Dopo la gay street romana potrebbe essere la volta della gay beach agrigentina. Teatro dell’iniziativa, che ha suscitato la severa reprimenda della chiesa locale, è il lido di Capo Bianco, nel comune di Cattolica Eraclea. “Sto valutando seriamente la proposta – dice Cosimo Piro, il sindaco Udc del paese – dopo le sollecitazioni da parte di alcune associazioni di omosessuali. In linea di principio non ho nulla in contrario: rispetto ogni diversità”.
Meno possibilista il primo cittadino di Ribera, l’altro comune in cui ricade il tratto di costa, che, dopo un’iniziale apertura, ha dovuto fare i conti con la reazione indignata del consiglio comunale.
Una lingua di sabbia costeggiata da una pineta, vicina alla riserva della foce del fiume Platani e a un passo dalle rovine del porto dell’antica Eraclea Minoa, da oltre 20 anni la spiaggia contesa viene frequentata dai nudisti di tutta la Sicilia. Ultimamente però a mettere gli occhi sul lembo di costa sono stati alcuni gruppi gay l’hanno utilizzata per i loro raduni.
“L’area, che ricade in una riserva naturale è di particolare bellezza – spiega il sindaco -, la decisione di destinarla ai gay, in qualche modo precludendo la possibilità agli altri di usufruirne, deve portare un tornaconto nelle casse del comune, ad esempio in termini di maggiore afflusso turistico, altrimenti il gioco non vale la candela”. L’unica perplessità da parte del sindaco di Cattolica è legata al nome con cui la spiaggia è stata ribattezzata: Baia degli uccelli. “Si presta – dice Piro – a facili ironie…”.
Annuncia battaglia, invece, il parroco della chiesa di Sant’Antonio Abate di Cattolica Eraclea, Don Giuseppe Miliziano. “Nudisti e gay – tuona il sacerdote – non possono stare in quella spiaggia, non hanno il permesso dello Stato, lo fanno in modo illegale, è una vergogna. Siamo in una società che sta degenerando e che sta dando pessimi modelli di vita ai nostri bambini”.
Notizia pervenuta a ultimissime
meglio l’oasi dell’uccellina a due passi da casa mia? spiaggia naturista e gay…Come diceva il grande Totò: ma mi faccia il piacere!!!!
Don Giuseppe Miliziano. “[…] – tuona il sacerdote -[…]. Siamo in una società che sta degenerando e che sta dando pessimi modelli di vita ai nostri bambini”.
I NOSTRI bambini? ho letto bene? I bambini di chi, Don Giuseppe?
I NOSTRI bambini? ho letto bene? I bambini di chi, Don Giuseppe?
i suoi naturalmente sennò perché i sacerdoti li chiamano padre
Sinceramente non so quanto possano essere utili queste iniziative, mi sembrano abbastanza controproducenti… la gay street mi ricorda una specie di “ghetto”…
Gli omosessuali dovrebbero puntare ad essere accettati senza riserve dalla e nella società e non crearsi dei personali “luoghi di alienazione”.
e i gay non possono frequentare le spiagge?
Forza, don Giuseppe, si prenda le pillole e si calmi, che le fa male…
Riecco la storia del “ghetto”!
Cito per la seconda volta oggi un articolo di Dall’Orto (d’altra parte sono spesso d’accordo con quel signore):
” […] A questo punto credo sia ormai chiaro a tutti che quando si parla di coabitazione di ebrei occorre distinguere fra coabitazioni imposte dall’esterno, come è il ghetto, e la coabitazione per scelta personale, a cui il singolo può anche non aderire. Questo secondo modo di coabitare ha un nome che abbiamo appena incontrato: si chiama “giudecca”, cioè “strada o area degli ebrei”.
[…] Gli ebrei furono tanto affezionati alle “giudecche” che durante il Medioevo, quando venivano chiamati in una città per aprire un banco di prestito, nel contratto che stipulavano con le autorità si preoccupavano di includere la richiesta di luoghi specifici dove abitare, esercitare il culto, seppellire i morti…
[…] Si noti bene che ancor oggi sono “giudecche” tutti i “quartieri ebraici” esistenti al mondo, ad esempio quel Marais di Parigi che è, al tempo stesso, “quartiere gay” e “quartiere ebraico” (e se non si parla di “ghetto ebraico” per il Marais, perché allora se ne parla, fra noi italiani, con tanto sprezzo come del “ghetto gay” di Parigi, quando le vie interessate sono esattamente le stesse, e l’uso che ebrei ed omosessuali fanno di quell’area è esattamente la stessa?).
Da tutto quanto quanto abbiamo appena detto emerge con chiarezza come parlare del mondo gay come di un “ghetto” costituisca un falso ideologico.
Poiché nessuna legge obbliga le persone omosessuali a frequentare il mondo lesbico e gay, o di abitare tutte assieme, o di tenere i negozi tutti nella stessa strada, ne consegue che quando aggregazioni di questo genere sorgono spontaneamente, si tratta di giudecche (sempre gradite, come si è visto, alle comunità ebraiche) e non di ghetti (sempre combattuti dagli ebrei, salvo qualche fanatico).
Ma allora, da dove nasce tanto astio e tanto odio verso un modo di socializzare che non ha proprio nulla di diverso da quello di tutta quanta la popolazione (ogni essere umano frequenta di preferenza le persone con cui ha affinità)?
È presto detto: nasce dall’omofobia, cioè dal preconcetto secondo cui tutto ciò che fanno le persone omosessuali deve essere per forza schifoso.
Non è affatto un caso che le persone che si oppongono ai luoghi d’incontro gay definendoli “ghetti”, siano poi le stesse che non sono disposte a considerare le e gli omosessuali in quanto comunità di persone con interessi condivisi, e in quanto tali potenziali portatrici di solidarietà.
Tutti, anche i fascisti ed i cattolici, sono disposti ad accettare la persona omosessuale in quanto individuo, possibilmente disperato e infelice. L’opposto avviene con la persona omosessuale in quanto parte d’una comunità (o realtà umana, che dir si voglia), e quindi portatrice di uno stile di vita, di una cultura, di una proposta di vita alternativa e di diritti umani.
Un gay o una lesbica isolati non creano problemi: sono solo brutti anatroccoli. Una cultura di persone omosessuali, invece, costituisce una sfida alla società, costituisce uno stile di vita alternativo, è il centro propulsivo d’un orgoglio di essere se stessi, per quanto diversi.
È chiaro che a questo punto entra in ballo l’eterno problema non risolto del mondo gay italiano: quello dell’identità (personale e collettiva).
Il problema dell’identità personale (chi sono io?) rimanda sempre a quello dell’identità collettiva (“chi siamo noi?” “Cos’è in realtà il gruppo di cui faccio parte?”) e l’uno rimanda all’altro, e la non-soluzione di uno dei due termini impedisce di risolvere l’altro.
In parole più semplici: se io sono convinto che le persone omosessuali siano mostri, farò enorme fatica ad accettarmi come omosessuale; viceversa se ritengo che la mia omosessualità sia una tragedia e una catastrofe, per me la comunità omosessuale potrà essere solo il “luogo in cui si esprime la mia catastrofe”, e vivrò tutte le altre persone omosessuali come “annunciatrici di catastrofe”.
