorrei fossero scritti i codici, senza spazio alcuno per la discrezionalità e la “interpretazione”.

Come il papa interpreta e riscrive a piacere la bibbia, così la magistratura interpreta a piacere quel che il parlamento scrive e riscrive ad arte. Bella storia ma vecchia… una storia di potere ed arbitrio.

Se almeno non ci raccontassero tutte quelle balle sullo “Stato di Diritto”! 🙁

lik

Picchiare a fin di bene
i giudici di Cassazione

di Anna Momigliano
Quel che conta, si dice, è lo spirito con cui si fanno le cose. E così se un padre, una madre e un fratello chiudono in casa una ragazza, la legano a una sedia e la pestano a sangue («però solo tre volte»), la cosa diventa accettabile se i fustigatori sono animati dalle migliori intenzioni, se le botte sono «per il bene della ragazza». Dove il bene, in questo caso, risiede nell’intenzione dei genitori di evitare che la figlia si suicidasse per sottrarsi alle violenze della famiglia. In queste circostanze, evidentemente, la reclusione e i pestaggi non costituiscono reato: lo ha deciso, con una sentenza di due giorni fa, la Corte di Cassazione, nel terzo e ultimo capitolo di un vero e proprio processo alle intenzioni che ha scosso la stampa e alcuni politici di entrambi gli schieramenti. Una sentenza che conferma la decisione già presa dalla corte d’Appello di Bologna (in primo grado, invece, i tre erano stati condannati) e che fa sorgere il dubbio che, forse, in Italia si stia facendo qualche passo indietro in materia di diritti delle donne. O, se non altro, che il rischio ci sia.
In questa calda estate italiana, i campanelli d’allarme ci sono stati: a cominciare dalla vicenda di Montalto di Castro, dove il sindaco diessino aveva stanziato 40 mila euro per la difesa di otto giovani accusati di avere stuprato una ragazzina di 16 anni («ma lei non era una santarellina», assicurano gli amici degli imputati, quasi sia un’attenuante per loro), ricevendo la dura condanna delle donne (e non solo delle donne) del partito. Insomma, sorge il dubbio che il nostro sia ancora un paese in cui è ancora comune, se non diffusa, la percezione che lo stile di vita, vero o presunto, di una donna giustifichi la violenza e che, tutto sommato, le botte possono essere uno strumento per metterla in riga.
In un’altra estate calda, un anno fa, l’Italia fu scossa dalla vicenda di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa dal padre, reo confesso. La sua colpa, pare, era seguire uno stile di vita troppo occidentale: «L’ho fatto in un momento di rabbia», si è giustificato il papà di Hina davanti ai carabinieri, «non volevo diventasse come le altre». Anche se la decisione di uccidere la ragazza forse fu presa dopo un consulto di famiglia, cui parteciparono altri parenti.
Alcuni osservatori hanno già paragonato la vicenda di Fatima R., la ragazza di Bologna picchiata dai genitori e dal fratello «benintenzionati», a quella di Hina Saleem. Come Hina, anche Fatima proviene da una famiglia musulmana molto conservatrice, in questo caso di origine maghrebina: volevano punirla per il suo stile di vita troppo libero, all’occidentale, aveva concluso il processo di primo grado. Non sappiamo se davvero dietro la vicenda di Fatima si celi davvero uno “scontro di civiltà” tra mondo islamico conservatore e Occidente libertino, o se sia, più semplicemente, l’ennesimo caso di barbarie nei confronti delle donne. Più importante del movente, inoltre, è che nel processo di primo grado siano emersi i fatti, per altro mai smentiti in appello o in Cassazione: i parenti di Fatima la picchiavano, e l’hanno segregata in casa. In una democrazia, sequestro e maltrattamenti costituiscono reato e vanno puniti, che a subirli sia un uomo o una donna poco importa. Poco dovrebbero contare, poi, le intenzioni, buone o cattive, degli aguzzini. In un certo senso, si può supporre che anche il padre di Hina Saleem potesse pensare di agire nell’interesse della figlia: meglio morta che svergognata, avrà pensato in base a una logica violente e distorta. Anzi, a noi sorge il dubbio che chiunque pensi che davvero si possa picchiare una donna «per il suo bene» ragioni in base a una logica distorta e pericolosa. Ma andate a spiegarlo alla corte di Cassazione.

http://www.ilriformista.it/documenti/testofree.aspx?id_doc=91804

lik

@ Emilio Gargiulo

“In tutto ciò, che fine ha fatto la povera ragazza?”

Beh tu sei il primo a fregartene, l’unica cosa che ti preoccupa è che la magistratura non venga discreditata. Se fosse per te queste notizie non dovrebbero neppure essere comunicate. Ad esempio sul manifesto di oggi non c’è mezza riga sulla vicenda. Guarda che strano!!!!

4ndrea

Quanto vorrei avere la calma e la visione d’insieme per esprimere le mie idee in un pezzo tranquillo ma fermo nella denuncia come questo della Momigliano.

Asatan

Beh viviamo nell’unico paese europeo che tira fuori sentenze come:

1) se non sei vergine e ti stuprano l’accaduto è meno grave, quindi si danno le attenuanti al reo anche se lo stupro è compiuto a danni di un\una minorenne.

2) se quando ti hanno stuprato indossavi i blue jeans lo stupratore và assolto perchè i jeans sono troppo difficili da levare.

Cercate di capire che la vittima di questa triste vicenda è una donne e quindi solo un oggetto di piacere e proprietà dei maschi. Un oggetto non ha diritti o voce, finchè non ci scappa il morto nessuno fà niente. Tenete conto che in Italia le attività di sotegno a donne maltrattate e le strutture di accoglienza sono in pratica solo private, gestite da volontari.

In Italia la parità di diritto fra i sessi è solo vuota parola. Se gli apparati statali non fanno un cazo per garantire il rispetto dei diritti delle Donne italiane (salvo quelche sparata demagogica on tv), cosa pensate che gliene freghi di ua donna immigrata (che quini “vale” ancora meno)?

Siamo il paese europeo col più alto tasso di molestie sessuali, mobbing, violenza domestica, stupri, etc… dell’europa centro-occidentale. Peggio di noi giusto la Romania……

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