Per questo cercherò di frequentare il mondo omosessuale solo per lo stretto indispensabile (il sesso) e comunque disprezzando chi lo frequenta.
Da qui le persone che sono eternamente nei luoghi gay “solo per caso”, da qui le persone che pateticamente si vantano di essere “estranee ad ambienti particolari” (quasi fosse un merito!), da qui le persone che intendono sempre e solo usare il tuo corpo, perché hanno il terrore di confrontare la tua anima con la loro, per paura che ciò metta in forse la loro vita di menzogna.
È molto più comodo dar la colpa della propria insoddisfazione al mondo omosessuale in quanto tale, piuttosto che ammettere i propri limiti e lo squallore di certe scelte (voglio dire: non-scelte) umane.
È più comodo insultare come “ghetto” il mondo gay, e come “ghettizzato” chiunque dica che in realtà lui/lei questo mondo non lo trova poi così negativo.
È più comodo agire così che ammettere che si può star male non solo per quello che è il mondo gay che si frequenta, ma anche per l’atteggiamento distruttivo con cui lo si frequenta.
È più comodo, insomma, dar la colpa agli altri, piuttosto che assumersi le proprie responsabilità.
[…] torme infinite di gay “onesti, sinceri e puri” lamentano la presenza esclusiva di esseri “falsi e ipocriti” nel “ghetto gay”. Ma se davvero le anime candide sono tante, mi chiedo sempre leggendo queste lettere, com’è che non si incontrano mai e poi mai l’una con l’altra?
Forse, azzardo, per colpa della loro incapacità di identificarsi negli altri, nell’accettare se stesse come parte attiva e determinante di una comunità, di com/patire gli altri e i loro limiti, di smetterla di considerarsi casi unici e speciali per iniziare a scoprire quanto c’è di comune (anche in termini di destino, persino in termini di sofferenza e gioie) con gli altri esseri umani con cui condividono l’omosessualità.
Da questo punto di vista, e solo da questo, io mi azzardo a proclamare infine: “viva il ghetto” (intendendo una volta di più in realtà: “la giudecca gay” cioè i posti in cui si va per propria scelta, e non per obbligo).
[…] Viva insomma tutto ciò che serve ad accrescere la coscienza di comunità, che è l’unico terreno su cui può germinare la solidarietà. ”
( http://www.giovannidallorto.com/attualita/vita/ghetto/ghetto.html )
Ma, mi sono persa qualcosa? Il prete tuona “non hanno il permesso dello Stato”… ma perchè, a parte determinate aree demaniali o militari, si ha bisogno del permesso dello Stato per stare in spiaggia? Il sindaco sostiene che “la possibilità di destinarla ai gay in qualche modo precludendo la possibilità agli altri di usufruirne…” cosa vuol dire? Allude ad una sede per orge sotto il sole o ad una spiaggia? Perchè nel primo caso, la Legge prevede divieti sia per gay che per etero; nel secondo caso, ia me che non sono gay, mi frega un baffo se un cosiddetto gay occupa un posto vicino al mio in spiaggia o dovunque sia, visto che entrambi siamo esseri umani; forse mi preoccuperei se vedessi accanto a me un marziano. In ogni caso, fatta eccezione per quelle manifestazioni utili all’informazione e la lotta per un riconoscimento sociale ed un equo trattamento, nella vita di tutti i gioni mi disturba dover individuare qualcuno come gay, lesbo, trans, così come sarebbe se dovessi farlo per negro, indio… che palle! Ma davvero non basta semplicemente riconoscersi mutuamente come esseri umani? Io non capisco, un tempo le aree interdette erano quelle destinate ai lebrosi, ai tisici od altre cose di questo tipo, davvero è opportuno rendere esclusivamente gay od etero le spiagge? In fondo sia etero che gay possono “rimorchiare” o divertirsi ovunque; io in questa prurigine di destinare aree esclusive, ci vedo un po’ la velata volontà di continuare a far passare l’idea che i normali scambi affettivi tra gay sono contrari alla pubblica decenza. Quando mia figlia, che allora aveva sette anni, per la prima volta vide due lesbiche che con naturalezza si baciavano, in un parco di Barcellona, con altrettanta naturalezza le chiesi di riflettere sul fatto che siamo tutti diversi gli uni dagli altri, con gusti ed inclinazioni personali, e poi le spiegai che ciò vale anche nell’amore e che se qualcuno avesse cercato di dirle che si può amare in un solo modo, doveva diffidarne, non solo perchè l’amore è bello per sua stessa natura, comunque si palesi, ma anche perchè in un solo modo, nella vita non si può far nulla, neppure mettere una firma. Oramai ventenne, da diversi anni felicemente unita ad un bel giovanotto, mi rendo conto che, come me, anche lei è una “diversa”, non in senso lesbo o gay, ma nel senso che la naturalezza con cui affronta situazioni ed argomenti inerenti tali temi, a molti paiono più scandalosi dell’omosessualità stessa. E dire che a questo mondo, oltre alla bellezza del Colosseo possiamo ammirare anche quella delle imagini dei miscroscopi o delle sonde spaziali… credo che qualcosa si sia inceppato, nei cuori e nei cervelli di troppa gente…
devo dire che mi è proprio piaciuto quanto riportato da Ernesto. Concordo su molti punti.
Per quanto riguarda la spiagga gay, mi pare un idea…
1) …offensiva per i gay: infatti pare si voglia metterli in una riserva naturale
2) …molto offensiva per i non gay: il non essere gay non permette quindi di avere una spiaggia riservata? facciamo gli autobus per bianchi e i gli autobus (brutti) per i neri? bancomat per maschi e bancomat per femmine?
3) …cretina: se è già una spiaggia per nudisti, c’è forse bisogno di dividerla in spiaggia per nudisti etero e spiaggia per nudisti gay? cosa cambia? un culo abbronzato gay è diverso da un culo abbronzato etero? Si istituisca una spiaggia per nudisti e amen! E’ tanto difficile? Cosa ci dovranno mai fare su quella spiaggia? Copulare copiosamente?
lasciando stare la storia del ghetto, peraltro concordo pienamente con Ernesto e Dall’Orto, io mi chiedo come un prete possa essere così arrogante da poter dire ” non hanno il permesso dello Stato”… lui pensi al suo di stato, il suolo italiano ci appartiene e iniziassero prima loro a pagare l’ici sugli immobili che insistono sul nostro suolo e poi tacciano per sempre… questa è politica spicciola e un’ulteriore conferma dell’ingerenza del pretume nella nostra vita politica…
Inoltre: qualsiasi locale gay è aperto anche ad etero che non abbiano pregiudizi di sorta, è logico, ma non può dirsi il contrario… molte volte vado in locali gay( il che significa che in questi locali i gay non sono discriminati o coattati a stare con due piedi in una scarpa) giusto per il gusto di essere libero di esprimermi e di toccare o solo guardare il mio partner senza suscitare le isterie del catto ipocrita a due metri da me… e quando parlo di locali mi riferisco a bar e ristoranti gay friendly o solo per gay… è ghetto? no, assolutamente è solo voglia di passare una serata senza stare attento a quel che dici e a come lo dici… e credo che molti etero vadano nei locali gay proprio per gli stessi motivi…
@ Jeesusz
A me una spiaggia del genere non interessa, ma se mi permetti le cose offensive per i gay sono ben altre. Molto offensiva per i non gay? Quando i non gay si saranno sbattuti perché i una spiaggia qualunque ci si possa comportare come gli etero allora avranno il diritto di sentirsi “molto offesi” (capirai).
@ Sandra
Non siamo a Barcellona, davanti al Colosseo puoi venire arrestato per un bacio.
Da notare che a leggere certi post, sembrerebbe che oggi nella società siano i gay a discriminare gli etero, le donne a picchiare gli uomini, beh che vi devo dire CIN CIN.
Come sempre i pretazzi e i loro seguaciucoli si fanno scudo dell’argomento bambini per le cose che danno fastidio a loro.
…. e lasciamolo infuriare che gli fa cattivo sangue!
L’idea di una spiaggia “dedicata” per gli omosessuali non mi piace. Mi da l’idea delle spiagge separate che si trovano comunemente nei paesi mussulmani: una per le donne ed una per gli uomini. E dire che le donne mussulmane sono contente di stare nella spiaggia dedicata a loro, si sentono più tranquille, più protette ed in intimità. La stessa cosa forse possono provare gli omosessuali nelle spiagge a loro destinate: trovarsi in un ambiente protetto, non ostile, affine (magari dove poter rimorchiare ;)).
Nondimeno preferirei vivere in una società dove le spiagge pubbliche possano essere frequentate da chiunque senza che l’orientamento sessuale possa suscitare una forma di discriminazione, in un senso o nell’altro. Mi piacerebbe vedere uomini (e donne) camminare mano nella mano sul bagnasciuga accanto a famiglie con tanto di bambini giocosi a contorno. Mi piacerebbe che la scena che ha descritto Sandra a Barcellona (e la sua reazione) possa essere la normalità in ogni luogo pubblico.
Secondo me occorre stare attenti ai paragoni, molti ne sono stati fatti. Gli autobus per neri e per bianchi erano parte della politica razzista della segregazione, le spiaggie per donne sono frutto della mentalità sessista islamica, in questo caso i razzisti e i sessisti sono pefettamente d’accordo con queste misure. La spiagga per gay è una reazione alla discriminazione che subiamo ovunque. Gli omofobi non la accettano perché per loro i gay non dovrebbero nemmeno esistere e mostrarsi in qualsiasi luogo. Poi certo è legittimo pensare che non sia il mezzo più adeguato per risolvere i problemi e per arrivare a quel tipo di società che descrive Nifft.
Anche i Brasiliani non se la cavano tanto bene
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/04/calciatori_gay_federazione.shtml
e si incazzano si i preti; loro vogliono il pedofili dey .
maledetti bastardi .
Spiaggia gay?
Sì, grazie.
Alcuni di voi utenti hanno parlato di ghetto, o meglio, di giudecca, in luogo in cui si vuole stare tra di noi. Io sono omosessuale e vi posso dire e confermare che ci sono tante persone che si dicono aperte e tolleranti (a me interessa non la tolleranza, ma essere accettato per quello che sono), però, poi, non mancano le loro frasi omofobe: per esempio, uno (che si diceva mia amico) di punto in bianco mi ha detto che gli farebbe schifo fare sesso orale a un uomo (usando un linguaggio più volgare ovviamente). E poi quanti ragazzi eterosessuali, se hanno vicino un ragazzo gay, si sentono subito aggrediti sessualmente e hanno paura che a loro mettiamo le mani addosso? Io sono omosessuale e non ci ho mai “provato” con un ragazzo eterosessuale, né mi sognerei mai… i pregiudizi sono molti e c’è bisogno di luoghi più protetti.
Recentemente ho letto un bellissimo libro, LA FORTUNA DEI MEJER, di Charles Lewinsky; una delle figlie della famiglia deve andare in un bar di “camicie grigie” per una telefonata (siamo in Svizzera nel 1937) e subito viene aggredita per un’ebrea (anche se non si vestiva nel modo tipico delle ebree ortodosse né lo faceva normalmente): quindi, vi dico questo, perché spesso l’idea di “diversità” non è una cosa chiaro ed esplicita, molto spesso, invece, è dovuta ai pregiudizi di altre persone: spesso l’idea del diverso nasce in testa a chi è piena di pregiudizi, non alle persone a rischio di pregiudizi.
@ GV Catullo
“però, poi, non mancano le loro frasi omofobe: per esempio, uno (che si diceva mia amico) di punto in bianco mi ha detto che gli farebbe schifo fare sesso orale a un uomo (usando un linguaggio più volgare ovviamente). ”
Aspetta ci sono anche omosessuali a cui farebbe schifo fare sesso orale ad un uomo, quelli che se la tirano per esempio e ti dicono “io dietro non l’ho mai avuto”. A me ad esempio solo al pensiero di praticare il rimming ad un uomo viene da vomitare eppure sono gay. Certo se una persona di punto in bianco attacca con un discorso del genere e ne parla con atteggiamento volgare è logico percepire una certa dose di disprezzo ma non è di per se il concetto che ti ha espresso ad essere omofobo.
Le cose non stanno proprio così. Intanto la polemica è partita da un articolo sulla rivista gay.it che la segnalava come luogo adatto anche al cruising, non soltanto a frequentazione gay. Le stesse parole del prete sono state, per ammissione dello stesso, quantomeno amplificate dalla stampa.
Ad ogni modo, il problema della spiaggia della Foce del Platani è dato da quelle persone (gay o etero poco importa) che si dedicano a pratiche esibizioniste e trasgressive, che non hanno niente a che fare con il naturismo.
Da parte dei sindaci dei due comuni interessati c’è stata un’apertura alla costituzione di una spiaggia naturista e presto ci sarà un incontro con una rappresentanza dell’associazione Sicilia Naturista (www.sicilianaturista.it). La speranza è che la nascita di una spiaggia ufficialmente naturista e possibilmente anche presidiata e controllata possa da un lato consentire ai naturisti di usufruire di un tratto di spiaggia a loro dedicato (e senza fare distinzioni tra naturismo gay, etero o altro), dall’altro cercare di impedire la deriva “trasgressiva” che, pur con tutto il rispetto per le idee altrui, non ha niente a che fare con il naturismo e probabilmente è meglio che abbia luogo esclusivamente in luoghi e club privati.
Chi è interessato all’argomento potrà trovare sul sito di sicilianaturista.it una rassegna stampa aggiornata e il più possibile completa.
In ogni città europea e civile ci sono delle zone dove c’è più concentrazione di locali gay e negozi ma non mi sembrano dei ghetti, non è che sono stati messi lì a forza penso sia più una questione di aggregazione. Sono stato a Sitges con delle mie amiche, poco lontano da Barcellona e meta gay per eccellenza, e sulla spiaggia a parte i vari fashion victim con il telo di Cavalli ho visto molte famigliole e assolutamente nessuna scena orgiastica o che. I pregiudizi in questo paese sono duri a morire, si pensa ancora agli omosessuali come degli assatanati.
@ GVCatullo
Essendo anch’io omosessuale, non trovo tuttavia necessariamente offensiva la frase del tuo amico, anche se certamente non ha saputo centrare il problema.
Il fatto è che a chiunque di noi farebbe probabilmete schifo baciare una persona che non ci attrae: quindi anch’io potrei dire (ma lo direbbe anche Catalano, tanto è ovvia questa affermazione) che mi farebbe schifo baciare qualsiasi donna o un qualsiasi uomo che non risulta attraente ai miei occhi.
Questa affermazione non significa però in nessun modo che io ritenga una donna o un uomo che non mi attrae dei cittadini con minori diritti oppure indegni di essere baciati: semplicemente, non hanno ai miei occhi le caratteristiche che possono rendermeli sessualmente desiderabili.
La stessa affermazione, ovviamente, non significa nemmeno che io reputi schifoso vedere queste persone che ne baciano altre: ne hanno ben diritto, così come io ho il diritto di baciare qualsiasi altro uomo che contraccambia la mia attrazione verso di lui.
Il problema è che, come in un post di “francesco” a commento di un’altra recente “Ultimissima” di questo sito, quando alcuni dicono “mi fa schifo” parlano come se si immedesimassero in ciò che vedono, quasi che vedere due gay che si baciano lasci loro intendere che essi stessi potrebbero trovarsi al posto di uno dei due: una trasposizione del tutto forzata e che potrebbe anche sollevare qualche dubbio sui desideri reconditi di questi censori dilettanti, campioni dell’Italietta più bigotta…
Io posso dire con tranquillità, credo senza offendere nessuno, che mi farebbe schifo SE FOSSI IO a dover baciare (in bocca) una donna (non provandone in effetti attrazione), ma anche che, proprio perchè questa eventualità non si pone, si tratta di un’ipotesi del tutto astratta; non significa perciò che se vedo due donne che si baciano fra loro (o un uomo che bacia una donna) io provi una sensazione di alcun tipo, se non il leggero piacere di vedere che, nel mondo che mi circonda, esistono persone capaci di esprimere una reciproca dolcezza e affettività e non solo quelle sempre pronte a esprimere critiche e giudizi censorii.
A me non piacciono ne’ le spiagge per nudisti, ne’ spiagge per gli omosessuali e altre perversioni. Da sindaco, avrei fatto sgomberare la spiaggia da tutti i gay, nudisti, e… preti che vogliono occuparla! Per una volta quel prete ha ragione! Quella zona sara’ sicuramente una zona bellissima.
Si dovrebbe fare molto di piu’: chiudere alcune discoteche, vietare i concerti rock e i concerti di musica metal ad esempio! Sarei favorevole a chiudere pure qualche gruppo di preghiera di Padre Pio.
La verita’ e’ che la democrazia e la sinistra si sono ridotte a pensare ai diritti delle minoranze, dimenticando che la grande maggioranza ha problemi ad arrivare alla fine del mese dall’entrata in vigore dell’euro.
Si pensa a quei quattro nudisti e quattro gay e si dimentica che in provincia di Agrigento ed Enna ci sono tassi di disoccupazione altissimi! Guardiamo in faccia la realta’!
Le battaglie per i gay, per i pacs, per la legalizzazione delle droghe sono solo battaglie di frontiera, dettate dalla incapacita’ e dalla scarsa voglia di andare al centro dei problemi economici, politici di una nazione. Spesso i programmi economici della sinistra sono piu’ un thatcherismo moderato che programmi di sinistra.
@ Salvo Zappala’
“A me non piacciono ne’ le spiagge per nudisti, ne’ spiagge per gli omosessuali e altre perversioni”
Dunque omosessualità e nudismo sono perversioni.
“Le battaglie per i gay, per i pacs, per la legalizzazione delle droghe sono solo battaglie di frontiera, dettate dalla incapacita’ e dalla scarsa voglia di andare al centro dei problemi economici, politici di una nazione. Spesso i programmi economici della sinistra sono piu’ un thatcherismo moderato che programmi di sinistra”
Questo discorso l’avro’ già sentito un migliaio di volte (complimenti per l’autonomia di pensiero), non ti è mai capito di pensare che più che la volontà siamo nell’IMPOSSIBILITA’ di risolvere determinati problemi? Innazitutto la non discriminazione di tutti i cittadini è un valore che deve essere perseguito ed è trasversale in tutte le classi sociali spesso nelle classi più modeste si trova attenzione ai problemi di discriminazione contrariamente a quanto credi di pensare tu.
”poi, non mancano le loro frasi omofobe: per esempio, uno (che si diceva mia amico) di punto in bianco mi ha detto che gli farebbe schifo fare sesso orale a un uomo (usando un linguaggio più volgare ovviamente). E poi quanti ragazzi eterosessuali, se hanno vicino un ragazzo gay, si sentono subito aggrediti sessualmente e hanno paura che a loro mettiamo le mani addosso?”
ma solo a me e’ successo il contrario? che un ragazzo gay si sia abbastanza scandalizzato perche’ mi sono slaggiato i pantaloni alla guida causa troppo cibo?
@ IlFustigatorediGalliate
Beh… purtroppo l’eccesso di suscettibilità può risiedere dappertutto: mi auguro solo che l’amico gay in questione si sia scandalizzato per motivi di sola pudicizia personale e non per il fatto che il tuo slacciarti i pantaloni sia avvenuto davanti ad un ragazzo omosessuale…!
Posso assicurarti che vedere un eterosessuale che si slaccia i pantaloni a me non scandalizza: le uniche due opzioni per me possibili, a seconda dei casi, è trovare la cosa in qualche misura erotica oppure l’indifferenza più totale! 🙂
@ Salvo Zappalà
Sottoscrivo in toto la risposta che ti ha già dato lik.
Aggiungo che affrontare un problema non significa ignorarne altri: pensare a intervenire sulla spiaggia di Eraclea non significa disinteressarsi della situazione occupazionale della zona piuttosto che dell’approvigionamento idrico o della manutenzione delle strade.
Oltretutto, se è vero che in democrazia è la maggioranza che amministra e governa, è altrettanto vero che in uno stato di diritto la forza di governo deve considerare l’interesse e le aspettative di tutte le fasce di popolazione, e non solo di quel 51% (a volte meno) che l’ha votata.
sempre @ Salvo Zappalà
Vorrei aggiungere che, a circa 40 Km da dove vivo, negli ultimi 8/10 anni un’iniziativa simile a quella che leggo riguardo ad Eraclea è stata in effetti attuata (a torre del Lago, vicino a Viareggio), integrando l’offerta turistica della zona con l’iniziativa “Friendly Versilia”, mirata ad attrarre il turismo delle persone omosessuali e gay friendly.
A parte le inevitabili polemiche (tuttora in corso), il successo commerciale è stato clamoroso: mai, come in questi ultimi anni, l’economia turistica di Torre del Lago ha vissuto un successo così strepitoso (ovviamente con ricadute positive su tutto l’indotto turistico locale, gay oriented e non: negozi, alberghi, agriturismi, affittacamere, bar, trasporti, punti di interesse turistico nelle vicinanze, ecc.).
Tutto questo, in una località che, come mi pare di capire dall’articolo sia attualmente la spiaggia di Eraclea, dieci anni fa aveva semplicemente un lungo tratto di spiaggia libera, un po’ appartata rispetto al turismo familiare classico (a causa della difficoltà di raggiungere a piedi il tratto di spiaggia), storicamente frequentato anche da persone poco gradite o espulse dalle spiagge più frequentate (nudisti, omosessuali, transessuali, ecc.).
Il risultato? Più turismo, più lavoro, meno disoccupazione.
Quindi nessun contrasto fra lancio di iniziative del genere e sostegno all’occupazione nel comprensorio ma, semmai, sinergie che possono portare ad ottimi risultati in entrambi i settori.
Ok,forse mi sono espressa male. Ho usato il termine ghetto ma era un esempio da prendere con le debite distanze,cmq ghetto o giudecca il concetto che volevo esprimere non cambia: e cioè che luoghi del genere sono controproducenti,cosa notata anche da altri:
“io in questa prurigine di destinare aree esclusive ci vedo un po’ la velata volontà di continuare a far passare l’idea che i normali scambi affettivi tra gay sono contrari alla pubblica decenza”
“offensiva per i gay infatti pare si voglia metterli in una riserva naturale”
Per far sì che la nostra società impregnata di omofobia accetti come naturale e normale l’omosessualità non serve reagire alle discriminazioni in questo modo perchè oltre a non risolvere il problema lo si peggiora.
Non ho capito bene la situazione di cui parla l’ultimissima: un’associazione gay ha chiesto di riservare una parte della spiaggia per nudisti ai soli nudisti gay (e quindi, presumo, di impedirne l’accesso ai nudisti eterosessuali)? Perché altrimenti non mi è chiara quale “proposta” stia ancora valutando il sindaco.
Ma mi pare che la notizia sia riportata con grande confusiuone, oppure è la notizia ad essere confusa, in caso contrario uno potrebbe dedurre che siamo di fronte a:
– due sindaci che stanno valutando se ghetizzare o meno gli omosessuali in una spiaggia (su richiesta di associazioni gay?!?!?)
– un prete (il solito prete del cazzo…) che identifica nudismo con omosessualità e che, allo stesso tempo, sostiene che esiste una legge dello stato che impedisce ai gay di stare in spiaggia (????)
bah…
@ Nikky
sì avevo capito e il pezzo d’articolo che ho riportato è proprio una risposta alle obiezioni che ri-presenti (non era una polemica linguistica fra ghetto e giudecca). E perché sarebbero controproducenti? senti io non organizzo la mia vita sulla base di ciò che potrebbe farmi “accettare” o meno dagli etero. Non me ne può fregare di meno.
Non è “rinchiuderci in una riserva naturale” perché questa (e la gay street di Roma) è un’aggregazione volontaria e (per quanto mi riguarda) piacevole. Io preferisco passare il mio tempo con altri gay perché ho più cose in comune, mi stanno più simpatici (in genere) e ho più cose di cui parlare.
Non “peggiora” affatto il problema delle discriminazioni. Che credi che mescolarti fra gli etero ti procurerà la loro benevolenza? Sì, come no! Infatti se gli ebrei avessero smesso di frequentarsi fra loro e avessero frequentato ognuno esclusivamente ariani, i nazisti li avrebbero subito amati (alla follia).
@Damiano (sempre che riesca a postare il commento)
Ah, ecco!!! Dopo una rapida ricerca sul Web, siccome l’ipotesi che avevo formulato prima non mi convinceva, ho trovato la vera notizia
Qui è spiegato molto meglio: la spiaggia è usata da anni de facto come spiaggia per naturisti, ma senza la necessaria autorizzazione. In particolare, è frequentata da nudisti gay: alcune associazioni gay hanno perciò proposto al sindaco di “regolarizzare” la cosa, concedendo l’autorizzazione all’Oasi Naturistica. Fine della notizia.
Le parole dell’altro sindaco,
sono estremamente stupide. (Nella mia città c’é più di un bar frequentato prevalentemente da giovani della sinistra radicale e/o dei centri sociali: ciò non preclude agli altri la possibilità di usufruirne).
Una cosa è certa: secondo quanto si legge dall’articolo, il parroco ha dichiarato (nel virgolettato) che nudisti e gay “non possono” stare in quella spiaggia: quindi, se c’è una volontà di imporre divieti, viene proprio dall’illustre prelato.
Non conosco il contenuto della proposta sulla destinazione della spiaggia di Eraclea formulata dalle associazioni gay; però posso dire, almeno da quanto è accaduto a Torre del Lago (vicino Viareggio, non lontano da dove vivo) che una “spiaggia gay” non significa affatto “vietata agli eterosessuali” ma è, molto più civilmente, uno spazio dove viene reso chiaro che vi è una forte frequentazione di persone omosessuali (quindi dove è del tutto normale, ad esempio, che due ragazze si bacino sulla spiaggia così come una coppia etero può fare dovunque), per cui TUTTI sono ammessi a condizione che non rechino fastidio, con comportamenti omofobi o voyeuristici, alla SPONTANEITA’ dei comportamenti delle persone omosessuali che frequentano il luogo (fatti ovviamente salvi i casi di esibizionismo pubblico, che peraltro mi paiono fastidiosi sia che vengano da omo- che da eterosessuali).
Posso testimoniare che attualmente, sia sulla spiaggia che nei locali “gay oriented” che si trovano lungo il lungomare di Torre del Lago, vi è una frequentazione assolutamente variegata, fatta ovviamente da una percentuale di gay e lesbiche più alta rispetto ad altri contesti, ma anche da una sensibile presenza di persone dalle convinzioni e dagli orientamenti sessuali più vari o maggioritari, che si trovano a proprio agio in un contesto dove si va per rilassarsi e divertirsi senza pre-giudicare le persone in base alla propria sessualità.
Sul discorso del nudismo, potrei dire altrettanto: nessuna preclusione, purchè il comportamento di chi si presenta in costume da bagno non sia tale da recare fastidio, a causa di proteste o di voyeurismo nei confronti della nudità altrui, alle persone che scelgono di star nude in spiaggia.
So che altrove, prevalentemente in altre nazioni, esistono anche luoghi di nudismo “integralista”, dove è addirittura vietato rimanere vestiti: ma non mi risulta che gli spazi ammessi al nudismo in Italia prevedano tali divieti.
Prova post
@Damiano
Ah, ecco!!! Dopo una rapida ricerca sul Web, siccome l’ipotesi che avevo formulato prima non mi convinceva, ho trovato la vera notizia (ma non riesco a postare il link, mi spiace): la spiaggia, mi pare di capire, è usata da anni de facto come spiaggia per naturisti, ma senza la necessaria autorizzazione. In particolare, è frequentata da parecchi nudisti gay: alcune associazioni gay hanno perciò proposto al sindaco di “regolarizzare” la cosa, concedendo l’autorizzazione all’Oasi Naturistica. Fine della notizia.
Le parole dell’altro sindaco,
sono estremamente stupide. (Nella mia città c’é più di un bar frequentato prevalentemente da giovani della sinistra radicale e/o dei centri sociali: ciò non preclude agli altri la possibilità di usufruirne). Le parole del prete sessuofobo di commentano da sole.
C’è una cosa che non ho mai capito del nudismo / naturalismo: perchè dovrebbero temere il voyeurismo ? Forse sbaglio, ma il voyeurismo fa parte del gioco, o no? (si può rimare nudi anche a casa… a meno che non si voglia essere visti e/o vedere).
C’è qualche praticante che mi illumina?
@Ernesto
Avevo capito il senso del tuo discorso per questo ho ribadito il mio.
“Io non organizzo la mia vita sulla base di ciò che potrebbe farmi accettare o meno dagli etero”
Giusto. Non ho mai detto né pensato ‘vietiamo la beach o la street gay’, ma nel bene o nel male ci si deve rapportare alla società in cui si vive,società omofoba che considera l’omosessualità una devianza. Se i gay se ne stanno per conto loronelle loro spiaggie,nelle loro strade,è comprensibile,ma alimenta i pregiudizi tipo ‘i gay possono fare quello che gli pare ma lo facciano lontano da me’ Così non si risolve un bel niente.
“che credi che mescolarti tra gli etero ti procurerà la loro benevolenza”
Ho forse detto di essere omosessuale o eterosessuale? Il mio è un discorso generale mi pare.
@Damiano
Ho amici che praticano il nudismo (naturismo, per usare la loro definizione, più corretta) con cui a volte sono andato in spiaggia, talora denudandomi, talaltra no (a seconda di come mi sentivo più a mio agio, non essendo personalmente un nudista convinto).
Cerco di riportare il loro approccio a questa pratica, sperando di farlo in modo sufficientemente attendibile.
Il naturismo non ha intenti esibizionistici nè di altro tipo di atteggiamento malizioso ma, come dice il nome, consiste nel presentarsi nudi, così come è nella condizione più naturale dell’uomo, in tutti i casi in cui non vi siano ragioni climatiche o di protezione del corpo che giustifichino la presenza di vestiario.
L’unica giustificazione nell’indossare un costume da bagno in spiaggia, difatti, si poggia sul presupposto che la visibilità dei genitali rappresenti un elemento di maliziosa esibizione, anzichè di condizione naturale come nei fatti è; di conseguenza, coprire la vista dei genitali non è che un comportamento artificioso dettato dai condizionamenti culturali che, in nome del pudore (e quindi per ragioni che hanno a che fare con la malizia), obbligano alla copertura.
I naturisti non fanno dunque della loro nudità un fatto di esibizione (oltretutto, è probabilmente molto più “pruriginoso” e sensuale un certo tipo di abbigliamento teso a sottlineare particolari doti corporee, piuttosto che la nudità completa), ma semplicemente di naturalezza, che vivono con il desiderio di essere contornati da persone con atteggiamenti altrettanto naturali.
Ecco perchè chi si accosta a luoghi naturisti con intenti maliziosi (e il voyeurismo è indiscutibilmente un approccio dichiaratamente connotato da malizia, visto che consiste nell’eccitarsi alla visione della nudità altrui, quando non dell’altrui intimità) non è ben accetto dai naturisti: questi cercano un luogo dove vivere tranquillamente nudi, mentre i voyeuristi si avvicinano allo scopo di osservarli al fine della propria eccitazione.
Per la cronaca e anche per correttezza, invio la risposta del sindaco al mio blog:
Non ho mai avuto richieste e/o sollecitazioni da parte di associazioni gay per l’utilizzo della spiaggia di Eraclea Minoa e pertanto non ho alcuna proposta da valutare in tal senso. Ho ricevuto esclusivamente l’invito ad un incontro con il Sindaco di Ribera da parte del Prof Festeggiante (almeno così si è qualificato), presidente dei naturisti siciliani, per valutare la possibilità di cessione della spiaggia di Capo Bianco, ad Eraclea Minoa, all’associazione dei naturisti. Tale incontro, ad oggi, non ci è stato e comunque la mia risposta sarà certamente negativa poichè non intendo privare ai numerosi visitatori l’utilizzo di una delle più belle spiagge del mondo, tra l’altro ricca di storia e sito di riserva.
Cosimo Piro,Sindaco di Cattolica Eraclea
@ nikky ed Ernesto
Io sono omosessuale, e credo che ambedue le aspirazioni (luoghi a connotazione gay e integrazione in una società plurale) abbiano diritto di cittadinanza.
Credo che ogni individuo abbia molti bisogni: fra questi, c’è il bisogno di identificazione e di appartenenza, oltre che di sensazione di vivere in un contesto dove potersi esprimere liberamente: a questi bisogni possono rispondere i contesti più marcatamente omosessuali, dove trovare persone che ci assomigliano per le caratteristiche che hanno a che fare con l’orientamento sessuale, concorrendo a costruire la sensazione di far parte di un gruppo di persone ampio e legittimato, e fornendo un contesto dove, a differenza di quanto spesso purtroppo accade altrove, un gesto di affetto rivolto ad una persona del tuo stesso sesso non è fatto oggetto di derisione quando non di intolleranza o addirittura di aggressione.
Dall’altra parte, c’è il bisogno di integrazione e di confronto con il diverso da sè, che è il miglior strumento per la crescita della personalità, poichè permette di far maturare le proprie convinzioni attraverso il confronto con chi ha punti di vista diversi: a questo scopo, credo che sia perciò necessario, o quantomeno utile, che la persona omosessuale abbia il coraggio di manifestarsi anche nella società generale, proponendosi per ciò che è: diversamente, si rischia di rimanere un’entità astratta, sconosciuta, minoritaria e, come tale, facilmente additabile come capro espiatorio (è facile spacciare per causa di tutti i mali un gruppo di persone sconosciuto alla maggioranza)
Inoltre, non si può crescere che con il confronto: vale a tutti i livelli, vale anche per quanto è connesso all’omosessualità: è comodo e anche utile trovare conferme in chi ti è simile, ma la solidità delle tue convinzioni e delle tue posizioni la verifichi solo mettendola alla prova.
Perciò, dal mio punto di vista, ben vengano le opportunità di frequentare contesti orientati al pubblico omosessuale (purchè di scelta e non di costrizione si tratti) così come vedo necessario, se davvero si punta all’integrazione e all’accettazione sociale, il lavoro quotidiano che consiste nel lasciarsi conoscere per ciò che davvero si è, anche in contesti meno “dedicati”: un lavoro certamente duro, ma altrettanto certamente più efficace di un (pur utile) gay pride, se davvero si vuole arrivare a far accettare l’orientamento omosessuale come una delle tante variabili umane normalmente integrate e riconosciute socialmente.
@ Beppe Bertuccelli
Noto, nella risposta del sindaco una forzatura.
Difatti, fra le due eventualità citate nella risposta, ce n’è una terza che il sindaco non ha minimamente considerato: dichiarare quella spiaggia come “luogo ammesso al naturismo”, con tanto di cartelloni di avviso a beneficio di tutti i cittadini, lasciando però a tutti la facoltà di decidere se frequentarla o no, e di presentarvisi nudi o vestiti, a loro discrezione.
Unico divieto: quello di importunare altri con proteste o denunce dovute alla nudità.
Questo è l’unico modo per permettere a tutti i cittadini di decidere se frequentare o no tale spiaggia.
Al contrario, una mancata decisione del sindaco in qualsiasi senso avrebbe l’effetto di confermare il divieto di stare nudi in spiaggia, vietando di fatto ai naturisti la possibilità di frequentarla (faccio presente che praticamente il 100% delle spiagge italiane prevede l’obbligo di indossare un costume da bagno: permettere un’eccezione limitatamente a un chilometro o due di bagnasciuga non mi pare un grande sfratto nei confronti di chi dispone già di tutta questa miriade di alternative…)
io non accetto parole come solidarietà e tolleranza: basterebbe cambiarle in rispetto e giustizia, di fronte allo stato abbiamo tutti gli stessi doveri ma non gli stessi diritti, quindi ci vuole solo rispetto e giustizia equa, in quanto omosessuale non chiedo che mi si tolleri: non sono nè un delinquente nè un fenomeno da baraccone… in quanto alle spiagge gay: in versilia c’è stata una grande sponsorizzazione delle associazioni lgbt e tutti ne risentono beneficamente, i commercianti, gli operatori turistici e molto pretume che hanno carne fresca ogni giorno e per questo tacciono… nonostante le apparenze molti preti cattolici omosessuali stranieri vengono qui in italia a passare le vacanze: per loro è il paradiso e poi il vaticano è piu’ vicino: hai visto mai, se fosse il caso di chiedere asilo politico….
incominciamo dicendo che questi preti e questa chiesa stanno fACENDO QUELLO CHE I NAZISTI FECERO CON GLI EBREI.MI VERGOGNO DI AVER FATTO PARTE DI UNA SOCIETA’CHE SI DICHIARA APERTAMENTE CATTOLICA E CHE OLTRAGGIA I PROPRI SIMILI.CHE LA SOCIETA’ SII ALLO SBANDO E’ DIMOSTRATO DALL’ESISTENZA DI FATTI COME QUESTO CHE DIMOSTRANO COME L’ESEMPIO DI CERTI PRETI IN REALTA’ OLTRAGGI CHI VERAMENTE VIVE PER IL PROSSIMO.DI CATTOLICO IN QUESTO MONDO NON ESISTE PIU’ NIENTE.LA CHIESA PROSPERA E VIVE DI RICCHEZZE MATERIALI.AFFERMARE LA FRATELLANZA TRA TUTTI E’ LA VIA INDICATA DA SAN FRANCESCO CHE TUTTI DOBBIAMO SEGUIRE.
Concordo al 100% con Nikky
Dire che la gay street è un ghetto è una stupidaggine. In tutte le città più moderne europee ci sono dei gay village, alcuni enormi come a Manchester e tantissimi altri posti. I club e pub vengono aperti su richiesta e non sbattuti lì per forza. E’ appunto aggregazione. Sono quartieri dove ci si ritrova, non c’è nulla di coatto o triste in tutto ciò.
Lasciamolo infuriare comunque il reazionario, magari arriva il provverbiale infarto.
@ Maurizio
Ok, siamo anche d’accordo più o meno. Per ottenere l’accettazione sociale le minoranze devono lottare contro il “senso comune” della società. E’ stato così per le donne, per i neri e sarà così anche per gli omosessuali, questo non significa assolutamente sacrificare la propria vita, non sono contro i luoghi di aggregazione, ma questi, secondo me possono danneggiare gli stessi scopi del movimento omosessuale, una spiaggia esclusivamente omosessuale evidenzia il problema che due uomini/donne non si sentono liberi di baciarsi in pubblico, ma con la spiaggia si fugge dal problema non lo si risolve.
@ Ren
Mi pento e mi dolgo per aver usato il termine ghetto ma era un esempio da prendere come tale, mi pare che nel mio discorso si sia data più importanza a questa parola che a tutto il resto.
Comunque era in senso esteso, nel senso di luogo di aggregazione delle minoranze escluse e qualcosa di triste sinceramente cè lo vedo. La spiaggia nasce dalla necessità di sentirsi liberi in una società che non ti accetta, se un bacio tra due gay fosse considerato normale penso che non ci sarebbe bisogno di una beach gay.
@Lady
Felice che qualcuno sia d’accordo 😀
I preti dovrebbero pensare alle loro faccende: incensi, abiti lunghi, canti, decori floreali… 😉
ma perchè ,credete che in una spiaggia gay non ci siano etero? è solo un punto di aggregazione come gli altri… poi per dirla tutta: non accetto che si dica che i gay devono puntare ad essere accettati dalla società, nella costituzione è scritto chiaramente, questi sono solo luoghi comuni per quelli che poi criticano i gay come fenomeni da baraccone… ripeto: non ci vogliono solidarietà e tolleranza ma solo rispetto, uguaglianza già sancita dalla costituzione e giustizia…
“credete che in una spiaggia gay non ci siano etero?”
Scusa,ma quanti etero trovi in un locale gay?
Esempio,prendiamo un quartiere cinese,i non cinesi non sono esclusi formalmente ma se non sono cinese e devo comprarmi casa la cerco da qualche altra parte.
“non accetto che si dica che i gay devono puntare ad essere accettati dalla società, nella costituzione è scritto chiaramente”
eh,ma guarda un po’ le discriminazioni ci sono lo stesso, perché? Perché l’omosessualità non è accettata dalla società come normale quanto l’eterosessualità.
L’uguaglianza è già sancita ma la mentalità della gente non la accetta,a quanto pare, se permetti vorrei che le cose cambiassero.
le discriminazioni ci saranno sempre finchè non verranno fatte leggi ad hoc…
non mi piace il ghettizzare i gay, nei locali gay ci sono molti etero e con questo intendo che non sono un ghetto come in molti locali la clientela è mista e certamente non tutti devono sbandierare con chi vanno a letto…
anche io vorrei che le cose cambiassero in italia e finchè si useranno termini come normalità, omosessualità , eterosessualità, solidarietà, tolleranza, blasfemia, vilipendio… non si andrà molto avanti…
“le discriminazioni ci saranno sempre finchè non verranno fatte leggi ad hoc”
Non si faranno se prima la gente non cambia il modo di pensare, il problema è come cambiarlo.
“nei locali gay ci sono molti etero”
Mah.. di certo non dalle mie parti.
“anche io vorrei che le cose cambiassero in italia ma finché si useranno termini come normalità, omosessualità, eterosessualità..”
Difficile non parlare di omosessualità e eterosessualità quando si sta discutendo di quello. Normalità l’ho messo in corsivo per un motivo preciso.. ma sembra che ci si appigli alle parole..
Cmq quello che volevo dire l’ho detto.
Buona serata.
in italia le leggi fanno cultura e rarissime volte è il contrario, la gente non fa le leggi basti vedere il silenzio sul gay pride nonostante i partecipanti siano stati piu’ numerosi del family day e non dimentichiamo che la legge che permette ai nostri onorevoli non votati di stare al parlamento non l’abbiamo fatta noi… e comunque definire una spiaggia gay un ghetto è molto superficiale e discriminatorio…
@ Nikky
il voler dissentire dalla mia tesi non ti autorizza a non accettare il contraddittorio, altrimenti questo non si chiamerebbe forum ma ” monologo” … e poi ci lamentiamo che in politica non ci sia il contraddittorio, specialmente quando il pretume interferisce con la nostra vita politica…
ragazzi il metodo migliore di andare a fa’ i culo alla cattochiesamedioeval inqusizione
e’ solo uno SBATTEZZO, SBATTEZZO ,SBATEZZO ESSI : I PRETACCI SI ACCORGONO
SOLO DI QUESTO , SBATTEZZATEVI TUTTI W L’ANTICLERICALI DI TUTTO IL MONDO.
@ rosso toscano
Non voglio sottrarmi al contraddittorio, al confronto, e se ho continuato a rispondere a chi mi ha accusato di tutto e di più è evidente che non voglio fare monologhi.
Arrivata a questo punto trovo la discussione inutile, di cosa si sta parlando? Per te le leggi fanno cultura per me una legge non basta a cambiare la mentalità della gente (v.evasione fiscale), potremo continuare a discutere all’infinito su questo punto e dubito che alla fine,oltre ad aver perso tempo,otterremo altro. Prendo atto che le mie non sono verità assolute (ma già lo sapevo.)
Inoltre quando si comincia a dare un’importanza ossessiva ai termini è perché non c’è altro da dire e la discussione è bella che morta.
Sono d’accordo con Rossotoscano. La parola tolleranza rispetto ai gay è offensiva. Non vogliamo essere “tollerati” ma solo vivere come gli altri, con gli stessi diritti e doveri. Non voglio essere tollerato nemmeno io, voglio solo che vengano riconosciuti i miei diritti poi faccio la vita che ritengo di fare senza dare spiegazioni a nessuno. E Rossotoscano ha ragione anche sul fatto che le leggi sanciscono l’uguaglianza fra i cittadini. Quello schifo di legge sui dico o cus avrebbero dovuto passare almeno perchè sanciscono il riconoscimento che i cittadini italiani sono tutti uguali, senza discriminazioni. Ma si sa, noi abbiamo dei campioni della democrazia come Binetti, Giovanardi e Buttiglione che si sono opposti e non ritengono vi sia alcuna necessità del riconoscimento di diritti di questa minoranza che è italiana quando si tratta di pagare le tasse, ma apolide quando desidera amare.
In realtà anche dalle mie parti a meno che non si tratti di serate solo lesbo o solo omo, si trovano parecchi etero nei locali. Anch’io sono stato corteggiato da molte ragazze eterosessuali e le mie amiche da altrettanti ragazzi, la clientela è molto variegata. Solo che almeno essendo un locale gay friendly sai di per certo che tutti gli avventori non hanno stupidi pregiudizi e l’atmosfera è rilassata. Come ho già detto io non vedo in atto alcuna ghettizzazione, nessuno ha imposto nulla, sono aggregazioni spontanee come ci sono anche in paesi molto più civili del nostro.
@Nikky
1) Non in tutti i locali gay ci sono molti eterosessuali, ma questo è dovuto solo ad una loro scelta: non ho mai visto, almeno qui in toscana, un locale che vietasse loro l’ingresso;
2) oltre a quanto ho scritto al punto precedente, posso aggiungere che attualmente esistono, fra i contesti “gay friendly” tipo quello versiliese, spazi MASSICCIAMENTE frequentati anche da persone eterosessuali: o semplicemente perchè ci sono (fortunatamente) gruppi di amici con orientamento sessuale misto o anche, in molti casi, perchè quella zona ha acquisito fama di posto dove ci si può divertire in armonia e allegria. Io ci vado molto raramente, ma conosco moltissime persone eterosessuali che ci vanno con una certa regolarità, divertendosi regolarmente: quindi non di ghetto si tratta, e nemmeno di luogo riservato a persone che condividono un orientamento sessuale comune.
3) Sono d’accordo con te sulla necessità di integrazione: posso però aggiungere che questo in molti casi comporta lavoro e fatica. Nel mio contesto lavorativo posso affermare di non avere alcun problema, ma questo è avvenuto solo a conclusione di un processo lento di reciproco riconoscimento e di stima: in pratica, ho ottenuto con il mio impegno ciò che ad una persona eterosessuale viene riconosciuto “di default”. Dico questo come constatazione e non come lamentela ma, anzi, con una certa fierezza: penso infatti che per costruire un contesto sociale dove anche l’omosessualità sia trattata con rispetto e giustizia (come dice giustamente rossotoscano) e, aggiungo, con equità, sia molto più importante “farsi conoscere” e integrarsi senza nascondersi piuttosto che un pur utile gay pride.
4) Senza rinnegare quanto ho scritto al punto precedente, rilevo però un’altra esigenza: quella di poter attingere a modelli positivi a cui fare riferimento e di confrontarsi con persone che hanno saputo organizzare la propria vita su basi soddisfacenti. Vedi, Nikky, questa esigenza, per una persona eterosessuale, viene soddisfatta automaticamente: fin dall’infanzia, puoi vedere intorno a te un’infinità di modelli ed esempi di questo tipo (positivi e negativi che siano), ma credo che sia difficile negare che, per un ragazzo omosessuale (soprattutto se, come me, è nato e cresciuto in provincia), sia molto più difficile individuare esempi di riferimento (anche se negli ultimi 10 anni, anche con le infinite risorse informative sviluppatesi sul web, pian piano questo svantaggio sta attenuandosi).
E’ per questa ragione che trova importanza “anche” la presenza di contesti in cui una persona omosessuale in via di maturazione della personalità (indipendentemente dall’età anagrafica) possa trovare E modelli positivi di riferimento E contesti in cui il proprio orientamento può costituire la normalità anzichè essere trattato, come ancora può accadere, con dileggio, rifiuto o aggressività.
Il fatto che la nostra attuale società soddisfi il bisogno di identificazione del giovane eterosessuale non significa che la stessa garanzia sia data anche all’omosessuale “in formazione”: credo che di questa differenza di opportunità si debba tener conto, quando si parla dell’utilità o dell’inutilità della presenza di contesti dove l’orientamento omosessuale gode di un ampio livello di condivisione.
@ ren
“Quello schifo di legge sui dico o cus avrebbero dovuto passare almeno perchè sanciscono il riconoscimento che i cittadini italiani sono tutti uguali, senza discriminazioni.”
Sono d’accordo che quella legge dovrebbe essere approvata, ma solo perchè è un primo e timidissimo passo di riconoscimento di diritti minimi, che invece dovrebbero essere ben più ampi: se ne caldeggio l’approvazione è solo perchè sono convinto che, con la situazione parlamentare attuale (soprattutto al Senato), non sia concretamente possibile ottenere di più (anzi: se ci sarà l’approvazione, sarà tutto grasso che cola).
Non spacciamo però questa legge come la soluzione di tutte le discriminazioni perchè, anzi, continua a sottolineare il contrario: e cioè che una coppia eterosessuale e una omosessuale NON HANNO accesso oggi, e NON LO AVRANNO dopo l’eventuale approvazione dei DICO o dei CUS, alle stesse opportunità e livelli di riconoscimento giuridico.
Pertanto, anche qualora venisse auspicabilmente approvato uno dei due istituti suddetti, non sarà da ritenere ancora soddisfatta la richiesta, da parte delle persone omosessuali, di venire riconosciuti come cittadini con lo stesso livello di diritti e di doveri di tutti gli altri.